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Salerno Economy XII.09 – 17.03.2023

Si intrecciano dinamiche complesse e molto difficili da affrontare da parti sociali confuse (oltre che pericolosamente egoiste).

La crisi? Avanza veloce e trasforma tante cose

Le tipologie di emergenza generate dal fattore pandemico sono molto più ampie di quello che siamo portati a pensare e si intrecciano ora con la dinamica bellica (Ucraina) e con la profonda crisi umanitaria relativa ai fenomeni di emigrazione.

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Momento di confusione generale
Sono cambiate tante cose. Basta andare con la mente a prima della grande frenata del marzo 2020 per rendersi conto di come la strada intrapresa non era minimamente prevedibile sul piano dei comportamenti che, poi, hanno preso forma ed appaiono, ormai, cristallizzati e difficilmente mutabili. In altre parole, tutto quello che si è radicato, è destinato a restare bene impresso ancora per molto tempo. Un solo esempio, ma molto concreto: “Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso (Coldiretti/Censis)”. Ma sono cambiati “anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione”. Perché “le famiglie vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.
E’ evidente che il calcolo delle convenienze (non solo strettamente economiche, ma anche dal punto di vista comportamentale) è, ormai, imperante, ma l’estensione massiccia di questo approccio, per esempio, alla metodologia della spesa, ha preso, se così si può dire, il sopravvento, fino ad influenzare profondamente il mercato dell’alimentare nel momento più specifico degli acquisti. L’estensione di moduli comportamentali specifici si è, quindi, già rivelata molto ampia e strutturata, al di là delle stesse abitudini di risparmio e di propensione al contenimento della spesa del singolo o della struttura della famiglia. Né appare un fattore determinante, nei casi - naturalmente - che lasciano emergere uno specifico comportamento al di là della effettiva predominanza del quadro economico, il calcolo preventivo del vantaggio della spesa.
(continua)
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“Le famiglie vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita”.

Commercio: si taglia sul cibo, vola il low cost (+10,1%)

“Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso. Il 72% si reca nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione”, (Analisi Coldiretti/Censis).
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Più attenzione nella scelta degli acquisti
“Il caro prezzi taglia del 4,4% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 (rispetto allo scorso anno) che sono però costretti a spendere comunque il 7,5% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica”. È questo il quadro che emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a gennaio 2023 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il caro prezzi, quindi, impatta sul carrello della spesa “dove i volumi di cibo acquistato sono diminuiti di oltre cinque volte rispetto al dato dei non alimentari (-0,9%). La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che - spiega la Coldiretti - volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio”.
La “lista ponderata”.
“Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso - secondo l’analisi Coldiretti/Censis - che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie, infatti, vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.
(Fonte: coldiretti.it: 08.03.2023)
(continua)
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Il tema del paesaggio in metamorfosi. L’aggregato della Ceramica e del Cotto da oltre un millennio parla un linguaggio plurale.

Museo Città Creativa, girotondo di arte e saperi

Chipperfield, Marano, Shimamoto, Pistoletto ed Annibale Elia si ritroveranno insieme, come fecero molti anni fa a Cetara bevendo vino e gustando spaghetti al Garum.

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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

La metamorfosi lenta del paesaggio post-industriale di Torino e gli ostacoli culturali dovuti al ritardo della città nell’accettare il pensiero utopico e radicale di Ugo Marano, che insieme all’architetto Peter Latz ha vinto, oltre un decennio fa, il Progetto per la realizzazione del Parco Dora a Torino, hanno impedito di mettere in relazione il tema del viaggio d’arte del terzo Paradiso di Pistoletto con il viaggio del Tavolo del Paradiso nella città del quarto paesaggio di Ugo Marano. A Rufoli di Salerno - presso il Museo Città Creativa - a suo tempo promosso ed inaugurato da Ugo Marano, una mostra-lezione magistrale del Prof. Annibale Elia - artista, fondatore della primo corso di Scienze della Comunicazione in Italia - che mette insieme Ugo Marano, Michelangelo Pistoletto, David Chipperfield e Shozo Shimamoto per parlare di scrittura e linguaggi dell’arte. Il racconto affronta anche il tema del paesaggio in metamorfosi, ma soprattutto riflette sul “come” i quattro concorrono a moltiplicare i vantaggi competitivi localizzati della cittadella della Ceramica e del Cotto, che da oltre un millennio parla di città plurali.
Il Tavolo del Paradiso di Ugo Marano partì da questa cittadella - allora poco nota - accompagnato da quattro tonnellate di argilla per il Maschio Angioino ed augurò alla prima giunta Bassolino di concorrere alla metamorfosi di Napoli, riconoscendo in maniera veloce la nuova soggettività della Natura, anche nella città metropolitana.
(continua)
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Va segnalato che “tra i due universi” (nazionali ed esteri) “restano ancora profonde differenze strutturali”.

Imprese di stranieri: in cinque anni sono 45.617 in più

Negli ultimi cinque anni crescita cumulata del 7,6%. Unioncamere: “In termini assoluti, queste dinamiche non riescono a compensare la scomparsa di attività italiane”.
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Trend in contrazione per attività di italiani
“Alla fine del 2022 le imprese con una prevalenza di soci e/o amministratori nati al di fuori dei confini nazionali sfioravano le 650mila unità, poco più del 10% dell’intera base imprenditoriale del Paese (appena sopra i 6 milioni di unità). Questa stabile presenza si accompagna a un dinamismo anagrafico sconosciuto alle imprese avviate da persone nate in Italia. Negli ultimi cinque anni, l’imprenditoria straniera ha fatto segnare una crescita cumulata del 7,6% a fronte di un calo delle imprese di nostri connazionali del 2,3%. In termini assoluti, queste dinamiche non riescono a compensare la scomparsa di attività italiane: dal 2018 a oggi, le imprese di stranieri sono aumentate di 45.617 unità mentre le non straniere sono diminuite di 126.013 unità, cosicché il totale complessivo della base imprenditoriale del Paese si è ridotto di 80.396 imprese”. Questi i dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio - riferiti al periodo 2018-2022 - elaborati da Unioncamere-InfoCamere sulla base di Movimprese, l’analisi statistica sull’andamento della demografia delle imprese italiane.
Le forme giuridiche.
Va segnalato che “tra i due universi - imprese di stranieri e imprese di italiani - restano ancora profonde differenze strutturali. Tra le prime, la forma largamente prevalente resta ancora quella dell’impresa individuale (74,1%) laddove per le attività degli italiani questa quota da alcuni anni è ormai scesa stabilmente sotto la soglia del 50%. Al netto dello stop imposto dalla pandemia, l’andamento dell’ultimo quinquennio fotografa un effetto di sostituzione molto forte tra nuova imprenditoria immigrata e presenza italiana in questa che è la forma più semplice d’impresa”.
(Fonte:  unioncamere.gov.it/10.03.2023)
(continua)
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