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I numeri dell'economia »

“Le famiglie vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita”.
Commercio: si taglia sul cibo, vola il low cost (+10,1%)
“Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso. Il 72% si reca nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione”, (Analisi Coldiretti/Censis).

“Il caro prezzi taglia del 4,4% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023 (rispetto allo scorso anno) che sono però costretti a spendere comunque il 7,5% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica”. È questo il quadro che emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio a gennaio 2023 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il caro prezzi, quindi, impatta sul carrello della spesa “dove i volumi di cibo acquistato sono diminuiti di oltre cinque volte rispetto al dato dei non alimentari (-0,9%). La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che – spiega la Coldiretti – volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10,1% nelle vendite in valore, il più elevato nel dettaglio”.

La “lista ponderata”.

“Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso – secondo l’analisi Coldiretti/Censis – che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione. Le famiglie, infatti, vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti”.

Dalle famiglie alle imprese.

“Le difficoltà delle famiglie – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari. Nell’ambito del Pnrr abbiamo presentato progetti di filiera per investimenti dalla pasta alla carne, dal latte all’olio, dalla frutta alla verdura con più di 50 proposte e migliaia di agricoltori, allevatori, imprese di trasformazione, Università e centri di ricerca coinvolti”.

(Fonte: coldiretti.it: 08.03.2023)

 

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Più attenzione nella scelta degli acquisti
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