Se l’avversario è più forte, non si può sbagliare la scelta del “ring” sul quale salire a combattere.
Travolti e contenti, tutti insieme nel mare dei social
A caccia di like e di una facile notorietà che, mentre miete consensi elettorali per Lega e 5Stelle, non fa che danneggiare tutti gli altri.
Flussi inarrestabili
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Effetto Prisma. La “formula magica” dei servizi aggiuntivi per il personale assume caratteristiche diverse in base alla localizzazione territoriale?
Welfare e Mezzogiorno, l’altra faccia del dualismo
Necessario conoscere il livello di «job satisfaction» nelle realtà economiche eccellenti locali, confrontandolo con quelle più progredite del Paese e con tutte le altre costrette invece a sacrificarlo.
Prospettive diverse
La modernizzazione del complesso universo dei rapporti di lavoro e, più in generale, delle relazioni industriali si configura apprezzabilmente in una crescente attenzione al miglioramento delle condizioni di lavoro, soprattutto in termini di benessere aziendale. La recente diffusione del welfare in favore dei dipendenti nasce, per un verso, dalla consapevolezza che in presenza di un positivo clima organizzativo la «job satisfaction» tende ad aumentare, incrementando produttività e performance d’impresa, per altro aspetto, invece, si alimenta del forte stimolo derivante da specifiche politiche fiscali, che dalla legge di bilancio 2016 sostengono iniziative simili nel mondo produttivo. Si pensi che nel solo 2018 si annoverano circa 7.530 contratti attivi con specifiche misure di welfare (Censis-Eudaimon, 2019).
*Docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Salerno e presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
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L’autonomia differenziata di scala regionale (al Nord) riapre la riflessione sul destino del Meridione (e del meridionalismo).
Macroregioni europee o “Mezzogiornismo” crescente?
Il sistema-Italia deve prendere coscienza che l’allargamento dei mercati (globalizzazione o altro) implica una necessità (ri) organizzativa basata sull’implementazione di economie di scala o di scopo in tutti i territori (Sud compreso).
Pasquale Persico
Il probabile - ormai - approdo all’autonomia differenziata delle regioni del Nord, oltre a generare altre domande di autonomia differenziata da parte di altre regioni, ha risvegliato il coro dei “neo-Mezzogiornisti”. Gli studi della Svimez, le convinzioni meridionaliste di Adriano Giannola ed il bel libro di Gianfranco Viesti sui diritti “differenziati” per famiglie ed imprese del Sud fanno da sfondo alle voci che reclamano ancora una volta la necessità di una revisione della politica per il Mezzogiorno ed anche la riattivazione del Ministero per il Mezzogiorno (un vero e proprio inganno rispetto alla politica economica necessaria). Per quanto mi riguarda, posso solo ricordare che ho sempre manifestato il mio dissenso contro la nomina di un Ministro per il Mezzogiorno, perfino quando a Napoli fu convocata la prima assemblea della “Cosa 2”. In quella circostanza mi accorsi della debolezza e della vaghezza di una tale prospettiva politica e protestai per l’istituzione di un “Dipartimento per il Mezzogiorno” dell’eventuale nuovo partito. Ecco, allora, che la progettualità possibile ha trovato sempre o mediazioni senza sbocco attuativo o – addirittura - meccanismi selettivi impropri: in definitiva un ghetto politico da rigenerare a turno nelle alchimie delle nomine governative.
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Le diverse tipologie di interventi ai quali è possibile ricorrere per definire liti e pendenze.
Pace fiscale, vantaggi e scadenze
La guida ragionata - sintetizzata per SalernoEconomy - allo scopo di evidenziare gli adempimenti necessari per usufruire delle agevolazioni previste dal provvedimento varato dal governo.
E' l'ora dei calcoli esatti
Gli istituti che contemplano la cosiddetta pace fiscale dopo gli ultimi interventi contenuti nella legge di Bilancio 2018 si possono contare in numero di 10. Alcuni di loro sembrano semplici “palliativi” che interessano poco la maggior parte dei cittadini, consumatori e imprenditori che oggi sono più impegnati a fronteggiare gli omessi o ritardati pagamenti che le sanatorie come quella che riguarda le mere irregolarità formali commesse nei vari adempimenti di natura fiscale. Diversa è la posizione di chi ha un contenzioso in atto. La strada per la pace fiscale prevede in questi casi la possibilità di definire sia un “Pvc” (Processo verbale di constatazione) che una lite pendente contro l’Agenzia delle Entrate. In quest’ultimo caso il pagamento che il contribuente dovrà operare tiene conto sia del grado di giudizio nel quale egli si trova alla data del 24 ottobre 2018 e sia se egli è soccombente oppure no. Deve inoltre trattarsi di liti che riguardano avvisi di accertamento ed altri atti impositivi e non mancati versamenti di somme auto dichiarate dal contribuente.
*Dottore commercialista
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In vista dell’evento pubblico organizzato dall’ASviS il prossimo 27 febbraio.
Agenda 2030, Italia batti un colpo
Strategie di medio e lungo periodo, investimenti pubblici, dialogo tra le due parti in campo (pubblico-privato), sensibilizzazione della popolazione sulle tematiche della tutela ambientale. Manca un piano operativo.
Giuliano D'Antonio
Nel momento di confusione politica generale che stiamo attraversando in Italia – ma anche in non pochi altri Paesi dell’occidente democratico – sembrano, purtroppo, scivolare in secondo piano problematiche cruciali per il futuro immediato della popolazione mondiale. Sono passati oltre tre anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030 e dalla messa a fuoco dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile. Non si può dire che non sia successo nulla. Ma è anche vero che - sebbene non manchino iniziative di tutto rispetto intraprese in varie parti del mondo - si è sostanzialmente arenato ogni significativo progresso in materia di cambiamento climatico. Anzi, in questo specifico caso bisogna evidenziare una serie di contrasti che di fatto paralizzano un percorso che appare indispensabile compiere in tempi piuttosto brevi per evitare conseguenze ancora peggiori di quelle già oggi certe. Come segnala l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) - che riunisce oltre 220 tra i più importanti soggetti dell’economia e della società italiana - il recente Rapporto sui Rischi Global del World Economic Forum, sottolinea che “il moltiplicarsi di eventi naturali estremi e di tensioni socio-politiche rendono molto incerto anche il futuro economico globale, con ripercussioni gravi sull’occupazione e il benessere di milioni di persone”.
*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)
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