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Salerno Economy VI/46 – 01.12.2017

Analisi e scenari locali dell’indagine annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita.

La grande sfida degli under 35

Salerno (e la sua provincia) al 31° posto in Italia per numero di imprese registrate ogni 100 abitanti: 10,9. Start up innovative per ogni 1.000 società di capitale: il nostro territorio 53° in Italia (con il valore di 1,1).
Immagine Glocal
Tra dualismi e ripartenze
Questo articolo è stato pubblicato martedì 28 novembre sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno).

Se il dato da cui partire è senza dubbio l’arretramento di due posizioni della provincia di Salerno nella classifica generale stilata come ogni anno dal Sole 24 Ore (105° posto rispetto al 103° del 2016), a scandagliare bene le singole graduatorie analitiche ci si trova di fronte anche ad alcuni (significativi) indicatori che evidenziano un quadro complessivo non privo di fermenti e dinamiche da “leggere” in positivo. Se non altro per provare a “sfatare” il rito abbastanza stereotipato delle maglie nere e delle maglie rosa che finisce per semplificare eccessivamente l’elenco dei territori “buoni” - che hanno fatto i compiti a casa, per intenderci - e di quelli “cattivi” (sempre in ritardo e sempre poco virtuosi).
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La stagione estiva 2017 lascia in eredità numeri molto positivi ed alcune indicazioni sulle strategie di crescita.

Turismo? “Taylor made”

Il profilo dei visitatori stranieri in provincia di Salerno: età compresa tra 35 e 40 anni, viaggiano in coppia e con i figli, disposti a spendere un budget giornaliero che può arrivare anche a 400/450 euro. Ritornano dal Nord Europa svedesi, danesi e norvegesi.
Immagine Numeri Economia
Il ritorno dei "vichinghi"
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) mercoledì 22 novembre 2017.

di Ernesto Pappalardo

La tendenza è chiara. Il nuovo profilo del turista straniero medio che sceglie la provincia di Salerno – ed in particolare la Costiera Amalfitana – lascia trasparire prima di tutto la capacità di personalizzare la vacanza, “costruendola” pezzo dopo pezzo attraverso un’attenta navigazione in rete. Ha un’età compresa tra 35 e 40 anni, viaggia in coppia e con i figli, è disposto a spendere un budget giornaliero che può arrivare anche a 400/450 euro (pernottamento incluso), proviene dal Nord Europa (e non solo dalle tradizionali Inghilterra e Germania). Insomma, sono “riapparsi” più numerosi rispetto ai decenni scorsi svedesi, danesi e norvegesi. Ma sono diventati più esigenti.
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Tour Coldiretti. Il workshop Unioncamere sul tema “Dal km 0 le emozioni del turismo”.

Food Made in Italy, la carta vincente

Il 25,9% dei visitatori che arrivano nel nostro Paese degusta vini e piatti locali, il 18,7% acquista prodotti tipici o artigianali del territorio, l’11,3% partecipa ad eventi enogastronomici.
Immagine Green Style
Gli itinerari del cibo
“L’enogastronomia si conferma come una delle principali attrattive in grado di motivare gli arrivi turistici in Italia: il 25,9% dei visitatori che giungono nel nostro Paese degusta vini e piatti Made in Italy, il 18,7% acquista in loco prodotti tipici o artigianali del territorio, l’11,3% partecipa ad eventi enogastronomici. Ancor più nello specifico, l’1,6% dei turisti partecipa alle fasi di produzione in aziende dell’agroalimentare o dell’artigianato”. La relazione tra turismo ed enogastronomia è stata al centro del workshop sul tema “Dal km zero le emozioni del turismo. Agricoltura e turismo, volano dell’identità nazionale” organizzato da Unioncamere a Napoli nei giorni scorsi nell’ambito della seconda tappa del Tour “Le campagne in città” di Coldiretti.
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Fra le pieghe di fenomeni epocali emergono forse nuove “questioni nazionali”.

Nord e Sud “uniti” dalla scuola?

“Save the children” ha pubblicato l’atlante sull’infanzia a rischio, particolarmente centrato sui percorsi didattici. Alcune tabelle suggeriscono che, almeno per l’istruzione, l’Italia sembra chiazzata a macchia di leopardo.

Immagine Speciale Scuola
Non sempre il Sud peggio del Nord
di Alfonso Schiavino

Le diverse “velocità” dell’Italia non sono in discussione. Tuttavia, l’interazione fra antichi caratteri geo-sociali talvolta vantaggiosi per il Mezzogiorno e i fenomeni epocali che interessano il Paese (immigrazione, precarietà del lavoro, tagli alla spesa eccetera) favorisce forse qualche dinamica “unificante”. La scuola potrebbe essere un esempio. “Save the children” ha pubblicato la scorsa settimana l’atlante sull’infanzia a rischio. Alcuni dati dicono che il Sud non sta sempre peggio del Nord, anzi. La pubblicazione indaga anche il rapporto degli adolescenti con gli smartphone e i social: l’età continua a scendere.

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E’ l’idioma mediante il quale si esprimono complessivamente 572 milioni di persone.

Parlare spagnolo? Un vantaggio competitivo

La docente Minervini: “E’ la seconda lingua-madre più utilizzata al mondo dopo il cinese-mandarino. Il 7,8 per cento della popolazione mondiale è ispano-parlante”.
Foto R. Minervini fin
La Prof. Rosaria Minervini
di Ernesto Pappalardo

In una società sempre più glocale – all’interno della quale le persone “rimbalzano” in maniera quasi naturale tra la dimensione locale e quella globale – la conoscenza delle lingue “straniere” è diventata un “asset strategico” non solo per raggiungere livelli di competitività appena appena accettabili nel mondo del lavoro, ma anche per assumere lo status, per così dire, di cittadini del mondo, in grado, cioè, di essere partecipi a tutti gli effetti dei grandi cambiamenti sociali e culturali in continuo divenire. Eppure, anche in questo ambito di riferimento, si è radicata una “gerarchia” che non sempre tiene conto degli scenari reali con i quali confrontarsi. “Lo dico sempre ai miei studenti – spiega a SalernoEconomy Rosaria Minervini docente di Lingua, cultura e istituzioni dei Paesi di lingua spagnola presso l’Università di Salerno – che bisogna tenere conto delle notevoli opportunità non solo lavorative che offre lo studio dello spagnolo nel contesto nel quale ci troviamo”.
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