Il Mezzogiorno arriva alla pausa estiva con la consapevolezza dell’asprezza delle prossime elezioni regionali in Campania.
L’economia? Tra strategie e “tecniche” di voto
Resta il quadro complessivo di un Sud alle prese con il rallentamento eccessivo della produttività e, nello stesso tempo, con una perdita diffusa di forza/lavoro che sarà molto difficile recuperare.
Rallentamento
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Le anticipazioni del Rapporto Svimez 2019 su “L’economia e la società del Mezzogiorno”.
Sud, lo spettro della recessione
Divario territoriale riaperto. Si allarga la forbice con il Centro-Nord. Mancano all’appello quasi 3 milioni di posti di lavoro per colmare il gap occupazionale con le regioni settentrionali.
Panorama Italia
(Fonte: Ufficio Stampa Svimez/ 1° agosto 2019)
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Dopo le nuove regole si impone una generale revisione nell’impostazione della prassi aziendale.
Credito e patrimonio, sfida per le imprese
Se la normativa sul nuovo default condanna le organizzazioni in persistente stato di insolvenza, l’altra riforma sul tema della crisi impone agli organi di controllo di certificare l’esistenza di indicatori di solidità finanziaria e reddituale.
Politiche di gestione
L’introduzione delle nuove regole di default ed il conseguente auspicato cambio di passo ad opera dell’attuale classe imprenditoriale sembrano restituire centralità a due questioni fortemente caratterizzanti l’economia meridionale, ovvero l’accesso al credito e il grado di patrimonializzazione aziendale. Se sul primo punto le cifre più recenti sull’andamento delle variabili creditizie mostrano un sostanziale miglioramento qualitativo, con un calo dei crediti in sofferenza (nel solo Meridione) di circa 8,3 mld nel 2018 rispetto all’anno precedente, ad esso si associa, tuttavia, una contrazione quantitativa dei prestiti concessi alle imprese, stimata in circa 14 mld (Check-up Mezzogiorno, Confindustria Srm, 2019). In prima battuta, dunque, alla robusta richiesta di credito da parte delle organizzazioni imprenditoriali non sembra corrispondere un’adeguata offerta, anche a causa di criteri di matrice internazionale più severi per la sua concessione, con il risultato dell’immissione di un minore ammontare di risorse nell’economia reale.
*Docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Salerno e presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
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L’analisi dei dati delle aziende guidate da donne al 31 marzo scorso elaborati da Unioncamere e InfoCamere.
Imprese femminili, 1 milione di addetti al Sud
La reale dimensione emerge guardando alle forme giuridiche con un’incidenza di attività individuali di oltre 10 punti percentuali superiore a quella che si registra nel totale (quasi il 63% a fronte di poco meno del 52%).
Cambio di passo
(Fonte: unioncamere.it/ 24.07.2019)
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È quanto emerge dalla ricerca realizzata dal Censis e presentata alla XX Convention di Federsalus.
Integratori alimentari, 32 milioni li consumano
Il 74% degli italiani (l'80% tra i laureati, il 76,9% tra le donne, il 75,1% tra i 35-64enni) che li hanno utilizzati ne valuta positivamente le conseguenze sul proprio organismo.
Valore sociale
(Fonte: censis.it/ 20.06.2019)
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