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I numeri dell'economia »

Le elaborazioni dei dati Istat fanno emergere la nuova “geografia” dei centri storici e dei quartieri urbani.
Commercio al dettaglio in crisi d’identità
La rete dei negozi di prossimità in provincia di Salerno tra il 2012 ed il 2015 ha perso 1.574 imprese e 1.831 addetti. Ma il segmento dei servizi di alloggio e ristorazione nello stesso periodo ha guadagnato 314 aziende e 1.138 occupati.

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano “Il Mattino” (Edizione Salerno) domenica 17 dicembre 2017.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

La rete del commercio al dettaglio in provincia di Salerno tra il 2012 ed il 2015 ha perso 1.574 imprese e 1.831 addetti. Il network dei servizi di alloggio e di ristorazione nello stesso periodo ha guadagnato 314 aziende e 1.138 occupati (nostre elaborazioni su fonti Istat). La transizione da un territorio ad alta densità di negozi di prossimità – nei centri urbani – ad un’area vasta in netta crescita turistica si evince comparando i numeri di una grave (quasi esiziale) crisi strutturale – il negozietto al dettaglio è una specie quasi in via di estinzione – con quelli che segnalano, invece, la rimodulazione dell’offerta alberghiera ed extra-alberghiera (soprattutto) integrandola con la ristorazione intesa nella sua valenza più vasta. E’ evidente che siamo ad un passaggio molto significativo della “ricostruzione” dell’identità produttiva di una provincia che vive lo svuotamento commerciale dei centri storici attraverso la riconversione in un modello attrattivo nuovo, che lascia ampio spazio al riadattamento delle residenze anche condominiali in luoghi dell’accoglienza e dell’ospitalità. Manca ancora un “pezzo” fondamentale, però, che è quello inerente all’integrazione dei circuiti dello shopping tipicamente turistico – proprio nei centri storici – con quelli della nuova e più articolata mappa delle residenze dedicate ai visitatori. Ma, intanto, la crisi della rete commerciale al dettaglio è stata talmente forte da mettere in discussione un vero e proprio pilastro del paesaggio urbano come le rivendite di generi alimentari. In questo caso, il saldo negativo – sebbene più contenuto di quanto possa apparire affidandosi anche alla memoria visiva delle strade principali del capoluogo e di tanti altri centri del Salernitano – è di 846 imprese e di 770 addetti. Se analizziamo questi numeri in termini percentuali, lo scenario è ancora più chiaro. La rete del commercio al dettaglio nel suo complesso dal 2012 al 2015 ha perso in provincia di Salerno l’8,8% delle imprese e il 5,4% della forza/lavoro in esse impiegata. Se restringiamo il campo al commercio al dettaglio di beni per uso domestico (alimentari, non alimentari e ambulantato attivo in questo specifico segmento) il saldo con il segno meno è del 9,9% per le imprese e del 4,9% per gli occupati.  Al contrario, per quanto concerne i servizi di alloggio e ristorazione si registra il +4,9% per le imprese ed il +6% per gli addetti.

Il quadro generale.

Queste dinamiche si inquadrano in una relazionalità con il quadro nazionale abbastanza “complessa”. In provincia di Salerno il commercio, infatti, esprime una serie di indicatori che ne evidenziano una dimensione mediamente minore. Gli esercizi che sul territorio possono considerarsi più grandi sono gli alberghi e le mense che forniscono pasti soprattutto negli ambienti di lavoro (in questo caso risulta un incremento occupazionale nel periodo preso in considerazione). Sono, invece, scomparse molte attività ambulanti e numerose officine meccaniche (con relativa perdita consistente di posti di lavoro).

La disaggregazione dei dati – a livello nazionale – consente di accertare che la riduzione del numero di esercizi non specializzati (ovvero quelli qui catalogati come media e grande distribuzione) è quasi del tutto imputabile al venir meno di minimarket ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari, fenomeno che molto probabilmente deve essersi verificato anche nella nostra provincia (come d’altronde in molte parti d’Italia).

Notevole la crescita di B&B, agriturismi e simili, e, sia pure in minore misura, di bar e ristoranti. Aumenta, inoltre, la dimensione dei negozi che offrono prodotti di Ict (essenzialmente informatica e telecomunicazioni).

La dimensione delle imprese.

I dati Istat evidenziano come in provincia di Salerno praticamente tutti i settori del commercio considerati siano caratterizzati da imprese di dimensioni inferiori rispetto al dato nazionale. Nelle strutture alberghiere riscontriamo, però, più di 7,5 addetti in media, valore in linea con il dato del 2012, e nei fornitori di servizi di banqueting e catering 7,2 addetti, in netto aumento rispetto al 2012, quando il valore era pari a circa 5,7 addetti. Tutti gli altri esercizi si contraddistinguono per dimensioni molto più ridotte. Siamo sopra la media di 3 addetti per impresa nei campeggi, nelle pompe di benzina, nel commercio di auto e nella grande distribuzione. Le imprese con la minore dimensione sono quelle ambulanti (1,1 addetti) e quelle dedite alla vendita di articoli culturali e ricreativi (come le edicole e i negozi musicali e sportivi, con 1,4 addetti).

La crisi dell’ambulantato e delle officine per auto.

Nel periodo 2012-2015 si sono avute consistenti riduzioni nel numero di imprese nel commercio ambulante (-25,4%), tra i manutentori e riparatori di auto (meccanici, carrozzieri, gommisti, ecc.: -10,7%), nel commercio di articoli culturali e ricreativi (-10,6%), nell’ambito delle vendite di prodotti per uso domestico come elettrodomestici, mobili ed altri articoli per la casa (-10,6%) e tra i commercianti specializzati in vendite quali abbigliamento, calzature, cosmetici, ecc. (-8,8%).

Diminuiscono i minimarket non specializzati.

Si riducono anche gli esercizi non specializzati di media e grande distribuzione (come supermercati, discount, grandi magazzini, minimarket, empori…). Tuttavia, analizzando il dettaglio dei dati su base nazionale emerge come tale decremento sia sostanzialmente ascrivibile alla scomparsa di minimarket e di negozi di dimensione simile dediti per lo più alla vendita di beni alimentari. A una tale mortalità di imprese si associa anche una elevata riduzione dell’occupazione, in particolare nel commercio ambulante (in cui è scomparso quasi un addetto su 4 tra il 2012 e il 2015, più precisamente il 24,3% del totale) e nei servizi di riparazione delle auto (-11,4%).

Aumenta il commercio via internet.

Sono aumentate invece in particolare le imprese che commerciano al di fuori dei canali tradizionali (es. per corrispondenza, via internet, per tv o telefono, con vendite porta a porta: +29,5%), i venditori e riparatori di motocicli e ciclomotori (+21,8%) e le strutture che offrono alloggi per vacanze o brevi soggiorni (come villaggi turistici, ostelli, affittacamere, B&B, agriturismi: +13%).

Il catering crea lavoro.

In termini di occupazione, gli addetti sono cresciuti soprattutto nei servizi mensa e catering (+26,9%), nelle vendite al dettaglio a distanza (+14,1%) e in quelle legate all’acquisto ed utilizzo di moto e motorini (+11,8%). Va altresì segnalata la buona performance in termini di addetti per i bar (+7,8%) e la ristorazione (+6,1%). Se poi si va a guardare la variazione della dimensione media delle imprese operanti nel settore del commercio in provincia di Salerno tra il 2012 e il 2015 (sempre in termini di addetti), emerge che sono cresciute soprattutto quelle di banqueting (passate da 5,7 a 7,2 addetti, +26,9%) e quelle specializzate nella vendita di apparecchiature informatiche e per le telecomunicazioni (da 1,5 a 1,7 addetti, +10,5%). L’aumento di dimensione caratterizza anche gli esercizi non specializzati di dimensione medio-grande (da 2,9 a 3,1 addetti, +5,1%), cosa che probabilmente ha trainato anche l’aumento di “taglia” per i negozi specializzati nel commercio al dettaglio di prodotti alimentari, bevande e tabacco (+5,3%) e di abbigliamento, calzature ed altri beni non alimentari (+4,1%).

 

 

 

 

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