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Salerno Economy VII.43- 09.11.2018

La vista corta della politica (ma non solo) condiziona le prospettive di crescita dei territori del Mezzogiorno.

Modelli di sviluppo e futuro perduto

Se non si prende consapevolezza anche in termini di appostamento delle risorse (non solo di origine Ue) della nascita di nuove e vincenti filiere produttive, perderemo ancora terreno rispetto ai primi della classe e ne pagheremo le conseguenze in termini di qualità della vita e di opportunità occupazionali.
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Prove tecniche di cambiamento dal basso
Si parla poco di futuro. Non è soltanto un problema della politica – appiattita nel vortice sempre più deleterio della dimensione mediatica di quello che resta della sua identità costitutiva – ma di quasi tutte le componenti della società (un tempo definita “civile”). La verità è che nello scollamento più totale tra attese/aspettative della popolazione e risposte effettive della Pubblica Amministrazione da tempo si è insinuato il disincanto per ogni disegno di più lungo respiro, per ogni visione che provi ad immaginare la realizzazione di un’idea, di un progetto in un arco di tempo di due/tre o più anni. Naturalmente è questa la conseguenza delle decine di migliaia di bugie che i governi nazionali e locali hanno beffardamente raccontato per anni (e continuano, è ovvio, a raccontare) ai cittadini. Ma soprattutto quando si riflette sui modelli di sviluppo di un territorio non si può rinunciare a descrivere il paradigma di programmi che non possono/devono tenere conto di logiche eminentemente elettorali o clientelari, a tutela di rendite di posizione che hanno prodotto poche ricchezze ed estese povertà.
Che cosa – per entrare nel ragionamento che ci interessa più da vicino – diventeranno Salerno e la sua provincia, per esempio? O che cosa sono già diventate e, probabilmente, in tanti non se sono accorti, non solo sul versante pubblico, ma anche su quello privato?
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I risultati delle elaborazioni sui dati dell’Osservatorio Prestiti Personali .

I debiti? Per i lavori a casa e l’auto usata

L’importo medio in provincia di Salerno ammonta a poco più di 11.000 euro. L’aspirante debitore ha in media 42 anni e punta al rimborso in 60 rate (5 anni).
Soldi-Numeri Economia
Carenza di liquidità
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) domenica 4 novembre 2018).

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Prima di tutto i lavori per sistemare casa, poi l’acquisto di un’auto usata. E subito dopo un po’ di liquidità sul conto corrente, ci sono i mobili o anche un’auto nuova (ma pure a chilometri zero). E’ questa la “top five” delle priorità segnalate dai salernitani che decidono di chiedere un finanziamento. L’importo medio del prestito ammonta a poco più di 11.000 euro e la tipologia di impiego di chi si rivolge al circuito creditizio è prevalentemente a tempo indeterminato (68% del campione). L’aspirante debitore ha in media 42 anni e punta a rimborsare il prestito in 60 rate (5 anni). Questa “fotografia” emerge dalle elaborazioni effettuate dal Mattino sui dati del primo semestre 2018 tratti dall’Osservatorio Prestiti Personali di PrestitiOnline, un consolidato “comparatore” di finanziamenti a livello nazionale che prende, quindi, in considerazione una platea ampia e ben ponderata.

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Le conseguenze della decisione di ampliare la spesa in deficit dello Stato.

Investimenti e rete ecologica, il doppio “spiazzamento

La vera emergenza è ridurre il debito pubblico per evitare la decelerazione degli investimenti privati e, nello stesso tempo, creare le condizioni politiche per stimolare l’utilizzazione delle risorse necessarie alla creazione di una green economy “larga” ed orientata alla produttività totale dei fattori.
Foto Pasquale Persico
Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Uno degli effetti che in economia maggiormente assume un peso specifico nella determinazione di dinamiche ad alto impatto produttivo (e sociale) è quello che “spiazza” la decisione di investire da parte del comparto industriale in quanto si predilige a livello centrale, invece, la necessità di finanziare il deficit dello Stato. Come? Facendo crescere il tasso di interesse del sistema e provocando una domanda di finanza che, appunto, “spiazza” la decisione degli investimenti di medio e lungo periodo del sistema industriale. Le drammatiche ore che il Paese sta vivendo anche alla luce delle tragiche emergenze ambientali, segnalano, però, un altro “spiazzamento” che si spiega con l’incapacità di disegnare parabole potenziali di efficacia e di efficienza nell’uso delle risorse della terra. Va sottolineato che il pensiero economico ha abbandonato i riferimenti teorici ai prezzi ombra e/o prezzi opportunità ed ha fatto convergenza verso le decisioni sugli indicatori rivelati dal mercato come gli unici capaci di indirizzare l’uso delle risorse. La politica, poi, ha altri indicatori legati al breve periodo che non possono tenere conto, a quanto pare, di un rapporto minimamente equo tra spesa pubblica per investimenti e spesa corrente per il consenso.

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Al via la manifestazione che propone itinerari e suggestioni a partire dal 9 novembre fino a gennaio 2019.

Luci d’artista tra mare, limoni e delfini

Grande attesa per le luminarie più famose d’Italia. Addio ai pinguini sulla scogliera. E spazio all'agrume della Costiera Amalfitana famoso in tutto il mondo.
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Il nuovo racconto di Natale
di Laura Maiellaro

Al via a Salerno le “Luci d’artista” (2018-2019). Quando si pensa all’arrivo del Natale è impossibile non chiedersi quali siano i temi alla base delle famose luminarie che ormai dal 2006 rappresentano un appuntamento fisso per i salernitani e per un flusso crescente di visitatori provenienti da tutt’Italia. Quest’anno nelle strade e nelle piazze di Salerno si mette in scena la rappresentazione delle maggiori icone nelle quali si identifica il territorio salernitano. Primo fra tutti il mare: orche, delfini, coralli e tanti altri personaggi acquatici animano la villa comunale, ma anche le luminarie a forma di limone sul corso Vittorio Emanuele ricordano uno degli emblemi più conosciuti nel mondo della Costiera Amalfitana. La zona orientale della città rimane fedele all’atmosfera fiabesca degli anni passati con la presenza di orsacchiotti giganti e di personaggi del famoso film Disney “Frozen”.

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I dati del nono rapporto curato da Fondazione Symbola e Unioncamere.

Imprese green? Più competitive

L’aumento del fatturato nel 2017 ha coinvolto il 32% delle imprese che investono in tecnologie “verdi” contro il 24% nel caso di quelle non investitrici.
Foto D’Antonio Giuliano
Giuliano D'Antonio
di Giuliano D’Antonio*

Il problema di recuperare sempre più spazi di compatibilità ambientale rispetto ai cicli produttivi resta la grande sfida da vincere per arrivare ad un’indispensabile equilibrio in grado di garantire la sopravvivenza stessa del nostro pianeta (e dei suoi abitanti, naturalmente). Ma è un problema che non può essere affrontato in maniera strumentale o demagogica, come pure, invece, regolarmente accade. Prima che una “questione politica” rinchiusa nel perimetro di un singolo Stato o di una singola regione o, addirittura, di un singolo comune, il tema deve diventare una questione culturale. Eppure non mancano elementi analitici che consentono di evidenziare come proprio le aziende green oriented - per entrare in un ambito di riferimento di importanza primaria - siano tra quelle che possono vantare migliori perfomance in termini di competitività e di redditività. I dati di “GreenItaly 2018 (il nono rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere) forniscono il quadro di un’Italia estremamente attenta alle tematiche dell’impatto ambientale dei cicli produttivi.

*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)


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