Ma il patrimonio delle famiglie, intanto, ha superato i 5.256 miliardi (dati Fabi), +50% dal 2011.
Tra debito e risparmi, navigazione a vista
Mentre la campagna elettorale e la corsa al voto disegnano un aggregato sociale alle prese con nuovi scenari che richiedono scelte consapevoli, senza divisioni destinate a compiere il danno di rallentare ogni percorso sostenibile.
Tra le onde
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La dinamica di autoconservazione dei gruppi dirigenti dei partiti nella preoccupazione di mantenere le posizioni in Parlamento.
La pancia e la testa, il doppio sguardo sulla battaglia elettorale
Le liste-salvataggio e l’astensionismo incombente. Due Paesi ancora lontani e la politica che stenta a farsi mediazione.
Mario Draghi, è in partita o no?
Visto dalla pancia, il panorama offerto dalle liste elettorali stimola i succhi gastrici della perdurante antipolitica. Un affare di casta tra paracadutati, collegi sicuri per vecchi e nuovi notabili, legami virtuali con i territori.
Visto dalla testa quello stesso panorama, magari con una sfumatura poco più nobile di quella manifestata dalla pancia, disegna la dinamica di autoconservazione dei gruppi dirigenti dei partiti nella preoccupazione di mantenere almeno le posizioni in Parlamento e autotutelarsi dallo tsunami che secondo i sondaggi esploderà il prossimo 25 settembre.
L’esercito degli uscenti esclusi e non ripescati attraversa tutte le compagini politiche. Nel pianto generale tuttavia non tutte le lacrime sono uguali e legittime. Ci sono quelli che avrebbero meritato una chance ma sono stati sacrificati sull’altare del salvataggio del big di corrente di turno. Ci sono quelli che forse una legittimazione sul campo nel quadriennio parlamentare che hanno alle spalle poco o nulla l’hanno conquistata eppure adesso si sciolgono nella polemica contro i leader autoreferenziali. Casi non tutti unificabili se non per una costante: il cambio di legge elettorale con annesso taglio dei parlamentari. Ovvero: meno posti in Parlamento e più ferrea disciplina di controllo e decisione da parte dei leader sui candidati/nominati.
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La nuova soggettività politica, le energie, i rischi e le risorse ambientali della Val d’Agri.
La città dei paesaggi nella transizione ecologica
A Tramutola l’orchidea nera di Ugo Marano si ricompone e nasce un percorso innovativo sulle migliori pratiche di utilizzazione del potenziale energetico del territorio.
Pasquale Persico
Alla fine del mese di agosto - appena concluso - il Prof. Domenico Guida, direttore del Cugri - Centro Universitario Grandi Rischi - insieme con il sindaco di Tramutola Dr. Luigi Marotta e con il Prof. Roberto Scarpa dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, hanno convocato i partner del progetto Centro di Ricerca Territoriale della Lucania Interna per annunciare che con i fondi nazionali ed europei complementari al Pnrr sarà possibile finanziare la realizzazione dell’ecosistema per l’innovazione ed il processo di gestione della transizione ecologica connessa alle energie, ai rischi ed alle risorse ambientali della Val d’Agri. Una giornata di confronto e è stata poggiata sulla nuova soggettività politica dei tramutolesi che a loro volta hanno chiamato gli abitanti della Valle a riprendere il cammino di una possibile cittadinanza attiva, moltiplicando le energie che renderanno gli abitanti e gli abitanti equivalenti (residenti nel temporaneo contemporaneo) protagonisti dei futuri possibili.
A giudizio del sindaco, per il suo vissuto professionale e politico, è arrivato finalmente il tempo di ricomporre i cocci dell’Orchidea Nera portata dall’Artista Ugo Marano nella Valle delle Orchidee, nel lontano 1996, per dare voce al pensiero storico della Fondazione Enrico Mattei dell’Eni: una proposta politica, mai veramente interpretata dalla governance aziendale delle imprese estrattive della risorse petrolifere della Valle e solo parzialmente ipotizzata dalla governace pubblica nazionale e regionale della politica economica.
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Mangiare a dismisura e a qualsiasi orario del giorno e della notte può anche non dipendere da problemi psicologici o conflitti interiori.
Fame nervosa? Ecco i rimedi
La voglia incontrollabile di introdurre cibo nel nostro corpo spinti da una miriade di emozioni che col tempo diventa uno stile di vita alimentare sbagliato e difficile da correggere.
Cucina sana
Fame nervosa o anche eating emozionale per dirla all’inglese. Sono termini che indicano quella voglia incontrollabile di introdurre cibo nel nostro corpo spinti da una miriade di emozioni che col tempo diventa uno stile di vita alimentare sbagliato e difficile da correggere. Stress, ansia, super-lavoro, malinconia, noia, affaticamento, rabbia e depressione ci fanno mangiare senza freni e più cerchiamo di bloccare questo istinto più ne siamo attratti e la fame nervosa aumenta. Ma niente paura. Fortunatamente le soluzioni ci sono e ci possono essere di aiuto.
Cibo ed emozioni.
Il legame tra alimentazione ed emozioni è ovvio ma questo non significa che mangiare a dismisura e a qualsiasi orario del giorno e della notte dipenda per forza da problemi psicologici o conflitti interiori: sono anche le emozioni derivanti dalle normali attività di vita quotidiana che possono spingerci ad assumere alimenti in modo compulsivo. Proviamo a descrivere il profilo del mangiatore tipo che non controlla lo stimolo della fame nervosa.
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