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Salerno Economy VI/49 – 22.12.2017

Ecco l’ultima newsletter del 2017. Riprenderemo la pubblicazione settimanale venerdì 5 gennaio 2018.

L’anno che verrà. Auguri ai lettori di SalernoEconomy

E’ nelle giornate di sole – dicono dalle parti del FMI – che si ripara il tetto. Noi al Sud abbiamo bisogno di gettare nuovi pilastri per nuove e più dignitose case. Le case che vorremmo lasciare in eredità ai nostri figli.
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Pausa di riflessione
Ecco l’ultimo numero della newsletter di SalernoEconomy del 2017. Riprenderemo venerdì 5 gennaio, con l’anno nuovo. Come di consueto è d’obbligo tentare di tirare le somme di quanto accaduto – sotto il profilo dell’economia del territorio – nei dodici mesi che abbiamo alle spalle. Non è il caso di perdersi ancora in numeri, percentuali, statistiche, anche perché lo abbiamo fatto – noi di SalernoEconomy – per 49 volte. Sì, 49 newsletter che prima di tutto ci hanno fatto compagnia. Perché abbiamo riscontrato che Voi, i nostri “sette/otto” lettori, siete molto fedeli. La stragrande maggioranza di Voi ci segue costantemente: un risultato che ci inorgoglisce e ci sostiene in uno sforzo che a tratti sembra al di sopra delle nostre possibilità. Grazie, lettrici e lettori. Grazie per il vostro apprezzamento, per la vostra stima.
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Le elaborazioni dei dati Istat fanno emergere la nuova “geografia” dei centri storici e dei quartieri urbani.

Commercio al dettaglio in crisi d’identità

La rete dei negozi di prossimità in provincia di Salerno tra il 2012 ed il 2015 ha perso 1.574 imprese e 1.831 addetti. Ma il segmento dei servizi di alloggio e ristorazione nello stesso periodo ha guadagnato 314 aziende e 1.138 occupati.
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In caduta libera
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano “Il Mattino” (Edizione Salerno) domenica 17 dicembre 2017.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

La rete del commercio al dettaglio in provincia di Salerno tra il 2012 ed il 2015 ha perso 1.574 imprese e 1.831 addetti. Il network dei servizi di alloggio e di ristorazione nello stesso periodo ha guadagnato 314 aziende e 1.138 occupati (nostre elaborazioni su fonti Istat). La transizione da un territorio ad alta densità di negozi di prossimità – nei centri urbani – ad un’area vasta in netta crescita turistica si evince comparando i numeri di una grave (quasi esiziale) crisi strutturale - il negozietto al dettaglio è una specie quasi in via di estinzione - con quelli che segnalano, invece, la rimodulazione dell’offerta alberghiera ed extra-alberghiera (soprattutto) integrandola con la ristorazione intesa nella sua valenza più vasta.
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Il “mutamento genetico” della rete del commercio al dettaglio nelle aree urbane (e non solo) della provincia di Salerno.

Tra desertificazione urbana e nuova identità turistica

Prende forma il network dell’ospitalità e dell’accoglienza dei nuovi flussi di visitatori (con gli stranieri in crescita), in larga parte attenti alle proposte low cost.
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Centro storico, mutazione genetica
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano “Il Mattino” (Edizione Salerno) domenica 17 dicembre 2017.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Appare evidente – a leggere i numeri Istat riferiti al periodo 2012/2015 – che si va compiendo un vero e proprio “mutamento genetico” della rete del commercio al dettaglio nelle aree urbane (e non solo) della provincia di Salerno. La tradizionale “geografia” che censiva i negozi di prossimità si è trasformata sotto i nostri occhi di giorno in giorno. Perfino le inamovibili salumerie - tranne nei casi nei quali si è verificata un’evoluzione sempre più ritagliata sulle esigenze della clientela stanziale di quartiere (in genere interessata alla qualità, piuttosto che alla quantità) - si vanno trasformando in (mini) market “food oriented”. Contemporaneamente (o quasi), negli stessi spazi urbani (centri storici o, comunque, aree non troppo periferiche) prende forma il network dell’ospitalità e dell’accoglienza dei nuovi flussi turistici, in larga parte attenti alle proposte low cost.

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Turismo lento. Un itinerario ricavato dal catalogo dei paesi italiani “Ai confini della meraviglia”.

Alla ricerca della Campania “nascosta”

A Corricella non ci sono automobili, a Monteverde nidifica la cicogna nera, a Cerreto risplendono i colori della ceramica. Queste e altre mete per salutare il 2017, Anno dei Borghi.
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Uno scorcio di Forio d'Ischia
di Alfonso Schiavino

Un “viaggio” alla scoperta di 1.000 paesi italiani: “Ai confini della meraviglia” è la proposta firmata dal Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) per l’Anno dei Borghi 2017. Le località campane sono poche, appena 35, ma squadernano la consueta varietà di richiami. Le loro tracce restano sempre buone da seguire, in questi giorni festosi o nel flusso del prossimo calendario. All’interno di una lista che comprende grandi star come Capri e i paesi delle costiere, “SalernoEconomy” ha selezionato un itinerario basato su luoghi o fatti meno noti.

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Presentato nei giorni scorsi a Milano il primo sistema pubblico di riconoscimento.

Mense biologiche certificate, si parte

Le scuole che vorranno utilizzare i marchi volontari (oro e argento) dovranno indicare le percentuali di utilizzo dei prodotti “green”.

Immmagine mense bio fin
A scuola cibo bio
Presentato nei giorni scorsi il primo sistema pubblico di riconoscimento delle “Mense biologiche scolastiche” certificate, che saranno operative dal prossimo anno (scolastico). “Per la prima volta in Italia - si legge in una nota del Mipaaf - vengono definite e regolate le mense biologiche, dando così maggiori informazioni agli studenti e alle famiglie”. Sono stati individuati i criteri di classificazione, concordati con il Ministero dell'Istruzione, le Regioni e i Comuni, e i marchi che identificano le mense biologiche scolastiche. La norma, infatti, “prevede che le scuole che vorranno utilizzare il marchio volontario dovranno inserire delle percentuali minime di utilizzo di prodotti biologici, dei requisiti e delle specifiche tecniche fissate”. Per quanto riguarda i loghi “si tratta di due medaglie, argento e oro con la euro-foglia che è il simbolo Ue del biologico, e che contraddistinguono le due tipologie di mense previste dalla legge, con l'oro che corrisponde a una qualificazione d'eccellenza legata a una maggiore percentuale di utilizzo di prodotti biologici”.
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