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Salerno Economy XII.35 – 13.10.2023

Josè Màrio dos Santos Félix nasce il 26 gennaio 1963 a Setùbal, piccolo centro portoghese vicino Lisbona.

Mourinho, il racconto che prende la forma della storia

Nel 2010 l’Inter porta a casa la Coppa Italia, vince lo scudetto e, soprattutto, conquista la Champions League.
Roma's coach Jose Mourinho from Portugal (L) hugs Inter Milan's coach Simone Inzaghi from Italy ahead of the Italian Serie A football match between Inter Milan and AS Roma at San Siro stadium in Milan on April 23, 2022. (Photo by MARCO BERTORELLO / AFP) (Photo by MARCO BERTORELLO/AFP via Getty Images)
Passato (?) e presente.
La prima volta che vinse con il vestito da allenatore fu nel 1990. Con la squadra allievi del Vitoria Setùbal - contro il Racing Club de Paris - riuscì a portare a casa un prezioso 3-0 nella finale di Guyancourt (Versailles). Era l’inizio di una carriera che lo avrebbe visto diventare, subito dopo, assistente di João Alves e Jesualdo Ferreira (Estrela Amadora) e di Bobby Robson allo Sporting Lisbona (dove si occupava anche di fare l’interprete ed il preparatore dei portieri), allenatore che lo tenne accanto come vice al Porto e al Barcellona.
Josè Màrio dos Santos Félix Mourinho nasce il 26 gennaio 1963, naturalmente a Setùbal, piccolo centro portoghese vicino Lisbona. Gioca a calcio per poco tempo, con risultati non esaltanti: nel 1987 si ritira e decide di lavorare. Sceglie di fare il professore di educazione fisica nelle scuole medie. Dopo la collaborazione con il padre (che fa l’allenatore) - segue le squadre avversarie, analizza schemi e tattiche - si iscrive al corso per ottenere il patentino Uefa. Nella sua mente si erano già ben profilati miti e riferimenti importanti: l’allenatore ungherese Béla Guttmann (che negli anni ’60 conquista sulla panchina del Benfica ben due Coppe dei Campioni), Helenio Herrera, sono i riferimenti centrali nella mente di Mourinho per mettere a punto una strategia chiara e precisa, che puntava in alto, molto in alto.
Svolge un percorso lungo e molto articolato al seguito di allenatori di primaria importanza che lo scelgono come assistente: Sir Bobby Robson e Louis Van Gaal (Barcellona). Quando transita al Benfica e riesce ad arrivare al Porto (gennaio 2002) - che può considerarsi il vero esordio della sua carriera di mister - deve fare i conti con un campionato molto difficile e con una squadra che ha bisogno di un tecnico a tutti gli effetti. Raccoglie la fiducia e la stima di tutti e riesce a qualificarsi anche per la successiva Champions League. Da allenatore del Porto vince la Coppa Uefa e anche, ovviamente, la Champions League, alla quale non riusciva a credere davvero nessuno. Contro il Manchester United è una rete a tempo scaduto di Costinha (all’Old Trafford) che gli consente di battere gli inglesi al ritorno degli ottavi: 9 marzo 2004. E’ questa la fase più mitologica che porta Mourinho a diventare subito, immediatamente, lo Special One più osannato del calcio europeo e contemporaneo.
(continua)
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L’andamento climatico assume un peso determinante, soprattutto per le varietà più tardive.

La vendemmia frena: “Stabile al Nord ma in picco al Sud”.

Le stime di Unione Italiana Vini (Uiv), Ismea e Assoenologi: il calo medio individuato in un - 12%, la produzione si ferma a 44 milioni di ettolitri.
Numeri Economia-Vino biologico
Vigne in produzione
“Scende intorno ai 44 milioni di ettolitri la produzione di vino in Italia, in calo del 12% rispetto ai 50 milioni dello scorso anno. Ma quella del 2023 è una vendemmia a due velocità, stabile al Nord, in picco al Sud”. Chiaro il quadro delineato dalle previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) - presentate al Ministero dell’Agricoltura - in base alle quali la vendemmia di quest’anno potrebbe essere la più leggera degli ultimi sei anni”. Si delinea, quindi, “un vigneto Italia spaccato a metà quello fotografato dall’Osservatorio, che vede il Nord confermare i livelli dello scorso anno (+0,8%), mentre al Centro, al Sud si registrano flessioni attorno al 20% e 30%”. In particolare, “protagonista non gradita dell’annata, la Peronospora, malattia fungina determinata dalle frequenti piogge che non ha lasciato scampo a molti vigneti soprattutto del Centro-Sud. E la contrazione comporterebbe la cessione del primato produttivo mondiale alla Francia, la cui produzione è stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri, - 2% sul 2022”. Peserà, però, anche “l’andamento climatico delle prossime settimane, cruciali per le varietà più tardive”.
Va evidenziato, quindi, che “se il Nord tiene, con il - 2% del Piemonte, e addirittura cresce, con il + 5% del Veneto ed il +15% della Lombardia, dal Centro al Sud i dati sono decisamente peggiori: si va dal - 4,5% dell’Emilia Romagna al - 20% di Toscana e Lazio, dal - 25% delle Marche al - 30% di Sicilia e Puglia, al - 40% dell’Abruzzo, con un situazione che mette in grande difficoltà soprattutto i viticoltori”. E’ questo il quadro di sintesi in base alle stime di Unione Italiana Vini (Uiv), Ismea e Assoenologi.
Il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, evidenzia “una vendemmia molto complessa, per gli effetti di alluvioni, grandinate e siccità. La fotografia ci indica un calo della produzione significativo, ma otterremo vini di buona qualità, con punte di eccellenza”.
La contrazione produttiva, però, non va affrontata con troppa preoccupazione, “visto il livello elevato di giacenze - specifica il Commissario straordinario di Ismea, Livio Proietti - che ha superato i 49 milioni di ettolitri. Il problema di fondo “è il rallentamento della domanda interna ed estera, che sta deprimendo i listini”.
(Fonte: ansa.it/12.09.2023; winenews.it/12.09.2023)
(continua)
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L’analisi Istat. I dati evidenziano un trend positivo (61,5%, +0,1% rispetto a luglio) del mercato del lavoro dal punto di vista delle assunzioni.

“L’occupazione torna a crescere, ma restano criticità”

Confcommercio: “Ad agosto la disoccupazione scende, il 7,3% contro il 7,5% del mese precedente”.
Glocal-Immagine lavoro
Paesaggio con difficoltà emergenti
“Dopo lo stop di luglio, ad agosto il mercato del lavoro torna ad essere caratterizzato dal trend degli ultimi mesi, con disoccupazione in discesa (7,3%, -0,2 punti rispetto a luglio, e quella giovanile al 22%) e occupazione in salita al 61,5% (+0,1% sul mese precedente). Così l’Istat nella stima preliminare, in cui specifica di aver rilevato su base mensile una diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-3,2%, pari a -62mila unità) e una sostanziale stabilità del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (il relativo tasso è fermo al 33,5%). Rispetto ad agosto 2022 cala sia il numero di persone in cerca di lavoro (-9,1%) che il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (-3,1%)”. E bisogna aggiungere: “Quanto all'occupazione si registrano 59mila unità in più rispetto al mese precedente, soprattutto tra i dipendenti a termine, e +523mila unità su base annua (+2,3%). In totale gli occupati sono 23milioni 593mila (rispetto ad agosto 2022 +550mila dipendenti permanenti e +48mila autonomi, -74mila dipendenti a termine). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d'età, ad eccezione dei 35-49enni per effetto della dinamica demografica negativa. Nel trimestre giugno-agosto 2023 l’occupazione è cresciuta dello 0,5%, per un totale di 129mila occupati, rispetto al trimestre precedente”. In sintesi, evidenzia la Confcommercio: “L’occupazione torna a crescere, ma restano criticità”.
Il quadro, che si è delineato, apre un percorso di più ampio respiro, sebbene sia chiaro che non bisogna sottovalutare, nel complesso, ogni dinamica che prende forma, perché lo scenario palesa sempre elementi di difficoltà. “I risultati positivi registrati nel mese di agosto sul versante del mercato del lavoro - specifica Confcommercio - attenuano le preoccupazioni sulla possibilità che la nostra economia stia entrando in una fase di, sia pur moderata, recessione. Dopo l’inciampo di luglio l’occupazione è tornata a crescere riposizionandosi ai massimi dall’inizio delle serie storiche: nel confronto annuo la variazione è pari a 523mila unità.
(Fonte: confcommercio.it/02.10.2023)
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Il suo ruolo fu quello della spalla del fuoriclasse, ma senza mai rinunciare a proporre gioco, alla prospettiva di arrivare a mettere la palla in rete.

Lodetti, il grande mediano che ha vinto tutto

Un giocatore completo: la doppietta nel derby del 1964 resta per i tifosi del Milan tra le più belle. Ha conquistato due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe. Il calciatore-roccia al fianco di Rivera.
Lodetti-Pianeta Milan
Giovanni Carlo Lodetti.
(Er.Pa) - Giovanni Carlo Lodetti, lavoratore instancabile, centrocampista in grado di sostenere lo sforzo essenziale per fare giocare, con meno pressione e generosa libertà, campioni - come Gianni Rivera - di prima grandezza che, probabilmente, non avrebbero “strabrillato” (sempre) nello spazio magico del grande calcio. Lo hanno definito “infaticabile lottatore di centrocampo”, titolare di quel “lavoro oscuro” che alle scarpe dorate del calcio non poteva quasi mai essere addossato. Ma lui, il grande Lodetti, sapeva anche proporre gioco e mettere con classe la palla in rete. Un giocatore completo: la doppietta nel derby del 1964 resta per i tifosi del Milan tra le più belle. Ma lui ha conquistato anche due scudetti, due Coppe dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Italia e una Coppa delle Coppe: ha vinto tutto, senza perdere (mai) di vista il suo orizzonte, quello di un armoniosa e vincente semplicità, la vera grandezza che fa di un calciatore la roccia della squadra che scende sul terreno di gioco.
Nacque a Caselle Lurani (10 agosto 1942), divenne campione europeo con la Nazionale nel 1968, occupando sempre il ruolo di centrocampista. Figlio di un falegname, aveva già iniziato a lavorare a quattordici anni, in un’azienda meccanica. Ma il calcio lo chiamò senza perdere tempo. Nelle giovanili del Milan si capì subito che aveva davanti a sé spalancato il portone della prima squadra. Nel 1961 vinse il primo scudetto. Il suo ruolo divenne quello della spalla del fuoriclasse, ma senza mai rinunciare a proporre gioco, senza mai fare un passo indietro rispetto alla ragionata prospettiva di arrivare a mettere la palla in rete.
Aveva iniziato a tirare calci alla sfera di cuoio nell’oratorio del suo paese: a quindici anni faceva parte del settore giovanile del Milan. Nel 1961 conquistò il posto in prima squadra. Riuscì a vincere, proprio all’esordio in massima serie, il campionato, Il 17 febbraio del 1963 per la prima volta mise la palla in rete: contro il Lanerossi Vicenza. Iniziò così l’avventura del posto da titolare in prima squadra e fu un percorso netto: Coppa dei Campioni (1962-1963), Coppa Italia (1966-1967), campionato di serie A (1967-1968), Coppa delle Coppe (1967-1968), ma anche Coppa dei Campioni (1968-1969) e Coppa Intercontinentale (1969). E va detto che in nove stagioni scese in campo con il Milan in 288 partite e segnò 26 gol.
(continua)
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