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Hanno ospitato lo Studium della città fino al 1742, quando fu trasferito in due ampie stanze al piano terra del Seminario Arcivescovile.
Le sedi della Scuola Medica Salernitana
Le due sale, San Lazzaro e San Tommaso, di pianta rettangolare sono sovrapposte e addossate al lato meridionale del quadriportico della Cattedrale, tra il campanile e la facciata.

di Giuseppe Ferrantino

Le sale oggi denominate San Lazzaro e San Tommaso, situate presso il quadriportico della Cattedrale di Salerno, sono state la sede dello Studium della città fino al 1742 quando, a novembre dello stesso anno, fu trasferito in due ampie stanze al piano terra del Seminario Arcivescovile. (1)

Le due sale, San Lazzaro e San Tommaso, di pianta rettangolare sono sovrapposte e addossate al lato meridionale del quadriportico della Cattedrale, tra il campanile e la facciata.

Alla sala San Lazzaro, che è a piano terra, si accede da una ampia porta posta a destra della scalea di accesso al quadriportico. Sulla facciata si aprono due finestre sormontate da un arco, una a sinistra ed una a destra della porta di ingresso, sul lato meridionale si aprono sei finestre, quattro sormontate da un arco e due, quelle più vicine al campanile, di forma rettangolare. Essa è divisa in due navate da una fila di tre colonne, con fusto liscio di serpentino, (2) con capitelli in stile corinzio. Le due navate presentano volte a crociera e sul fondo vi è uno spazio, limitato dalla base del campanile, con una volta a botte.

Alla sala San Tommaso, quella superiore, si accede dal quadriportico (3) attraverso due porte, presenta un soffitto piano e prende luce da quattro grandi finestre rettangolari.

Natella (2021) ha collegato l’origine dell’ambiente, oggi denominato sala San Lazzaro, al dono fatto il 16 maggio del 1284 da Carlo Martello d’Angiò a Matteo De Ruggiero, Maestro Razionale, una sorta di Ministro delle Finanze dei nostri giorni, di tre colonne con capitelli prelevate dal palazzo della Curia angioina per la costruzione di una cappella a Salerno. De Ruggiero quindi chiese all’arcivescovo di poter erigere la cappella nello spazio libero lasciato dalla Cattedrale. (4) Nell’attuale sala San Lazzaro vi erano l’aula “destinata per la lettura della Filosofia e Medicina”, (5) oggi diremmo lezioni, e, alla base del campanile, una piccola cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, detta cappella inferiore di Santa Caterina per distinguerla, da quella costruita successivamente, che si trovava in corrispondenza del quadriportico della Cattedrale dedicata anch’essa a Santa Caterina d’Alessandria, detta cappella superiore di Santa Caterina.

Dopo il 1742 l’aula inferiore “destinata per la lettura della Filosofia e Medicina” divenne sede di un deposito di legname e più tardi fu destinata a carcere criminale, mentre si provvedeva alla ristrutturazione delle celle che erano sotto il palazzo di giustizia. Dopo essere stata adibita per altro tempo a deposito, nel 1792 fu divisa in due ambienti, quello rivolto a mezzogiorno fu dato in enfiteusi (6) perpetua alla confraternita di San Lazzaro che lo utilizzò come oratorio, l’altro posto a settentrione fu dato in fitto come deposito al maestro Giuseppe di Marino di Cava. La confraternita di San Lazzaro restaurò la sala e l’abbellì con altari. Una nuova porta di accesso all’oratorio fu creata a fianco all’antica, che servì da ingresso al magazzino. Dopo breve tempo, però, anche il magazzino fu ceduto alla confraternita, la quale, abbattuti i muri divisori formò una spaziosa cappella, comprendente tutta l’aula della Scuola e la cappella inferiore di Santa Caterina.

Sinno (1921) ha determinato l’origine della cappella di Santa Caterina, adiacente all’aula superiore dei pubblici Studi avvalendosi delle dettagliate relazioni fatte dagli arcivescovi dopo le loro Visite Pastorali a questa cappella. La più antica relazione conosciuta in cui si parla della cappella di Santa Caterina, situata nel quadriportico è del 1510. In essa vi si legge Cappella S. Catharinae in qua legitur per doctores dicitur pertinere ad fratariam. (Si dice che la cappella di Santa Caterina, nella quale leggono i maestri, appartenga alla confraternita) e nella relazione del 1511 si legge una dicitura simile. In una relazione del 1567, tra le cappelle in cui è stata fatta la Visita Pastorale, è citata la cappella di Santa Caterina di casa Solimele “dove si rege il studio” e nella stessa relazione viene indicata la sua localizzazione cioè “fore all’atrio”. (7) La relazione della Visita Pastorale fatta dall’arcivescovo Marsilio Colonna il 2 aprile 1575 è il documento che ci fa conoscere l’esistenza di una cappella superiore e di una cappella inferiore, entrambe dedicate a Santa Caterina d’Alessandria, ma era quella superiore che veniva utilizzata per il conferimento delle lauree. Da questo documento apprendiamo anche dello stato di degrado delle due cappelle, infatti, l’arcivescovo dopo questa Visita Pastorale, avendo rilevato le deplorevoli condizioni in cui erano tenute le cappelle, i tumuli e gli altari, della Chiesa Metropolitana, allo scopo di porre riparo a questa situazione emanò un editto il 27 aprile 1575, in cui dispose che i possessori di cappelle, tumuli ed altari dovessero, entro quindici giorni, documentare il possesso dei titoli che gli consentivano di vantare diritti su di essi, e se ciò non fosse avvenuto li avrebbe dichiarati liberi. Tra le cappelle che l’editto elencava furono comprese anche quelle di Santa Caterina superiore e inferiore. In risposta a tale richiesta Marcello Solimele presentò all’arcivescovo una dichiarazione, in cui espose le ragioni del possesso della cappella di Santa Caterina inferiore e superiore, a cui allegò l’estratto del testamento autentico, del suo antenato Guglielmo Solimele nell’anno in cui morì, il quale dispose che fosse sepolto nel sottoportico della Cattedrale innanzi la cappella di Santa Caterina, da lui fatta costruire e nominò erede universale Matteo Solimele. La fondazione della cappella di Santa Caterina superiore pertanto deve risalire a qualche anno prima della morte di Guglielmo Solimele avvenuta nel 1414, cioè tra la fine del Trecento ed il principio del secolo successivo. (8) Le relazioni delle Visite Pastorali successive forniscono ulteriori notizie sull’edificio in cui vi sono i pubblici Studi. La Visita Pastorale del 1604 ci informa che in quell’epoca la cappella è ancora in uno stato di abbandono. Nel 1630 l’arcivescovo del tempo dispose che la famiglia Solimele, la quale godeva il giuspatronato (9) della cappella di Santa Caterina, aggiustasse il tetto e facesse imbiancare la parete vicino alla porta per coprirne le immagini presenti. Diede analoghe disposizioni ai Reggimentari, (10) cioè gli amministratori della città, per le immagini dipinte sulle pareti dello Studio. Dalla relazione redatta in occasione della Visita Pastorale del 1659 si rileva che erano deplorevoli sia le condizioni della cappella di Santa Caterina, dove penetrava l’acqua dal tetto danneggiato, che quelle delle aule dove si tenevano le letture e nelle Visite Pastorali del 1661 e del 1665 furono rilevate le stesse criticità. (11)

Nella sala San Tommaso vi era l’aula superiore dei pubblici Studi che era divisa in due da un arco, su cui poggiavano due serie, ciascuna, di otto travi, che sostenevano il soffitto. Le mura della sala erano arricchite da pitture antiche e la porta di accesso, che si apriva nel quadriportico, era l’ingresso comune sia a quest’aula, destinata per la lettura delle leggi Civili e Canoniche, (12) che alla cappella di Santa Caterina situata alla sua sinistra. Un muro poco spesso con un cancello in legno separava l’aula della Scuola dalla cappella di Santa Caterina, a cui si accedeva dall’aula salendo tre scalini. (13)

I due piani dell’edificio erano collegati tra loro da una scalinata interna posta verso il lato occidentale dell’edificio, (14) che fu demolita dopo il 1742. (15)

I documenti che dimostrano l’utilizzo di questi ambienti, per le attività didattiche, per il conferimento dei titoli accademici e per le riunioni del Collegio medico, sono rappresentati oltre che dalle relazioni redatte in occasione delle Visite Pastorali, dagli atti del 31 agosto e 27 ottobre del 1742, redatti dal notaio Carlo Barone, relativi alla permuta degli immobili che ospitavano i pubblici Studi, dai diplomi di laurea, dalle deliberazioni del Collegio medico e dai Capitoli della Scuola.

Il 31 agosto 1742, (16) fu stipulato un contratto di permuta dell’antica sede dei pubblici Studi costituita dalle due aule e dalle due cappelle di Santa Caterina, addossate al quadriportico della Cattedrale, con due ampie stanze al piano terra del Seminario Arcivescovile una destra ed una a sinistra del portone che si apre su quello che oggi è denominato Largo Plebiscito. A tutelare gli interessi della città fu delegato don Ramiro de Ruggiero, sindaco del tempo, mentre, a rappresentare il Seminario fu chiamato don Sebastiano Leone, rettore protempore. Tale atto è conservato nei protocolli notarili di Salerno (17) del notaio Carlo Barone, (18) che era Cancelliere del Capitolo della Cattedrale. Il contratto presenta vari allegati tra essi vi sono la relazione, del perito Giacomo Federici, in cui sono indicati il valore degli immobili oggetto della permuta, cioè le due aule e le due cappelle presso l’atrio della Cattedrale sede dei pubblici Studi e delle due stanze presso il Seminario Arcivescovile e il documento che riporta la decisione del Reggimento Grande della città di trasferire la Scuola in un’altra sede, più comoda e decorosa, per accrescerne il prestigio. (19) La convenzione fu sottoposta per l’approvazione al Re e alla Sacra Congregazione. Dopo aver ottenuto l’assenso del Re per il tramite della Regal Camera di Santa Chiara e della Sacra Congregazione con atto del 27 ottobre del 1742 (20) dello stesso notaio Carlo Barone il Seminario Arcivescovile acquistò il diritto di proprietà sulla antica sede degli Studi e la Scuola fu trasferita presso le due stanze del Seminario in cui già erano in corso lavori di ampliamento e nel novembre del 1742 fu inaugurata la nuova sede dei pubblici Studi. (21)

Altra fonte di informazioni sono i diplomi di Laurea conferiti dal Collegio medico, giunti fino a noi, in cui troviamo sempre indicata la sede, dove veniva tenuta la cerimonia del conferimento, che variò nel tempo. La più antica laurea, che Sinno (1921) riuscì a rinvenire, risale al 1504, essa venne conferita in cappella S. Catharine e in molte successive ad essa è indicato come luogo del conferimento in studio dive Catherine, in studio publico salernitano, in cappella S. Catherine studio salernitano, in salernitano gymnasio, in templo dive Catherine, in gymnasio superiori vel inferiori dive Catherine. Queste sedi anche se con denominazioni diverse, si riferiscono o alla cappella di Santa Caterina, o all’aula superiore e inferiore di Santa Caterina. I componenti del Collegio Medico, in gymnasio superiori oppure in gymnasio inferiori divae Catherinae, oltre a conferire le lauree, tenevano anche le loro riunioni.

Altra testimonianza ci è fornita da una deliberazione accademica in cui si può leggere che il Collegio medico di Salerno si riunì il 4 luglio 1559 in gimnasio superiori Divae Catherinae (nel ginnasio superiore di Santa Caterina). (22) I documenti citati da Sinno dimostrano che già nel Cinquecento la sede della Scuola era accanto al quadriportico della Cattedrale, (23) ma, per i secoli precedenti non vi è una documentazione scritta. (24)

Anche i Capitoli, una sorta di regolamento della Scuola e del Collegio, ci informano che anche prima del Cinquecento, il conferimento delle lauree avveniva o nella cappella di Santa Caterina, quella descritta nelle relazioni delle Visite Pastorali, o nella cappella di San Pietro a Corte. (25)

Dopo il 1608 nessuna delle lauree è stata conferita nella cappella superiore di Santa Caterina, o nelle aule dei pubblici Studi, come si era fatto nei secoli precedenti, ma furono tutte conferite in Salernitano palatio (nel palazzo della Città). (26)

La cappella superiore di Santa Caterina, considerate le pessime condizioni in cui versava, fu abbandonata, ma nel 1725 dopo essere stata restaurata divenne l’oratorio della confraternita di San Giuseppe. Il sindaco Domenico Maria De Vicariis, poco prima del 1733, spese cinquecento ducati, di denaro pubblico, per provvedere alle riparazioni necessarie, più urgenti, all’edificio sede degli Studi, ma gli interventi effettuati furono insufficienti. Dopo che il Seminario ebbe il diritto di proprietà sugli antichi Studi, nel 1742, l’aula superiore prima fu utilizzata come deposito, poi nel 1770 la confraternita di San Bernardino ne ebbe la concessione. L’aula superiore fu modificata, quando la confraternita di San Giuseppe, facendo appello ad una concessione verbale di monsignor Poerio, nel 1779 costruì una sagrestia, servendosi di una parte limitata dell’aula destinata per la lettura delle leggi Civili e Canoniche, aprì una finestra per dar luce alla sagrestia e costruì una seconda porta simile a quella dell’oratorio della confraternita di San Bernardino che servì di accesso all’oratorio della confraternita di San Giuseppe, l’altra, quella antica fu utilizzata per accedere alla rimanente parte di aula. (27)

I Collegi medici, quindi anche quello di Salerno, furono disciolti con il decreto di Gioacchino Napoleone Re delle Due Sicilie del 29 novembre 1811, che fu notificato ai componenti il Collegio di Salerno la mattina del 25 gennaio 1812. L’articolo 22 del Titolo V di tale decreto stabilì che “L’università degli studi continuerà a rimanere in Napoli, e ad essa si apparterrà solamente la collazione [ossia il conferimento] dei gradi accademici.” (28) Soppresso il Collegio medico, organismo deputato al conferimento dei gradi accademici, venne meno la regione dell’esistenza della Scuola, pertanto, su richiesta di monsignor Lupoli, il 25 gennaio del 1834, in seguito a regia approvazione, la città rivendette al seminario le due ampie aule, situate al piano terra del Seminario Arcivescovile una destra ed una a sinistra del portone che si apre su quello che oggi è denominato Largo Plebiscito. Vennero murate le porte che si aprivano su tale largo, vennero tolti gli stemmi della Città che ne indicavano il possesso e furono aperte nuove porte d’accesso verso l’atrio. (29)

Calò il silenzio su quella che era stata la prima Scuola di Medicina del mondo occidentale.

Bibliografia e sitografia.

1.Diplomi di Laurea del Collegio Medico Salernitano Luoghi e Documenti Mostra Documentaria e Fotografica Catalogo, ASSa 2002., p. 40. ASSa, protocolli notarili di Salerno, notaio Carlo Barone, a. 1742 b. 5355, fol. 23 v.

2.A. Sinno, Determinazione della sede della Scuola Medica di Salerno, Archivio Storico della Provincia di Salerno, Anno I – Fasc. I. 1921, nota n. 2, p. 34.

3.https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500047493

4.P. Natella, I luoghi della Scuola Medica Salernitana, Salternum, Anno XXV – Numero 46-47, 2021, p. 100.

5.Istrumento stipulato tra D. Ramiro De Ruggiero e il Can. D. Sebastiano Leone in A. Sinno, Determinazione della sede della Scuola Medica Salernitana di Salerno, Archivio Storico della Provincia di Salerno, Anno I – Fasc. I. 1921, p. 59.

6.Enfiteusi: diritto reale su un fondo altrui, urbano o rustico. Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/enfiteusi/

7.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., p. 37.

8.Ibidem, pp. 42-44.

9.Giuspatronato: nel diritto canonico, privilegio legale che compete ai fondatori di chiese, cappelle o benefici, o ai loro aventi causa, e che si concreta soprattutto in un diritto di collazione di un ufficio ecclesiastico. Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/patronato/

10.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., nota n. 2 a p. 33.

11.Ibidem, p. 39.

12.Istrumento stipulato tra D. Ramiro De Ruggiero e … op. cit., p. 59.

13.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., pp. 34-35.

14.A. Sinno, Sintesi storica della Scuola salernitana, Ente provinciale per il Turismo Salerno, anno n.d., ma 1942, pp. 56-57.

15.Ibidem, p. 60.

16.Diplomi di Laurea del Collegio Medico … op. cit.

17.I Protocolli notarili sono i volumi contenenti i rogiti dei notai. Fonte: https://archiviodistatosalerno.cultura.gov.it/fileadmin/risorse/pdf_pubblicazioni/breve_guida_ai_fondi.pdf

18.Diplomi di Laurea del Collegio Medico … op. cit.

19.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., pp. 32-33, 49, 58-61.

20.A. Sinno, Sintesi storica … op. cit., p. 60.

21.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., p. 49.

22.S. De Renzi, Storia documentata della Scuola Medica di Salerno, Ripostes 2004, p. CXXXVIII.

23.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., pp. 32-36.

24.Ibidem, p. 45.

25.Ibidem, pp. 40-42.

26.A. Sinno, Diplomi di laurea dell’almo Collegio Salernitano, Estratto dal Fasc. 2° dell’Archivio Storico della Provincia di Salerno, 1921, p. 13.

27.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., pp. 39, 49 e 51-52.

28.Collezione delle Leggi de’ Decreti e di altri atti riguardante la Pubblica Istruzione promulgati nel già Reame di Napoli dall’anno 1806 in poi, Volume I 1806-1820, Cnr-Issm, 2014, p. 236. Fonte: https://www.ismed.cnr.it/pubblicazioni/ebook/collezione_PI/volume%20primo.pdf

29.A. Sinno, Determinazione della sede … op. cit., pp. 50 e 53.

Foto-Salerno – Esterno delle sale San Lazzaro e San Tommaso (foto di G. Ferrantino)
Salerno - Esterno delle sale San Lazzaro e San Tommaso (foto di G. Ferrantino)
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