Tra strategie e ricerche di alleanze che, alla fine, si manifesteranno tra mille problemi d convivenza.
C’era una volta il “centro”, le contraddizioni della politica
Chi ci ha perso di più in termini di elaborazione del proprio messaggio elettoralistico? Non c’è alcun dubbio: è la sinistra che pare rimasta a guardare e a protestare, e con poco spazio per pensare.
Eredità strutturale
Eppure, oggi che cosa sembra essere venuto meno alla sinistra di Schlein e di Romano Prodi (almeno inizialmente)? Proprio quella origine cattolica, chiaramente e profondamente radicata in donne e uomini di pensiero legati modernamente alla chiesa, con una visione senza dubbio progressista. Di tutto questo che cosa c’è nel Pd attuale? Che cosa si ritrova nell’azione di Schlein? Si è persa per strada, pare evidente, uno dei legami più forti e costruttivi con tanta parte di popolazione, italianamente cattolica, che guardava senza problemi a sinistra, anzi, a pensarci bene, verso il centro-sinistra.
Difficile recuperare questa parte di pensiero politico, mai eccessivamente legato alla gerarchia ecclesiastica che, di fatto, si è già persa, in larga rappresentanza, tra le braccia aperte del centrodestra che, però, non si è snaturato, ma ha solo un po’ ampliato la propria visione delle cose: cattolici, senza dubbio, ma fermamente legati a una visione attenta e strutturata, tipicamente di destra, cioè conservatrice e alternativa a tutto quello che richiama la sinistra.
Chi ci ha perso di più in termini di elaborazione del proprio messaggio politico? Non c’è alcun dubbio: la sinistra che pare rimasta a guardare e a protestare, e con poco spazio per pensare.
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“La produzione industriale è tornata a flettere a novembre e le stesse presenze turistiche destano perplessità”.
Confcommercio: l’economia resta tra luci e ombre
I dati dell’Ufficio Studi evidenziano che l’inizio del 2024 “si conferma pieno d’incertezze”. Pil a -0,1% su base mensile a gennaio.
Previsioni
Calo dell’inflazione e crescita dei salari spingono i consumi
Per il 2024, il “rientro ordinato” dell’inflazione e “un possibile miglioramento della dinamica salariale costituirebbero i pilastri di sostegno della propensione al consumo”. “La nostra stima - specifica Bella - di una variazione dei prezzi nel mese in corso dello 0,2% su dicembre porterebbe solo ad un minimo aumento (0,7%) su base annua. La doppia sfida della crescita e della finanza pubblica si può affrontare con ragionevole serenità. Sempre che le recenti tensioni geopolitiche non si trasformino in nuove e inattese strozzature nelle catene di fornitura globali, con riflessi negativi sui costi e sui prezzi e conseguenze (im)prevedibili su consumi e investimenti”.
(Fonte: confcommercio.it/18.01.2024)
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Il 33% dei consumi complessivi dovrebbe avere toccato quota 42 miliardi di euro.
Stranieri: boom di spesa in bar e ristoranti (2023)
Fiepet Confesercenti: il conto ammonta a oltre 13,8 miliardi. In media 65 milioni di ospiti hanno consentito di raggiungere oltre 212 euro a persona.
Numeri in netta crescita
I pubblici esercizi.
“Quella nei pubblici esercizi è la seconda voce di spesa in assoluto dei visitatori esteri in Italia, subito dopo l’alloggio, che ne assorbe il 36% per un totale di oltre 15,1 miliardi di euro. Seguono i trasporti (11%, o 4,6 miliardi), ma anche lo shopping nei nostri negozi, cui i turisti hanno destinato circa 4,2 miliardi, il 10% del totale. Circa il 6% - poco più di 2,5 miliardi - è andato invece ad attività ricreative e culturali, mentre quasi 1,7 miliardi sono stati assorbiti dalla spesa per altre attività e servizi”.
Chi ha consumato di più.
“In generale, a consumare di più - per un totale complessivo di 6,8 miliardi di euro - sono i turisti tedeschi. Al secondo posto i visitatori in arrivo dagli USA (5,2 miliardi di euro), seguiti da Regno Unito (3,8 miliardi), Francia (3,6 miliardi), Austria (2,1 miliardi), Spagna (1,8 miliardi) e Svizzera (1,6 miliardi). Seguono in classifica i viaggiatori del Canada (1 miliardo) e del Giappone (550 milioni), mentre la spesa della Russia si ferma a 210 milioni di euro. I restanti 15,34 miliardi di euro, invece, arrivano dai viaggiatori degli altri Paesi”.
(Fonte: confesercenti.it/28.01.2024)
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A portare a casa il trofeo (il primo a conquistarlo) fu l'inglese Stanley Matthews del Blackpool.
Il Pallone d’oro, la vera e unica storia del calcio di qualità
Il giornalista, già calciatore, Gabriel Hanot, insieme ai colleghi Jacques Ferran, Jacques Goddet e Jacques de Ryswick, si incontravano e decidevano di incoronare il più forte degli altri (nell’anno appena concluso), ricorrendo ai voti della stampa di settore.
Ronaldo, Inter uno dei vincitori del Pallone d'oro (1997)
Da quando fu attivato e fino al 1994, il regolamento faceva riferimento alla nazionalità di chi praticava lo sport in questione: il calcio ovviamente. Per partecipare alla corsa al titolo, doveva essere un cittadino europeo, anche se non mancate le deroghe, per gli argentini Di Stéfano e Sivori: il primo conquistò il Pallone d’oro per il Real Madrid nel 1957 e nel 1959 e il secondo per la Juventus nel 1961.
Il “Pallone d’oro” superò nel tempo una serie di limitazioni di carattere geografico e anche la mancanza di ufficialità del premio, perché riuscì a diventare il riconoscimento più atteso nel mondo del calcio. Nell’albo d’oro ritroviamo gli olandesi Johan Cruyff di Ajax e Barcellona, e Marco van Basten del Milan e il francese Michel Platini della Juventus: tutti con 3 affermazioni. Come brilla tra questi record, la vittoria del portiere sovietico Lev Jašin della Dinamo Mosca (edizione 1963), unico, straordinaria affermazione di un portiere.
Bisogna arrivare al 1995 per cogliere una vera e propria svolta nella storia del Pallone d’oro perché si supera il riferimento preciso alla nazionalità europea. Si perviene all’accesso anche dei giocatori extraeuropei. E le conseguenze si riflettono nell’albo d’oro: proprio nel 1995 il liberiano George Weah (Milan) fu il primo e (al momento unico) rappresentante dell’Africa a conquistare il premio. Nel 1997 è il Sudamerica - mettendo da parte i già premiati Di Stéfano e Sívori - a mettersi in luce con il brasiliano Ronaldo (Inter). Va detto che fino all'edizione del 2006 il Pallone d’oro rimane riservato a calciatori presenti nei club UEFA. E’ dall’edizione del 2007 che viene meno questa delimitazione. Oggi la partecipazione è aperta ai calciatori che militano in qualsiasi club che fa parte della FIFA.
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