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La notizia del giorno »



Non basta mettere in campo un libro, ogni anno, dedicato agli operai e ai dipendenti dell’Italsider per capire bene il che fare. “Civiltà delle Macchine” una rivista di cultura contemporanea promossa dall’IRI, su iniziativa del suo direttore Francesco D’Arcais, promuove nel 1978 un dibattito su “Il Libro e la Fabbrica” ed invita Giampaolo Gandolfo, dirigente Italsider che dieci anni prima aveva preso l’iniziativa di regalare una pubblicazione natalizia a tutti i dipendenti Italsider, per sapere guardare fuori dalla fabbrica. La discussione non ha tenuto conto di quello che stava accadendo a Bagnoli. Un convegno del sindacato CGIL, del 1977, sul futuro, venne concluso da Giorgio Napolitano, rivendicando un futuro produttivo e una prospettiva occupazionale per i caschi gialli che, poi, invece, per molti anni, ascoltarono promesse mancate e di progetti incompiuti. Per la bonifica per Bagnoli e per riqualificare i 250 ettari affacciati sul mare, dal 1994, lo Stato ha speso quasi un miliardo ed il 15 luglio è stato firmato il protocollo di intesa tra il Governo ed il Comune di Napoli per un intervento che prevede un nuovo impegno di 1,2 miliardi di euro da destinare alle opere di rigenerazione e riqualificazione. E stato facile per Giorgia Meloni affermare che in tutti questi anni è mancato un elemento non secondario per garantire che il commissariamento potesse dare risultati concreti e cioè le risorse connesse, alla concretezza strategica. Nell’auditorium Porta del Parco di Bagnoli, l’accordo è stato sottoscritto dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi in qualità di commissario di governo per l’area interessata dall’intervento e dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Era presente anche il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca; a me piace sottolineare, con lo humor necessario, che era assente, volutamente, nella mente dei tre, il Sindaco della Città Metropolitana. Questa figura istituzionale, prevista dalla Legge Del Rio, con possibilità di elezione diretta, da molti anni aspetta di emergere per rappresentare le esigenze delle aree omogenee previste e che lo statuto della Città Metropolitana elegge a protagonista possibile dello sviluppo equilibrato dell’area metropolitana. De Magistris prima e Manfredi poi fanno fatica a riconoscerla nel loro specchio istituzionale.
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L'altra notizia »



Da ottobre 2023 si sono manifestati segnali di diminuzione dei tassi di mercato, anticipando la decisione della BCE. Nelle settimane più recenti tale tendenza alla diminuzione si è stabilizzata.
Tassi di mercato.
Nei primi 11 giorni di luglio:
1. Il tasso Euribor a 3 mesi è stato in media del 3,70% (3,72% a giugno) e in diminuzione di 30 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
2. Il tasso sui BOT a sei mesi è stato in media del 3,60% (3,59% nella media di giugno) e in calo di 45 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
3. Il tasso IRS a 10 anni (molto usato nei mutui) è stato in media del 2,82% (2,79% a giugno) e in diminuzione di 70 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
4. Il tasso sui BTP è stato in media del 3,96% (3,95% a giugno) e in diminuzione di 103 punti base rispetto al valore massimo registrato a ottobre 2023.
Tassi di interesse sui prestiti bancari.
5. A giugno 2024:
- il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è diminuito al 3,56%, rispetto al 3,61% di maggio 2024 e al 4,42% di dicembre 2023;
- il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è diminuito al 5,25% rispetto al 5,38% di maggio 2024 e al 5,45% di dicembre 2023;
- il tasso medio sul totale dei prestiti (quindi sottoscritti negli anni) è sceso al 4,77% dal 4,80% del mese precedente.
Tassi di interesse sulla raccolta bancaria.
6. Il tasso praticato sui nuovi depositi a durata prestabilita (cioè certificati di deposito e depositi vincolati) a giugno 2024 è stato il 3,39%. A maggio 2024 tale tasso era in Italia superiore a quello medio dell’area dell’euro (Italia 3,50%; area dell’euro 3,44%). Rispetto a giugno 2022, (ultimo mese prima dei rialzi dei tassi BCE) quando il tasso era dello 0,29%, l’incremento è stato di 310 punti base.
7. Il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso a giugno 2024 è stato il 3,91%, con un incremento di 260 punti base rispetto a giugno 2022 quando era l’1,31%.
8. A giugno 2024 il tasso medio sul totale dei depositi (certificati di deposito, depositi a risparmio e conti correnti), è stato l’1,02% (1,05% nel mese precedente; 0,32% a giugno 2022).
9. Il tasso sui soli depositi in conto corrente è lo 0,56% (0,58% nel mese precedente; 0,02% a giugno 2022), tenendo presente che il conto corrente permette di utilizzare una moltitudine di servizi e non ha la funzione di investimento.
(Fonte: abi.it)
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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

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Kamala? Ha salvato l’estate (made in Italy) delle cose che non succedono

Alla fine, in fondo, questa estate, almeno nel periodo che si può intendere come un vero e proprio passaggio nel vuoto delle cose che non accadono, la sorpresa - con tanto di clamore mediatico che non finisce, certo, qui - ha saputo non solo costruirla, ma addirittura inventarla e, poi, lasciarla così, ormai pronta per essere degustata in varie salse, con il contorno convinto di analisti e commentatori tv/carta stampata, di vario genere, che ci racconteranno ogni giorno i presunti retroscena della candidatura di Kamala Harris, l’anti-Trump, nella corsa alla Casa Bianca. Con tanto di sconcerto - vero o presunto - nella politica italiana che, finalmente, ha trovato di che cosa occuparsi: un quasi fatto nuovo, di fronte al nullismo che fin qui le cose rilevanti, anche nel perimetro Ue, hanno generato. In altre parole, quando proprio diventa difficile o addirittura “rischioso” riprendere, o non abbandonare del tutto al caldo estivo, le tracce della responsabilità politica made in Italy, con non poche “distrazioni” a Bruxelles, arriva quasi sempre, il fatto inatteso che costringe tutti a riprendere la questione: Biden è andato in pensione, o, forse, lo hanno messo in pensione, ed è riuscito anche a indicare la persona, che - ora - per tutti è quella giusta, nella corsa alla Casa Bianca. Insomma, il fatto che teneva banco - senza riuscire ad emergere con la chiarezza necessaria, dalle seconde o terze file del dibattito che oscillava tra politica vera e propria e più o meno opinabili chiacchiere - ha seguito la parabola, sempre virtuosa, che va dal niente vero e proprio alla nuova sedimentazione del fatto che diventa realtà.
Quanto accaduto è un cambio di passo concreto, che ora pone a tutti gli attori una domanda: che cosa, prima o poi, dovremo fare?
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I numeri dell'economia »

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Economia globale, migliorano le prospettive ma rimangono i rischi

“L’economia globale ha continuato a migliorare in primavera, ancora trainata dai servizi, ma con segnali di rafforzamento anche nella manifattura. Negli Stati Uniti prosegue la crescita dei consumi; in Cina si espande l'attività nell’industria mentre resta debole la domanda interna, alimentando gli squilibri commerciali con i Paesi avanzati. Secondo le stime più recenti dell’OCSE, nel 2024 l’incremento del PIL globale si collocherà al 3,1 per cento; sulla base di nostre valutazioni il commercio mondiale si espanderà del 2,2 per cento. L’eventuale aggravamento dei conflitti in corso rappresenta ancora il principale rischio al ribasso per la crescita globale”.
Le politiche monetarie restano restrittive.
“In primavera l’inflazione ha ripreso a diminuire negli Stati Uniti, dopo un incremento nel primo trimestre, e ha continuato a ridursi nel Regno Unito. In giugno la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi di riferimento per la settima riunione consecutiva, ribadendo la necessità che il processo di disinflazione si consolidi prima di avviare un allentamento delle condizioni monetarie. Anche la Bank of England e la Banca del Giappone hanno mantenuto invariati i tassi. Le condizioni dei mercati finanziari sono rimaste nel complesso stabili ma nell’area dell’euro hanno risentito dell’incertezza politica in Francia. Dopo le elezioni europee, il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali e i corrispondenti titoli tedeschi è salito in Francia mentre in Italia, dopo un temporaneo aumento, è tornato al di sotto dei livelli di aprile”.
Va detto che “nell’area dell’euro l’attività economica cresce moderatamente, mentre la disinflazione si attenua”. Secondo le valutazioni della Banca d’Italia, “in primavera il PIL dell'area dell’euro si è espanso in misura contenuta, sospinto dal settore terziario. La disinflazione si è attenuata, soprattutto a causa della dinamica ancora sostenuta dei prezzi dei servizi. Prosegue tuttavia la discesa degli indicatori di fondo dell'inflazione, che depurano il segnale dalle fluttuazioni più erratiche. In base alle proiezioni di giugno degli esperti dell’Eurosistema, quest’anno l’inflazione diminuirà al 2,5 per cento, raggiungendo il 2,2 nel 2025 e l’1,9 nel 2026”.
La BCE ha ridotto i tassi di interesse ufficiali.
“In giugno il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha ridotto di 25 punti base i tassi di riferimento. Ha inoltre ribadito di essere determinato a far sì che l'inflazione torni tempestivamente al suo obiettivo di medio termine, mantenendo i tassi su un livello sufficientemente restrittivo fino a quando sarà ritenuto necessario. Il Consiglio continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione monetaria, senza vincolarsi a uno specifico sentiero dei tassi ufficiali”.
In Italia la crescita rimane contenuta.
“Dopo la moderata espansione del primo trimestre di quest’anno, secondo nostre stime il PIL in Italia ha continuato a crescere in misura contenuta in primavera; è stato sostenuto ancora dai servizi, in particolare del turismo, che beneficia del buon andamento della spesa dei viaggiatori stranieri. Per contro l’attività si è ridotta nelle costruzioni e nella manifattura. Dal lato della domanda, all’ulteriore espansione delle esportazioni e alle indicazioni positive sui consumi si associa un quadro meno favorevole per gli investimenti. Nelle nostre più recenti proiezioni macroeconomiche, elaborate nell’ambito dell'esercizio coordinato dell’Eurosistema, il prodotto aumenterà dello 0,6 per cento nel 2024 (dello 0,8 escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9 nel 2025 e dell’1,1 nel 2026”.
(Bollettino Economico Banca d’Italia n. 3-2024/Data pubblicazione:12 luglio 2024)
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Lo speciale »

agricoltura

Biodiversità, alleanza mondiale dei contadini contro la fame

“Promuovere rete di mercati contadini in ogni Paese del mondo per contrastare la fame e l’insicurezza alimentare che colpiscono ben 735 milioni di persone sul pianeta, con un fenomeno in crescita che mina alle fondamenta i principi di democraticità del cibo”. E’ l’obiettivo dell’assemblea mondiale dei mercati contadini - World Farmers Markets Coalition - che “per due giorni ha radunato a Roma agricoltori provenienti da ogni angolo del globo per rivendicare il diritto globale a una sana alimentazione, messa oggi in discussione dalle grandi multinazionali che impongono omologazione e cibi ultra processati”. Al mercato del Circo Massimo a Roma “è stata allestita una grande mostra dei prodotti della biodiversità, salvati dall’estinzione grazie all’impegno degli agricoltori del pianeta”. Si evidenzia che “all’origine dell’insicurezza alimentare ci sono gli squilibri nella distribuzione delle risorse legati al venir meno di sistemi del cibo costruiti ‘dal basso’ e fondati sull’agricoltura familiare che vanno sostenuti e rilanciati. In molti Paesi tali sistemi non sono più in grado di produrre e distribuire cibo sufficiente a sfamare una popolazione globale in crescita, di soddisfare le esigenze nutrizionali, di garantire un accesso equo e di operare in modo sostenibile. Meno di un terzo delle terre agricole e delle risorse globali è oggi nelle mani di piccoli produttori e reti di agricoltori”.
(Fonte: coldiretti.it/13.07.2024)
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di Ernesto Pappalardo

A riflettere bene sulle conseguenze dei lunghi anni della crisi recessiva - e su quelle che potrebbero derivare dal nuovo rallentamento in atto - la fisionomia del sistema economico e produttivo della provincia di Salerno, per la verità, non ne esce eccessivamente male. Si cristallizza in un paradigma ben saldo da diversi decenni in termini di segmentazione del valore aggiunto con una netta “propensione” verso i servizi, il turismo, la ristorazione, l’accoglienza (dichiarata o sommersa). Come in tutte le altre aree del Mezzogiorno (ed in larga parte d’Italia) il manifatturiero in senso stretto accusa difficoltà, ma risponde come può. E cioè con casi virtuosi di aziende export e green oriented che rappresentano una minoranza ben agganciata alle catene della produzione del valore nazionale (ed in parte internazionale), a fronte, però, di una maggioranza che si barcamena, naviga a vista ed è di nuovo alle prese con percorsi di accesso al credito difficili (e molto onerosi in termini di costi). La regressione degli investimenti pubblici, naturalmente, influisce negativamente con maggiore efficacia (se possibile) anche su quelli privati e va a finire che pure strumenti interessanti come la Zona Economica Speciale (che ingloba i porti di Napoli, Salerno e Castellamare di Stabia e le aree retro-portuali) - sebbene in attesa dell’attivazione definitiva delle corsie veloci in termini di semplificazione amministrativa e di credito d’imposta - risentono di uno scarso appeal soprattutto nei confronti di imprese provenienti dall’estero o da territori almeno extra-regionali.
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