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Salerno Economy VIII.33 – 06.09.2019

La corsa sfrenata al riposizionamento dei partiti enfatizza le difficoltà economiche delle realtà più deboli.

Il “nuovo futuro” si ferma e aspetta

Dietro il grande “racconto” della politica resta la condizione difficile di molti territori – soprattutto meridionali – che non riescono a dare risposte concrete in attesa di intraprendere un percorso, un progetto, un’idea di cambiamento.
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Porte chiuse da aprire
E’, ormai, indice di stanchezza collettiva indugiare a riflettere su quanto accade nel contesto politico, a prescindere dagli esiti conclusivi verso i quali la situazione appare indirizzata. Restano, invece, le prove concrete di una situazione, per così dire, difficile, che da tempo è alle prese con il lento e controverso andare verso il “racconto” della soluzione (senza mai giungere, almeno, ad un cambio sostanziale di indirizzo). Chiaro che la politica c’entra eccome, se non altro perché lucidamente (in alcuni casi) elenca le cose da fare e quelle da non fare, mette insieme provvedimenti e – molto spesso – fornisce indici puntuali di scadenze e tempi massimi da evitare. Ma così, purtroppo, alla fine, assistiamo immobili al perpetrarsi di stantie ritualità che hanno l’unico obiettivo di porre in sicurezza questa o quella “eminenza” politico/partitica o, pure è accaduto, “stralciare” cose o persone per “riporle” in situazioni meno drastiche e negative.
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Turisti italiani inclini al viaggio e più attenti alle spese (giro di affari: -9,5%).

Federalberghi, settembre prima scelta per il 15,3% dei vacanzieri

Il presidente Bocca: “Una stagione frenata dalla crisi e dall’incertezza della politica. Auspichiamo che siano rispettate le nostre priorità nella manovra di bilancio”.
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Il freno dell'incertezza
“Il dato sulle vacanze 2019 ci consegna un quadro molto realistico della situazione che il Paese sta vivendo: gli italiani non rinunciano al viaggio, ma sono più attenti alle spese; prediligono il mare ma riducono la durata del soggiorno soprattutto per motivi economici. Inoltre, diminuiscono i vacanzieri che scelgono settembre come mese ideale per la propria vacanza principale”. La fotografia dell’andamento turistico dell’estate italiana in previsione di settembre che il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, presenta - a commento dell’indagine realizzata con il supporto tecnico dell’Istituto ACS Marketing Solutions - coglie le ripercussioni della situazione politica in atto . “La performance di quest’anno – continua Bocca – non ha certo eguagliato il record del 2018. Complice è senz’altro la crisi economica, che ha spinto molti turisti a scegliere destinazioni a basso costo. I Paesi del Mediterraneo come Tunisia, Egitto o Turchia hanno prodotto offerte super competitive, ora che queste località sono considerate meno a rischio dal punto di vista della sicurezza. Ma di fronte a questa politica dei prezzi le imprese turistiche italiane non possono molto, considerando che in quei Paesi vi sono sistemi di tassazione di gran lunga inferiori ai nostri”.
(Fonte: Com. Stampa Federalberghi/ 01.09.2019-25.07.2019)
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Alle prese con il generale calo di presenze nel Bel Paese (Enit 2019), seppur di contenuta dimensione.

Polarità di sviluppo e distinzioni “regionali”

Il ruolo della governance pubblica si impone come scelta fondamentale con azioni di profondità, di rilancio ma anche di recupero di chi occupa posizioni arretrate, magari affidandosi meno alla numerosità dei flussi turistici e più alla loro corretta e completa gestione.
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Strategie
di Maria Teresa Cuomo*

Settembre, si sa, è tempo di bilanci. Pronte all’appello, ecco giungere puntuali le prime valutazioni sulla “bella” stagione turistica, avviata verso l’ineluttabile conclusione. Esaurito l’effetto del biennio dorato sono in tanti, però, a lamentare un generale calo di presenze nel Bel Paese (Enit 2019), seppur di contenuta dimensione. E la Campania? Se la nostra regione resta ancora tra le mete favorite del Meridione – scelta confermata anche dalla platea digitale (Google trends, settembre 2019) – i contraccolpi di un settore in salita appaiono manifesti.
Una lettura più profonda, infatti, evidenzia la presenza di risultati controversi, frutto di una polarità di sviluppo tra le destinazioni regionali, troppo spesso divisa tra location di indiscusso successo e altre che, pur competitive per fascinazione ed offerta potenziale, faticano a spiccare il volo. Come spiegare questa doppia velocità? In termini generali non è raro che, anche in presenza di un clima benevolo, si possa tralasciare l’obiettivo fondamentale di consolidarsi e crescere; ciò soprattutto quando gli accattivanti risultati raggiunti in ambito turistico siano preminentemente riconducibili a condizioni di contesto esterne (incapacità/impossibilità, ovvero difficoltà di altre località concorrenti), più che a fattori interni (strategie aziendali per migliorare la competitività).

*Docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Salerno e presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
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I numeri: 925.000 nel circuito estivo (mese di agosto). Se si aggiungono gli indipendenti, si supera la quota di 1,3 milioni.

Bar e ristoranti, “motore” dell’occupazione turistica

Fipe: “Nei 4 mesi estivi il numero degli occupati cresce del 13% rispetto alla media annua. Le figure più richieste? Camerieri e barman”.
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Nuove frontiere
“I pubblici esercizi legati al settore turistico vedono una crescita della mole di lavoro molto importante nei mesi estivi, in particolare ad agosto con il picco di spostamenti nelle principali località meta dei vacanzieri italiani e non”. La Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha fotografato la situazione delle attività maggiormente coinvolte: ristoranti, bar, stabilimenti balneari e discoteche, “per dare un quadro dello scenario occupazionale”. Nel solo agosto di quest’anno “i lavoratori dipendenti occupati sono oltre 925.000 (12.000 in meno rispetto al precedente mese di luglio). Se si considerano anche i lavoratori indipendenti, 416.000, il numero arriva a circa 1.341.000. Dei lavoratori dipendenti la stragrande maggioranza lavora nei ristoranti: 575.544 persone, poco più del 62% del totale. A seguire, 302.847 lavorano nei bar, 41.710 negli stabilimenti balneari e 5.361 nelle discoteche”. Se si prende in considerazione il profilo dei lavoratori, "emerge che, per quanto riguarda il genere, c’è una sostanziale parità. Il 51,5% degli occupati sono uomini, il 48,5% sono donne".
(Fonte: Ufficio Stampa FIPE/ 31.08.2019)
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Come combattere tutto quello che blocca il metabolismo e rallenta (o ostacola) la produttività.

Pausa pranzo? Ipocalorica e leggera

Indispensabile evitare fritture e cibi grassi, puntando su alimenti leggeri e facili da digerire. Bere due litri di acqua al giorno e riscoprire il valore psicologico dell’interruzione del lavoro.

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Tavoli fatidici
di Maristella De Martino

A lavoro o a casa, in viaggio o in pieno relax, cosa è meglio mangiare in pausa pranzo. Il massimo sarebbe riuscire a fare una bella pausa pranzo ipocalorica e leggera per poter sfoggiare un fisico perfetto per smaltire quei chili di troppo accumulati in inverno e, soprattutto, nelle feste. La prima accortezza è fare attenzione ai condimenti e ai metodi di cottura. Chiaramente sarebbero da evitare fritture e cibi grassi e preferire invece alimenti leggeri e facili da digerire in modo da non appesantirsi ed arrivare al primo pomeriggio ancora “arzilli”, abolendo quella spiacevole sensazione di pesantezza alla testa e allo stomaco.

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