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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Mentre si profila lo scenario in vista della prossima scadenza delle amministrative.
La politica che stenta a trovare la strada giusta
Il passaggio non è per niente semplice o scontato, ma il “modello” attuale delle relazioni tra partiti e leader con la base degli elettori è in una fase di revisione che mette in primo piano le forme di partecipazione.

Si discute sempre di più, nell’ambito delle valutazioni che si vanno definendo, quale “assetto”, prima di tutto economico, prende forma in questi mesi apparentemente lenti e confusi. In particolare, molto si concentra su quali “bacini” di ricchezza – e, quindi, di stabilità complessiva – avranno a disposizione i vari Stati europei. Nelle proiezioni, che sono state già elaborate, prende forma una netta prevalenza degli Stati collocati nell’area centrale dell’Europa – Germania e Olanda, oltre che la Svizzera – che, naturalmente, alzeranno, ben al di là di quanto sembra oggi possibile, il livello di attenzione e di vigilanza sui flussi di aiuti finanziari che giungeranno nell’area meridionale dell’Ue (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia). E’ chiaro che questa situazione riflette la condizione attraverso la quale già si era delineato il profilo economico e produttivo; una mappatura che, per la verità, era molto chiara ben prima della pandemia. Ora, quindi – forse proprio perché la diffusione dei vaccini prosegue in maniera più o meno costante (ma non priva di incredibili contraddizioni) – è già scattata la “supervisione” degli Stati più efficacemente posizionati sul “confine” che impone il controllo dei flussi finanziari, senza rinunciare a forme di adeguato rallentamento in assenza di reali garanzie sulla fase di rientro dei capitali.

E’ evidente che si va profilando – molto più a breve di quanto si poteva o si voleva  immaginare –  uno scenario inevitabilmente allineato sui rapporti più che di forza di effettivo controllo non solo delle relazioni economiche e finanziarie, ma, principalmente, del contesto geopolitico che prende forma.

In questo quadro la rappresentazione complessiva del nostro Paese, con tutte le differenziazioni emergenti a livello territoriale, determina un peso ancora più rilevante delle dinamiche destinate a migliorare il ciclo di ritardi, che permane, naturalmente, in questo momento così complesso e difficile.

E’ questo il contesto nel quale bisogna inserire quanto accade nella politica, sebbene  – in questo momento – alle prese con un quadro “evolutivo” rispetto ai mesi e agli ultimi anni che hanno preceduto il superamento dei due governi prima della presidenza Draghi. Sebbene non si riesca ancora a intravedere un modello comportamentale efficacemente nuovo, è abbastanza chiaro che la direzione prevalente sia quella orientata dalla ricerca di azioni di coinvolgimento della base elettorale incentrate su nuove forme di partecipazione, distanti dalla “mappatura delle “forze” esclusivamente orientate dai leader locali o nazionali. Il passaggio non è per niente semplice o scontato, ma il “modello” attuale delle relazioni tra partiti e leader con gli elettori è in una fase di revisione che mette in primo piano le forme di partecipazione. Né si può non valutare nella giusta dimensione ogni forma di presenza nella vita politica che prende spunto dai nuovi meccanismi di coinvolgimento attraverso la rete informatica. Siamo, quindi, di fronte a un cambiamento epocale che mescola ogni cosa, passato e presente, ma, soprattutto, indirizza verso nuove prospettive, puntando sempre a consolidare e ampliare la base di riferimento di ogni formazione politica.

La prima campagna elettorale (amministrative) è già in corso ed è partita dall’individuazione dei candidati senza tenere minimamente conto della volontà della base dei partiti. Almeno fino a questo momento lo schema dominante è stato veicolato dai leader che propongono le loro scelte e indicano le persone da votare.

A volte, per cambiare, bastano le sconfitte. Non solo dei candidati, ma degli schemi messi in campo. Chissà che non diventi prevalente proprio questa strada.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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