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Salerno Economy VIII.21- 31.05.2019

La differenza degli importi percepiti conferma una “geografia” della crescita ancora troppo disomogenea.

L’antico ritardo delle aree interne

I redditi più bassi in provincia di Salerno si registrano nel comprensorio del Calore/Alburni/Tanagro e Alto-Medio Sele (media totale annua: 11.997 euro).
immagine soldi Glocal
Asimmetrie
Questo articolo è stato pubblicato nella sua versione originale sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) sabato 25 marzo 2019.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

La ripartizione delle fonti di reddito in provincia di Salerno (vedi altro articolo in questa newsletter di SalernoEconomy) riflette il quadro regionale e nazionale, ma le differenze degli importi percepiti tra l’area del capoluogo e – soprattutto – le zone interne confermano una volta di più i confini di una “geografia” della crescita socio-economica ancora troppo disomogenea e lontana dalla capacità di esprimere per intero le potenzialità insite in modelli di sviluppo che stentano ad affermarsi. Per intenderci, la città capoluogo mantiene la leadership in tutte le diverse tipologie di reddito (a partire dal reddito medio totale: 22.673 euro). Di contro, però, i redditi più bassi si localizzano nel comprensorio del Calore/Alburni/Tanagro e Alto-Medio Sele (il cui reddito medio totale annuo è 11.997 euro). In questo caso il reddito da lavoro dipendente ammonta a 13.342 euro, quello da pensione a 11.450 euro e quello da lavoro autonomo 25.246 euro, mentre per il reddito da attività imprenditoriali il dato è di 12.550 euro. D’altro canto, basta dare uno sguardo alle percentuali relative al reddito da pensione per comprendere bene come nei comprensori non affacciati sulla linea di costa sia più difficile entrare in dinamiche strutturali proattive.

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Le elaborazioni realizzate sulla base dei dati Mef-Dipartimento delle Finanze.

Salernitani? Lavoratori dipendenti e pensionati

I valori annui per tutte le tipologie di reddito indicano importi inferiori alla media regionale e nazionale. Nella città capoluogo si guadagna di più.
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Distanze . . .
Questo articolo è stato pubblicato nella sua versione originale sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) sabato 25 marzo 2019.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

La provincia di Salerno trae il 54% dei suoi redditi dal lavoro dipendente ed il 32,9% dalle pensioni. Un territorio dove – in linea con la Campania ed il resto del Paese – il 3,8% dei redditi proviene dal lavoro autonomo ed il 3,5% da attività imprenditoriali (mentre il restante 5,8% si concentra in altre tipologie di fonti di guadagno). Se si vanno a verificare i valori medi annui in euro, si deve prendere atto che per tutte le tipologie sopra indicate gli importi sono inferiori sia alla media regionale che a quella nazionale. Il reddito medio da lavoro dipendente nel 2017 in provincia di Salerno è stato pari a 15.979 euro (16.988 in Campania, 20.565 in Italia); il reddito medio da pensione si è assestato a 14.581 euro (15.661 in Campania e 17.433 in Italia); il reddito medio da lavoro autonomo ha raggiunto i 31.483 euro (32.429 in Campania e 43.538 in Italia), quello da attività imprenditoriali i 16.130 euro (16.510 in Campania e 22.075 in Italia). Di conseguenza il reddito medio complessivo in provincia di Salerno è risultato pari a 15.498 euro, al di sotto dei 16.502 euro rilevati su base regionale e dei 20.649 euro registrati a livello nazionale. Sono questi i numeri sostanziali delle elaborazioni realizzate sulla base dei dati Mef-Dipartimento delle Finanze (pubblicati nei giorni scorsi).

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Lo scenario emerso dalla ricerca di un gruppo di studiosi di atenei italiani presentata alla Conferenza dell’American Marketing Association (Buenos Aires, 20/23 maggio).

Turismo culturale e “big social data”

Come individuare e analizzare flussi di informazioni determinanti per orientare le scelte manageriali e migliorare la pianificazione dell’esperienza di visita da parte degli utenti.

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"Profilazioni"
di Maria Teresa Cuomo* e Debora Tortora**

Tra i poderosi effetti delle società iperconnesse è da annoverare il fenomeno del «data deluge», quel diluvio di dati reso possibile dalla Rete, frutto del collegamento permanente tra mondo reale e digitale. Una poliedricità, quantitativa e qualitativa, di informazioni, dunque, quella proveniente dai Big data, capace di disegnare frontiere sinora inesplorate, autorizzando la nascita di un nuovo ordine sociale con una sua specifica forma economica, fondata proprio sul valore dei dati digitali. È evidente, però, che se numerosità, velocità, varietà delle fonti rappresentano i tratti fondamentali di questa realtà, ciò che veramente appare di interesse è la vis interpretativa dell’informazione da un punto di vista socio-relazionale, incidendo profondamente sui meccanismi di decision making. Sul punto, il passaggio dai Big data ai Big social data risulta opportuno per plurimi e differenziati ambiti applicativi.

* Docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Salerno e presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
**Ricercatore in Economia e gestione delle imprese Università di Milano Bicocca

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L’analisi delle caratteristiche dei diversi tipi di ortaggi a foglia che caratterizzano le diete salutistiche.

Insalate, mille ricette e benefici

Cicoria, lattuga, indivia, rucola, songino, crescione. Ecco come ridurre in maniera naturale l’apporto calorico ed ottenere effetti curativi inerenti a molti disturbi fastidiosi.
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Nuovi stili di alimentazione
di Maristella Di Martino

Acqua, sali minerali e vitamine sono solo alcuni dei nutrienti che contengono le insalate. Sono sinonimo di leggerezza, freschezza e benessere. E soprattutto sono ipocaloriche. Coloratissime e salutari all’ennesima potenza, sono praticamente prive di grassi ed apportano numerosi benefici oltre che rappresentare un gran piacere per gli occhi. Certo, quando parliamo di insalate, estive o invernali che siano, ci riferiamo indistintamente a diversi tipi di ortaggi a foglia (cicoria, lattuga, indivia, rucola, songino e crescione), di solito consumati crudi e abbinati a numerosissimi ingredienti: tonno, olive, mais, mozzarella di bufala, jocca, ricotta, pollo, pomodori, peperoni, zucchine e melanzane e chi più ne ha più ne metta. Cerchiamo di capirne quali sono le proprietà e a cosa le insalate fanno bene.

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Si è conclusa la seconda edizione di Med-Limes, la rassegna di cortometraggi indipendenti dedicata alle voci dai confini del Mediterraneo.

Messaggi in bottiglia in un mare di pace (e non di guerra)

Le due pellicole premiate dalle giurie senior e giovani esprimono una poetica dei sentimenti che indica la reale chiave di lettura di un mondo in cerca di un futuro migliore, più giusto, più libero.
mare mediterraneo
Giacimento inestimabile
di Giuliano D’Antonio*

La seconda edizione di Med-Limes ci lascia una scia di racconti e narrazioni per immagini, di voci, speranze, preoccupazioni che invita a riflettere, ad impegnarsi in prima persona, a non girarsi dall’altra parte. Ci siamo sforzati di realizzare una manifestazione coerente con l’obiettivo di aprire una finestra sul Mediterraneo, sollecitando una presa di coscienza più partecipe della complessità della situazione dal punto di vista dei flussi migratori, ma provando anche a stimolare un ragionamento non superficiale sull’inestimabile ricchezza del patrimonio culturale, economico e sociale che intorno alle sponde del nostro mare continua, per fortuna, ad essere ben radicato e presente. La scelta della forma del cortometraggio indipendente si è rivelata giusta perché tale opzione ha confermato di essere la più adatta a cogliere i fermenti dal basso rispetto alle problematiche della migrazione nel Mediterraneo in relazione alle quali registi emergenti e affermati hanno saputo creare intrecci capaci di commuovere ed emozionare. Le due pellicole premiate dalle giurie senior e giovani esprimono una poetica dei sentimenti e dei sogni che indica la reale chiave di lettura di un mondo in cerca di un futuro migliore, più giusto, più libero.

*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)

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