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La notizia del giorno »



“Su ciò che non si è in grado di parlare, si deve tacere” questa frase di Wittgenstein ci fa ben comprendere lo spessore del grande filosofo e logico austriaco scomparso, ormai, da settantatre anni ( certo che se si mettesse in atto questo suo “precetto” chissà quanti dovrebbero tenere la bocca chiusa). Ludwig Josef Johann Wittgenstein nacque a Vienna il 26 aprile del 1889, dedicò tutta la sua vita alla logica e alla filosofia del linguaggio. In questo suo percorso di conoscenza gli fu vicino Bertrand Russell che curò la prefazione dell’unico libro pubblicato da Wittgenstein ossia il Tractatus logico.philosophicus. Un solo libro che, con le sue intuizioni, è bastato a porre le basi, tra l’altro, per la realizzazione della logica dei microprocessori. Infatti, nel suo Tractatus , egli affronta la veracità delle preposizioni che possono essere vere o false in base alla logicità delle stesse. In questo studio, realizza uno schema dove riporta le “tavole” della verità con le indicazioni di “vero” e “falso”; queste tavole verranno utilizzate, come già detto, per il funzionamento dei computer, nelle operazioni I/0 dei processori. Quindi si può ben comprendere l’enorme apporto che ha dato allo sviluppo dell’informatica e del web, ma Wittgenstein non è solo questo. Egli affermava che il mondo è una totalità di fatti, non di cose, ed essi ruotano attorno all’espressione (“Le mie proposizioni illustrano così: colui che mi comprende, infine le riconosce insensate, se è salito per esse – su esse – oltre esse. Egli deve, per così dire, gettar via la scala dopo che v'è salito). Tractatus logico-philosophicus ndr ); il linguaggio parlato è solo uno dei suoi raggi. Il linguaggio, già il linguaggio, è certamente un punto focale per Wittgenstein se non altro perché esprime la logica: e qui, nel linguaggio, anticipa di molti anni l’informatica con la teoria dei giochi logici linguistici”. Certo lui non avrà mai potuto immaginare che i suoi studi, un giorno, avrebbero contribuito significativamente allo sviluppo della cibernetica e quindi dell’intelligenza artificiale; d’altra parte, la logica è l’unico modo per realizzare e vivere il metaverso o per raggiungere una lontana stella. Wittgenstein aveva ben presente l’importanza del linguaggio come “comunicazione” , una interconnessione basata sulla logica, che fosse veicolo di convivenza e di sviluppo, potendo col ragionamento analizzare fatti e trovare risposte.
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L'altra notizia »



L’antropologo Tim Ingold in un suo recente libro,“ Siamo Linee “ può essere associato al Direttore generale dei Musei del Ministero dei Beni culturali, Massimo Osanna. Nel suo ultimo libro, “Mondo Nuovo”, Osanna, citando Torre di Satriano, un luogo delle aree interne non città, propone una rilettura delle ibridazioni culturali e genetiche tra popoli, appunto, delle aree interne e città costiere, nei secoli della formazione della cosiddetta Magna Grecia. Su questa premessa, e ripartendo dai nuovi studi sull’archeologia, si può immaginare di scrivere di oggi, ed avere una fonte di ripensamento alla definizione di ecosistema di innovazioni, più adatta a leggere il potenziale delle aree vaste, fatte di intrecci ancora persistenti. Osanna si affianca all’antropologo citato nella critica al paradigma dei social network connessi alla globalizzazione ed alla visione degli ecosistemi di innovazione che arriva da una superficiale lettura del PNRR.
Nel linguaggio della rivista de “Il Gatto Selvatico”, che ha accompagnato Mattei durante il suo periodo all’ENI, si può affermare, che il libro “Siamo Linee”, mette in discussione l’approccio miope sulla produttività degli ecosistemi. In esso si ricorda che gli esseri umani, come gli altri esseri della terra, non si comportano come punti del territorio, ma come linee che si intrecciano in tessuti evolutivi. Si formano, così, nodi di connessioni semplici (il racconto dell’archeologia di Torre di Satriano) o complessi (città della Magna Grecia e loro evoluzione territoriale). Pur dando importanza ai temi dell’intelligenza artificiale ed alla transizione ecologica, bisogna abbandonare l’idea che la vita è un problema da risolvere ed intraprendere la strada del vivere la vita degli intrecci. I legami, tra viventi e territorio, sono tutti ancora da scoprire specie nelle aree interne dove il groviglio delle relazione dell’ecosistema da caratterizzare è tutto da ridefinire in termini di ecosistema a geografia moltiplicata, ovvero a geomorfologia da ridefinire in termini di discipline incrociate (Transdiscipline come La danza di Matisse per Inglod) . Abitare il Milieu come luogo di mezzo significa essere e mettersi insieme ai nodi ed alle relazioni tra potenziale della Natura e storia nuova; relazioni che ci obbligano a passare ad una lettura della geografia dell’area vasta, con gli occhi della ecologia della mente e della complessità. Il territorio è molto di più delle mappe della conoscenza disponibili. Economia ed ecologia hanno bisogno di un approfondimento più complesso che spieghi tutto il divenire, avendo approfondito tutto il da dove e perché si sono affermati gli intrecci degli esseri umani. Si deve tener presente, con una nuova consapevolezza, di tutti gli altri intrecci degli esseri terra geologici, delle altre specie vegetali, fino agli intrecci con e tra esseri umani.
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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

FotoPres_Meloni_bio (Governo Italiano) www.governo.it

Contro il nullismo (politico) ha già vinto Giorgia Meloni

Il quadro politico che si affaccia alla ribalta autunnale è sempre più complicato, in un intreccio progressivo tra versante interno e scenario internazionale, che ondeggia, senza più timore di mostrare crepe e bruschi tentennamenti. Forse l’avvicinarsi all’esito finale del cruciale gioco elettorale made in Usa, contribuisce a sostenere, in maniera diffusa, un’incapacità tattica dell’Ue che, probabilmente, riflette e amplifica anche il quadro interno di Paesi estremamente importanti come Francia e Germania, e, quindi, resta appeso anche il contesto italiano afflitto da una linea di inquadramento del nulla, costante e immutabile, che, come sempre accade, incaglia e lascia incagliare le cose, fino a farle perdere e a disegnare l’Italia per quello che negli anni è diventata: senza soldi, avvitata in ogni caso, consapevole che proprio le difficoltà altrui, la hanno resa un tassello, per così dire, innovativo. Anche perché l’Europa, è bene ricordarlo, è già inquadrata in una situazione che parla e si ritrova - sebbene sia necessario un confronto operativo - in sostanziali scelte (della volontà popolare, non partitica o politica, sia ben chiaro) di destra, non di centrodestra, ma di destra. E’ questo il programma che c’è già, lo hanno scritto, ci credono tante formazioni politiche che la partita l’hanno, per il momento vinta e stravinta.
E diventa un programma che, in realtà, nella mente delle persone non è solo politico, ma, prima di ogni cosa, economico e, strutturalmente, in grado di determinare che cosa diventeremo, in termini pratici, nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
La battaglia in Italia, anche già elettorale, in corso, il blocco di destra - e Forza Italia dovrebbe farsene una ragione (anche se l’impostazione liberale e democratica di Tajani resta molto importante) - è, quindi, il nodo centrale in grado di influenzare tutto il resto. Ma questo ragionamento politico interessa davvero agli italiani? O il 30 per cento, più o meno, della Meloni è della Meloni e basta, non della destra, perché è lei che aggrega il consenso sulla base di un patto fiduciario con i cittadini che non hanno ancora un rimpianto di tali proporzioni per il centrosinistra?
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I numeri dell'economia »

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Inflazione ai minimi da inizio anno

“A settembre l’inflazione è scesa a +0,7% su base annua, il livello più basso da inizio anno, mentre l’aumento su base congiunturale è risultato pari allo 0,2% su base mensile. Queste le stime preliminari dell’Istat, che rispetto allo stesso mese dello scorso anno indicano in frenata soprattutto i prezzi dei beni energetici, sia regolamentati (da +14,3% a +10%) che non regolamentati (da -8,6% a -11%). Rallentano, anche se in misura minore, i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,5% a +4%) e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2,9% a +2,5%). Accelerano, invece, i prezzi dei beni alimentari non lavorati (da -0,5% a +0,3%) e lavorati (da +1,5% a +1,8%)”.
L’“inflazione di fondo”, “al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende a +1,8% (era +1,9% ad agosto) e quella al netto dei soli beni energetici a +1,7% (da +1,8%). Quanto al confronto con il mese precedente, scendono principalmente i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-2,1%), dei beni energetici regolamentati (-1,5%) e dei beni energetici non regolamentati (-1,1%). In aumento, invece, i beni alimentari non lavorati (+1,4%) e i beni durevoli e semidurevoli (+0,3% entrambi)”.
(Fonte: confcommercio.it/30.09.2024)
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Lo speciale »

P. Persico-casa-morra-cs-Pasquale-Persico

Il piano Mattei e la “decolonizzazione sincera”

di Pasquale Persico

Sulle pagine di Salerno Economy ho già descritto, con semplicità, il pensiero di Mattei, citando i suoi discorsi sulla “decolonizzazione sincera”; sia quando parlava ai popoli dell’Africa e dell’Asia, sia per l’Italia, la sua cronaca sul fare della sua ENI era dettagliata e rendeva esplicito il suo messaggio etico. Nel parlare del Piano Mattei, di oggi, la voce della comunicazione è sempre - o quasi sempre - affidata ai governanti che non entrano nel dettaglio specifico delle economie di scala, di scopo e di rete, prodotte dalle perforazioni e dagli accordi bilaterali. Faccio solo l’esempio della Val d’Agri, che non ha ancora una storia raccontata in dettaglio delle principali perforazioni. Per capire quello che in più occasioni, a partire dal mio libro online, “La valle delle Orchidee” con prefazione di Romano Prodi, ho cercato di dire, basta riportare il pensiero integrale di Mattei con riferimento a Gela. “L’ENI, infatti - suo scritto - non ha mai pensato di seguire la strada facile che sarebbe stata scelta da altre imprese, in condizioni paragonabili a quelle che si presentavano all’Ente di Stato: limitare l’estrazione alle quantità vendibili del greggio o del gas, o a quelle trattabili per la produzione di bitume, tenendo presente la limitata possibilità offerta dal mercato di questo ultimo, fino a pensare di rinunciare all’estrazione. L’ENI, invece, ha sempre creduto che fosse nell’interesse della Sicilia e dell’intero Paese sfruttare completamente le risorse scoperte ed attraverso un lungo e complesso lavoro di studio ha cercato una soluzione che cercasse più obiettivi. Fummo invitati a seguire l’esempio di imprese straniere che con sani criteri di economia finanziaria hanno abbandonato un giacimento siciliano di caratteristiche analogo a quello di Gela”, (io, Pasquale Persico, nei miei viaggi, potrei segnalarne invece alcuni in Basilicata).
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di Ernesto Pappalardo

A riflettere bene sulle conseguenze dei lunghi anni della crisi recessiva - e su quelle che potrebbero derivare dal nuovo rallentamento in atto - la fisionomia del sistema economico e produttivo della provincia di Salerno, per la verità, non ne esce eccessivamente male. Si cristallizza in un paradigma ben saldo da diversi decenni in termini di segmentazione del valore aggiunto con una netta “propensione” verso i servizi, il turismo, la ristorazione, l’accoglienza (dichiarata o sommersa). Come in tutte le altre aree del Mezzogiorno (ed in larga parte d’Italia) il manifatturiero in senso stretto accusa difficoltà, ma risponde come può. E cioè con casi virtuosi di aziende export e green oriented che rappresentano una minoranza ben agganciata alle catene della produzione del valore nazionale (ed in parte internazionale), a fronte, però, di una maggioranza che si barcamena, naviga a vista ed è di nuovo alle prese con percorsi di accesso al credito difficili (e molto onerosi in termini di costi). La regressione degli investimenti pubblici, naturalmente, influisce negativamente con maggiore efficacia (se possibile) anche su quelli privati e va a finire che pure strumenti interessanti come la Zona Economica Speciale (che ingloba i porti di Napoli, Salerno e Castellamare di Stabia e le aree retro-portuali) - sebbene in attesa dell’attivazione definitiva delle corsie veloci in termini di semplificazione amministrativa e di credito d’imposta - risentono di uno scarso appeal soprattutto nei confronti di imprese provenienti dall’estero o da territori almeno extra-regionali.
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