contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Salerno Economy XIII.02 – 26.01.2024

Il quadro politico denota una netta frattura tra vecchie e “nuove” aggregazioni, in base alle antiche lotte per il potere.

La maturità del centrodestra e la grave crisi della sinistra

Ma siamo proprio sicuri che le prossime elezioni (europee e regionali) siano così "semplici"? In fondo, sono, però, già ben aggregate sulla strada del progressivo allontanamento dei cittadini dal voto.
Meloni-Schlein images Virgilio Notizie
Lo scontro politico-mediatico
Il clima reale è di piena vigilanza attiva, ma camuffata da “spensierata” attenzione, fin nei dettagli, ai sondaggi e a tutte quelle varie “invenzioni” che consentono alla politica di sopravvivere giorno per giorno, tra una scadenza e l’altra, fino a conquistare, realmente, quello che nessuno (dei politici) ama definire in maniera appropriata: il potere vero e proprio, il comando effettivo che incide sugli eventi e, quindi, sulla propaganda pratica delle opinioni: fare e decidere, più o meno, qualsiasi cosa. In queste ultime giornate, per esempio, non mancano i pretesti per scambiarsi accuse di un certo peso, che, però, faticano a tenere bene il passo con la prospettiva (politica) che si va delineando con una certa continuità, ma, soprattutto, aggregando quella che si delinea, nel breve e medio periodo, come una delle principali abitudini derivanti dal voto che trova una certa corrispondenza rispetto alle aspettative del corpo elettorale. Di quale abitudine tentiamo di parlare? Di un’abitudine essenziale per inquadrare le coordinate di un ciclo elettorale vincente e, soprattutto, ben capace di attraversare le varie fasi, che non sono quasi mai poche, anche di una sola stagione della politica nostrana. Insomma, il centrodestra appare ben posizionato per confermare le nette distanze con la sinistra (alla quale manca quello che per anni è stato definito il sostanziale “centro”) e delineare ancora l’attuale, prevalente, egemonia in un quadro chiaro e vincente.
Di fronte a tale contesto ci si aspetterebbe - dalla sinistra - una campagna elettorale (per le europee del prossimo giugno, ma anche per le varie regionali in programma) molto sinteticamente individuabile, precisa, senza confusione di ruoli e aspettative. Senza, cioè, la mancanza di indicazioni precise e con una prospettiva larga, capace di mettere insieme alleanze aperte, ma - tratto prioritario - effettivamente rientranti in aree politiche non vaghe e sempre pronte al colpo di scena dopo il voto, soprattutto se vincente. E’ chiaro che stiamo delineando una prospettiva molto difficile da ritrovare nel contesto post-urne di quest’estate.
(continua)
Leggi Tutto

Hanno ospitato lo Studium della città fino al 1742, quando fu trasferito in due ampie stanze al piano terra del Seminario Arcivescovile.

Le sedi della Scuola Medica Salernitana

Le due sale, San Lazzaro e San Tommaso, di pianta rettangolare sono sovrapposte e addossate al lato meridionale del quadriportico della Cattedrale, tra il campanile e la facciata.
Foto-Salerno – Esterno delle sale San Lazzaro e San Tommaso (foto di G. Ferrantino)
Salerno - Esterno delle sale San Lazzaro e San Tommaso (foto di G. Ferrantino)
di Giuseppe Ferrantino

Le sale oggi denominate San Lazzaro e San Tommaso, situate presso il quadriportico della Cattedrale di Salerno, sono state la sede dello Studium della città fino al 1742 quando, a novembre dello stesso anno, fu trasferito in due ampie stanze al piano terra del Seminario Arcivescovile. (1)
Le due sale, San Lazzaro e San Tommaso, di pianta rettangolare sono sovrapposte e addossate al lato meridionale del quadriportico della Cattedrale, tra il campanile e la facciata.
Alla sala San Lazzaro, che è a piano terra, si accede da una ampia porta posta a destra della scalea di accesso al quadriportico. Sulla facciata si aprono due finestre sormontate da un arco, una a sinistra ed una a destra della porta di ingresso, sul lato meridionale si aprono sei finestre, quattro sormontate da un arco e due, quelle più vicine al campanile, di forma rettangolare. Essa è divisa in due navate da una fila di tre colonne, con fusto liscio di serpentino, (2) con capitelli in stile corinzio. Le due navate presentano volte a crociera e sul fondo vi è uno spazio, limitato dalla base del campanile, con una volta a botte.
Alla sala San Tommaso, quella superiore, si accede dal quadriportico (3) attraverso due porte, presenta un soffitto piano e prende luce da quattro grandi finestre rettangolari.
Natella (2021) ha collegato l’origine dell’ambiente, oggi denominato sala San Lazzaro, al dono fatto il 16 maggio del 1284 da Carlo Martello d’Angiò a Matteo De Ruggiero, Maestro Razionale, una sorta di Ministro delle Finanze dei nostri giorni, di tre colonne con capitelli prelevate dal palazzo della Curia angioina per la costruzione di una cappella a Salerno. De Ruggiero quindi chiese all’arcivescovo di poter erigere la cappella nello spazio libero lasciato dalla Cattedrale. (4) Nell’attuale sala San Lazzaro vi erano l’aula “destinata per la lettura della Filosofia e Medicina”, (5) oggi diremmo lezioni, e, alla base del campanile, una piccola cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, detta cappella inferiore di Santa Caterina per distinguerla, da quella costruita successivamente, che si trovava in corrispondenza del quadriportico della Cattedrale dedicata anch’essa a Santa Caterina d’Alessandria, detta cappella superiore di Santa Caterina.
Dopo il 1742 l’aula inferiore “destinata per la lettura della Filosofia e Medicina” divenne sede di un deposito di legname e più tardi fu destinata a carcere criminale, mentre si provvedeva alla ristrutturazione delle celle che erano sotto il palazzo di giustizia. Dopo essere stata adibita per altro tempo a deposito, nel 1792 fu divisa in due ambienti, quello rivolto a mezzogiorno fu dato in enfiteusi (6) perpetua alla confraternita di San Lazzaro che lo utilizzò come oratorio, l’altro posto a settentrione fu dato in fitto come deposito al maestro Giuseppe di Marino di Cava. La confraternita di San Lazzaro restaurò la sala e l’abbellì con altari. Una nuova porta di accesso all’oratorio fu creata a fianco all’antica, che servì da ingresso al magazzino.
(continua)
Leggi Tutto

Continua la fase di decelerazione, prende piede la tendenza alla stabilizzazione dei prezzi.

Inflazione in frenata continua (da dicembre 2023)

Istat, dati definitivi: indice nazionale prezzi al consumo + 0,2% su base mensile e + 0,6% su base annua. Confcommercio: “Dato in linea con le attese”.
Monete-coins-948603_960_720
I conti
Sulla base delle stime definitive Istat, si registra - a dicembre 2023 - che l’inflazione è aumentata dello 0,2% (su base mensile) e dello 0,6% (su base annua), da +0,7% del mese precedente (novembre). Nell’intero 2023 i prezzi al consumo sono saliti del 5,7% (+8,1% nel 2022). Se consideriamo al netto degli energetici e degli alimentari freschi, i prezzi al consumo registrano un tasso in ascesa del 5,1% (+3,8% nell’anno precedente), al netto dei soli energetici del 5,3% (+4,1% nel 2022). Ma a che cosa si deve il rallentamento - su base annua - dell’inflazione? In prevalenza ai prezzi dei beni energetici regolamentati (flessione in aumento da -34,9% a -41,6%), ai prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6% a +3,6%) e dei beni alimentari lavorati (da +5,8% a +4,9%); va detto, poi, che un sostegno alla dinamica dell’inflazione arriva dall’attenuarsi del calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -22,5% a -21,1%) e dall’accelerazione di quelli dei beni alimentari non lavorati (da +5,6% a +7%). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) cresce dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,6% di novembre). Nel 2023 la variazione media annua dell'Ipca si attesta a +5,9% (+8,7% nel 2022).
L’analisi Confcommercio: “Dato in linea con le attese”.
Il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio - Mariano Bella - dichiara che il dato è “in linea con le attese”, anche nel mese di dicembre si registra “una decelerazione del tasso d’inflazione, ormai attorno al mezzo punto percentuale su base tendenziale”. E si specifica che “per le divisioni di spesa come per le tipologie di prodotto, si avverte una diffusa tendenza alla stabilizzazione dei prezzi, se non una riduzione, a testimonianza del buon funzionamento del sistema produzione-distribuzione in Italia”.
(Fonte: confcommercio.it/16.01.2024)
(continua)
Leggi Tutto

Non mancarono strepitose goleade: incrollabile il ricordo del 9 a 3 all’Atalanta (15 ottobre 1972).

Ma la “fatal Verona” beffò il Milan che vinse in Europa

La Juve (1972-1973) riuscì a battere la Roma (gol di Cuccureddu) e per i rossoneri ci fu solo il secondo posto in quel torneo semplicemente fantastico. E arrivarono per Rivera e compagni la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia (proprio contro i bianconeri).
260px-Milan_Associazione_Calcio_1972-1973-Milan AC
Milan AC 1972-1973
(Er.Pa.) - Fu l’anno di Nereo Rocco (che divenne direttore tecnico) e di Cesare Maldini, che dalla panchina guidò la squadra partita dopo partita. La stagione era quella del 1972-1973. Pochi acquisti, ma importanti: Luciano Chiarugi, Dario Dolci e Maurizio Turone - e il ritiro dalle scene di un portiere leggendario: (autunno ’72) Fabio Cudicini (dopo 5 anni e 183 partite) alle prese con problematiche di tipo renale. Al suo posto scese in campo Villiam Vecchi. Il presidente divenne Albino Buticchi.
La squadra rossonera si rivelò più che consistente, al punto di incassare solo due sconfitte (ma non in casa) nel girone di andata che si concluse con il primo posto (22 punti): gli stessi della Juventus. Il Milan confermò di avere un attacco molto forte e mise a segno, a fine torneo, 65 gol, più di due palle in rete per ogni partita. Né mancarono strepitose goleade: incrollabile il ricordo del 9 a 3 all’Atalanta (15 ottobre 1972). I bergamaschi pagarono, a conti fatti, con la retrocessione per differenza reti alla fine del campionato, che pure si era concluso per loro con gli stessi punti di Roma, Sampdoria e Vicenza. E la partita con l’Atalanta resta ancora oggi quella con il maggior numero di reti messe a segno in uno scontro di serie A.
Il campionato delinea - nelle fasi iniziali del torneo - il Milan al secondo posto, dietro la Lazio molto ben profilata di Tommaso Maestrelli. In ogni caso, Milan e Juve fino alla ventesima giornata continuano fianco a fianco: ma proprio alla ventesima la Juve incontra il Torino nel derby e perde. E allo stesso tempo il Milan vince con il Lanerossi Vicenza e mette a distanza di due punti i rivali bianconeri. Nel mese di marzo i rossoneri possono contare su tre punti di vantaggio, ma incappano nella sconfitta dell’Olimpico (22 aprile) contro la Lazio, con gol annullato a Luciano Chiarugi dall’arbitro: il mitico Concetto Lo Bello (con espulsione di Nereo Rocco per eccesso di proteste).
Si rivelerà decisiva l’ultima giornata (20 maggio 1973). Alla penultima, il Milan è in testa con 44 punti davanti a Juve e Lazio (l’unica squadra che ha vinto con i rossoneri nella partita del girone di ritorno) ferme a 43. Al Milan è riservata la trasferta di Verona dove perde 5 a 3; anche la Lazio subisce la sconfitta a Napoli e la Juve riesce a vincere - gol di Cuccureddu - contro la Roma. Per i rossoneri, quindi, c’è solo il secondo posto in quel torneo semplicemente fantastico: la “Fatal Verona” fece subire al Milan un tracollo del tutto immeritato.
Gianni Rivera è capocannoniere del campionato con 17 reti, le stesse di Paolo Pulici e Beppe Savoldi: la vittoria di tre goleador, nello stesso momento, non si è più ripetuta nei campionati di Serie A.
(continua)
Leggi Tutto

Back To Top
Cerca