contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Tra strategie e ricerche di alleanze che, alla fine, si manifesteranno tra mille problemi d convivenza.
C’era una volta il “centro”, le contraddizioni della politica
Chi ci ha perso di più in termini di elaborazione del proprio messaggio elettoralistico? Non c’è alcun dubbio: è la sinistra che pare rimasta a guardare e a protestare, e con poco spazio per pensare.

E’ ormai del tutto chiaro come il centrosinistra abbia subito un netto rimescolamento, fino a giungere a perdere quasi del tutto la connotazione di centro-sinistra prima (con il trattino) e di centrosinistra (senza) poi. In poche parole, è scomparsa la delimitazione, per certi versi fondamentale, di quell’area di centro, di origine e di sostanza democristiana, che alla fine, storicamente, scelse di continuare a propendere verso sinistra, rinunciando al centrodestra berlusconiano, dove oggi si collocano diverse aree che pure riconoscono, originariamente, nella Dc le proprie origini. Eppure, è proprio questa vasta sezione politica che ha tenuto in piedi – esprimendo leader di assoluta valenza – per anni il centrosinistra, fino a identificarsi (ma sempre con precisi riferimenti ideologici e culturali e senza troppi problemi di convivenza) con tutta quella classe politica storicamente rintracciabile nell’evoluzione del Pci-Pds-Ds.

Eppure, oggi che cosa sembra essere venuto meno alla sinistra di Schlein e di Romano Prodi (almeno inizialmente)? Proprio quella origine cattolica, chiaramente e profondamente radicata in donne e uomini di pensiero legati modernamente alla chiesa, con una visione senza dubbio progressista. Di tutto questo che cosa c’è nel Pd attuale? Che cosa si ritrova nell’azione di Schlein? Si è persa per strada, pare evidente, uno dei legami più forti e costruttivi con tanta parte di popolazione, italianamente cattolica, che guardava senza problemi a sinistra, anzi, a pensarci bene, verso il centro-sinistra.

Difficile recuperare questa parte di pensiero politico, mai eccessivamente legato alla gerarchia ecclesiastica che, di fatto, si è già persa, in larga rappresentanza, tra le braccia aperte del centrodestra che, però, non si è snaturato, ma ha solo un po’ ampliato la propria visione delle cose: cattolici, senza dubbio, ma fermamente legati a una visione attenta e strutturata, tipicamente di destra, cioè conservatrice e alternativa a tutto quello che richiama la sinistra.

Chi ci ha perso di più in termini di elaborazione del proprio messaggio politico? Non c’è alcun dubbio: la sinistra che pare rimasta a guardare e a protestare, e con poco spazio a pensare.

Come è possibile immaginare un percorso evolutivo, in grado, effettivamente, di influenzare la popolazione votante? Resta sempre da comprimere una dinamica nel pieno del suo sviluppo anche in termine di verifica di quanto precedentemente promesso e che, ora, attende di analizzare i risultati, tenendo conto delle cose fatte o non fatte e dei meriti o demeriti dell’opposizione che permane a dieci punti (più o meno) di distanza nelle proiezioni elettorali dal principale partito di destra.

Restano questi pochi mesi verso le elezioni. I peggiori o i migliori per fare politica e conquistare voti, che appaiono in netto declino. Ma il confronto si configura come la chiave migliore, per gli elettori, per capire dove andare a finire: a destra o a sinistra? Ma vuoi vedere che la migliore strada resta ancora – anche se è difficile da rintracciare – quella che un tempo si chiamava centro?

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

Libertas : Democrazia Cristiana / Democrazia Cristiana. - Firenze ; Roma : Stab. Vallecchi, [1948]. - 1 cartolina : color. ; 14x10 cm
Eredità strutturale
Back To Top
Cerca