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Salerno Economy VII.09 – 02.03.2018

Molti studi confermano autorevolmente il cosiddetto “danno psicologico” derivante dalla lunga crisi.

Le famiglie? Troppo stress (finanziario)

Continua a prevalere un atteggiamento prudenziale. Non bisogna perdere di vista il parametro della relativizzazione del dato provinciale del reddito disponibile: la distanza rispetto alla media nazionale (18.690 euro) è di oltre 5.200 euro.
Glocal immagine soldi
Prudenza ancora prevalente
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 23 febbraio 2018.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

L’onda lunga della grande crisi non sempre si materializza in termini di indicatori concretamente rilevabili. Che cosa significa? Molti studi confermano autorevolmente il cosiddetto “danno psicologico” derivante da un prolungato stress economico e finanziario a sua volta generato da un ciclo recessivo così lungo come quello che appare – più o meno – alle nostre spalle. L’aumento del reddito pro capite disponibile su base annua (2015/2016) in provincia di Salerno da 13.108 a 13.406 euro (+298 euro, pari al +2,3%) si intreccia con una crescita modesta del credito al consumo erogato in media a una famiglia (+85 euro, corrispondenti al +2%). Come si spiega? E’ evidente che continua a prevalere un atteggiamento prudenziale, per la verità risalente a ben prima della crisi. Un atteggiamento uscito, sulla base di buone ragioni, rafforzato dagli anni bui. Anche perché non bisogna mai perdere di vista il parametro della relativizzazione del dato provinciale del reddito disponibile: la distanza rispetto alla media nazionale (18.690 euro) è di oltre 5.200 euro.
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Lo scenario elaborato in base ai numeri dell’Osservatorio Findomestic 2017.

Cresce il reddito, ma la spesa non decolla

Le entrate disponibili pro capite in provincia di Salerno aumentano (2015/2016) da 13.108 a 13.406 euro (+2,3%). Il credito al consumo erogato in media a una famiglia nel 2016 è stato pari a 4.266 euro, 85 in più rispetto al 2015 (+2%).
Immagine redditi Numeri Economia
Redditi distanti dalla media Italia
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 23 febbraio 2018.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

La buona notizia è che il reddito disponibile pro-capite su base annua in provincia di Salerno cresce, ed in dodici mesi (dal 2015 al 2016) passa da 13.108 a 13.406 euro (+2,3%), un aumento che in termini percentuali è grosso modo in linea con la tendenza regionale (+2,4%) e leggermente al di sotto di quella nazionale (+2,6%). A conti fatti si tratta di 298 euro in più rispetto al 2015 e 424 in più rispetto al 2014. Tra le varie conseguenze di questo trend positivo rientra anche l’aumento del credito al consumo medio per famiglia, che tra il 2015 e il 2016 è cresciuto da 4.181 a 4.266 euro. Resta, in ogni caso, l’atteggiamento prudenziale dei salernitani, che, pur incrementando la potenziale capacità di spesa, continuano a caratterizzarsi per una delle più basse quote di indebitamento in Campania.
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Reportage casuale: un viaggio lento sulla linea storica tirrenica, dove il treno “ferma in tutte le stazioni”.

La “vecchia” Napoli-Salerno, i binari raccontano

La strada ferrata fra Gianturco, Pompei e Vietri una volta faceva correre anche i grandi convogli a lunga e media percorrenza. Ora la funzione è cambiata, ma l’estensione di alcuni scali testimonia un passato ancora recente e i paesaggi valgono i 90 minuti del percorso.
Schiavino Immagine Napoli Salerno
Una linea narrante
di Alfonso Schiavino

Se per una serie di circostanze dovete muovervi da Napoli a Salerno su un treno “metropolitano”, quello che fa tutte le fermate lungo la linea costiera, avete davanti tre possibilità. Potete ragionare sulla differenza fra il “regionale” appena partito per Caserta – abbastanza nuovo ma stretto e bipiano – e il convoglio che aspetta voi, con le carrozze arancione tanto spaziose da poterci passeggiare, ma già vecchie venti anni fa. Potete pensare con rassegnazione ai prossimi 90 minuti della vostra vita. O potete “riassaporare” un’infrastruttura storica sempre densa di paesaggi antropici e ambientali.


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I risultati della ricerca presentata nei giorni scorsi dalla quale emerge il valore della trasversalità sociale del fenomeno.

Acqua minerale, la bevono 9 su 10

Il Censis: “È la bevanda di tutti, al di là delle differenze di sesso, età, economiche e sociali. Il 44% degli italiani la beve perché è buona e piace, il 30% perché fa bene alla salute, il 28% perché è sicura, il 25% perché è comoda, il 10% perché è conveniente”.
Censis immagine acqua minerale
Consumo trasversale
“Il 90,3% degli italiani beve acqua minerale, il 79,7% ne beve almeno mezzo litro al giorno. Negli ultimi vent'anni, tra il 1995 e il 2016, c'è stato un boom dei consumatori di 19 punti percentuali (e quelli che ne bevono almeno mezzo litro al giorno sono aumentati del 36%)”. Tirando le somme “oggi sono 49 milioni gli italiani che bevono acqua minerale: 8 milioni in più rispetto a vent'anni fa. Mentre nella crisi gli italiani tagliavano le spese (i consumi pro-capite sono diminuiti del 5,3% nel periodo 2008-2016), i consumatori di acqua minerale aumentavano dall'87,2% al 90,3% della popolazione, e quelli che ne bevono almeno mezzo litro al giorno dal 75,2% al 79,7%”. Questi i principali risultati della ricerca “Il valore sociale del consumo di acque minerali” elaborata dal Censis e presentata a Roma nei giorni scorsi.
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Il Mipaaf si conferma come l'autorità competente per l'organizzazione di questo delicato ambito di intervento.

Bio, ok al decreto sui controlli

Via libera definitivo al provvedimento relativo alla normativa in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica. Aggiornate le disposizioni risalenti al 1995. Adeguamenti alle sopravvenute leggi europee.
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Norme più stringenti
Il Consiglio dei Ministri ha approvato nei giorni scorsi in via definitiva il decreto legislativo recante le disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica. La norma attua la delega contenuta nel Collegato Agricoltura e aggiorna le disposizioni risalenti al 1995, adeguandole anche alle sopravvenute leggi europee. “Il provvedimento - evidenzia una nota del Mipaaf - ha i seguenti obiettivi: garantire una maggiore tutela del consumatore; assicurare una maggiore tutela del commercio e della concorrenza; semplificare e unificare in un solo testo di legge la materia dei controlli sulla produzione agricola biologica; rendere il sistema dei controlli più efficace anche sotto il profilo della repressione”.
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