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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Se l’avversario è più forte, non si può sbagliare la scelta del “ring” sul quale salire a combattere.
Travolti e contenti, tutti insieme nel mare dei social
A caccia di like e di una facile notorietà che, mentre miete consensi elettorali per Lega e 5Stelle, non fa che danneggiare tutti gli altri.

La verità è che quello che resta della politica e dei partiti che un tempo non molto lontano hanno governato questo Paese non riesce proprio a farsi una ragione del consenso largo e diffuso che Lega (sempre di più) e 5Stelle (un po’ di meno rispetto a quando sono andati ad occupare le poltrone romane importanti) hanno raccolto e continuano saldamente a raccogliere. Insomma, mentre il mondo va avanti e cammina, il Pd e tutti gli altri che hanno gestito per diversi anni il potere proprio non sopportano di essere stati sbattuti fuori dalle stanze che pure hanno abitato per così tanto tempo. Rimangono le “nicchie” – più o meno estese – di alcuni territori, ma anche in questo caso a breve ci sarà una verifica nelle urne che non sembra (non sembra) presentarsi molto agevole. Anche perché il silenzio più totale regna incontrastato su un minimo di analisi del doppio ceffone ricevuto il 4 dicembre (referendum) e il 4 marzo (politiche) anche laddove pareva che il Pd dovesse in qualche modo reggere l’urto di un’ondata forte e per molti versi stimolata da due dati oggettivi: crescita della povertà assoluta e relativa – con particolare insistenza in alcune aree del Sud – e carenza di posti di lavoro (al di là delle differenziazioni in termini di stabilità vera o presunta dei contratti).

Colpisce, quindi, e non poco che a distanza di svariati mesi dal varo del governo Conte il Pd e tutto il resto intorno continuino imperterriti a non elaborare un modello alternativo anche sotto il profilo info/comunicativo. Perché è proprio su questo versante che si gioca la partita più importante. I fatti – e i sondaggi – confermano che non c’è una relazione precisa tra provvedimenti annunciati (e solo in minima parte realizzati) e gradimento di Lega e 5Stelle. Anzi, eventi che solo poco tempo fa avrebbero scatenato addirittura una crisi di governo non scalfiscono più di tanto le basi elettorali e, soprattutto, non sembrano intaccare strutturalmente la “luna di miele” tra elettori e partiti di maggioranza. Né l’epopea del “contratto di governo” pare orientare in maniera significativa la “geografia” del consenso.

Di fronte a questo quadro che può considerarsi non di breve, ma almeno di media durata, come reagiscono i partiti e le forze di opposizione (termine al quale si ricorre solo per catalogare le fazioni in campo, non per effettivo ruolo politico)? Tentano di inseguire Lega e 5Stelle sul terreno della narrazione/non narrazione dei social, sfuggendo, invece, al tentativo di mettere in campo una propria precisa piattaforma programmatica.

Perché accade tutto questo? La prima risposta che viene in mente non può non tenere conto della diffusissima frammentazione che si ravvisa nel Pd e nella non chiarissima controproposta rintracciabile in Fi e Fdi. In altre parole, i punti di forza di Lega e 5Stelle permangono intatti: il Pd e il resto della sinistra non trasmettono un’immagine legata alla capacità di attuare un cambiamento forte al loro interno, mentre il resto del centrodestra non veicola efficacemente un’agenda diversa sostanzialmente da quella della Lega. Anche perché, in questo secondo caso, si procede a governare insieme – in primo luogo Fi con la Lega – in non pochi contesti territoriali.

Ma, soprattutto, è il tipo di “narrazione” prescelta che si configura come “arena” sbagliata e perdente. Per spiegare bene le proprie ragioni non è certamente il luogo per eccellenza degli slogan e delle semplificazioni che può portare giovamento. Quando l’avversario è più forte, soprattutto quando si è molto deboli, non si può sbagliare la scelta del “ring” sul quale salire. E’ presumibile che ci si auto-condanni a recitare la parte del pugile “suonato” e ostinato fino al “Ko” (già verificatosi due volte).

Né si intravede un cambio di prospettiva. Anche perché va detto che protagonisti e comparse sono accomunati da un tratto comune: tutti insieme sembrano “felicemente” travolti dal mare inarrestabile dei social, dei fatti/non fatti, delle notizie/non notizie. A caccia di like e di una facile notorietà che, mentre miete consensi elettorali per Lega e 5Stelle, non fa che danneggiare tutti gli altri.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

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