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Salerno Economy XIII.14 – 19.04.2024

Mentre la maggioranza dominante si mostra occupata a schivare ogni colpo, a parare ogni mossa.

Resta una sola parola sul profilo del mondo: pace

E’ questo adesso il contesto all’interno del quale si contrastano potenze, superpotenze, alleanze, contro-alleanze, schieramenti politici e anche militari, si preannunciano ancora guerre, battaglie, vittorie, sconfitte.
Foto Bandiera Pace download
Bandiera emergente
E’ sempre molto difficile in questo scenario complessivo provare a trovare le idee giuste per dedurre qualche conseguenza concreta rispetto ai tanti, numerosi, significativi avvenimenti che si succedono incessantemente, e anche molto tragicamente, dinanzi ai nostri occhi. Molta parte di popolazione, la stragrande maggioranza, appare di fatto rintanata in se stessa, attonita, allibita di fronte a quanto accade, anche perché non è in grado di decodificare compiutamente cose, fatti, guerre, conflitti, vendette che prendono forma e non si fermano mai. E’ questo il tempo che si succede intorno a noi, che pure attendiamo di carpire pezzi di mondo nuovi, che veramente ripartono, prendono lo spunto giusto per ritrovare il vero equilibrio delle cose. E invece? Che cosa prende forma? A che cosa andiamo incontro davvero? Tutto quanto accade, che urla e si agita per combattere e per mettere in mostra la forza prevalente, sembra avere perso di vista anche gli equilibri falsi del passato, quelli che una volta erano considerati gli ideali ispiratori, la forza delle idee che, prima o poi, si affermeranno o perderanno consenso, ma, intanto, hanno motivato le popolazioni, le persone, fino a farle capaci che la storia li ha premiate o offuscate. Eppure, la maggioranza dominante, in fondo, si mostra occupata a schivare ogni colpo, a parare ogni mossa, ogni iniziativa giudicata frettolosamente deleteria e, quindi, lontana mille miglia da iniziative, invece, da sostenere e rafforzare. E’ questo, per esempio, lo scenario dominante rispetto ai vari tentativi messi in campo per provare a superare le conseguenze negative derivanti dai vari conflitti in atto che vengono vissuti sempre come scogli da mettere da parte proprio quando si devono elaborare rotte, tracciare percorsi. Il tentativo di fermare il tempo, di coagularlo in una dimensione non negativa, ma affrontabile, con il contenimento dei deflussi negativi, prevale in ogni singola azione che riesce a prendere forma. Ma nessuno - nessuno - in fondo si sta ponendo il problema di riprendere il decorso normale delle cose. In fondo, la netta maggioranza della minoranza vincente è convinta che è il momento di continuare a dominare, a confermare i domini che fruttano giusto, che distribuiscono dividendi di forza e, quindi, perseverano fermamente nell’attribuirsi prove di forza, nell’accatastare riserve di vittoria, di potere pervasivo, di dominio espansivo.
(continua)
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Vendite/Rallentamento dell’inflazione e progressivo recupero del potere d’acquisto delle famiglie.

Confesercenti, segnali positivi. “Ma le piccole superfici soffrono ancora”

“Possibile ridurre l’erosione delle quote di mercato, recuperando 5,5 miliardi di euro di vendite, e salvando quasi 30mila attività commerciali di vicinato dalla scomparsa nei prossimi sette anni”.
Commercio Unioncamere
“Segnali di miglioramento per il commercio. A febbraio le vendite tornano a crescere in volume sull’anno per la prima volta da maggio 2022. Un aumento di lieve entità - appena il +0,3% - che però auspichiamo segnali l’inizio di un’inversione di tendenza”. Queste le considerazioni di Confesercenti che commenta le rilevazioni diffuse da Istat sulle vendite al dettaglio di febbraio. “A dare un impulso positivo alle vendite il rallentamento dell’inflazione ed il progressivo recupero del potere d’acquisto delle famiglie, grazie anche agli interventi di sostegno ai redditi e per la riduzione della pressione fiscale”. Nello specifico, “a contribuire all’incremento, sul fronte delle vendite dei beni, anche un febbraio positivo per l’abbigliamento: rispetto allo scorso anno le vendite crescono in valore del +3,2% - un dato superiore all’inflazione - grazie alla spinta dei saldi di fine stagione e al ritorno di un meteo ‘invernale’ dopo mesi di caldo anomalo che avevano frenato gli acquisti di capi invernali”. Va detto che “il recupero complessivo segnalato da Istat a febbraio, però, non riguarda ancora le piccole superfici, che registrano una crescita delle vendite in valore sull’anno appena dell’1%: una variazione che, al netto dell’inflazione, si tramuta in un’ulteriore riduzione in volume. La Grande Distribuzione, invece, è tornata a correre, segnando un aumento del +4% rispetto a febbraio 2023”. Un divario che segnala come, “nonostante l’inversione di tendenza di febbraio, le difficoltà delle famiglie e dei negozi si siano solo attenuate, non risolte. La tendenza all’aumento dei consumi - che secondo le nostre previsioni elaborate con CER dovrebbe assestarsi sul +0,7% nel 2024 - va incoraggiata e sostenuta con provvedimenti adeguati, a partire dalla conferma del taglio del cuneo e della prosecuzione della riforma fiscale anche per il 2025”.
In ogni caso, ribadisce Confesercenti, “servono però anche interventi a favore delle piccole imprese del commercio, che vedono aumentare strutturalmente il gap con le altre forme distributive. Occorre introdurre misure strutturali, con un pacchetto di formazione per gli imprenditori, sostegni all’innovazione, una fiscalità di vantaggio per le piccole imprese della distribuzione con fatturato inferiore ai 400mila euro annui e una cedolare secca per le locazioni commerciali, subordinandone l’accesso alla concessione di un canone concordato al locatario, verificata e garantita dalle associazioni di categoria. Siamo convinti che, con queste misure, sarebbe possibile ridurre l’erosione delle quote di mercato delle piccole superfici, recuperando 5,5 miliardi di euro di vendite, e salvando quasi 30mila attività commerciali di vicinato dalla scomparsa nei prossimi sette anni”.
(Fonte: confesercenti.it/10.04.2024)

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Forum Confcommercio/“Le indicazioni congiunturali non aiutano a tracciare un percorso di ripresa”.

“Puntare sulla crescita, non c’è un piano B”

Per il presidente Sangalli si ravvisano “fondate preoccupazioni” per la nostra economia. “Decisiva la conferma della riduzione delle aliquote e del taglio al cuneo contributivo”.
Numeri Economia-immagine euro
Momento particolarmente delicato
“L’economia cresce lentamente. Nessun allarme, ma fondate preoccupazioni”. Nei primi mesi del 2024 “emergono importanti segnali favorevoli”, ma “i consumi, che valgono il 60% del Pil, continuano ad essere deboli” e “c’è la debolezza della produzione industriale, soprattutto per la flessione dei beni di consumo”. È questo il quadro delineato dal presidente confederale, Carlo Sangalli all’inizio del suo intervento in occasione della conferenza stampa di apertura del ventitreesimo Forum di Confcommercio. Le preoccupazioni più forti? Nel medio termine “sono i significativi gap rispetto ai Paesi europei in termini di calo demografico, di tassi di partecipazione al lavoro, in particolare quello femminile, e di produttività”, come conferma la ricerca dell’Ufficio Studi Confcommercio. “Le indicazioni congiunturali non aiutano a tracciare un percorso di ripresa”, ha specificato Sangalli, sottolineando che “appare ottimistica la valutazione contenuta nel Def per il 2025 di una crescita dell’1,2% senza la conferma dei tagli al cuneo fiscale già in vigore per il 2024”. Per raggiungere l’obiettivo, “è decisiva la conferma della riduzione delle aliquote e del taglio al cuneo contributivo” e “per aiutare la crescita per l’anno in corso, una bella mano potrebbe giungere dalla Banca Centrale Europea nella riunione del prossimo 6 giugno: chiediamo un segnale di coraggio, con una riduzione dei tassi di mezzo punto percentuale, largamente coerente con le valutazioni che la stessa Banca Centrale fa tra l’altro in termini di riduzione dell’inflazione”.
Il presidente di Confcommercio sottolinea che “sulla crescita bisogna puntare, non c’è un piano B”, ricorrendo a “tutte le leve possibili, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”. Va accelerata “la realizzazione delle riforme e degli investimenti legati al Pnrr, che è un’opportunità irripetibile per rendere l’Italia più moderna, efficiente, inclusiva, aperta all’innovazione”. E “occorre andare avanti anche sulla riforma fiscale e giungere alla sua completa realizzazione: riduzione del carico e semplificazione dell’adempimento ne sono cardini irrinunciabili. Bene, dunque, la riduzione delle aliquote Irpef in termini di minore carico tributario e maggiore reddito disponibile, misura che va però certamente resa strutturale”. Confcommercio ritiene che si debba puntare sulla “conferma della riduzione del cuneo contributivo anche per il 2025, come peraltro annunciato dal Governo” e condivide l’idea di “estendere la riduzione del carico fiscale al ceto medio. Sarebbe una boccata di ossigeno in grado di sostenere i consumi e, quindi, di incidere positivamente su occupazione e crescita”.
(Fonte: confcommercio.it/16.04.2024)
(continua)

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Era in campo tra gli anni 70’ e 80’. Conquistò lo “scudetto della stella” del Milan nel 1978-1979.

Walter, Monzòn, Novellino, l’arte del dribbling del gol

Grande nel palleggio e nel dribbling (quasi sudamericano), con una ampia visione di gioco. Ottimo giocatore, ma anche un vincente allenatore.
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Walter Novellino-Antonello Cuccureddu, Perugia-Juventus (serie A 1977-1978).
(Er.Pa.) - (Alfredo) Walter (Amato Lenin) Novellino, nato a Montemarano il 4 giugno del 1953, allenatore di calcio e già calciatore nel ruolo di centrocampista o di attaccante. Era in campo tra gli anni ‘70 e ’80. Conquistò lo “scudetto della stella” del Milan nel 1978-1979. Quando si dedicò al mestiere di allenatore iniziò subito a vincere: quattro promozioni in serie A con Venezia (1997-1998), Napoli (1999-2000), Piacenza (2000-2001) e Sampdoria (2002-2003). Il soprannome? Monzón, il grande pugile sudamericano. L’infanzia trascorsa a San Paolo del Brasile, il luogo dell’emigrazione con la famiglia, dietro al padre che cercava lavoro. Un grande centrocampista, ma anche con le caratteristiche dell’attaccante, molto abile nel dribbling, mezzapunta, ala tornante; di meno attaccante, soprattutto con il Milan. Dopo l'infanzia in Brasile, entra nelle giovanili della Pomense insieme con i fratelli Paolo e Giuseppe, poi trasloca al Legnano (due stagioni), debutta in serie C. Lo segue il Torino, in granata arriva il soprannome: Monzón (Giorgio Ferrini), anche per una forte combattività. Esordio in serie A nel 1972-1973 sfida con il Napoli. Unica presenza in granata, perché l’anno dopo ritorna in serie C, prestito alla Cremonese per assolvere gli obblighi militari. Arriva all’Empoli, serie C. Dopo c’è il Perugia, con Ilario Castagner. Con i grifoni, neopromossi per la prima volta in massima categoria, Novellino è titolare per tre stagioni consecutive, e si segnala come uno dei migliori centrocampisti della Serie A. Nel 1978 il grande salto: lo prende il Milan, con cui vince lo scudetto della stella. E’ la seconda punta la fianco di Stefano Chiodi, e con Gianni Rivera nel suo ruolo naturale. Rimane in rossonero anche dopo lo scandalo del totonero e il conseguente declassamento della squadra, per poi partecipare al vincente campionato di serie B (1980-1981) quando realizza la rete decisiva per la promozione col Monza. Dopo la successiva retrocessione con il Milan in serie B (sconfitta sul campo) nel 1982, lascia Milano dopo 151 partite complessive[4] e va all'Ascoli,[13] con cui disputa le sue due ultime stagioni in A. Nel novembre del 1984, dopo 4 gare coi marchigiani, scende in Serie B e ritorna per due anni a Perugia. Retrocessione in C1 nel 1986 e chiusura di carriera con una stagione da riserva al Catania, in Serie B e con una retrocessione. In carriera ha messo insieme 227 presenze e 30 reti in serie A, oltre che 103 presenze e 4 reti in Serie B. Unica presenza in nazionale, a Firenze, nel 1978: il 23 settembre è il primo irpino a indossare la maglia azzurra, amichevole vinta con la Turchia (1-0). E’ l’unica presenza in maglia azzurra, nella squadra nella quale ci sono Franco Causio e Claudio Sala.
(continua)
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