La “disattenzione” della parte pubblica in merito alla realizzazione di campagne divulgative.
Stili di vita, notizie (e non notizie) e comunicazione
Resta ancora largamente inesplorato il versante dell’informazione istituzionale agganciata esclusivamente a principi incentrati sulla documentazione scientifica e su un’adeguata descrizione dell’area dei rischi sostenibili.
Formazione-disintermediazione
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All’interno della Gdo si segnala l’exploit dei discount con un + 6,2%.
Negozi, dinamica ancora negativa
Confesercenti: “Rispetto a gennaio 2018 perdite pari a circa 40 milioni di euro per le piccole imprese, mentre per la grande distribuzione fatturato in crescita di circa 300 milioni”.
"Flussi" divergenti
(Fonte: confesercenti.it/ 07.03.2019)
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Preoccupa il possibile aumento nell’anno in corso delle tasse locali a causa della rimozione del blocco delle aliquote.
Il valore delle vendite? Cresce solo nella Gdo
L’analisi della Cgia: “Negli ultimi 10 anni la spesa delle famiglie meridionali è crollata di 170 euro (-7,7 per cento): era pari a 2.212 euro nel 2007 ed è scesa a 2.042 euro un decennio dopo”.
"Contrazione" nell'area meridionale
(Fonte: Comunicato Stampa CGIA Mestre/ 09.03.2019)
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Lo scenario che emerge dall’analisi dei dati elaborati da InfoCamere e Unioncamere.
E commerce, si moltiplicano le imprese al Sud
In termini relativi le regioni cresciute a ritmo più sostenuto sono state Campania, Abruzzo e Calabria (tutte oltre la media del 35% all’anno) seguite da Puglia, Basilicata e Sicilia con aumenti medi superiori al 25% in ciascuno dei dieci anni considerati (2009-2018).
Tendenza positiva
(Fonte: unioncamere.gov.it/ 06.03.2019)
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Le connessioni molto strette tra cibo e inquinamento. Il 26% dei millenials è vegetariano.
Gas serra, diete e consumo (eccessivo) di carne
Tra le varie “ricette” per conciliare alimentazione e tutela degli equilibri ambientali il “flexitarianism” è ritenuto un tipo di nutrizione sufficientemente adeguato.
Giuliano D'Antonio
Alcuni studi molto autorevoli di recente pubblicazione - sintetizzati ed illustrati su asvis.it (il sito web dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) in un articolo di Flavio Natale - confermano ulteriormente che la riduzione del consumo di carne non solo fa bene alla salute dell’uomo, ma è in grado di evitare l’aumento di gas serra. Il problema è esteso a tutte le aree del globo, ma va evidenziato come alcune zone del pianeta siano da inquadrare in un contesto di maggiore criticità. Secondo le linee guida della rivista medica “Lancet” in Nord America lo squilibrio è tale che si ritiene necessaria una drastica riduzione dell’84% del consumo di carne rossa. Dieta rigida anche per i cittadini dei Paesi europei: 77% di carne rossa in meno e il 15% in più di noci e semi. Stesso orientamento si riscontra sulla rivista “Nature”: “per evitare di incrementare i livelli di gas serra, deforestazione e scarsità delle acque è richiesta una riduzione del consumo di carne del 90%”. Come raggiungere questi obiettivi? Ritorna il tema della diffusione delle informazioni e dell’avvio di indispensabili campagne di formazione.
*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)
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