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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Mentre la maggioranza dominante si mostra occupata a schivare ogni colpo, a parare ogni mossa.
Resta una sola parola sul profilo del mondo: pace
E’ questo adesso il contesto all’interno del quale si contrastano potenze, superpotenze, alleanze, contro-alleanze, schieramenti politici e anche militari, si preannunciano ancora guerre, battaglie, vittorie, sconfitte.

E’ sempre molto difficile in questo scenario complessivo provare a trovare le idee giuste per dedurre qualche conseguenza concreta rispetto ai tanti, numerosi, significativi avvenimenti che si succedono incessantemente, e anche molto tragicamente, dinanzi ai nostri occhi. Molta parte di popolazione, la stragrande maggioranza, appare di fatto rintanata in se stessa, attonita, allibita di fronte a quanto accade, anche perché non è in grado di decodificare compiutamente cose, fatti, guerre, conflitti, vendette che prendono forma e non si fermano mai. E’ questo il tempo che si succede intorno a noi, che pure attendiamo di carpire pezzi di mondo nuovi, che veramente ripartono, prendono lo spunto giusto per ritrovare il vero equilibrio delle cose. E invece? Che cosa prende forma? A che cosa andiamo incontro davvero? Tutto quanto accade, che urla e si agita per combattere e per mettere in mostra la forza prevalente, sembra avere perso di vista anche gli equilibri falsi del passato, quelli che una volta erano considerati gli ideali ispiratori, la forza delle idee che, prima o poi, si affermeranno o perderanno consenso, ma, intanto, hanno motivato le popolazioni, le persone, fino a farle capaci che la storia li ha premiate o offuscate. Eppure, la maggioranza dominante, in fondo, si mostra occupata a schivare ogni colpo, a parare ogni mossa, ogni iniziativa giudicata frettolosamente deleteria e, quindi, lontana mille miglia da iniziative, invece, da sostenere e rafforzare. E’ questo, per esempio, lo scenario dominante rispetto ai vari tentativi messi in campo per provare a superare le conseguenze negative derivanti dai vari conflitti in atto che vengono vissuti sempre come scogli da mettere da parte proprio quando si devono elaborare rotte, tracciare percorsi. Il tentativo di fermare il tempo, di coagularlo in una dimensione non negativa, ma affrontabile, con il contenimento dei deflussi negativi, prevale in ogni singola azione che riesce a prendere forma. Ma nessuno – nessuno – in fondo si sta ponendo il problema di riprendere il decorso normale delle cose. In fondo, la netta maggioranza della minoranza vincente è convinta che è il momento di continuare a dominare, a confermare i domini che fruttano giusto, che distribuiscono dividendi di forza e, quindi, perseverano fermamente nell’attribuirsi prove di forza, nell’accatastare riserve di vittoria, di potere pervasivo, di dominio espansivo. E’ questo il contesto all’interno si del quale si contrastano potenze, superpotenze, alleanze, contro-alleanze, schieramenti politici e anche militari, si preannunciano guerre, battaglie, vittorie, sconfitte. E’ come se la corsa, pure in qualche tempo iniziata, non volesse più fermarsi. Oppure no, magari fermarsi ma non prima  di avere raggiunto traguardi precisi. Schivato colpi e pericoli o, al contrario, affondato in qualche pozzanghera molto più grande di quello che pure sembrava.

Questa è la sensazione che in tanti, ma forse non veramente tanti, sembrano avvertire. Una sola parola, però, adesso si avverte costante, è la parola pace. Pace.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

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