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Salerno Economy VIII.08- 22.02.2019

Si susseguono le “fotografie” statistiche che confermano la necessità di efficaci partenariati pubblico/privato.

Lavoro, domanda e offerta? Dialogo tra sordi

Non si intravedono significative azioni di sistema in provincia di Salerno. La formazione tecnica professionalizzante è la carta più importante per rendere disponibili competenze strategiche per la gestione dei processi produttivi digitalizzati o a basso impatto ambientale.
Glocal-Immagine lavoro
Flussi difficili
Inserirsi nel mondo del lavoro è senza dubbio il problema centrale che si trova ad affrontare qualsiasi giovane italiano e meridionale in particolare. Al di là di numeri e percentuali si è, ormai, delineata una parabola molto consolidata che travalica di molto, ovviamente, le dinamiche strutturali del mercato occupazionale. In altri termini domanda ed offerta – raramente sincroniche – scontano decenni di ritardo (o di vera e propria assenza) della filiera formativa (dall’inizio alla fine) nell’elaborazione di un approccio operativo con una qualche possibilità di successo. Non si tratta di mettere in campo iniziative molto difficili, né di inventare qualcosa di nuovo. In altri territori si è fatto molto di positivo, magari scopiazzando il tanto vantato “modello tedesco”, ma, in ogni caso, si è fatto. E non si è soltanto parlato, chiacchierato, lamentato. Non è una questione di stabilire le “responsabilità”: il danno provocato è di dimensioni talmente enormi che è bene chiarire che le “responsabilità” coinvolgono tutti i soggetti che devono (dovrebbero) concorrere ad una maggiore fluidificazione interattiva dei percorsi tra scuola (ovviamente includendo in primo luogo gli istituti tecnici) e circuito economico e produttivo.
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Analisi e prospettive di crescita nello studio realizzato da SRM e AlexBank presentato nei giorni scorsi a Napoli.

Il raddoppio di Suez e la nuova sfida per il Mediterraneo

Il canale si conferma uno snodo strategico per i traffici marittimi mondiali mercantili. Oltre il 9% del commercio internazionale globale utilizza questa grande via di passaggio.
Immagine Numeri Economia -container
Gigantismo
Come cambia la geografia dei traffici marittimi internazionali? Come mutano le prospettive dei porti della Campania? Un quadro dinamico e ricco di potenzialità emerge dallo studio di SRM e AlexBank su “L’impatto del nuovo Canale di Suez sui traffici e sulla competitività del Mediterraneo”. “Ci troviamo di fronte - ha spiegato Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, che ha presentato il suo libro “Il futuro del sistema portuale meridionale tra Mediterraneo e Via della Seta” (Ed. Rubbettino) - ad una profonda riorganizzazione dei traffici marittimi internazionali, i cui esiti non sono affatto scontati. Il Mediterraneo può in questa fase contare su una finestra di opportunità competitiva, ma deve essere in grado di consolidarla nel tempo. Serve una strategia, innanzitutto europea, per consolidare le connessioni interne al bacino del Mediterraneo, tra la sponda Nord e la sponda Sud. Ma è necessario anche che i porti meridionali del nostro Paese siano adeguatamente dotati di infrastrutture moderne, coerenti con le caratteristiche richieste dal mercato”.
(Fonte: Comunicato Stampa Adsp Tirreno Centrale/ SRM del 15.02.2019)
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In crescita gli alimenti “free from”, ad esempio quelli senza lattosio (+8,5% in valore nel periodo gennaio-agosto 2017-2018 nei punti vendita Conad).

L’egopower conquista i consumi (e sfida pubblicità e marketing)

Il Censis: “La selezione dei prodotti è rigorosa, ma per alcuni si può pagare anche di più perché soggettivamente fanno stare bene e gratificano nella convinzione di agire per rendere il mondo migliore”
Immagine consumi
Oltre il valore della spesa
Mutamenti profondi nelle dinamiche valutative relative agli acquisti. “L'orientamento oggi prevalente nei consumi è quello di comprare (ed eventualmente pagare anche un po' di più) i prodotti che soggettivamente fanno stare bene, che consentono al consumatore di dire qualcosa di sé e che lo gratificano nella convinzione che tramite quei consumi agisce per rendere il mondo migliore. Ecco perché crescono prodotti come i free from, ad esempio quelli senza lattosio (+8,5% in valore nel periodo gennaio-agosto 2017-2018 nei punti vendita Conad, di cui +94,3% i formaggi grana), i prodotti con farine benessere a base di cereali superfood (+3,1% nelle stesso periodo, di cui la pasta vegetale +30,2% e i biscotti +11,5%), gli integratori (+3,3%, di cui gli antiossidanti +19,5% e le vitamine e i minerali +12,3%)”. È quanto emerge dalla ricerca “Miti dei consumi, consumo dei miti” realizzata dal Censis in collaborazione con Conad nell'ambito del progetto “Il nuovo immaginario collettivo degli italiani”.
(Fonte: censis.it/ 08.02.2019)
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Gli imprenditori under 35 tra i più attivi nel settore con nuove proposte e diversificazioni.

Birra, acquisti al top (1 miliardo)

Analisi Coldiretti. A spingere la crescita i produttori artigianali quadruplicati negli ultimi 10 anni con un aumento del 330% (da poco più di 200 a oltre 860).
Immagine Birra
Offerta variegata
E’ un vero e proprio boom. Per acquistare birra in Italia nel 2018 è stato speso un miliardo di euro con un consumo pro capite medio di 32 litri, livello mai raggiunto prima. Il dato emerge da un’analisi della Coldiretti presentata in occasione del “Beer Attraction” la fiera di settore che si è svolta a Rimini nei giorni scorsi. Da record anche le esportazioni “che sfiorano il valore di 200 milioni di euro con un aumento di ben l’11% nell’ultimo anno, in una situazione di commercio con l’estero stagnante per tutto il Made in Italy”. A spingere la crescita “i birrifici artigianali che in Italia – sottolinea in una nota Coldiretti – sono più che quadruplicati negli ultimi 10 anni con un aumento del 330%, passando da poco più di 200 a oltre 860, con una produzione annuale stimata in 55 milioni di litri. Un fenomeno favorito dall’ultima manovra dove è stata approvata una norma che prevede per i birrai artigianali una riduzione delle accise del 40% per chi produce fino a 10mila ettolitri/anno”.
(Fonte: coldiretti.it/ 16.02.2019)
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Attuare interventi di salvaguardia dell’ambiente significa (anche) aprire prospettive di lavoro per decine di migliaia di persone.

Green jobs, occasioni già perse?

Non si intravede al momento nessuna progettualità non strumentale o funzionale alla solita propaganda politica orientata al consenso immediato, mentre, invece, ci sarebbe bisogno di un piano formativo di medio/lungo periodo.
Foto D’Antonio Giuliano
Giuliano D'Antonio
di Giuliano D’Antonio*

Nella difficile ricerca di un nuovo equilibrio tra le esigenze del circuito economico/produttivo e l’indispensabile tutela ambientale spesso sfugge alla riflessione l’aspetto inerente alle potenzialità in termini di nuova occupazione legate al rispetto dei parametri insiti nelle politiche di sostenibilità. In altre parole, attuare interventi di salvaguardia dell’ambiente significa – anche – aprire prospettive di lavoro per decine di migliaia di persone. Per essere più chiari: affrontare in maniera concreta ed operativa la questione ambientale consente di trovare nuovi spazi per tantissimi giovani e meno giovani in difficoltà I “lavori verdi” – meglio noti come green jobs – sono un fenomeno ancora molto sottovalutato o, forse, poco conosciuto, mentre in altre aree del mondo sono già diventati una grande risorsa a disposizione di tutte quelle comunità che operano scelte coesive e lungimiranti. Non sono poche le professioni che è possibile rintracciare nel perimetro dei “lavori verdi”. In buona sostanza si tratta di tutti quei “mestieri” che interagiscono da ogni punto di vista con i vari settori produttivi orientandoli al rispetto dell’ambiente.

*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)
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