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Il mondo è già cambiato, l’Ue c’è, è davvero viva
“Il mondo intorno a noi sta cambiando alla velocità della luce”, la definizione è stata esternata da Ursula von der Leyen a Bruxelles in conferenza stampa durante la quale ha spiegato: “I nostri valori europei, la democrazia, la libertà, lo stato di diritto sono minacciati. Il nostro potenziale economico e innovativo è una risorsa per la nostra sicurezza. Il piano ReArm Europe darà impulso alla nostra difesa e al nostro mercato unico”. E, poi, si è soffermata su questo punto: “Per avere successo, dobbiamo anche accelerare e coinvolgere più investitori privati. Lanceremo nuovi pacchetti omnibus per semplificare ulteriormente le regole e ridurre la burocrazia, anche nel settore della difesa. Questo mese sveleremo l’Unione europea del risparmio e degli investimenti, perché solo un mercato dei capitali efficace, profondo e liquido, può trasformare i risparmi in investimenti tanto, tanto necessari. ReArm? Il nome descrive cosa sta succedendo. Il nuovo strumento da 150 miliardi di euro per l’approvvigionamento congiunto lo chiameremo Safe (Security action for Europe, azione di sicurezza per l’Europa). Questo è un elemento fondamentale”. Estremamente chiara la posizione sugli Stati Uniti d’America: “Gli Usa? Nostri alleati anche se ci sono delle differenze. Dobbiamo prenderci sulle spalle le nostre responsabilità sulla difesa, essere alleati non significa che c’è squilibrio nel peso della sicurezza”. Poi, un’altra notizia importante, nelle prossime settimane, sarà convocato un “Collegio di sicurezza”, che “includerà tutti i commissari europei”. Il piano di riarmo (siglato da 26 capi di Stato Ue, tranne l’ungherese Viktor Orbàn) sarà ratificato dal Consiglio europeo il 20 e 21 marzo prossimi e prevede la possibilità di usare per la difesa i fondi di coesione non spesi (350 miliardi), ma sarà una decisione di ogni singolo membro Ue (la premier Meloni proporrà al Parlamento italiano di non farlo).
(continua)
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Vendite al dettaglio, il 2025 parte con il segno meno
“Dopo i buoni risultati del mese precedente, a gennaio le vendite al dettaglio hanno ripreso a ‘flirtare’ con il segno meno: la variazione rispetto a dicembre 2024 è infatti negativa sia in valore (-0,4%) che in volume (-0,6%), mentre rispetto allo stesso mese del 2024 c’è un aumento dello 0,4% in valore e un calo dello 0,2% in volume. Nel trimestre novembre 2024-gennaio 2025 le vendite diminuiscono dello 0,1% in valore e dello 0,5% in volume in confronto al periodo luglio-settembre”. Questo il dato Istat nelle stime preliminari “dalle quali emerge, poi, che sul piano congiunturale sono in calo sia le vendite dei beni alimentari (rispettivamente -0,3% in valore e -0,5% in volume) che quelle dei beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,7% in volume). Rispetto allo stesso mese dello scorso anno le vendite dei beni alimentari sono invece in crescita del 2,1% in valore e sono stazionarie in volume, mentre quelle dei beni non alimentari non subiscono variazioni in valore e diminuiscono in volume (-0,3%). Su base trimestrale, infine, i beni alimentari aumentano in valore (+0,4%) e diminuiscono in volume (-0,6%), mentre i non alimentari flettono sia in valore che in volume (rispettivamente -0,2% e -0,3%)”. In relazione a questi ultimi “l’aumento maggiore su dicembre riguarda ‘Abbigliamento e pellicceria’ (+1,9%) e ‘Prodotti farmaceutici’ (+1,8%), mentre registrano il calo più forte ‘Dotazioni per l’informatica, telecomunicazioni e telefonia’ (-3,5%) e ‘Calzature, articoli in cuoio e da viaggio’ (-3,3%)”. Va aggiunto che “rispetto a gennaio 2024, il valore delle vendite è in aumento per la grande distribuzione (+2,1%), non registra variazioni per le vendite delle imprese operanti su piccole superfici ed è in calo per vendite al di fuori dei negozi (-1%) e commercio elettronico (-3,3%)”.
L’Ufficio Studi Confcommercio: “La domanda resta debole”.
“Il 2025 si è aperto all’insegna di un calo dei volumi acquistati sia nel confronto con il mese precedente che su base annua. La debolezza della domanda coinvolge quasi tutte le merceologie e le tipologie distributive. Il contenuto aumento registrato dall’abbigliamento è un segnale promettente per l’andamento dei saldi, insufficiente, però, per determinare un’inversione di tendenza al ridimensionamento della domanda in atto da tempo. Solo per alcuni segmenti della grande distribuzione le vendite, al netto della componente relativa al prezzo, mostrano qualche segno di crescita. In sostanza, si conferma, ancora una volta, la contraddizione tra i vari indicatori congiunturali, segno che la direzione di marcia dell’economia è incerta, proprio perché è piuttosto nebulosa la percezione di famiglie e imprese sul futuro a breve e medio termine”.
(Fonte: confcommercio.it/05.03.2025)
L’Ufficio Studi Confcommercio: “La domanda resta debole”.
“Il 2025 si è aperto all’insegna di un calo dei volumi acquistati sia nel confronto con il mese precedente che su base annua. La debolezza della domanda coinvolge quasi tutte le merceologie e le tipologie distributive. Il contenuto aumento registrato dall’abbigliamento è un segnale promettente per l’andamento dei saldi, insufficiente, però, per determinare un’inversione di tendenza al ridimensionamento della domanda in atto da tempo. Solo per alcuni segmenti della grande distribuzione le vendite, al netto della componente relativa al prezzo, mostrano qualche segno di crescita. In sostanza, si conferma, ancora una volta, la contraddizione tra i vari indicatori congiunturali, segno che la direzione di marcia dell’economia è incerta, proprio perché è piuttosto nebulosa la percezione di famiglie e imprese sul futuro a breve e medio termine”.
(Fonte: confcommercio.it/05.03.2025)
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Terza ecologia, non c’è ancora il pensiero di Marano nel Parco Dora a Torino
di Pasquale Persico
Al nastro di ripartenza i lavori di sistemazione dell’ultima parte del Parco Dora, in specifico, dell’area che prende il nome: “Parco Dora-Spina 3. Valdocco”. L’intervento, annunciato tempo fa, prevede la sistemazione a parco dell’ultima area rimasta incompiuta del Parco Dora ( a Torino) delimitata dal corso Mortara, via Livorno, corso Principe Oddone e dall torrente. Quest’area, utilizzata per collocare la terra di scavo del passante ferroviario e di alcuni lotti di Spina 3 è stata oggetto di studio di un progetto di ricerca europeo in collaborazione con l’Università di Torino e di una sperimentazione di phytoremediation, ossia una bonifica tramite la pulitura della terra dai metalli pesanti attraverso l’utilizzo di alcune particolari tipologie di vegetazione; grazie a ciò si è potuto così individuare, ad esempio, le specie maggiormente adatte, le quantità di impianto ottimali, gli elementi inquinanti maggiormente assorbiti. L’innovativa tecnica, quindi, potrà essere utilizzata anche in futuro per riqualificazioni analoghe. “Al posto di una grande area industriale dismessa - sottolineano gli assessori all’Ambiente e alle Periferie - sulle rive della Dora, occupate per decenni dalle industrie di Fiat e Michelin, il parco Dora, progettato dal paesaggista tedesco Peter Latz, e dall’ artista Ugo Marano, è uno dei primi parchi ex industriali italiani. Obiettivo del piano di riqualificazione, che si ispira agli omologhi parchi della Ruhr, sorti su distretti ex industriali, è stato, dunque, quello di trasformare tutto in area verde, con alberi e prati, sentieri e aree giochi, mantenendo le tracce del passato industriale”.
L’opera di riqualificazione del Lotto Valdocco B prevede che verso il corso Principe Oddone sorgerà una collinetta belvedere alta circa 4 metri che offrirà punti di osservazione panoramici sulla basilica di Superga, la Dora e le Alpi, sviluppando il parco su due livelli dotati di rampe e gradini di accesso, oltre alla realizzazione di un corridoio verde di collegamento tra le due sponde della Dora, la risistemazione dell’area giochi già presente nel lotto realizzato in sponda destra e di una pista ciclabile lungo il fiume (da via Livorno a corso Principe Oddone). Numerosi saranno i percorsi interni, con connotazioni differenti a seconda della pavimentazione utilizzata, quando possibile in simmetria con i percorsi dell’area Valdocco Sud, il tutto coordinato con la nuova segnaletica prevista dal progetto Iron Valley. Anche l’arredo del parco sarà coerente con i restanti lotti del parco già realizzati: gabbie metalliche riempite con pietre, recinzioni e parapetti metallici.
A fronte del necessario taglio di due magnolie e un pioppo cipresso, i trecento nuovi alberi che verranno piantati, sia nel parco che lungo l’asse di corso Mortara, sono stati scelti tra le specie che producono dei bei foliage in autunno e una fioritura primaverile abbondante, proprio per questo sono stati scelti ciliegi e peri da fiore (Prunus avium florepleno, Pyrus calleriana), liquidambar, liriodendri, ma anche noccioli di Costantinopoli (Corylus colurna). Inoltre, siepi di agrifoglio, cotoneastrum, calicanto, arbusti di forsizia creeranno una barriera verde lungo il corso della Dora, visibile dai due ponti di via Livorno e di corso Principe Oddone.
Ancora una volta e da circa 20 anni non compare nessun segno del progetto congiunto tra terzo paesaggio nell’ipotesi di partenza di Pieter Latz come idea di rigenerazione urbana e l’eutopia di Ugo Marano sul quarto paesaggio, poggiato sulla sottrazione addizionante e la ceramica come Arte Regina.
(continua)
Al nastro di ripartenza i lavori di sistemazione dell’ultima parte del Parco Dora, in specifico, dell’area che prende il nome: “Parco Dora-Spina 3. Valdocco”. L’intervento, annunciato tempo fa, prevede la sistemazione a parco dell’ultima area rimasta incompiuta del Parco Dora ( a Torino) delimitata dal corso Mortara, via Livorno, corso Principe Oddone e dall torrente. Quest’area, utilizzata per collocare la terra di scavo del passante ferroviario e di alcuni lotti di Spina 3 è stata oggetto di studio di un progetto di ricerca europeo in collaborazione con l’Università di Torino e di una sperimentazione di phytoremediation, ossia una bonifica tramite la pulitura della terra dai metalli pesanti attraverso l’utilizzo di alcune particolari tipologie di vegetazione; grazie a ciò si è potuto così individuare, ad esempio, le specie maggiormente adatte, le quantità di impianto ottimali, gli elementi inquinanti maggiormente assorbiti. L’innovativa tecnica, quindi, potrà essere utilizzata anche in futuro per riqualificazioni analoghe. “Al posto di una grande area industriale dismessa - sottolineano gli assessori all’Ambiente e alle Periferie - sulle rive della Dora, occupate per decenni dalle industrie di Fiat e Michelin, il parco Dora, progettato dal paesaggista tedesco Peter Latz, e dall’ artista Ugo Marano, è uno dei primi parchi ex industriali italiani. Obiettivo del piano di riqualificazione, che si ispira agli omologhi parchi della Ruhr, sorti su distretti ex industriali, è stato, dunque, quello di trasformare tutto in area verde, con alberi e prati, sentieri e aree giochi, mantenendo le tracce del passato industriale”.
L’opera di riqualificazione del Lotto Valdocco B prevede che verso il corso Principe Oddone sorgerà una collinetta belvedere alta circa 4 metri che offrirà punti di osservazione panoramici sulla basilica di Superga, la Dora e le Alpi, sviluppando il parco su due livelli dotati di rampe e gradini di accesso, oltre alla realizzazione di un corridoio verde di collegamento tra le due sponde della Dora, la risistemazione dell’area giochi già presente nel lotto realizzato in sponda destra e di una pista ciclabile lungo il fiume (da via Livorno a corso Principe Oddone). Numerosi saranno i percorsi interni, con connotazioni differenti a seconda della pavimentazione utilizzata, quando possibile in simmetria con i percorsi dell’area Valdocco Sud, il tutto coordinato con la nuova segnaletica prevista dal progetto Iron Valley. Anche l’arredo del parco sarà coerente con i restanti lotti del parco già realizzati: gabbie metalliche riempite con pietre, recinzioni e parapetti metallici.
A fronte del necessario taglio di due magnolie e un pioppo cipresso, i trecento nuovi alberi che verranno piantati, sia nel parco che lungo l’asse di corso Mortara, sono stati scelti tra le specie che producono dei bei foliage in autunno e una fioritura primaverile abbondante, proprio per questo sono stati scelti ciliegi e peri da fiore (Prunus avium florepleno, Pyrus calleriana), liquidambar, liriodendri, ma anche noccioli di Costantinopoli (Corylus colurna). Inoltre, siepi di agrifoglio, cotoneastrum, calicanto, arbusti di forsizia creeranno una barriera verde lungo il corso della Dora, visibile dai due ponti di via Livorno e di corso Principe Oddone.
Ancora una volta e da circa 20 anni non compare nessun segno del progetto congiunto tra terzo paesaggio nell’ipotesi di partenza di Pieter Latz come idea di rigenerazione urbana e l’eutopia di Ugo Marano sul quarto paesaggio, poggiato sulla sottrazione addizionante e la ceramica come Arte Regina.
(continua)