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Salerno Economy X.03 – 22.01.2021

Ma come saranno, realmente, riempiti i programmi delle forze chiamate a confrontarsi?

Elezioni amministrative, la grande sfida sulle cose da fare (o non fare)

Tutte le “declamazioni” che ci attendono non possono non partire dalla considerazione di quanto è accaduto in questi mesi e di come ha, di fatto, “costretto” la città a reagire (o a non reagire).
Glocal-Politica
Contenuti (?)
Inizia a delinearsi la grande, ulteriore, corsa verso le elezioni amministrative previste per il periodo di giugno. Al voto anche Salerno che dovrà rinnovare il consiglio comunale e individuare il sindaco per i prossimi anni. Ma, se si allarga un po’ lo sguardo, ci si rende conto che la sfida elettorale si inserisce in un contesto nel quale dovrebbe essere prevalente la massima attenzione per la presenza diffusa e continua della pandemia. L’allarme sanitario dipana uno scenario sociale che sottrae attenzione, non c’è alcun dubbio, alla partita che si svolgerà per le amministrative, anche in considerazione del quadro politico nazionale che non offre, per quanto si riesce a comprendere, riferimenti saldi e radicati, proponendo, invece, incertezze e apprensioni. E’ evidente, quindi, che lo scontro che si verificherà tra le varie liste a Salerno, tra le aggregazioni che riusciranno a comporre schieramenti ben riconoscibili, si calerà in un quadro che merita, senza dubbio, una non superficiale riflessione.
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Un aumento dell’ordine raccontato “incentiva” la diffusione dell’entropia negativa, la cosiddetta “neghentropia”.

Oltre il caos? Navighiamo tra caso e necessità

Abbiamo bisogno di un pensiero lungo per uscire dalle trappola del tempo fermo. La città “bastevole” deve emergere come cambio di paradigma a livello globale.

Nemmeno Greta ce l’avrebbe fatta, in ricordo di Fiamma Pintacuda
di Amedeo Trezza
P. Persico-casa-morra-cs-Pasquale-Persico
Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Riprendo le conclusioni de “Il Punto di Arpocrate” di questa settimana - “Il super Cipe” e l’esperienza del governo Prodi 2”, 19.01.2021 - per cercare di capire se la casualità, che ci viene incontro, ci consentirà di andare oltre la necessità di un raccordo efficace con le politiche europee per l’uscita dalla crisi del sistema istituzionale ed economico, in stallo visivo e sostanziale. Ecco, allora, che la nuova precisazione di Romano Prodi ci aiuta a capirne di più: il Cipe, lo Stato, deve essere un organismo autorevole, competente, in grado di fare vivere (partecipare) tutti i ruoli istituzionali (Regioni, Comuni, parti sociali e rappresentanze) assegnati dalla Costituzione, per comporre la sequenza giusta ed efficace dei progetti del Recovery Fund; bisogna evitare che i criteri di valutazione dei singoli progetti disperdano la necessità di vederli in progressione, come rete-infrastruttura (Sanità, Istruzione, Clima, Ambiente, etc) in grado di moltiplicare l’efficacia totale dei fattori produttivi per l’occupazione. Bisogna evitare, ancora una volta - dopo quella volta - che la storia di cui si parla, metta in discussione qualsiasi gerarchia di valori capaci di ordinare in sequenza le cose da fare.
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L’analisi sulle dinamiche del lavoro che emerge dal Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere.

Occupazione, pensare “smart” e agire “digital”

La competenza in materia di innovazione è richiesta, nell’86% dei casi, a informatici, fisici e chimici. Oltre che, ovviamente, a progettisti, ingegneri e architetti. Stesso profilo anche per formatori e insegnanti.
Immagine lavoro
Cambiamento
di Diletta Turco

Innovazione e digital. Corre su questo binario la ricerca efficace di lavoro per chi ancora non ce l’ha. I profili occupazionali più inseguiti nel 2021 che è appena iniziato, in provincia di Salerno, come nel resto dell’Italia, al di là delle posizioni specifiche, hanno tutti un filo rosso. E cioè la capacità dei possibili candidati a “pensare smart” e, soprattutto, “agire digital”. A dirlo è il bollettino del sistema informativo Excelsior di Unioncamere che ha letteralmente messo sotto la lente di ingrandimento un panel di aziende di tutti i settori produttivi per capire se assumeranno nell’anno post-pandemico. Chi assumeranno, e soprattutto perché. Quest’ultimo interrogativo trova la risposta proprio in uno dei due pilastri citati ad inizio articolo, e cioè il “pensare smart”. Mai come adesso, dopo un anno di rivoluzioni totali che hanno stravolto i luoghi, i modi e anche i tempi del lavoro e del consumo dei prodotti - al netto del calo per via del potere d’acquisto ridimensionato - è importante che i processi produttivi siano “diversi” e innovativi.
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“La gente abituata a subire gli eventi, a considerarsi nulla, comprende che giorno dopo giorno è stata protagonista di un’intera civiltà: la civiltà contadina”.

“Zero non esiste, ritorno in Val d’Agri”

Il nuovo libro di Enzo Capuano (edito da Lastaria e distribuito da Messaggerie libri), che ricostruisce con delicatezza e precisione documentaria la “risurrezione”, negli anni Cinquanta e Sessanta, di una zona d’Italia allora sconosciuta ai più.

Riportiamo di seguito, grazie alla concessione dell’autore, un passaggio della pubblicazione disponibile in questi giorni.
Lo speciale 1- copertina libro ZERO NON ESISTE
La copertina del libro
di Enzo Capuano

Un giorno, in quella valle persa nel tempo, arrivò Cristo. Non e possibile? Cristo non si fermo a Eboli? Sì, è vero, ma dimenticate che veniva da Sud. Il suo pellegrinare terminò a Eboli, non aveva bisogno di andare oltre, di proseguire verso Nord. Aveva ritrovato nella Lucania una regione impregnata di sudore, dolore, fatica, una terra dalle emozioni semplici ma profonde, un paese che gli ricordava i suoi luoghi, la sua gente, la sua famiglia. Cristo ne fu incantato. Lo stesso fascino avrebbe ammaliato Eugenio Azimonti, Carlo Levi, Manlio Rossi Doria, Ernesto De Martino… e chiunque abbia respirato quei siti. A quei luoghi Cristo affidò la custodia del tempo. Agli inizi degli anni Cinquanta Eduardo arriva nella valle e scopre un territorio addormentato, abitato da contadini che ogni mattina scendono dai monti, lungo l’Agri, per un pezzo di pane. Terra popolata di ricordi di gente ormai lontana, emigrata a grappoli.
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E’ aumentata “solo la spesa domestica, con il lockdown e le altre limitazioni che hanno riportato gli italiani ai fornelli”.

In pizzeria il crack è pari a 5 miliardi nel 2020

Coldiretti: “Le vendite nei locali sono praticamente dimezzate. A rischio il futuro di 63mila pizzerie con circa 200mila addetti presenti lungo la Penisola. Ma le difficoltà si trasferiscono lungo tutta la filiera”.

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Crisi
“Con gran parte delle pizzerie chiuse per l’entrata in vigore delle misure di prevenzione previste dal Dpcm nella nuova mappa di colori nelle regioni, la Giornata internazionale della pizza si celebra quest’anno soprattutto nelle case dove oltre 4 italiani su 10 (44%) hanno scelto di prepararsela da soli pur di non rinunciarci”. E’ questo lo scenario che viene delineato da un sondaggio “condotto sul sito www.coldiretti.it in occasione della giornata dedicata al simbolo della cucina italiana più conosciuta nel mondo che si celebra il 17 gennaio”. Si è trattato, quindi, di una celebrazione che è venuta a cadere in un momento particolarmente, caratterizzato “dall’emergenza coronavirus con la grande maggioranza delle pizzerie italiane - ha sottolineato la Coldiretti - chiuse per il servizio al tavolo nelle regioni arancioni e rosse e le altre duramente provate dalle limitazioni negli spostamenti e negli orari di apertura, con il coprifuoco, nonostante la debole boccata d’ossigeno rappresentata dalla possibilità di consegna a domicilio e di asporto”.
(Fonte: coldiretti.it/ 16.01.2021)
(continua)
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