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Dazi, appesi a un filo (tutti), il tempo passato delle solide alleanze
Trump insiste, abbastanza incurante delle conseguenze profonde e non prevedibili che il “gioco” continuo su dazi e contro/dazi - ben al di là dell’effetto (devastante) economico vero e proprio - ha di fatto messo in campo, distruggendo in tutto e per tutto una consolidata collaborazione interattiva tra Ue e Usa fino a mandare a farsi friggere uno dei collanti principali emerso (incrollabile) per anni e anni dalle macerie della seconda guerra mondiale: lo spirito atlantico che permane indenne, o permaneva indenne, fino a qualche giorno fa, nella scaletta di valori fondanti di intere generazioni di una politica che si collocava, convinta, bene al di là dell’attuale balaustra del tutto inutile, di fronte al disastro apocalittico di due guerre che sembrano a tratti un racconto, un racconto che andrà avanti in qualche modo, senza più un freno valoriale che non evochi la pura e semplice, ma inaccettabile forza bruta e dominante. In altre parole, siamo nettamente tornati indietro, non c’è che dire, e il fronte europeo si trova a fare i conti anche con un Italia che trascrive un’immagine di sé sconsolante e appesa a numeri freddi ma consistenti che abbiamo già troppe volte indicato (solo per dire: 3.000 miliardi di euro di debito, che continua a salire), ricevendo la sensazione che, in fondo, possono anche non servire a nulla, se il mondo, non solo cammina tutto al contrario, ma non se ne frega affatto di trovare/ricercare il verso giusto, per continuare a sperare in una direzione che promuova sul serio la pace, la concordia, lo sviluppo vero e proprio, senza lasciare troppe persone (per quanto possibile) - persone - indietro. Fatta questa sostanziale premessa, è necessario ribadire alcuni concetti-base con i quali nessuno vuole, a quanto pare, trovare la forza, fino in fondo, di confrontarsi. E’ prioritario tenere conto che Ue e Stati Uniti hanno fatto pochi progressi nel tentare di ridare stabilità (vera) al commercio: la maggior parte dei dazi sull’Ue non saranno rimossi, perlomeno immediatamente. Gli Stati Uniti avrebbero finora respinto di mettere da parte le tariffe sui beni industriali, incluse le auto. Ma Washington non avrebbe rinunciato a sottolineare che alcuni dazi potrebbero essere compensati con un aumento degli investimenti e delle esportazioni. Per dire, la Cina ha sospeso le esportazioni di terre rare pesanti e magneti, componenti cruciali per settori strategici come quello automobilistico, aerospaziale, dei semiconduttori e della difesa. Le spedizioni, per capirsi, sono (sarebbero) ferme in numerosi porti cinesi, in attesa di un sistema di licenze che escluderebbe, per esempio, le aziende militari statunitensi (fonte New York Times). Ma è prevalentemente necessario interrogarsi su alcune notizie che chiariscono come le scelte di Trump siano davvero non comprensibili. Per esempio, i Ceo delle maggiori istituzioni finanziarie americane non tengono più nascosti dubbi e perplessità sul vertice della Casa Bianca. Dopo il 2 aprile - l’annuncio dei dazi - i mercati sono tornati alla pandemia di Covid e alla crisi finanziaria del 2008. Il presidente Trump ha ritenuto necessario ripetere (con una ciclicità da campagna elettorale) che le misure attivate dal suo governo - politiche dei dazi, tagli al budget federale - sono in campo per il bene degli Usa. Ma non hanno rassicurato affatto, a quanto sembra, perché chi dirige quotidianamente l’economia è stato costretto ad interrogarsi.
(continua)
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Dazi, impatto negativo per i consumi (-11,9 miliardi in due anni)
“Il terremoto dazi non coinvolge solo le esportazioni. La guerra commerciale tra Usa e Ue rischia di avere un impatto anche sul mercato interno, riducendo di circa 11,9 miliardi di euro in due anni la crescita dei consumi delle famiglie”. A stimarlo è Confesercenti (con CER) che specifica: “La strategia dell’Amministrazione Usa ha invertito le aspettative di mercato: si punta su una stagflazione dell’economia statunitense, che avrebbe sull’Italia un impatto negativo diretto aggiuntivo rispetto a quello dei dazi. Alla luce dell’attuale scenario, infatti, pur se suscettibile di imprevedibili evoluzioni, si prospetta per quest’anno una variazione del Pil vicina allo zero. Un elemento di preoccupazione è anche la caduta dei mercati azionari, le cui dimensioni rendono improbabile un’inversione di tendenza nel breve periodo”.
In considerazione delle stime precedenti ai dazi, Confesercenti calcola per i consumi delle famiglie una minore “crescita dei consumi di 2,1 miliardi nel 2025 e di 9,8 miliardi nel 2026, per un totale di 11,9 miliardi. Rischi esistono anche sul fronte del turismo: i visitatori dagli Stati Uniti sono relativamente pochi (4,8% del totale) ma sono alto-spendenti, e portano in media 6,5 miliardi di euro l’anno di spesa sul territorio”.
“È importante intervenire a sostegno della filiera dell’export - evidenzia Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti - ma senza dimenticare consumi e mercato interno, fondamentale per le piccole e medie imprese di commercio, turismo e servizi. Occorre lanciare un messaggio chiaro: l’arrivo dei dazi non deve interrompere il già troppo lento percorso di recupero del potere d’acquisto, e quindi della spesa delle famiglie, avviato negli ultimi anni. In un mondo in cui si affermano nuove istanze protezionistiche a svantaggio delle esportazioni, i consumi sono un motore fondamentale per la crescita della nostra economia. Dopo il Covid, invece, la quota di questi sul Pil si è ridotta di quasi tre punti (dal 58,4% al 55,6%): una tendenza che andrebbe urgentemente invertita. Se da un lato è opportuno ‘trattare’ condizioni migliori per le esportazioni - sempre in sintonia con i nostri partner Ue - allo stesso tempo dobbiamo lavorare per una strategia efficace di rilancio della domanda interna, confermando e ampliando gli attuali sostegni al reddito e contro il caro-energia, da cui molte piccole imprese dei servizi sono attualmente escluse. Le risorse possono venire anche da una nuova web tax: un intervento necessario per riequilibrare la concorrenza tra colossi online e imprese del territorio. Una misura su cui - visto il mutato quadro dei rapporti commerciali Usa-Ue - non ha più senso esitare: sarebbe un efficace strumento di tutela per l’economia reale, soprattutto per il commercio di prossimità, che subisce sempre più una concorrenza fiscale sleale da parte dei giganti online: allo stato attuale, secondo le nostre stime, circa 8 miliardi di euro l’anno di profitti dalle vendite online vengono delocalizzati dalle piattaforme internazionali, sfuggendo così di fatto all’erario italiano”.
(Fonte: confesercenti.it/08.04.2025)
In considerazione delle stime precedenti ai dazi, Confesercenti calcola per i consumi delle famiglie una minore “crescita dei consumi di 2,1 miliardi nel 2025 e di 9,8 miliardi nel 2026, per un totale di 11,9 miliardi. Rischi esistono anche sul fronte del turismo: i visitatori dagli Stati Uniti sono relativamente pochi (4,8% del totale) ma sono alto-spendenti, e portano in media 6,5 miliardi di euro l’anno di spesa sul territorio”.
“È importante intervenire a sostegno della filiera dell’export - evidenzia Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti - ma senza dimenticare consumi e mercato interno, fondamentale per le piccole e medie imprese di commercio, turismo e servizi. Occorre lanciare un messaggio chiaro: l’arrivo dei dazi non deve interrompere il già troppo lento percorso di recupero del potere d’acquisto, e quindi della spesa delle famiglie, avviato negli ultimi anni. In un mondo in cui si affermano nuove istanze protezionistiche a svantaggio delle esportazioni, i consumi sono un motore fondamentale per la crescita della nostra economia. Dopo il Covid, invece, la quota di questi sul Pil si è ridotta di quasi tre punti (dal 58,4% al 55,6%): una tendenza che andrebbe urgentemente invertita. Se da un lato è opportuno ‘trattare’ condizioni migliori per le esportazioni - sempre in sintonia con i nostri partner Ue - allo stesso tempo dobbiamo lavorare per una strategia efficace di rilancio della domanda interna, confermando e ampliando gli attuali sostegni al reddito e contro il caro-energia, da cui molte piccole imprese dei servizi sono attualmente escluse. Le risorse possono venire anche da una nuova web tax: un intervento necessario per riequilibrare la concorrenza tra colossi online e imprese del territorio. Una misura su cui - visto il mutato quadro dei rapporti commerciali Usa-Ue - non ha più senso esitare: sarebbe un efficace strumento di tutela per l’economia reale, soprattutto per il commercio di prossimità, che subisce sempre più una concorrenza fiscale sleale da parte dei giganti online: allo stato attuale, secondo le nostre stime, circa 8 miliardi di euro l’anno di profitti dalle vendite online vengono delocalizzati dalle piattaforme internazionali, sfuggendo così di fatto all’erario italiano”.
(Fonte: confesercenti.it/08.04.2025)
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La Prof.ssa D’Ambrosio con Paul Goodman all’Archivio del Living di Caggiano
di Pasquale Persico
Nella sua recente visita a Caggiano, la Prof.ssa Maria d’Ambrosio, con i suoi assistenti e studenti della cattedra di professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale, scopre la presenza di un Archivio Paul Goodman a meno di cinque minuti di cammino dall’Archivio Living della Fondazione Morra, dove una foto di Paul Goodman e Julian Beck testimonia l’associazione tra i due e li connette ad una gruppo di anarchici pacifisti newyorchesi tra cui J. Cage. Non a caso Judith Maline sottolinea che proprio lo studioso Goodman ebbe un ruolo culturale ispirando l’evoluzione del Living verso le opzioni libertarie sulla formazione culturale e sul pacifismo. Perfino il tema del teatro itinerante potrebbe essere stato ispirato dalla lettura di Comunitas, oggi in italiano dal titolo Individuo e Comunità. Questa riflessione ultima porta la Prof.ssa Maria D’Ambrosio ad incrociare i temi della Prof.ssa Cristina Valenti, Unibo, che offrì, lo scorso anno, sempre a Caggiano, le indicazioni sulle nuove ricerche da fare per dare agli archivi una vitalità contemporanea.
Si tratta, allora, di inventare nuovi percorsi di ricerca, capaci di portare gli archivi, che, come precisato dalla Valenti, con la morte degli artisti rischiano di diventare archivi di archeologia del contemporaneo, nuovamente nel temporaneo contemporaneo. Ecco, allora, l’idea da proporre: immaginare un nuova performance teatrale, la quindicesima, che ripartendo dalle 14 scritte per il Living, faccia ritrovare i temi dell’anarchia del possibile, adatti ad ispirare le nuove azioni di libertà nella formazione artistica e culturale di ogni ordine e grado della scuola e delle università, oggi. Allora, i due archivi a Caggiano, con l’aiuto di due teatri già in campo su questi temi, Il Teatro delle Bambole e il Teatro Avamposto Numero Zero, possono con l’Università Suor Orsola e la Fondazione tentare l’avventura di una nuova accademia partendo da un primo esperimento di azione specifica. Si tratta di arricchire i due archivi con una nuova opera teatrale capace di entrare nella storia contemporanea che ci circonda, ridando senso al tema voice dell’economista Albert O. Hirschman, che visse i temi ancora oggi drammatici, cambiando 5 volte identità per effetto delle persecuzioni multiple.
La Prof.ssa Valenti suggerì tre aree di ricerca per arare a Cacciano i campi attrattori del fare: il rapporto tra arte e mercato, il rapporto tra arte e politica, la rivoluzione dei costumi, tra etica e cultura; a questi, aggiungerei la nuova rivoluzione dell’apprendimento del terzo tipo, dell’apprendere ad apprendere, suggerito da Gregory Bateson.
(continua)
Nella sua recente visita a Caggiano, la Prof.ssa Maria d’Ambrosio, con i suoi assistenti e studenti della cattedra di professore Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale, scopre la presenza di un Archivio Paul Goodman a meno di cinque minuti di cammino dall’Archivio Living della Fondazione Morra, dove una foto di Paul Goodman e Julian Beck testimonia l’associazione tra i due e li connette ad una gruppo di anarchici pacifisti newyorchesi tra cui J. Cage. Non a caso Judith Maline sottolinea che proprio lo studioso Goodman ebbe un ruolo culturale ispirando l’evoluzione del Living verso le opzioni libertarie sulla formazione culturale e sul pacifismo. Perfino il tema del teatro itinerante potrebbe essere stato ispirato dalla lettura di Comunitas, oggi in italiano dal titolo Individuo e Comunità. Questa riflessione ultima porta la Prof.ssa Maria D’Ambrosio ad incrociare i temi della Prof.ssa Cristina Valenti, Unibo, che offrì, lo scorso anno, sempre a Caggiano, le indicazioni sulle nuove ricerche da fare per dare agli archivi una vitalità contemporanea.
Si tratta, allora, di inventare nuovi percorsi di ricerca, capaci di portare gli archivi, che, come precisato dalla Valenti, con la morte degli artisti rischiano di diventare archivi di archeologia del contemporaneo, nuovamente nel temporaneo contemporaneo. Ecco, allora, l’idea da proporre: immaginare un nuova performance teatrale, la quindicesima, che ripartendo dalle 14 scritte per il Living, faccia ritrovare i temi dell’anarchia del possibile, adatti ad ispirare le nuove azioni di libertà nella formazione artistica e culturale di ogni ordine e grado della scuola e delle università, oggi. Allora, i due archivi a Caggiano, con l’aiuto di due teatri già in campo su questi temi, Il Teatro delle Bambole e il Teatro Avamposto Numero Zero, possono con l’Università Suor Orsola e la Fondazione tentare l’avventura di una nuova accademia partendo da un primo esperimento di azione specifica. Si tratta di arricchire i due archivi con una nuova opera teatrale capace di entrare nella storia contemporanea che ci circonda, ridando senso al tema voice dell’economista Albert O. Hirschman, che visse i temi ancora oggi drammatici, cambiando 5 volte identità per effetto delle persecuzioni multiple.
La Prof.ssa Valenti suggerì tre aree di ricerca per arare a Cacciano i campi attrattori del fare: il rapporto tra arte e mercato, il rapporto tra arte e politica, la rivoluzione dei costumi, tra etica e cultura; a questi, aggiungerei la nuova rivoluzione dell’apprendimento del terzo tipo, dell’apprendere ad apprendere, suggerito da Gregory Bateson.
(continua)