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Salerno Economy XIII.13 – 12.04.2024

Appare evidente che siamo sul confine di una nuova prospettiva sociale, questa sì di natura sostanziale. Ma, intanto, imperversano vecchi “schematismi”.

Il voto, la politica e le “ragioni” dello stipendio

Ma siamo veramente sicuri, che in campagna elettorale - per le europee, per le regionali, per le comunali - si parli di quello che interessa ai cittadini, alla gente comune che è restata aggrappata in questi anni allo stipendio, così lontano da quanto si guadagna andandosi a sedere sulla sedia di un qualsiasi Parlamento?
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Schematismi
Come era facilmente prevedibile, la situazione politica appare destinata ad assumere, regolarmente, un clima di scontro pragmaticamente progressivo, ineludibile, per arrivare alla determinazione di un quadro ben preciso, senza alcun tipo di contraddizione: o di qua o di là. E cioè: da un lato i buoni, coerenti con i propri principi più volte declamati, dall’altro i “cattivi”, alle prese con una serie di “bugie” che devono essere tenute bene in evidenza. Insomma, poco spazio alla creatività o alla fantasia: la politica italiana ha talmente le idee chiare che non “teme” di indicare con largo anticipo ai propri elettori le cose che non vanno nello schieramento contrario, più volte descritto come la conseguenza più evidente di una vera e propria contraddizione che va accantonata, anzi superata. Inutile richiamare, elencare, la serie di errori compiuti a centro, a sinistra e a destra, fino a confondere con una certa regolarità - anche dal punto di vista strettamente temporale - la sequenza di schieramenti che, in fondo, è lì a testimoniare come non sia cambiato proprio nulla negli ultimi venti, trenta’anni più o meno. Come, in realtà, abbia assunto “solo” un’altra valenza epocale la scelta dei partiti che ora sono più lontani, molto più lontani, dal rappresentare una vera e propria scelta esistenziale, oltre che politica. La crisi del significato dei partiti, perché proprio di questo aspetto si tratta, è, ormai, una vicenda che riguarda una parte talmente piccola dell’universo complessivo di quanti riescono ancora a trovare la motivazione didattica per recarsi al seggio elettorale, che in effetti è molto vicino a non significare quasi più nulla. E’ questa la vera e unica contraddizione che attraversa - puntando a prenderne un vero e proprio giovamento di carattere utilitaristico, ovviamente - la politica: meno siamo? Meglio siamo. Ma, a ben vedere, nell’immobilismo più totale, alla vaga ricerca di una ragione concreta per scegliere chi votare - con vari perché che vanno dall’interesse personale a una ragione politica anche di carattere storico o, se volete, anche filatelico - è evidente che siamo sul confine di una nuova prospettiva, questa sì di natura sostanziale. Se voti da una parte forse ci coloreremo di parole d’ordine che, in realtà, non preludono a nulla di tutto quello che vogliono lasciare immaginare; se voti dall’altra, lo scenario che si apre è ugualmente ondivago e abbastanza inconcludente. Restano i confini delle cose che si devono fare, che si possono fare, che le ragioni degli interessi prevalenti - quelli dei grandi gruppi di potere che comandano sempre il mondo (sotto il profilo economico, ovviamente) - configurano come evidenti e urgenti, senza alcuna possibilità di rinviare.
(continua)
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“Alcuni elementi portano a guardare con meno pessimismo alle prospettive della domanda per consumi”.

Vendite al dettaglio, leggero recupero in febbraio

Confcommercio: “Meglio del previsto, ma alcuni settori ancora in sofferenza”. Le stime preliminari dell’Istat indicano un aumento dello 0,1% sia in valore che in volume rispetto al mese precedente, mentre su base annua c’è un aumento del 2,4% in valore e dello 0,3% in volume”.
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Alcuni settori soffrono
“Nel secondo mese dell’anno le vendite al dettaglio riprendono un po’ di slancio dopo il risultato non certo indimenticabile di gennaio, con l’Istat che nelle stime preliminari indica un aumento mensile dello 0,1% sia in valore che in volume, mentre su base annua c’è un aumento del 2,4% in valore e dello 0,3% in volume. Le vendite dei beni alimentari aumentano dello 0,1% in valore e in volume su base congiunturale, e lo stesso andamento si riscontra in confronto a febbraio 2023 (+3,9% in volume e +0,4% in valore). Quanto ai non alimentari c’è un progresso dello 0,2% in valore e dello 0,1% in volume su base congiunturale, mentre il dato annuo parla di un progresso dell’1,1% in valore e dello 0,5% in volume. Nel trimestre novembre 2023-gennaio 2024, in termini congiunturali, le vendite aumentano in valore (+0,1%) e in volume (+0,3%), con le vendite dei beni alimentari stazionarie in valore e giù in volume (-0,7%), mentre quelle dei beni non alimentari crescono in valore (+0,2%) e calano (-0,1%) in volume”. Per i beni non alimentari, “si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti: l’aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria e cura della persona (+7,7%), mentre la diminuzione più forte è per dotazioni per l’informatica, le telecomunicazioni e telefonia (-1,8%). Rispetto a febbraio 2023, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+4%) e le vendite al di fuori dei negozi”, (+1%), mentre il commercio elettronico è in calo dello 0,5%.”.
Il commento di Confcommercio: “Meglio del previsto, ma alcuni settori ancora in sofferenza”.
“Dato che, seppur non brillante, presenta alcuni elementi che portano a guardare con meno pessimismo alle prospettive della domanda per consumi. Infatti, dopo quasi un biennio le vendite a volume sono tornate a segnare un moderato incremento nel confronto annuo, periodo ancora più lungo se si guarda alla sola componente alimentare. Il dato italiano, letto nel contesto europeo, si conferma lievemente meno negativo, in particolare nel confronto con la Germania. La repentina discesa dell’inflazione sta forse cominciando a produrre i suoi effetti sui comportamenti delle famiglie” (Ufficio Studi di Confcommercio su dati Istat”). “Non vanno comunque trascurati -conclude l’Ufficio Studi - gli elementi di criticità che sono ancora presenti. Per il commercio tradizionale, al netto dell’inflazione, il dato nel confronto annuo si mantiene negativo. Allo stesso tempo per alcuni segmenti, quali l’alimentare, l’abbigliamento e le calzature, la modesta crescita di febbraio ha solo attenuato le consistenti cadute della domanda registrate negli ultimi anni”.
(Fonte: confcommercio.it/10.04.2024)

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“A febbraio 2024 si stima, per l’interscambio commerciale con i Paesi extra Ue27, un aumento congiunturale per entrambi i flussi, più ampio per le esportazioni (+7,0%) rispetto alle importazioni (+5,4%)”.

Istat, saldo positivo (9,8 mld) nei primi due mesi 2024

Era +2,6 miliardi nello stesso periodo del 2023, il crollo tendenziale delle vendite verso la Cina è un effetto base derivante dal confronto con febbraio dell’anno scorso, quando l’export di prodotti farmaceutici registrò un consistente aumento.
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Un buon inizio
“A febbraio, la dinamica positiva dell’export verso i Paesi extra Ue è influenzata da movimentazioni occasionali di elevato impatto (cantieristica navale) verso gli Stati Uniti, al netto delle quali il profilo di crescita risulta più contenuto su base mensile (+3,1%) e negativo su base annua (-1,7%). Anche a febbraio, il crollo tendenziale delle vendite verso la Cina è un effetto base derivante dal confronto con febbraio 2023, quando l’export di prodotti farmaceutici verso tale Paese registrò un eccezionale aumento. L’import torna a crescere in termini congiunturali per effetto in particolare dei maggiori acquisti di beni strumentali e beni di consumo non durevoli; la sua flessione su base annua è in decisa attenuazione. Nei primi due mesi del 2024, il saldo commerciale con i Paesi extra Ue è positivo per 9,8 miliardi (era +2,6 miliardi nello stesso periodo del 2023)”.
L’Istat evidenzia che “a febbraio 2024 si stima, per l’interscambio commerciale con i Paesi extra Ue27, un aumento congiunturale per entrambi i flussi, più ampio per le esportazioni (+7,0%) rispetto alle importazioni (+5,4%). L’incremento su base mensile dell’export riguarda tutti i raggruppamenti ed è dovuto soprattutto alle maggiori vendite di beni strumentali (+15,5%) e in particolare di mezzi di navigazione marittima. Anche dal lato dell’import, si rilevano incrementi congiunturali per tutti i raggruppamenti; i più ampi per beni di consumo durevoli (+13,6%) e non durevoli (+7,3%) e beni strumentali (+8,3%). Nel trimestre dicembre 2023-febbraio 2024, rispetto al precedente, l’export aumenta dello 0,7%. Crescono le esportazioni di beni di consumo durevoli (+7,3%) e beni strumentali (+2,5%), si riducono quelle di energia (-12,2%) e beni intermedi (-0,6%); stazionarie le vendite di beni di consumo non durevoli. Nello stesso periodo, l’import registra una flessione dell’8,1%, generalizzata e più ampia per energia (-18,1%) e beni di consumo durevoli (-11,4%)”.
Risulta, quindi, che “a febbraio 2024, l’export cresce su base annua del 2,1% (era -0,4% a gennaio 2024). A contribuire sono principalmente le maggiori vendite di beni strumentali (+19,2%); in forte aumento su base annua anche le esportazioni di beni di consumo durevoli (+21,2%). L’import segna una flessione tendenziale del 10,4%, quasi totalmente dovuta alla contrazione degli acquisti di energia (-30,6%). A febbraio 2024 il saldo commerciale con i paesi extra Ue27 è positivo e pari a +6.739 milioni (+3.997 milioni nello stesso mese del 2023). Il deficit energetico (-3.773 milioni) è inferiore rispetto a un anno prima (-5.721 milioni). L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta da 9.718 milioni di febbraio 2023 a 10.512 milioni di febbraio 2024”.
(Istat-Periodo di riferimento: febbraio 2024/Data di pubblicazione: 28 marzo 2024)
(continua)
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Con 400 presenze è il settimo calciatore non italiano con più partite disputate. E’ stato uno dei più grandi attaccanti apparsi sul terreno di gioco del nostro massimo campionato.

Kurt Hamrin, l’«uccellino che vola», elegante e micidiale

Magico opportunista. Dribbling stretti, scatti, guizzi, allunghi. L’avversario non capiva più niente, cercava il tunnel, catturava i rimpalli. Era un genio del calcio, ambidestro, nel palleggio e nel tiro.
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Roma, stadio Olimpico, 19 maggio 1966. Il capitano della Fiorentina, Kurt Hamrin, riceve il trofeo della Coppa Italia 1965-1966 dopo la vittoriosa finale contro il Catanzaro (2-1).
(Er.Pa.) - Per capire bene, solo i numeri essenziali: con 191 reti in Serie A, è il nono migliore marcatore con una media-gol pari a 0,48 per partita. Con 400 presenze è il settimo calciatore non italiano con più partite disputate. Kurt Roland Hamrin (Stoccolma 19.11 1934/Firenze 04.02 2024) è stato uno dei più grandi attaccanti apparsi sul terreno di gioco del nostro massimo campionato, qui da noi in Italia, appunto, è stato il punto di riferimento che ha di fatto superato la la storia della Fiorentina:: si è rivelato immediatamente nella sua grandezza e ha lasciato il segno. Dotato di grande tecnica di base, scatto vincente, fiuto del gol (anche per quelli più difficili e imprevedibili), anche se non è riuscito a vincere il titolo di capocannoniere che, pure, ottenne nel suo Paese, la Svezia. Partecipò al campionato del mondo nel 1958 nello Stato scandinavo, arrivando alla finale.
Quinto figlio di un imbianchino, Karl da adolescente lavorò come apprendista operaio e, poi, come zincografo per il giornale svedese Dagens Nyheter. Nel 1953, a diciannove anni, conobbe Marianne, di un anno più giovane di lui, e la sposò due anni dopo: festeggiò nel 2005 le nozze d’oro. Ebbe cinque figli: Susanna, Carlotta, Piero, Riccardo ed Erika. Dopo l’attività sportiva, Hamrin si dedicò al commercio, import-export tra Svezia ed Italia di oggetti in ceramica. Ma la Cina era già ben presente sul mercato: niente da fare, il mercato lo costrinse a chiudere il suo negozio. Fece il talent-scout, fino al 2008, per il Milan in Toscana. Negli ultimi anni ha vissuto a Coverciano, dove ha collaborato con la scuola calcio della Settignanese. È morto il 4 febbraio del 2024, all’età di 89 anni.
Aveva tutto: tirava e segnava con facilità. Aveva fantasia e visione di gioco. Era molto veloce, in campo riusciva quasi a volar, lo chiamavano, infatti, “uccellino”. Grande opportunista. Dribbling stretti, scatti, guizzi, allunghi, l’avversario non capiva più niente, cercava il tunnel, catturava i rimpalli. Era ripagato da calcio, perché era ambidestro, nel palleggio e nel tiro. A diciannove anni era in prima divisione (10 maggio del 1953, contro l’IFK Malmö). Nella stagione 1954-1955 divenne capocannoniere in campionato con 22 gol nelle partite disputate. Il calcio svedese non ancora professionistico, costringeva, si può dire, le squadre a non riconoscere stipendi ai calciatori, ma solo un compenso a partita: cinquanta corone (circa 15 euro) in caso di vittoria o pareggio, mentre le sconfitte non erano remunerate. E, quindi, Hamrin di professione faceva il zincografo. Gianni Agnelli, presidente della Juventus, lo avvistò durante Portogallo-Svezia, lo ingaggiò per una spesa di quindicimila dollari. Hamrin - due gol all’esordio contro la Lazio e altre marcature contro Torino, Inter e Udinese - si fermò solo per tre infortuni consecutivi, la caviglia era troppo fragile?

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