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Salerno Economy XI.20 – 27.05.2022

Mentre il conflitto bellico ucraino ogni giorno ci racconta la triste disumanità della guerra.

Il “tramonto” delle aspettative o (solo?) un’altra sconfitta

E pensare che pochissimo tempo fa eravamo ancora a contemplare lo sfacelo di quello che, pure, potevamo contrastare con i fondi del Pnrr e che, ora, chissà verso quale approdo veleggia.
Foto Pnrr governo.it
Tempo di futuro
Si arriva sempre a un punto centrale - sia individualmente che collettivamente - che finisce per delineare le prospettive, i percorsi che “improvvisamente” (così, di solito, sembra accadere) prendono forma dinanzi ai nostri occhi, fino ad assumere l’aspetto di una non/novità, di una vera e propria presa di coscienza. In altre parole, raccogliamo dentro di noi la caratteristica, abbastanza mediocre, che ci porta a capire, senza infingimenti, quello che, in realtà, eravamo già diventati, mentre pensavamo di essere,ormai, pronti per fare altro. Magari credevamo davvero di guardare a quella montagna di progetti, iniziative, per certi versi anche di soliti e imperturbabili “sogni” di qualche tempo addietro. Insomma, chissà per quanto tempo siamo stati davvero sull’uscio di quella porta di aspettative che, poi, per un vero e proprio caso “inatteso”, si è aperta e ci ha fatto “scoprire” che non era vero quasi niente di tutto quello che, pure, ci aveva spinto ad andare in una direzione precisa, chissà per quanti anni.
Adesso, rimettendoci esattamente dove eravamo prima (molto tempo fa), senza convinzioni, né certezze, ma, soltanto, con mediocri aspirazioni, ci accorgiamo che tante attese, veri e propri “desideri”, non ci sono più. Vaghezze, che, però, peseranno sempre su quell’orizzonte che, per noi, resta ancora azzurro (?).
(continua)
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“Gli sceneggiatori hanno fatto le cose perbene. La staffetta tra gli attori è solo apparentemente spiazzante”.

Don Matteo 13, la fiction della rassicurazione

Da Terence Hill a Raoul Bova un evidente filo di continuità che conferma il successo di pubblico e di share. Il messaggio evangelico rafforza la risposta al bisogno di certezze del pubblico.
Foto Don Matteo (RaiPlay)
Terence Hill e Raoul Bova
di Mariano Ragusa

Come spiegare la continuità, anche numerica (spettatori e share stellari), del successo di “Don Matteo” nel passaggio dalla figura iconica di Terence Hill a quella studiatamente “acqua e sapone” di Raoul Bova che interpreta il personaggio di Don Massimo?
Una prima risposta è nella permanenza, anche nella nuova stagione della fiction, del Don Matteo che Terence Hill ha radicato nell’immaginario collettivo del pubblico televisivo italiano. Solo evocata o esplicitamente citata ma assente dal visibile, Don Matteo-Hill resta personaggio nella narrazione. Del resto la sua uscita di scena è avvenuta per una interruzione non per una fine decretata. Don Matteo-Hill viene inviato, con una misteriosa modalità di simil-sequestro di persona, in missione in Africa per mediare la liberazione di un missionario sequestrato da un gruppo di guerriglieri locali.
La staffetta senza contraccolpi spiazzanti.
Gli sceneggiatori hanno fatto le cose perbene. La staffetta tra gli attori è solo apparentemente spiazzante. L’eroe del western-light e di altre fiction che prima di Don Matteo ne hanno esaltato il profilo di uomo d’azione, cede il campo ad un attore che in un ambito tra action legalitaria (il filone antimafia e Capitano Ultimo) e il romance anche di profondità (la serie di Immaturi ma anche la “Finestra di fronte” di Ozpetek) è anch’egli uomo votato all’azione. Anzi è nel pieno di quella condizione di vita e di lavoro (era carabiniere attivo nelle forze speciali) che riceve la “chiamata” che accende la vocazione al sacerdozio.
(continua)
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Matrimoni nell’anno pandemico: il calo repentino esaminato con i dati Istat analizzati ed elaborati.

Una “capitale” è diventata provincia

Il Salernitano scende alla media nazionale per indice di nuzialità. Il primato era già stato ceduto, ma la diminuzione drastica suggerisce qualcosa.
Foto matrimoni-wedding-2595862_960_720
Flussi in evoluzione
di Alfonso Schiavino

La provincia di Salerno è rimasta per vari anni “capitale” italiana dei matrimoni, come attesta l’indice di nuzialità, cioè il rapporto fra cerimonie e popolazione. Poi lo status è stato ceduto, ma il livello è restato alto. Nell’anno pandemico gli eventi nuziali si sono quasi dimezzati nel Paese (- 47,3%), ma il Mezzogiorno (-55%) e il Sud (-58%) sono andati ben oltre. La provincia di Salerno (- 60%) ha raggiunto il perfetto indice nazionale di 1,6. Perché siamo scesi così tanto? La risposta implica qualche risvolto del carattere locale?
I dati essenziali.
Nel 2020 i matrimoni celebrati in Italia sono stati 96.841, rispetto ai 184.088 del 2019 (- 47,3%). Il calo maggiore riguarda il rito religioso (- 67,9%) e le prime nozze (- 52,3%). La riduzione è più pronunciata nel Mezzogiorno (- 54,9%) rispetto al Centro (- 46,1%) e al Nord (- 40,6%). I matrimoni in Campania sono calati da 22.997 a 10.128 (- 55,9%). La provincia di Salerno segue la scia, passando da 4.307 a 1.719, con una differenza di 2.588 equivalente a - 60%. I dati di base per questo articolo sono estratti dalle tavole dell’Istat, integrati da nostre elaborazioni originali.
(continua)
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Fotografia della condizione del Mezzogiorno. Gli investimenti messi in campo dal governo.

Interventi e misure per la crescita del Sud

Confcommercio: “Valorizzare i punti di forza del territorio, come il turismo, e utilizzare al meglio le risorse, sia quelle statali che di derivazione europea, per migliorare il capitale umano e produttivo, investendo soprattutto sui giovani e sulle imprese locali”.
Foto-Numeri Economia-Mappa Sud Italia
Rincorse
“L’avvento della pandemia ha avuto un impatto minore al Sud rispetto alle zone del Centro-Nord che hanno subito maggiormente il blocco delle attività produttive per contenere la diffusione del coronavirus. Il rischio, però, di un ritorno ai valori negativi pre-Covid rimane dietro l’angolo, e per questo Confcommercio ha in più di un’occasione ribadito al governo di operare scelte di politica economica coerenti con le difficoltà del Mezzogiorno. Per scongiurare questo pericolo occorre: valorizzare i punti di forza del territorio, come il turismo, una risorsa inestimabile per il Sud, e utilizzare al meglio le risorse, sia quelle statali che di derivazione europea, per migliorare il capitale umano e produttivo, investendo soprattutto sui giovani e sulle imprese locali”.
E’ questa la proposta che avanza Confcommercio per il rilancio delle regioni meridionali. “I divari sia in termini economici che demografici del Mezzogiorno italiano rispetto al resto del Paese, sono da sempre oggetto di studio e riflessione da parte di Confcommercio. A settembre 2021, ad esempio, l’Ufficio Studi ha realizzato un focus sull’economia e l’occupazione al Sud dal 1995 al 2020, soffermandosi sui temi ricorrenti che da sempre penalizzano queste regioni come burocrazia, illegalità, minore qualità del capitale umano. In una precedente analisi era invece emerso un altro grande problema che da anni pesa sulla situazione economica del Mezzogiorno: la riduzione della popolazione giovanile residente, diminuita di oltre un milione e mezzo”.
(Fonte: confcommercio.it/24.05.2022)
(continua)
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Produzione stimata in aumento rispetto allo scorso anno, ma “ancora inferiore alle potenzialità”.

Acquisti frutta e verdura, il caldo “sostiene” il +20 per cento

Coldiretti: “L’andamento positivo dei consumi, oltre che dai cambiamenti climatici, è spinto anche dalla svolta green nell’alimentazione impressa dall’emergenza Covid con una crescente attenzione al benessere a tavola”.
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"Oro" vero
“Il balzo delle temperature fino ai 35 gradi con bolle di calore che stringono d’assedio città e campagne ha fatto esplodere i consumi di frutta e verdura sulle tavole degli italiani negli ultimi sette giorni con un aumento medio del +20%”. E’ questa la valutazione della Coldiretti rispetto “all’impatto sugli acquisti” in seguito all’ondata di caldo che ha “investito la Penisola sulla base delle indicazioni dei mercati degli agricoltori di Campagna Amica”. Coldiretti specifica che “l’andamento positivo dei consumi oltre che dai cambiamenti climatici è spinto anche dalla svolta green nell’alimentazione impressa dall’emergenza Covid con una crescente attenzione al benessere a tavola con la preferenza accordata a cibi freschi, genuini e dietetici”.
Con l’alzarsi delle temperature si assiste ad un’accelerazione - spiega Coldiretti - dei “processi di maturazione nelle campagne con l’arrivo sul mercato di una più ampia gamma di frutta e verdura offerta, da Nord a Sud della Penisola. Ciliegie, fragole, nespole, asparagi, radicchio, rucola, ravanelli, zucchine, cavoli, patate, carciofi, finocchi, piselli, fave, carote, le prime angurie, meloni, albicocche e pesche ma anche mele, kiwi e le ultime pere e arance italiane aiutano a combattere l’afa, a idratarsi e a fare il pieno naturale di vitamine”.
(Fonte: coldiretti.it/21.05.2022)
(continua)
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