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Cattolici e laici, la corsa alla “politica”? Non funziona più . . .
Cattolici e politica, movimenti, partiti, associazioni, flussi di impegno serio e approfondito, argomenti, posizioni, battaglie vinte e perse, fino ad un approdo - nello scenario attuale - difficilmente decifrabile, ma, in ogni caso, in un contesto che sembra sempre lontano da quella specifica condizione di riconoscibilità assolutamente necessaria per una massa ampia e, per molti aspetti, qualificata che è ben presente nel nostro Paese e nel nostro territorio. Non è per niente semplice - al di là della confusione permanente e strumentale alla creazione di temporanee aggregazioni che si sciolgono sempre come neve al sole - individuare riferimenti stabili e proiettati verso profili di futuro, se non in ben determinate aree (sempre “blindate” o pregiudizialmente rinchiuse in un ambito difensivo a oltranza) che finiscono per caratterizzarsi, prima o poi, per una determinata e determinante caratteristica “escludente” (finalizzata a sostenere forme di “governo” ben riconoscibili e, soprattutto, sempre rispondenti a “gerarchie” esclusivamente ininfluenti sugli equilibri più solidi e ampi delle altre forze, in un modo o nell’altro, comunque in campo). E’ proprio in questo contesto che si profilano personalità politiche non più precisamente riconducibili ad un’area effettivamente cattolica, ma, in ogni caso, “anche” cattolica.
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I numeri dell'economia »

Se la notizia diventa uno spettacolo . . .
di Alfonso Schiavino
Due anni fa, quando entrammo in lockdown, il New York Times si domandò se gli italiani avrebbero rispettato la restrizione. L’interrogativo sarcastico riproponeva uno stereotipo internazionale (assimilabile alle copertine di “Der Spiegel”, fin dalla pistola poggiata sul piatto di spaghetti, 1977). Quella volta il “Corriere della Sera” replicò con un editoriale piccato. Più recentemente, nel gennaio 2022, mentre i grandi elettori italiani cercavano il Presidente della Repubblica, i giornali nordamericani “Politico” e “New York Times” hanno definito “bizantina” e “stravagante” la procedura elettorale. La notizia, pubblicata da un giornale italiano online filo-americano, ha fatto sollevare la sua community, impensierita da tanta divertita superficialità. Un commento diceva: se gli altri Paesi sono raccontati in maniera altrettanto grossolana, siamo immersi in un lago di disinformazione. Il dubbio è lecito. Perché i media italiani prendono notizie e ispirazioni dai media anglosassoni. Noi guardiamo il mondo con i loro occhi.
L’import di notizie è sempre esistito, ma dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta era almeno temperato. La cultura italiana del tempo era forte e vivace in ogni campo, dalla scienza al giornalismo. La stampa nazionale includeva i giornali di partito, che portavano una solida visione del mondo e rispondevano a un popolo vero di iscritti e simpatizzanti.
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Due anni fa, quando entrammo in lockdown, il New York Times si domandò se gli italiani avrebbero rispettato la restrizione. L’interrogativo sarcastico riproponeva uno stereotipo internazionale (assimilabile alle copertine di “Der Spiegel”, fin dalla pistola poggiata sul piatto di spaghetti, 1977). Quella volta il “Corriere della Sera” replicò con un editoriale piccato. Più recentemente, nel gennaio 2022, mentre i grandi elettori italiani cercavano il Presidente della Repubblica, i giornali nordamericani “Politico” e “New York Times” hanno definito “bizantina” e “stravagante” la procedura elettorale. La notizia, pubblicata da un giornale italiano online filo-americano, ha fatto sollevare la sua community, impensierita da tanta divertita superficialità. Un commento diceva: se gli altri Paesi sono raccontati in maniera altrettanto grossolana, siamo immersi in un lago di disinformazione. Il dubbio è lecito. Perché i media italiani prendono notizie e ispirazioni dai media anglosassoni. Noi guardiamo il mondo con i loro occhi.
L’import di notizie è sempre esistito, ma dal secondo dopoguerra agli anni Ottanta era almeno temperato. La cultura italiana del tempo era forte e vivace in ogni campo, dalla scienza al giornalismo. La stampa nazionale includeva i giornali di partito, che portavano una solida visione del mondo e rispondevano a un popolo vero di iscritti e simpatizzanti.
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La lezione è sempre valida, Europa Europa ancor Camus
di Pasquale Persico
Ci facciamo aiutare dal breve saggio di Cesare Bedogné - “L’ultimo viaggio di Albert Camus e altri taccuini”, la Feltrinelli (2016) - per presentare il progetto d’arte "Europa Europa ancor Camus". E’ partito dal Golfo di Policastro, per iniziativa dell’associazione culturale “DNA-Marateacontemporanea”, si è fermato per oltre un anno a Caggiano - nel palazzo natio di Achille Bonito Oliva - dove ha sede temporanea, per 5 anni, il Progetto Musei in Transito. L’artista Mimmo Longobardi, a partire dalla lezione magistrale di A. Camus ad Atene nel 1955, nella quale esprime il suo giudizio politico sul ritardo culturale dell’Europa, nell’ispirarsi a colori plurali della storia del Mediterraneo, elabora opere sintesi di lettura profonda del pensiero del premio Nobel per la letteratura. L’artista, rovistando nelle tante cronache di viaggio - a partire da quelle brevi dei Taccuini, gli appunti letterari, poetici e politici dal 1938 fino alla morte tragica del 1960 - trova la sua ispirazione.
Le opere insieme a 100 bandiere d’artista dipinte su tele 70x100 ricavate da vele donate da navigatori a partire da Soldini ed altri associati a circoli mediterranei - da Parigi (13/19 giugno) inviteranno tutti gli abitanti dell’Europa a rifare il viaggio verso il Mediterraneo, riscoprendo un Camus tragico (ma solare) nell’interpretare Sisifo consapevole del perché risalire la montagna.
(continua)
Ci facciamo aiutare dal breve saggio di Cesare Bedogné - “L’ultimo viaggio di Albert Camus e altri taccuini”, la Feltrinelli (2016) - per presentare il progetto d’arte "Europa Europa ancor Camus". E’ partito dal Golfo di Policastro, per iniziativa dell’associazione culturale “DNA-Marateacontemporanea”, si è fermato per oltre un anno a Caggiano - nel palazzo natio di Achille Bonito Oliva - dove ha sede temporanea, per 5 anni, il Progetto Musei in Transito. L’artista Mimmo Longobardi, a partire dalla lezione magistrale di A. Camus ad Atene nel 1955, nella quale esprime il suo giudizio politico sul ritardo culturale dell’Europa, nell’ispirarsi a colori plurali della storia del Mediterraneo, elabora opere sintesi di lettura profonda del pensiero del premio Nobel per la letteratura. L’artista, rovistando nelle tante cronache di viaggio - a partire da quelle brevi dei Taccuini, gli appunti letterari, poetici e politici dal 1938 fino alla morte tragica del 1960 - trova la sua ispirazione.
Le opere insieme a 100 bandiere d’artista dipinte su tele 70x100 ricavate da vele donate da navigatori a partire da Soldini ed altri associati a circoli mediterranei - da Parigi (13/19 giugno) inviteranno tutti gli abitanti dell’Europa a rifare il viaggio verso il Mediterraneo, riscoprendo un Camus tragico (ma solare) nell’interpretare Sisifo consapevole del perché risalire la montagna.
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La filiera del cibo (prima ricchezza) vale 575 mld
“Il cibo è diventato la prima ricchezza dell’Italia per un valore di 575 miliardi di euro nel 2021 con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, nonostante le difficoltà legate alla pandemia”. È questo il quadro della situazione che descrive l’analisi della Coldiretti illustrata in occasione di Cibus (Salone Internazionale dell’Alimentazione, Parma), dove è stata diffusa l’indagine “La guerra nel piatto”, dedicata agli effetti del conflitto nell’ambito della filiera agroalimentare. Quanto vale, oggi, il Made in Italy a tavola? “Quasi un quarto del Pil nazionale e, dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che - spiega la Coldiretti - quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati, nonostante le difficoltà della pandemia e la guerra”.
(Fonte: coldiretti.it/03.05.2022)
(continua)
(Fonte: coldiretti.it/03.05.2022)
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