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Salerno Economy VII.11 – 16.03.2018

Le rappresentanze partitiche e istituzionali meridionali negli anni scorsi non hanno evidenziato reazioni rispetto all’emarginazione del Mezzogiorno.

Miopie politiche e disuguaglianze strutturali

L’ansia di capitalizzare immediatamente consensi e campagne elettorali permanenti non hanno prodotto nulla di buono al Sud come al Nord.
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Dualismo strutturale
In una fase post-elettorale così anomala e complessa come quella che stiamo attraversando è molto difficile tentare di analizzare le ragioni che più hanno influito sulla configurazione del nuovo scenario politico. Le analisi e le “spiegazioni” in questi ultimi giorni si sono sprecate, molto spesso influenzate da una forte strumentalità che di certo ha contribuito soltanto a generare ulteriore confusione. Eppure, a leggere bene i numeri – non soltanto quelli emersi dai seggi, sia ben chiaro – si evince limpidamente che le directory che hanno orientato il voto sono sostanzialmente due. Da un lato si sono collocate le fasce di popolazione che negli anni della crisi hanno perso contatto con la soglia di una quotidianità vivibile e dignitosa, cioè agganciata ad un profilo occupazionale e reddituale al di sopra del perimetro della povertà e del vero e proprio disagio sociale. Dall’altro le articolazioni di cittadini e di imprenditori (o di cittadini-imprenditori) - prevalentemente residenti nel Nord e nel Centro – che si ritrovano proiettati in una dinamica socio-economica più espansiva, ma penalizzata, tra molti altri fattori, anche da una tassazione eccessivamente pesante ed immobilizzante. Questo scenario si è specchiato nelle scelte al momento del voto, ma non nel senso della “contrapposizione” assistenzialismo-flat tax, semplificazione per tanti versi manichea anche sul versante dell’individuazione di una vera e propria dicotomia politica in merito ai vincitori della consultazione del 4 marzo scorso.
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Su un’area di oltre 43mila metri quadrati, al crocevia tra gli svincoli della tangenziale e dell'autostrada.

Un parco commerciale nell’ex Consorzio Agrario

Il nuovo insediamento a Fuorni, al confine tra Salerno e Pontecagnano. Investimento di 12 milioni di euro, previsti 200 posti di lavoro. In vendita mobili e articoli per la casa, attrezzi da bricolage, elettronica e giocattoli.
Immagine Numeri Economia Clemy De Maio
L'ipotesi progettuale
di Clemy De Maio

Nei Paesi del Nord Europa li chiamano “retail parks”: parchi commerciali al dettaglio. È quello che una società con sede a Roma - la “Distribuzione commerciale srl” - ha in mente per l'area dell'ex Consorzio agrario a Fuorni, al confine tra il territorio di Salerno e quello di Pontecagnano. Al posto dei silos gialli dove si lavoravano tabacco e cereali, si vuole realizzare un nuovo polo del commercio ma con una formula diversa da quella tipica del centro commerciale (ipermercato più galleria di negozi di varia tipologia), concentrandosi invece su due sole strutture di vendita dedicate a pochissimi settori merceologici. I prodotti che troveranno spazio negli edifici in progetto sono già stati identificati: mobilia e articoli per la casa, attrezzi da bricolage, elettronica e giocattoli. Ed è stato avviato l'iter per la verifica dell'assoggettabilità della proposta a Via, la Valutazione d'impatto ambientale.

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Appunti per il turismo wildwatching: sulle tracce della biodiversità nella nostra provincia / 3.

Dove volano aironi e fenicotteri

Aquile, cicogne, gru, cormorani, anatre e perfino un avvoltoio. Nei Siti salernitani della rete Natura 2000 vivono volatili rari e comuni. Dove possiamo cercare di vederli? Ecco le nostre elaborazioni dal database del sistema informativo Eunis.

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Folaga presente nel Salernitano
di Alfonso Schiavino

L’animale più veloce in assoluto? C’è. Il rapace più vertiginoso? Anche. E quello invadente, potevamo farcelo mancare? Certo che no. In compenso abbiamo un “architetto” bizzarro, tante varietà di anatra e alcune cicogne. Insomma: i volatili che affollano il cielo salernitano – in combinazione con i migliori ecosistemi della terraferma e delle zone umide – offrono un campionario ampio e spettacolare di vita e libertà. Fenicotteri, aironi, gru e cormorani condividono le vie aeree con gli umili gabbiani e i variopinti passeracei. Alcune specie sono vulnerabili o minacciate, ma in altri casi le misure di tutela cominciano a mostrare i loro frutti. La nostra provincia offre un contributo importante per la salvaguardia della biodiversità. I Siti di Natura 2000, la rete per la conservazione degli habitat con gli animali selvatici e le varietà vegetali, sono strapieni di questi esempi. Stavolta parliamo di volatili, anche perché ci avviamo alle stagioni calde e le aree di nidificazione periodica si andranno popolando.

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La fotografia dei principali indicatori contenuti nello studio realizzato da Mister Credit-CRIF.

La rata media mensile? 355 euro

Più del 43% dei contratti di finanziamento attivi è rappresentato da prestiti finalizzati, ma quasi un quarto sono mutui.
Lo speciale immagine prestiti 1
Divario Nord/Sud anche sui prestiti
Nel 2017, ogni mese gli italiani hanno rimborsato rate per un importo medio pari a 355 euro. Più del 43% dei contratti di finanziamento attivi è rappresentato da prestiti finalizzati ma quasi un quarto sono mutui. A conferma della tendenza a contenere l’indebitamento con il circuito del credito i dati relativi allo scorso anno mostrano, a livello nazionale, un indebitamento residuo – inteso come somma degli importi pro-capite ancora da rimborsare per estinguere i contratti in essere – pari a € 33.835 Euro (-1,8% rispetto al 2016), “in virtù di un peso ancora rilevante dei mutui ipotecari, che continuano ad avere un’incidenza significativa nel portafoglio delle famiglie”. E’ questo lo scenario che emerge dallo studio sull’utilizzo del credito da parte degli italiani realizzato da Mister Credit, l’area di CRIF che si occupa dello sviluppo di soluzioni e strumenti educational per i consumatori. I dati di dettaglio e la nota metodologica sono consultabili sulla Mappa del Credito, (www.mistercredit.it/informati/mappa-credito).
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L’impatto sul Pil provocherebbe una riduzione di 1,1 punti tra il 2019 ed il 2021.

Aumenti Iva? Disastro-consumi

La simulazione della Confesercenti evidenzia una riduzione della spesa pari a 23 miliardi in 3 anni (- 885 euro a famiglia).
Green Style immagine Iva
Spada di Damocle
Lo scenario che prenderebbe forma è da brividi. “Se dovessero scattare, gli aumenti Iva imposti dalle clausole di salvaguardia avrebbero un grave impatto sui consumi, portandoci a perdere nel corso del prossimo triennio 23 miliardi di euro di spesa, circa 885 euro a famiglia. Uno stop alla domanda interna che farebbe rallentare anche il Pil, con una riduzione di 1,1 punti della crescita stimata del prodotto interno lordo tra il 2019 ed il 2021”. Le stime derivano da una simulazione condotta da Confesercenti in base agli aumenti automatici dell’Iva previsti dalle clausole di salvaguardia a partire dal 2019: 1,5 punti in più per l’aliquota ridotta, che passerebbe dal 10 all’11,5%, e 2,2 punti aggiuntivi per quella ordinaria, che salirebbe dal 22 al 24,2%. “Una prospettiva allarmante - si legge in una nota di sintesi della Confesercenti - ma che non sembra troppo lontana: il primo passo per disinnescare le clausole, infatti, è inserire la previsione di un intervento di sterilizzazione già nel prossimo Def, il documento di economia e finanze che dovrà essere presentato in sede europea il prossimo 10 aprile”.
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