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Leone XIV: “Disarmiamo le parole per disarmare la terra”
Papa Leone XIV invita i giornalisti a essere “operatori di pace”, cercando “con amore” la verità e dicendo “no” alla “guerra delle parole e delle immagini”. “Dobbiamo respingere il paradigma della guerra”, ha detto ai rappresentanti dei media di tutto il mondo durante l’incontro nell’Aula Paolo VI. Nel citare il “discorso della montagna di Gesù”, Prevost ha invitato i reporter “all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza”.
"Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra". “Una comunicazione disarmata e disarmante - ha aggiunto - ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”.
Lo stemma e il motto “In Illo uno unum”.
Va detto che sono stati pubblicati lo stemma e il motto ufficiale di Papa Leone XIV. Lo stemma raffigura uno scudo diviso diagonalmente in due settori: “nella parte superiore, su sfondo azzurro, compare un giglio bianco, simbolo di purezza; nella parte inferiore, su sfondo chiaro, è rappresentata un’immagine che richiama l’Ordine di Sant'Agostino”. Si tratta della delineazione di “un libro chiuso sul quale si trova un cuore trafitto da una freccia. L’iconografia richiama l’esperienza di conversione di Sant’Agostino, che esprimeva con le parole: ‘Vulnerasti cor meum verbo tuo’. Nella traduzione: “Hai trafitto il mio cuore con la tua Parola”. Il motto prescelto è il seguente: “In Illo uno unum” e proviene dall’Esposizione sul Salmo 127 di Sant'Agostino e significa: “In Colui che è Uno, siamo uno”, un richiamo “all’unità e alla comunione che caratterizzano il carisma agostiniano”. In un’intervista (luglio 2023) Prevost spiegò: “Come si evince dal mio motto episcopale, l’unità e la comunione fanno parte proprio del carisma dell’Ordine di Sant’Agostino e anche del mio modo di agire e pensare”.
(continua)
"Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra". “Una comunicazione disarmata e disarmante - ha aggiunto - ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace”.
Lo stemma e il motto “In Illo uno unum”.
Va detto che sono stati pubblicati lo stemma e il motto ufficiale di Papa Leone XIV. Lo stemma raffigura uno scudo diviso diagonalmente in due settori: “nella parte superiore, su sfondo azzurro, compare un giglio bianco, simbolo di purezza; nella parte inferiore, su sfondo chiaro, è rappresentata un’immagine che richiama l’Ordine di Sant'Agostino”. Si tratta della delineazione di “un libro chiuso sul quale si trova un cuore trafitto da una freccia. L’iconografia richiama l’esperienza di conversione di Sant’Agostino, che esprimeva con le parole: ‘Vulnerasti cor meum verbo tuo’. Nella traduzione: “Hai trafitto il mio cuore con la tua Parola”. Il motto prescelto è il seguente: “In Illo uno unum” e proviene dall’Esposizione sul Salmo 127 di Sant'Agostino e significa: “In Colui che è Uno, siamo uno”, un richiamo “all’unità e alla comunione che caratterizzano il carisma agostiniano”. In un’intervista (luglio 2023) Prevost spiegò: “Come si evince dal mio motto episcopale, l’unità e la comunione fanno parte proprio del carisma dell’Ordine di Sant’Agostino e anche del mio modo di agire e pensare”.
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I numeri dell'economia »

Dimezzate le stime di crescita in Italia
Lo scenario globale resta incerto, il commercio internazionale è in frenata, perché il contesto è “dominato dall’incertezza”, spiega l’Istat nella nota sull’economia italiana (marzo-aprile 2025) “inasprita dalle oscillazioni nella politica commerciale statunitense e dalle tensioni geopolitiche in Ucraina e Medio Oriente”. Il commercio internazionale di merci “ha rallentato e l’indicatore PMI globale è sceso sotto quota 50, segnalando una contrazione degli ordini all’export. Il prezzo del gas e del petrolio è in calo, mentre l’euro si è rafforzato sul dollaro”. Bisogna, poi, aggiungere che “l’area Euro cresce (anche l’Italia)”. “Nel primo trimestre del 2025, l’economia statunitense ha segnato un lieve calo del Pil (-0,1%, la prima flessione in tre anni), dovuto a un forte aumento delle importazioni. Al contrario, la Cina (+1,2%) e l’area euro (+0,4%) hanno mostrato una tenuta migliore. In Europa, la Spagna continua a crescere più della media. In Italia il Pil è cresciuto dello 0,3% nel primo trimestre, spinto dall’industria e dall’agricoltura. I servizi sono rimasti stabili. La produzione industriale è aumentata leggermente (+0,4% su base trimestrale), mentre le costruzioni mostrano un rallentamento. I permessi per nuove abitazioni sono in calo, ma l’edilizia non residenziale regge”.
Il Documento di finanza pubblica “dimezza le stime di crescita per l’Italia”. “Il quadro delineato appare ancora segnato da un eccesso di ottimismo. A preoccupare, in particolare, è la politica aggressiva dei dazi statunitense: potrebbe avere un impatto più ampio del previsto sulla nostra economia, con una crescita del PIL e dei consumi che già quest’anno dovrebbe ridursi rispettivamente allo 0,4% e allo 0,7%, due e tre decimi di punto al di sotto delle stime del Governo”. A tutto ciò si aggiunge che “peggiora la fiducia in Europa, con l’Italia tra i Paesi più colpiti: le rilevazioni Istat hanno registrato due cali consecutivi, a marzo e ad aprile. La fiducia delle imprese è scesa per tre mesi consecutivi, con segnali negativi soprattutto nel turismo e nel commercio al dettaglio. Le aspettative restano deboli. Un deterioramento del clima su cui a nostro avviso pesano sia l’andamento economico sotto le attese sia l’incertezza legata alla stretta protezionistica dell’amministrazione Usa e che potrebbe influire negativamente sui consumi di primavera”.
(Fonte: confesercenti.it/13.05.2005)
(continua)
Il Documento di finanza pubblica “dimezza le stime di crescita per l’Italia”. “Il quadro delineato appare ancora segnato da un eccesso di ottimismo. A preoccupare, in particolare, è la politica aggressiva dei dazi statunitense: potrebbe avere un impatto più ampio del previsto sulla nostra economia, con una crescita del PIL e dei consumi che già quest’anno dovrebbe ridursi rispettivamente allo 0,4% e allo 0,7%, due e tre decimi di punto al di sotto delle stime del Governo”. A tutto ciò si aggiunge che “peggiora la fiducia in Europa, con l’Italia tra i Paesi più colpiti: le rilevazioni Istat hanno registrato due cali consecutivi, a marzo e ad aprile. La fiducia delle imprese è scesa per tre mesi consecutivi, con segnali negativi soprattutto nel turismo e nel commercio al dettaglio. Le aspettative restano deboli. Un deterioramento del clima su cui a nostro avviso pesano sia l’andamento economico sotto le attese sia l’incertezza legata alla stretta protezionistica dell’amministrazione Usa e che potrebbe influire negativamente sui consumi di primavera”.
(Fonte: confesercenti.it/13.05.2005)
(continua)
Lo speciale »

Lo slogan di Laura Conti: “Vogliamo un Pianeta non vogliamo una stella”
di Pasquale Persico
Per la gioia di essere nonno, per la settima volta, non potrò partecipare a due interessanti incontri: la presentazione del progetto OSAII, Osservatorio degli Spazi Amministrativi Italiani ed Internazionali, a Napoli, Istituto Orientale, ed alla giornata di studio promossa dall’Agenzia Regionale Ricostruzioni dell’Emilia (Negli ecosistemi vulnerabili italiani e croati), a Ferrara, per il progetto PrepARed (Preparing, Adapting, Reconstructing: azioni per promuovere l’adattamento al cambiamento climatico e la resilienza al rischio di catastrofe).
Da cultore della materia, presso Istituto Navale, a Napoli, sulla previdenza sociale (welfare territoriale), nel 1970, ho studiato gli argomenti presenti nel volume della scienziata Laura Conti, Questo Pianeta, Editori Riuniti. Per la scienziata, i quattro programmi per salvare il pianeta e garantire ai territori il possesso di beni pubblici connessi al benessere materiale ed immateriale, possono essere presentati sotto lo slogan “Le Sottrazioni Addizionanti” cioè le sottrazioni di comportamenti che impediscono una transizione ecologica in grado di ritardare la scomparsa del Pianeta Terra come luogo vivibile anche per la società industrializzata abitante delle città e dell’altra città, come territori ad alta urbanità plurale. I quattro programmi affrontavano, già allora, in profondità, i temi dell’inquinamento industriale, il recupero dei suoli dell’agricoltura, spinta verso l’alta produttività da concimi ed insetticidi, la difesa dei patrimoni genetici, la rivoluzione della produzione territoriale e dell’uso delle fonti energetiche.
Ebbene , ripartendo dalla storia delle politiche pubbliche dagli anni Settanta od oggi, è facile fare l’elenco degli interventi che impediscono l’efficacia dei programmi proposti dalla scienziata; la sottrazione potrebbe, ancora oggi, portare ad una addizione sostanziale delle politiche per l’ambiente e la nuova urbanità. Le mie esperienze di pianificazione strategica nelle aree della pianura padana e quelle nei parchi nazionali, anche al Sud, hanno eletto il principio della sottrazione addizionante ad elemento portante della risalita del terzo paesaggio di Gilles Clement, delle aree fortemente urbanizzate, verso ipotesi di quarto paesaggio, che dovrebbe caratterizzare il paesaggio dei parchi nazionali con presenza di popolazione (ad esempio Parco del Delta Po e Parchi del Cilento e del Vesuvio).
Due esempi, anche scherzosi, per capirci. Per il Delta del Po tutti gli argomenti delle alluvioni presuppongono una sottrazione dei comportamenti, percepiti da una macroscopio della mente che allarghi lo sguardo al tema delle eco regioni come spazio di programmazione, l’esempio che faccio è come non fare estinguere la possibilità di mangiare la grande anguilla.
(continua)
Per la gioia di essere nonno, per la settima volta, non potrò partecipare a due interessanti incontri: la presentazione del progetto OSAII, Osservatorio degli Spazi Amministrativi Italiani ed Internazionali, a Napoli, Istituto Orientale, ed alla giornata di studio promossa dall’Agenzia Regionale Ricostruzioni dell’Emilia (Negli ecosistemi vulnerabili italiani e croati), a Ferrara, per il progetto PrepARed (Preparing, Adapting, Reconstructing: azioni per promuovere l’adattamento al cambiamento climatico e la resilienza al rischio di catastrofe).
Da cultore della materia, presso Istituto Navale, a Napoli, sulla previdenza sociale (welfare territoriale), nel 1970, ho studiato gli argomenti presenti nel volume della scienziata Laura Conti, Questo Pianeta, Editori Riuniti. Per la scienziata, i quattro programmi per salvare il pianeta e garantire ai territori il possesso di beni pubblici connessi al benessere materiale ed immateriale, possono essere presentati sotto lo slogan “Le Sottrazioni Addizionanti” cioè le sottrazioni di comportamenti che impediscono una transizione ecologica in grado di ritardare la scomparsa del Pianeta Terra come luogo vivibile anche per la società industrializzata abitante delle città e dell’altra città, come territori ad alta urbanità plurale. I quattro programmi affrontavano, già allora, in profondità, i temi dell’inquinamento industriale, il recupero dei suoli dell’agricoltura, spinta verso l’alta produttività da concimi ed insetticidi, la difesa dei patrimoni genetici, la rivoluzione della produzione territoriale e dell’uso delle fonti energetiche.
Ebbene , ripartendo dalla storia delle politiche pubbliche dagli anni Settanta od oggi, è facile fare l’elenco degli interventi che impediscono l’efficacia dei programmi proposti dalla scienziata; la sottrazione potrebbe, ancora oggi, portare ad una addizione sostanziale delle politiche per l’ambiente e la nuova urbanità. Le mie esperienze di pianificazione strategica nelle aree della pianura padana e quelle nei parchi nazionali, anche al Sud, hanno eletto il principio della sottrazione addizionante ad elemento portante della risalita del terzo paesaggio di Gilles Clement, delle aree fortemente urbanizzate, verso ipotesi di quarto paesaggio, che dovrebbe caratterizzare il paesaggio dei parchi nazionali con presenza di popolazione (ad esempio Parco del Delta Po e Parchi del Cilento e del Vesuvio).
Due esempi, anche scherzosi, per capirci. Per il Delta del Po tutti gli argomenti delle alluvioni presuppongono una sottrazione dei comportamenti, percepiti da una macroscopio della mente che allarghi lo sguardo al tema delle eco regioni come spazio di programmazione, l’esempio che faccio è come non fare estinguere la possibilità di mangiare la grande anguilla.
(continua)