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Salerno Economy XII.31 – 15.09.2023

Le previsioni per l’Italia “in linea con l’eurozona e l’Ue”, restano sempre legate al “calo della domanda interna”.

La politica? Pensa a salvarsi dal grande “bagno” dell’economia

Influisce tra l’altro il dato dell’inflazione che “è attesa nel 2023 al 5,6% nell’Eurozona (da 5,8%) e al 2,9% nel 2024 (da 2,8%)”. Mentre da noi in Italia dovrebbe attestarsi “al 5,9% e al 2,9% il prossimo anno”.
Ue-G. Coppola
Priorità Ue
A volte i numeri riescono a disegnare, in maniera più ampia e precisa, la realtà effettiva delle cose. E, anche, a insistere con chiarezza su quanto sta accadendo e, molto probabilmente, continuerà ad accadere, determinando una netta separazione, va detto (anche se è del tutto banale) tra la linea strategica che sarà imposta - più o meno - dalla politica e l’evolversi del quadro socio/economico, che seguirà, come sempre, la sua strada. Se è, ormai, ben evidente che il sentiero della salvezza - che, per fortuna, continua a gocciolare soldi - si chiama Piano nazionale di ripresa e resilienza (il pagamento della terza rata si è concretizzato in 18,5 miliardi di euro), tutto il resto è sintetizzato nel quadro descritto con accuratezza recentemente da Gentiloni a proposito dell’evoluzione del Pil e della collocazione dell’Italia sulla base - questa volta - dei numeri, che raramente non mettono a fuoco quanto accade o sta per accadere. Va detto che il Recovery italiano deve ottenere ancora l’ok alle modifiche della quarta rata. Ma questi sono aspetti del tutto “secondari”, soprattutto ora che appare all’orizzonte il risultato tanto auspicato quanto soggetto, ancora, a critiche e strumentalizzazioni politiche da una parte e dall’altra del Parlamento, che resta in attesa di nomine di primo piano proprio nel bacino Ue (sul versante della Bce, della Bei, della nuova Autorità Antiriciclaggio, Amla), nomine che restano bene al centro della politica che non si distrae mai di fronte a questi scenari. E resta aperta, ovviamente, la questione del Patto di stabilità: si ricorderà che a luglio i francesi si schierarono contro le regole automatiche, i tedeschi si arroccarono sul debito e noi chiedemmo lo scorporo degli investimenti da quelle che si possono definire priorità europee. In questo caso bisognerà rintracciare una forma di accordo solida e credibile: entro fine anno, dovrà (dovrebbe) ritrovare (piena) attuazione il vecchio “Patto”. Senza parlare delle proposte di Eurostat - che si relazionerà prima o poi con Roma - su come conteggiare, rispetto al deficit, il superbonus 2023 e rapportarlo alla Nadef.
(continua)
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“Tra le mete vincono le località marittime, seguono città d’arte e montagna”, senza lunghe permanenze.

Turismo, a settembre? Mare sempre in testa

Osservatorio Confcommercio-Swg: “Più di undici milioni gli italiani che hanno scelto l’ultima parte dell’estate per partire”.
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Ultima pausa prima dell'inverno
“Il mese di settembre si conferma ancora una volta molto gettonato per le vacanze. Saranno infatti 11,5 milioni gli italiani in viaggio, per una o più volte, nell’ultima parte dell'estate, per un totale di 12,5 milioni di partenze”. Questi i dati rilevati dall’ultimo Osservatorio Turismo di Confcommercio e Swg, che conferma previsioni e proiezioni che hanno già preso forma nel corso degli ultimi mesi. “Vincoli familiari, di lavoro e di studio - si spiega - non favoriranno però le lunghe permanenze. I viaggi di sette giorni o più saranno solo il 18%, mentre quelli di uno o due pernottamenti al massimo ammonteranno a oltre il 60%. Settembre, insomma, rimane una scelta fortemente voluta dai vacanzieri e non un ripiego. Un italiano su tre lo ha definito, infatti, il mese migliore per visitare la destinazione prescelta e uno su quattro ha dichiarato di preferirlo perché è un mese ricco di spettacoli, eventi culturali e iniziative”.
Scelte, quelle dei vacanzieri, che sono state avviate sulla base di un’ampia e approfondita valutazione. “Il viaggiatore settembrino ha già deciso a inizio mese dove e con chi andare (in sei casi su dieci) e dove alloggiare (uno su due). I budget a disposizione saranno invece più flessibili, con qualche piccola spesa extra in programma”.
Le vacanze al mare restano, in ogni caso, il riferimento principale. “Tra le mete spiccano ancora al primo posto le località di mare, scelte da quattro italiani su dieci. Seguono città d’arte e montagna che totalizzano il 30% delle preferenze. Per quanto riguarda le regioni più gettonate troviamo: Liguria, Toscana, Campania, Trentino Alto Adige e Lazio. Solo il 13% degli intervistati farà viaggi all'estero. Il mezzo di trasporto principale sarà l’auto privata, scelta da sei italiani su dieci”.
(Fonte: confcommercio.it/07.09.2023)
(continua)
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Storia di un grande talento destinato a rimanere nel cuore dei tifosi per un passaggio, un lancio, un dribbling, un gol che era andato a riempire, con tattica intelligenza, la rete della squadra avversaria.

Frustalupi, il campione che vinse con Inter e Lazio

Giocò fino a 39 anni, costruendo un percorso ricco anche di itinerari lontani dal grande calcio, dove recitò un ruolo di primo piano, che resta impresso nella mente dei nostalgici sempre in attesa di rivivere quei momenti dove prevaleva la classe innata e preziosa dei grandi calciatori come lui.
Mario Frustalupi (Pinterest)
Mario Frustalupi, scudetto con Inter e Lazio
di Ernesto Pappalardo

Vinse due campionati di serie A (con l’Inter nel 1970-1971 e con la Lazio nel 1973-1974), fu un grande regista “classico” e, soprattutto, dimostrò che in Italia, proprio in quegli anni, c’era chi impersonava un modello tattico che già programmava i tagli verticali in grado di beatizzare attaccanti del calibro, per esempio, di Giorgio Chinaglia, “Long John”. Mario Frustalupi giocò fino a 39 anni, costruendo un percorso ricco, va detto, anche di passaggi lontani dal grande calcio, che, invece, gli aveva assegnato un ruolo di primo piano - con Inter e Lazio - e che resta impresso nella mente del tifoso nostalgico, sempre in attesa di rivivere quei momenti dove prevaleva la classe innata e preziosa di grandi calciatori destinati a rimanere nel cuore per un passaggio, un lancio, un dribbling, un gol che era andato a riempire, con tattica intelligenza, la rete della squadra avversaria.
“Quando Frustalupi - spiegò bene Mario Corso dopo la vittoria dello scudetto da parte di Frustalupi con la maglia biancazzurra - venne ingaggiato dalla Lazio, io ho sostenuto che quello sarebbe stato, a lungo andare, il più importante colpo del mercato. Adesso credo che siano tutti a darmi ragione. Ma io non sono un indovino, sono uno che il calcio lo conosce abbastanza per poter definire Frustalupi un campione”. E come non capire bene le parole dello stesso Frustalupi che spiegava come fosse felice, “contento di non essere un campione, un bambino prodigio alla Rivera o alla Mazzola. Loro hanno dovuto difendere per anni una reputazione da fuoriclasse. E’ difficile e logorante. Io sono cresciuto piano piano e ho avuto meno stress. Durerò molto più a lungo”.
Era nato a Orvieto, in provincia di Terni nel 1942 (12 settembre), faceva il centrocampista ed aveva esordito in serie A con la maglia della Sampdoria ( il 5 maggio del 1963) nella partita sul campo del Torino: 4 a 2 per i granata. Poi andò ad Empoli e nel 1962 tornò a Genova, alla Samp, fino ad approdare a Milano in maglia nerazzurra (dal 1970 al 1972). A seguire la Lazio (1975 e 1977) con Tommaso Maestrelli. E ancora momenti e gol importanti, ricchi di soddisfazioni fino agli anni ‘80: Cesena e Pistoiese (con Rognoni e Lippi), fino a mettere il suo ultimo pallone dentro la rete (Pistoiese-Avellino, 2-1).
(continua)
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