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Salerno Economy X.38 – 08.10.2021

Il tentativo di dedurre il “contesto” alla base di questa tipologia di definizione.

La politica, la “cordata” e il resto dei partiti

Viene quasi sempre a mancare la “consecutio” costruttiva e densa di obiettivi identificabili con la parte “buona” del nostro mappamondo. La solitudine e i bisogni reali delle famiglie che prendono forma giorno dopo giorno.
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"Dinamiche"
Di questi tempi è sempre più difficile rintracciare percorsi di affermazione e di propagazione non tanto di un pensiero - per così dire - orientato dalla politica (o dai partiti), ma, almeno, di un principio, di una convinzione basata, per esempio, su parole chiave ben riconoscibili da una comunità: tutela del lavoro e dei lavoratori, sostegno alla ricerca di nuova occupazione, difesa dell’ambiente e della bellezza insita nella natura del paesaggio, e molto altro ancora. Assistiamo, invece, non da poco, all’esaltazione, per forza di cose, di un altro tipo di aggregazione, che, però, appare molto lontana da quanto, pure, la politica dichiara e programma. Si conferma dominante - nei tratti fondamentali percepibili dall’esterno, anche a livello comunicativo e relazionale - un altro tipo di dimensione “partecipativa”, la cosiddetta “cordata”, che, pure, nella sua forma originale rivela elementi altamente positivi. Basti pensare a cosa rappresenta nell’ambito dell’alpinismo. Un “sistema di sicurezza per compiere in gruppo ascensioni e scalate, consistente nel legare a una stessa corda tutti i componenti del gruppo (in genere due o tre su roccia, più di tre su ghiaccio): mettersi, legarsi in cordata; affrontare una parete in cordata; primo in cordata, il capocordata. Il gruppo stesso così formato e assicurato a una stessa corda: una cordata di alpinisti; assistere alla partenza, al ritorno di una cordata”, (www.treccani.it/vocabolario/cordata/).
(continua)
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Il risultato delle urne ha tracciato una linea presidiata dal premier e dal suo governo intorno alla quale si definiranno i profili dei partiti.

Il tempo della necessità, “effetto Draghi” sull’astensionismo

I cittadini, nelle varie stratificazioni sociali e di categoria e con gli specifici bisogni e aspettative, sanno che questo è il momento in cui occorre prendere decisioni che impattano sull’oggi a garanzia del loro futuro.
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Il presidente del Consiglio Mario Draghi
di Mariano Ragusa

E’ ancora difficile individuare se e quale cambio imporrà ai partiti il risultato della recente tornata amministrativa. La riflessione è in corso, in molti casi tutt’altro che serenamente. E se è corretto attribuire un valore politico al responso delle urne, altrettanto quel responso va accolto nella consapevolezza che motivazioni generali e ragioni territoriali si intrecciano determinando varianti non di poco peso. Hanno ragione gli analisti che continuano a raccomandare di non trasferire automaticamente sul piano politico generale i voti locali. Ma è pur vero che l’intreccio non è linearmente districabile. Proviamo, per sintesi, ad evidenziare i nodi che il voto ci consegna. Il voto celebra l’astensionismo come vincitore della contesa. Un italiano su due ha rinunciato a recarsi alle urne. Un calo pesantissimo rispetto al recente passato. I dati numerici sottolineano l’aggravarsi di un trend che viene da lontano e che colpisce tutti i Paesi democratici. Gli studiosi parlano, a questo riguardo, di “stanchezza della democrazia”. Ovvero: abulia, indifferenza, rinuncia ad un protagonismo da parte dei cittadini. Il che configura un giudizio netto e negativo nei confronti della Politica e di quelle forme, i Partiti, che la rappresentano. E’ come se i cittadini/elettori fossero, da troppo tempo, in attesa. Osservano, valutano, poi preferiscono girare lo sguardo dall’altra parte. Percepiscono la mancanza di una offerta politica convincente ed attraente. Valutazioni abbastanza note, si dirà. Purtroppo, sì.
(continua)
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Nessun vantaggio personale di lungo periodo può essere conquistato, se i mali di cui si soffre dipendono da complessità non correttamente percepite.

La comunità immune e il “confine” dell’identità tradizionale

“La sanità pubblica nella società plurale è un rompicapo di grande interesse, perché poggiata sull’ipotesi che la cura di sé è connessa al sapersi prendere cura dell’altro, sia vicino che lontano”.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Una visione di politica economica europea per il bene “salute unica” e la necessità di un ruolo delle “comunità aperte pro-attive”. Il rapporto tra sanità pubblica e scelte individuali va profondamente rivisitato, anche in considerazione del tema della “percezione consapevole del prendersi cura di sé e degli altri”. La necessità dell’educazione al buon vivere in comunità aperte è emersa non solo per quanto è accaduto nelle case di cura e negli ospedali, ma, soprattutto, guardando alla asimmetria percettiva e di comportamento dei giovani e delle persone meno giovani. Per i meno giovani, la loro odissea nello spazio domestico si è rivelata un rifugio mentale per raggiungere l’immunità attraverso l’isolamento, in attesa del vaccino salva tutto; le carenze della medicina di comunità separate dall’approccio globale hanno moltiplicato i vecchi e nuovi rischi connessi alla salute, fino allo spaesamento totale sul come prendersi cura di sé. Per i giovani il desiderio di vivere in comunità temporanee larghe è risultato moltiplicato dal potenziale dei social, anch’essi in spaesamento totale; per i giovani la necessità di condividere i consumi dominanti è risultata una necessità, è stato, perciò, naturale oscurare i temi della cura di sé e degli altri.
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In vista del primato delle vendite all’estero con un balzo del 13% nel 2021, verso la storica cifra di 50 miliardi di euro.

Expo Dubay apre con il record di cibo italiano

Coldiretti: “Tra i principali clienti a tavola ci sono gli Stati Uniti con un incremento del 3% a luglio. Positivo l’andamento anche in Germania (+6%), di poco inferiore alla Francia (+8%)”.
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Primato Made in Italy
“L’alimentare Made in Italy fa registrare il record storico nelle esportazioni con un balzo del 13% nel 2021 e punta verso la storica cifra di 50 miliardi di euro mai registrata nella storia dell’Italia”. E’ questo il dato prioritario che evidenzia l’analisi della Coldiretti in occasione dell’avvio dell’Expo di Dubai (Emirati Arabi Uniti), “che ha raccolto il testimone proprio dall’Italia, sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nei primi sette mesi del 2021”. Il risultato è stato conseguito - spiega la Coldiretti - “nonostante le difficoltà degli scambi commerciali e il lockdown in tutti i continenti della ristorazione che ha pesantemente colpito la cucina italiana, ma anche favorito il ritorno alla preparazione casalinga dei pasti con il boom delle ricette Made in Italy”. La Coldiretti evidenzia che “l’emergenza sanitaria Covid ha provocato una svolta salutista nei consumatori a livello globale che hanno privilegiato la scelta nel carrello di prodotti alleati del benessere come quelli della dieta mediterranea”. Si attende nei prossimi mesi “l’impatto positivo sulle vendite all’estero delle vittorie sportive che hanno dato prestigio all’immagine del Made in Italy”.
(Fonti: coldiretti.it/ 01.10.2021)
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Si può contare su una vasta scelta di prodotti dagli effetti davvero benefici.

Cereali, linea perfetta e metabolismo attivo

Utili nelle diete, gustosi, ricchi di fibre, aiutano l’intestino e, soprattutto, si confermano ottimi a colazione. Rappresentano una parte fondamentale della nostra alimentazione.
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In piena forma
di Maristella Di Martino

Dei cereali si parla spesso in negativo: li si etichetta come cibi da abolire e li si accusa di arrecare danni alla linea ad ogni età. Sfatiamo però questo falso mito. Se è vero che in tutte le diete la lotta contro questi chiacchierati alimenti è sempre più o meno dichiarata, è innegabile che rappresentino una parte fondamentale della nostra alimentazione, sia per il piacere del palato che per la salute dell’organismo. In realtà, possiamo contare su una vasta scelta di prodotti dagli effetti davvero benefici.
Riso integrale. Praticamente senza sale, il riso contiene un’abbondante dose di sali minerali e fibre. Ed è da preferire a quello bianco mangiandolo a colazione perché risveglierà il metabolismo e non vi farà prendere dai morsi della fame fino all’ora di pranzo.
Quinoa. Arriva dal Sudamerica ed è una varietà di grano che contiene circa il doppio delle proteine rispetto al riso integrale; in più la quinoa assicura un basso impatto glicemico. Il suo sapore è semplice: dalla colazione alla cena, non si contano i modi e le ricette per prepararla e mantiene sazi per tutto il giorno.
(continua)
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