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Salerno Economy X.15 – 16.04.2021

Mentre si profila lo scenario in vista della prossima scadenza delle amministrative.

La politica che stenta a trovare la strada giusta

Il passaggio non è per niente semplice o scontato, ma il “modello” attuale delle relazioni tra partiti e leader con la base degli elettori è in una fase di revisione che mette in primo piano le forme di partecipazione.
Glocal-Politica
"Riconversione"
Si discute sempre di più, nell’ambito delle valutazioni che si vanno definendo, quale “assetto”, prima di tutto economico, prende forma in questi mesi apparentemente lenti e confusi. In particolare, molto si concentra su quali “bacini” di ricchezza - e, quindi, di stabilità complessiva - avranno a disposizione i vari Stati europei. Nelle proiezioni, che sono state già elaborate, prende forma una netta prevalenza degli Stati collocati nell’area centrale dell’Europa - Germania e Olanda, oltre che la Svizzera - che, naturalmente, alzeranno, ben al di là di quanto sembra oggi possibile, il livello di attenzione e di vigilanza sui flussi di aiuti finanziari che giungeranno nell’area meridionale dell’Ue (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia). E’ chiaro che questa situazione riflette la condizione attraverso la quale già si era delineato il profilo economico e produttivo; una mappatura che, per la verità, era molto chiara ben prima della pandemia. Ora, quindi - forse proprio perché la diffusione dei vaccini prosegue in maniera più o meno costante (ma non priva di incredibili contraddizioni) - è già scattata la “supervisione” degli Stati più efficacemente posizionati sul “confine” che impone il controllo dei flussi finanziari, senza rinunciare a forme di adeguato rallentamento in assenza di reali garanzie sulla fase di rientro dei capitali.
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Il quarto rapporto Censis-Eudaimon prende in considerazione la situazione nel settore privato.

Nel prossimo futuro? Più smartworking e più flessibilità

Un esercito di persone teme che al termine delle misure di sostegno al reddito e all’occupazione si scateni una vera e propria emorragia di posti di lavoro senza precedenti.
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Cambiamenti rapidi
di Diletta Turco

Tagli agli stipendi, condizioni peggiori e addirittura licenziamento. Sono questi gli incubi ricorrenti dei lavoratori privati del periodo post Covid. Le incertezze verso il futuro recente (nemmeno tanto lontano) non riescono a far vivere neppure il presente in modo sereno. Ecco perché peggiorano sia le condizioni di lavoro dei dipendenti del sistema produttivo privato che le performance. Ad analizzare il presente e il futuro del lavoro nel settore privato è il IV Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale, che ha fotografato lo stato del “benessere” in questi 13 mesi e passa di pandemia sanitaria e, conseguentemente, economica. I dati del sondaggio parlano chiaro: “per ora il 44,2% dei lavoratori dice che lavora peggio di prima - si legge nel rapporto - in particolare gli operai (48,8%, mentre è il 37,9% tra i dirigenti e il 43,2% tra gli intermedi). Nel prossimo futuro si attendono più smartworking (52,6%) e più flessibilità (26,2%). Poco sentita è la necessità di investire soggettivamente nella riqualificazione delle competenze: lo pensa meno del 40% dei lavoratori, e il dato arriva al 45,2% tra gli impiegati, mentre è il 35,5% tra gli apicali e il 27,3%, tra gli esecutivi”.
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La versione più plurale possibile di relazioni con altre scuole di formazione e sviluppo.

“Identità e metamorfosi” oppure “identità e diversità”?

L’Europa in cammino è un’occasione da cogliere e non sprecare. Giordano Bruno in cattedra alla London School of Economics. Come prendono forma i principi di aggregazione del nuovo patto generazionale poggiato sul Next Generation Ue.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Nel 1979 Tony Atkinson, economista della London School of Economics, pubblicava un libro fondamentale sui temi della disuguaglianza, ma, allora, era il tempo delle aspettative razionali e della nuova econometria a supporto delle tesi dominanti: il libero mercato era risolutivo ed al massimo bisognava prevedere delle compensazioni per i perdenti. Il pensiero radicale si era spostato nelle università scozzesi, ed Atkinson fu riconosciuto in ritardo da Blair, che si fermò sulla terza via, chiusa per lavori in corso. Il libro della nuova direttrice, Minouche Shafik, della LSE, in uscita per la Mondadori, parla in maniera esplicita del nuovo contratto sociale, una riflessione corposa e dettagliata sui processi istituzionali che dovrebbero accompagnare l’equilibrio dinamico tra libertà della persona e responsabilità verso il sociale (l’intera comunità di appartenenza). Ritorna su una ideale cattedra Giordano Bruno, dopo mezzo millennio? Come al tempo del filosofo ancora non perdonato dalla Chiesa, la società oggi è composta da molti “minorenni” in età avanzata e pochissimi “maggiorenni” educati a risalire la scala della responsabilità sociale. La pandemia prolungata ci fa percepire, appunto, la responsabilità del sociale; essa viene spesso enunciata ma - chiamati a dover rispondere in termini di impegno - prevale la ribellione e la ricerca della libertà individuale senza responsabilità.
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Tre recenti note analitiche dell’Inps consentono di avviare un primo approfondimento su alcuni effetti della pandemia.

Si accentua il declino demografico del Sud

“La decrescita ha interessato tutte le macro aree dell’Italia ma con intensità differente. In termini percentuali la popolazione è diminuita soprattutto nel Nord Ovest e nel Mezzogiorno con un decremento pari al 7 per mille. Leggermente più bassa è stata la variazione percentuale per il Centro (-6 per mille) e per il Nord-Est (-4 per mille)”.
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Tendenze con il segno meno
di Gianluigi Coppola*

Dopo un anno di pandemia l’Italia si ritrova con meno abitanti, meno occupati e più indebitata. Questo è un primo scenario che emerge dalle tre note recentemente pubblicate dall’Istat, l’istituto centrale di statistica, il 22 marzo, il 4 e il 6 aprile, dalle quali è possibile produrre una analisi, anche se parziale, degli effetti che la pandemia ha prodotto in Italia. Il primo studio concerne la dinamica demografica registrata nel corso del 2020. Il dato più importante ed anche più impressionante contenuto nel rapporto dell’Istat è il numero dei decessi. Nel 2020 sono morte 746.146 persone, quasi 112 mila in più rispetto al 2019. Nello stesso anno il numero delle nascite è stato pari a 404 mila, toccando così un nuovo minimo storico.
La combinazione di questi due fenomeni, l’elevato numero di decessi e le poche nascite, ha comportato una decrescita della popolazione di 342 mila unità. Dall’Unità d’Italia si è registrato un decremento maggiore solo nel 1918 (-648 mila morti).

*Ricercatore in Economia-Dipartimento di Scienze Statistiche Economiche, Centro di Economia del Lavoro e di Politica Economica-Università degli Studi di Salerno.

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Autentica delizia, racchiusa in un’erba aromatica originaria di Iran, India e altre regioni dell’Asia.

Basilico, bontà davvero senza fine

I benefici non si contano. A cominciare dall’apparato digerente grazie alle sue proprietà. L’infusione può aiutarci ad alleviare i crampi allo stomaco e l’acidità, oltre ad eliminare la sensazione di nausea e vomito.

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Mille proprietà
di Maristella Di Martino

Metti una bella serata. La luna, un patio e un bel giardino fiorito. Qualche amico. Un buon vino. Sul tavolo una ricca insalata. E immancabile il profumo del basilico che fa capolino con le sue foglioline verdi tra il rosso dei pomodori e il colore nudo del tonno. Una meraviglia anche quando ci inebria col pesto che condisce la pasta. Un’autentica delizia. Tutta racchiusa in un’erba aromatica originaria di Iran, India e altre regioni tropicali dell’Asia. Ma, al di là dei suoi molteplici usi in cucina, parliamo di uno scrigno con proprietà medicinali di grande pregio. Per la salute di adulti, anziani e piccini. Inserirlo nella nostra dieta quotidiana sarebbe l’ideale per risolverci parecchi problemi.
Un olio aromatizzato può condire insalate o rendere più gustosi semplici crostini, salutari infusioni o un ricco pesto che assicura alla pasta un sapore fresco e leggero che profuma di buono. Le foglie, invece, conferiscono quel tocco di colore ad una miriade di piatti, dai sughi ai pesci.
(continua)
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