La partita è, ormai, avviata a non essere giocata, perché nessuno scende in campo, i grandi numeri rimangono affacciati. Fanno finta di pensare.
Si resta in famiglia a guardare il gioco della politica
Maggioranza e minoranza, i partiti hanno perso, ma nessuno ha voglia di riconquistare il consenso esteso. A chi conviene davvero?
La politica? Va avanti lo stesso
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“Per molte famiglie italiane, la tredicesima sarà un aiuto fondamentale”.
Natale 2024 “tra voglia di spendere e generosità”
Indagine Confcommercio-Format: “Il 79,9% farà acquisti per i regali, con una spesa media di 207 euro. Si consumano più prodotti di qualità, ma diminuisce la capacità di risparmio. Cresce la voglia di fare beneficenza”.
Il fluire della spesa
(Fonte: confcommercio.it/06.12.2024)
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Da dove arrivano i pericoli per l’Europa e la sua missione storica?
Quando la finanza nasconde le sue malefatte, anche grazie all’AI
Ma Musk e Trump sono davvero i cavalieri del Medioevo che proteggono le ricchezze accumulate (e da accumulare) ben celate o palesi?
Pasquale Persico
Il volume “Quale Europa”, a cura di Elena Grananaglia e Gloria Riva, contiene una serie di saggi su più aspetti della missione della Comunità Europea; è stato scritto prima delle elezioni europee e di quelle americane; riletto oggi, l’elenco delle preoccupazioni è fortemente in campo, mentre quelle delle speranze si è ridotto in maniera consistente. Mi soffermerò sul breve, ma denso saggio, dell’economista Ugo Pagano, professore emerito a Siena. Parto da una prima considerazione che lui condivide con il premio Nobel per la Fisica, David Gross. L’intelligenza artificiale può essere un rischio per la ricerca di base soprattutto, che ha bisogno del metodo scientifico per progredire, perché ha necessità di confrontarsi con più comunità scientifiche e di un tempo più lungo. L’Intelligenza Artificiale non usa nessun meccanismo per testare l’attendibilità dell’ipotesi di costruzione del modello informativo. Pagano entra nel merito della missione della Comunità europea, e, soprattutto, ci spiega, indirettamente, del perché dobbiamo temere Musk e Trump prima di abbracciarli come europei. Essi impediranno all’Europa di riprendersi un ruolo internazionale adeguato sui temi della condivisione della conoscenza per andare, poi, oltre l’UE; nel mostrare che si può andare oltre i tremendi conflitti che ci avvolgono, i due citati, fanno anch’essi finta che la pace sia vicina. Partendo dal libro di Henry Kissinger e di altri autori, Pagano ricorda che l’Intelligenza Artificiale dovrebbe procedere con un processo di disarmo, ancora più radicale di quello delle armi nucleari. Solo che questo disarmo è ancora più difficile di quello nucleare perché la privatizzazione della conoscenza è nascosta, ed è aiutata dal crescente ruolo - della stessa Intelligenza Artificiale - nel condizionare gli indirizzi di politica economica delle nazioni e della politica economica dei diversi G7 0 G20. L’ingerenza è massima nelle assise degli accordi sulla transizione ecologica perché sono quelli i più idonei a costruire percorsi di pace e distribuzione equa dei beni e dei servizi. La sanatoria recente sulle sanzioni applicate ai NO VAX, ad esempio, potrebbe essere anche un suggerimento uscito da elaborazioni dei media connessi ai risultati delle decisioni dei modelli di AI. Si può affermare che non a caso vi sono collegamenti con le responsabilità politiche assegnate, nell’Amministrazione Trump, ai nuovi amministratori che amplificano il linguaggio antiscientifico. Ma possiamo ipotizzare ancora di più: non è da escludere che anche tutto quello che dicono Musk e Trump siano sintesi di elaborazioni AI. Abbiamo bisogno che la UE non solo riprenda il suo ruolo nella condivisione a livello globale sui grandi temi della conoscenza di base - facendo rispettare il principio che la conoscenza è un bene pubblico universale - ma che la scienza aperta sia, per tutti gli europei, il più grande viatico e/o strumento di pacificazione e progresso civile. La Intelligenza Artificiale, come fu per la ruota o il calcolatore, può dare un contributo ai temi della produttività e dell’aggiornamento tecnologico, ma il grande tema rimane la composizione globale dell’offerta dei beni e servizi, e come e chi induce la domanda effettiva.
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Restano in piedi “gli acquisti che si attendono per gennaio” (tra pochi giorni), e il malcontento della tifoseria.
Ripartiamo dalla chiarezza (e dagli investimenti) per iniziare a giocare
Si stringono i tempi e si avvicina il momento di provare a risolvere le questioni aperte sul campo, ma non trova conferma alcuna voce fin qui circolata.
E' ancora ora di attendere
Dopo la pesantissima disfatta con la Juve Stabia, la Salernitana si prepara alle prossime sfide per verificare come invertire la tendenza e fare quadrare una classifica che si mostra preoccupante.
A tenere banco, però, sono le questioni societarie che paiono essere ad un decisivo punto di svolta.
Da più parti si vocifera di un possibile arrivo di un socio che dovrebbe rimpinguare le casse, come annunciato da Milan in un’intervista a Radio Bussola 24 in cui si preannunciano importanti investimenti sul mercato. Proprio questi aspetti sono il nocciolo della questione. Una nuova proprietà potrebbe risolvere un nodo mai sciolto con chiarezza in questi tre anni di presidenza Iervolino: chi prende o prenderà le decisioni? Fatta eccezione per Petrachi e il primo Sabatini, in società sono parse, a volte, evidenti le differenti posizioni tra i vari collaboratori del presidente, i quali rilasciavano dichiarazioni contrastanti tra di loro lasciando interdetta la tifoseria. In relazione a ciò che riguarda il campo, la sconfitta nel derby ha confermato la necessità di intervenire in maniera prorompente sul mercato in modo da colmare le lacune presenti in organico. Servono calciatori che, oltre a garantire reti e prestazioni di livello, assicurino equilibrio e una buona interdizione.
Troppo spesso in questo campionato la squadra granata ha subito reti in contropiede, pur avendo un baricentro non molto alto. Di fatto i riferimenti avanzati sono costretti a venire dietro fino al centrocampo per, poi, perdere il possesso palla per errori nel passaggio al compagno. Altro aspetto da considerare è la totale assenza di centravanti boa alla Djuric o anche alla Piatek, attaccanti in grado di garantire sponde per i compagni e presenza in area sui cross.
Mancano anche dei centrali difensivi, se si vuole giocare a tre dietro e centrocampisti sia di rottura che di impostazione, oltre che di inserimento. Da chiarire restano le caratteristiche delle sottopunte: si cercano trequartisti puri o centrocampisti offensivi, cioè di inserimento?
(continua)
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