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Salerno Economy IX.34 – 11.09.2020

Entra nel vivo la fase di “accanimento terapeutico” nei confronti di tutte le inconcludenti parti decisionali.

Le sciagurate vicende della questione Mezzogiorno

Avviati a raccogliere le conseguenze di un grave crisi, ci rendiamo conto di come non emerga al momento nessun segnale di previdente e “salutare” gestione (politico/economica) della macchina pubblica.

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Tempi elettorali
Mentre entra nel vivo la fase di “accanimento terapeutico” nei confronti di tutte le parti decisionali in qualche modo presenti e attive sul “da farsi” per concretizzare (o non concretizzare) l’ormai ben noto “recovery fund”, iniziamo a renderci conto sul serio che la crisi avanza con particolare efficacia nelle terre del Sud e che, naturalmente, siamo in netto ritardo anche soltanto sul come immaginare le strade da percorrere per venire fuori dalla peggiore crisi dai tempi del periodo post-bellico. In altre parole, ha preso (per fortuna?) forma il tema della diversità del Sud rispetto al resto d’Italia e, quindi, vanno fatti i conti con tutto il pregresso derivante dalle precedenti e sciagurate gestioni della questione Mezzogiorno. E’, ovviamente, chiaro che il punto centrale sia proprio questo: anche in questa circostanza, al momento di tirare le somme, dovrà pagare il Sud? Il sospetto è evidente, ma appare abbastanza fondato che il meridione, proprio nella circostanza attuale, palesi forme di sofferenza apparentemente meno intense e dirette come quelle che hanno preso ampiamente forma al Nord.
(continua)

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Le previsioni 2020/2021. Atteso un parziale recupero dall’export, ma la domanda interna resterà stagnante.

“Una parte del Sud non aggancia la ripresa post-Covid”

La Svimez: “Non solo divario Centro Nord-Mezzogiorno: la pandemia amplifica la frammentazione regionale dei processi di sviluppo interni alle due macro-aree”.
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Nuove geografie
Le previsioni regionali Svimez per il 2020 “fotografano un Paese unito da una recessione senza precedenti. Gli effetti economici della pandemia si diffondono a tutte le regioni italiane, nonostante la crisi sanitaria abbia interessato soprattutto alcune realtà settentrionali”. Il “primato negativo” del crollo del Pil nell’anno del Covid-19 “spetta ad una regione del Mezzogiorno e ad una del Nord: la Basilicata (-12,6%), solo marginalmente interessata dalla pandemia, e il Veneto (-12,2%), una delle regioni maggiormente colpita dal virus”. E ancora: “la Lombardia, epicentro della crisi sanitaria, perde 9,9 punti di Pil (nel 2020). Perdite superiori al 10% si registrano al Nord: Emilia Romagna (-11,2%), Piemonte (-11%) e Friuli V.G. (-10,1); al Centro: Umbria (-11,1%) e Marche (-10,6%); e nel Mezzogiorno: Molise (-10,9%)”. La Campania e la Puglia - “che insieme concentrano circa il 47% del Pil del Mezzogiorno” – “perdono rispettivamente l’8 e il 9%”. Più contenute “le perdite in Calabria (-6,4%), Sardegna (-5,7%) e Sicilia (-5,1%), economie regionali meno coinvolte negli interscambi commerciali interni ed esteri e perciò più al riparo dalle ricadute economiche della pandemia”.
(Fonte: svimez.it/ 02.09.2020)
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Una nuova civitas madre da fare nascere, “generatrice o rigeneratrice di più aree urbane”, riposizionate dentro una visione strategica.

Tra macroaree europee e Recovery Fund

“Come rivedere per la Campania ed il Mezzogiorno i nuovi colori dello sviluppo dopo la pausa politica degli ultimi 25 anni? Come dare un futuro al programma per Napoli città metropolitana senza correre il rischio di parlare solo e sempre della Napoli che non c’è?”
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Il presidente della Camera Roberto Fico, in qualità di leader del Movimento 5 Stelle, lancia avvertimenti sul negoziato da aprire per la individuazione del candidato sindaco di Napoli. In effetti, introduce le sue ragioni accanto a quelle di molti altri interlocutori, vedi i 101 firmatari della “Ricostituente per Napoli”, ed il mondo variegato che oltre il Pd gioca a entrare in campo nella competizione elettorale che elegge il primo cittadino, dopo circa 16 anni di governo della sinistra e dieci della esperienza De Magistris. Tutte queste forze sono anche preoccupate di dovere fare i conti con il governatore che verrà, paradossalmente anche con la previsione di una riconferma di De Luca. Il dibattito è, però, fuori dal tempo attuale , è orientato dalla nostalgia di dover rigenerare la città di Napoli senza porsi la domanda opportuna: Napoli potrà risorgere senza una visione del ruolo della città metropolitana nella macroregione europea di riferimento? L’approfondimento dovrebbe partire da lontano e riguardare anche gli sforzi della giunta Bassolino e dei “ragazzi del piano” nell’immaginare il possibile futuro della città metropolitana. Si perché proprio il “Piano De Lucia” e i successivi piani strategici elaborati per catturare risorse europee hanno avuto una visione miope di quello che sarebbe dovuto essere l’approccio allo sviluppo urbano nella Campania della macroregione euro-mediterranea. Oggi la domanda ancora assente nel dibattito sulla futura Napoli è se Napoli, città definita nei suoi confini, debba morire per fare nascere sua “Madre” rigeneratrice, cioè la città metropolitana a soggettività territoriale policentrica.
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“L’emergenza sanitaria, le restrizioni e il calo dei flussi turistici hanno inciso in maniera decisa”.

Bar e ristoranti, occupazione in caduta libera

Centro Studi Fipe: “Il patrimonio di competenze faticosamente accumulato nel corso di anni di lavoro è, mai come ora, a rischio”. I dati del mese di agosto “lasciano pochi dubbi: ben 303.529 posti di lavoro in meno rispetto al 2019”.
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Crisi profonda
L’analisi del Centro Studi Fipe segnala che cresce “la preoccupazione tra i titolari di pubblici esercizi in vista del prossimo autunno”. Se “i flussi turistici interni hanno consentito alle attività delle località costiere di contenere i costi, altrettanto non si può dire per i locali dei centri storici delle città d’arte, svuotate dal mancato arrivo dei turisti stranieri”. I numeri complessivi sugli occupati del mese di agosto, non lasciano dubbi: “ben 303.529 posti di lavoro in meno rispetto al 2019”. Un dato “che non è destinato a migliorare nel breve, vista la previsione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo secondo cui il 2020 si chiuderà con una flessione del 75% dei i flussi globali”. Le perdite maggiori - in termini di volumi – “si registrano per ristoranti e bar con rispettivamente 124.419 e 62.454 posti di lavoro in meno. Numeri impietosi anche per gli stabilimenti balneari e le aziende che si occupano di fornitura di pasti preparati con 13.425 e 52.251 occupati in meno. Tra i settori più colpiti certamente quello delle discoteche e dei locali da ballo che hanno subito una nuova chiusura forzata. Stesse difficoltà per le aziende del catering e banqueting che, anche se non costrette a chiudere, risentono della pressoché totale assenza di eventi e congressi. Per loro gli occupati in meno sono 46.828”.
(Fonte: confcommercio.it/ 26.08.2020)
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In commercio tutto l’anno, il picco della sua stagione è tra novembre e febbraio.

Porro, la cipolla gentile

Molto ricco di acqua (oltre il 90%), delicato, è poco calorico e, quindi, da utilizzare specie se state seguendo una dieta disintossicante e dimagrante.
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Antiche virtù
di Maristella Di Martino

E’ un bulbo davvero salutare “mister” porro, proviene dai territori celtici dove veniva coltivato già 3mila anni fa anche se lo conoscevano pure gli Egiziani dai quali impararono a usarlo i Romani attribuendogli, fra l’altro, notevoli virtù afrodisiache. Così, secolo dopo secolo, è arrivato sulle nostre tavole e lo troviamo in commercio tutto l’anno nonostante il picco della sua stagione è tra novembre e febbraio. Molto ricco di acqua (oltre il 90%), il porro spesso sostituisce la cipolla (rispetto alla quale è più delicato), è poco calorico e quindi da utilizzare specie se state seguendo una dieta disintossicante e dimagrante. Vitamina A, gruppo B e C non gli mancano così come ferro, magnesio e acido fosforico (utili al sistema nervoso), sodio, zolfo e silice (quest’ultima ottima l’elasticità di articolazioni e pelle) e poi manganese, potassio e calcio (toccasana per le ossa). Chi soffre di anemie, reumatismi e artrite ne può essere ghiotto e anche se avete bisogno di mantenere fresca la pelle del viso o di abbassare il livello di colesterolo nel sangue, stimolare il sistema immunitario e prevenire il cancro.
(continua)
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