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Salerno Economy IX.03 – 24.01.2020

Diventa sempre più difficile comprendere bene come muoversi nel contesto economico/produttivo “glocale”.

La partita continua, ma l’incertezza è prevalente

Ora tutto si concentra sul voto per le regionali, con l’economia chiamata a fare da sola e con le famiglie rinchiuse nella più assoluta prudenza.
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"Muri" e prospettive
Dopo il periodo di feste e di scadenze natalizie ci si ritrova con la stessa (puntuale) dinamica di incertezza che finisce con stringere tutti – poveri, meno poveri e ricchi e meno ricchi – in attesa di “sviluppi” e, soprattutto, di contrapposizioni (più o meno aspre) che tendono a delineare due contesti socio/economici ben chiari. Da un lato quelli che – alla fine – decidono di seguire il racconto del centrosinistra sempre attento (se ne deduce dalla composizione dei pezzi di comunicazione messi in campo) a mantenere un profilo di contestualizzazione dei problemi con particolare riferimento all’Europa; dall’altro quelli che hanno proprio da sottolineare i ritardi dell’Europa, ma anche l’eredità negativa che hanno trovato o intravisto, per esempio, nei meccanismi economici dello Stato. Ma c’è di più. C’è la somministrazione quotidiana di uno scontro calato sul terreno del contesto sociale, senza stare troppo a sottilizzare su che cosa può costare questo clima così arroventato da scatenare conseguenze francamente improponibili per un Paese come l’Italia.
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L’importanza della riforma dei poteri e l’attuazione di regole innovative sul fronte del funzionamento della Regione.

La politica, il sogno e lo “stallo” istituzionale

Il ricordo torna al 2000 (20 anni fa) e “prende atto” della “felice impotenza dello Stato modesto” che continua a non dare risposte efficaci.
Foto Pasquale Persico
Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Di questi tempi si fa fatica a immaginare che i politici abbiano ancora la passione giusta per provare ad affrontare con efficacia il problema di introdurre regole innovative sul fronte del funzionamento dell’Ente Regione (in termini di governance interistituzionale efficace). Eppure, venti anni fa mi capitò di immaginare quella che fu semplice, all’epoca, definire una partita a tressette con il morto. Una partita che non era stata organizzata per stabilire chi avesse ragione sui modi di rilanciare la Regione Campania e la sua governance, ma come semplice tentativo di unificare i linguaggi e parlare di strategie istituzionali. Eravamo tre docenti che sostenevano a fondo i temi del riposizionamento delle Regioni come aree economiche e istituzionali nel mosaico della competizione globale, evidenziando l’importanza della riforma dei poteri e di regole innovative sul fronte del funzionamento degli Enti Locali. Insomma, il problema era su quali principi di sovranità relativa dovesse essere poggiata la capacità della P.A. di fare economia.

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La produzione nazionale si è drasticamente ridotta rispetto al passato, accentuando la dipendenza dall’estero, nonostante una ripresa nell’ultimo periodo.

Consumi: 3 piatti di fagioli su 4 stranieri (+46% in 10 anni)

Coldiretti: “Le importazioni di legumi secchi da spacciare come nazionali hanno superato i 405 milioni di chili, con un aumento record. Ma se si torna indietro agli anni ’60, erano pari ad appena 4,5 milioni di chili, praticamente un centesimo di quelle attuali”.
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Fagioli "stranieri"
“Tre piatti di fagioli, lenticchie e ceci su quattro che si consumano in Italia sono in realtà stranieri provenienti soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e il Canada dove vengono fatti seccare con l’utilizzo in pre-raccolta del glifosato secondo modalità vietate sul territorio nazionale”. A denunciarlo è la Coldiretti, sottolineando che “si tratta di un inganno per i consumatori favorito dalla mancanza dell’obbligo dell’indicazione dell’origine in etichetta”. Le importazioni di legumi secchi “da spacciare come nazionali – precisa la Coldiretti – hanno superato i 405 milioni di chili, con un aumento record del 46% negli ultimi dieci anni, secondo una analisi su dati Istat. Ma se si torna indietro agli anni ’60, le importazioni erano pari “ad appena 4,5 milioni di chili, praticamente un centesimo di quelle attuali”.
(Fonte: coldiretti.it/ 14 .01.2020)
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La data di scadenza per l'iscrizione è il 20 febbraio 2020.

Unisa, Master in Economia del Mare, Logistica e Turismo

Tutto pronto per la seconda edizione in collaborazione con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale.
Lo speciale 2 – Master EmaltLocandina-Giornata-Inaugurale
Opportunità
di Fabio Carlucci*

Nel 2020 si svolgerà la seconda Edizione del Master di I livello in Economia del Mare- Logistica e Turismo. Il Master EMALT è rivolto ai laureati in tutte le discipline. La data di scadenza per l’iscrizione è il 20 febbraio 2020. L’iniziativa si inserisce nell’ambito della complessiva offerta formativa dei Corsi di Studio attivati presso il Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche (DiSES) dell’Università degli Studi di Salerno. Il principale obiettivo si sostanzia nella realizzazione di un ponte professionale fra la preparazione universitaria e le competenze concretamente richieste dalle imprese e dalle istituzioni. Il piano di studi è caratterizzato da un approccio in cui le conoscenze teoriche si affiancano a case studies, testimonianze, visite guidate ed esperienza sul campo, con un corretto bilanciamento fra teoria e pratica, fornendo i requisiti essenziali per una carriera di elevato livello nel mondo degli operatori privati e pubblici.

*Direttore Scientifico Master Emalt
Docente Economia Applicata



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Pieni di vitamine A, C, B1, B2, B3 e B6 che aiutano a rinforzare l’organismo e a prevenire anche i tumori.

Broccoli, salute e gusto a volontà

Spesso vengono messi in padella con un filo d’olio, sale, uno spicchio d’aglio e un po’ di peperoncino e lasciati soffriggere direttamente a crudo. Qualcuno li lessa prima per renderli più teneri a fine cottura. Ma la ricetta più classica campana è legata come sempre alla strada. Un panino farcito con salsiccia e friarielli è una vera delizia.
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Pianeta broccoli
di Maristella Di Martino

Broccoli e broccoletti, cime di rapa o friarielli… E chi più ne ha più ne metta. Con tutti questi nomi, spesso usati indistintamente, si fa riferimento a prodotti in realtà un po’ diversi tra loro. Cominciamo col dire subito che non c’è alcuna differenza tra i primi due. I friarielli, in particolare, sono l’infiorescenza, cioè la parte più sviluppata della pianta delle cime di rapa e vengono chiamati a Roma broccoletti e a Napoli appunto friarielli con la differenza che quando ci si riferisce al mondo partenopeo si preferiscono solo le parti lunghe, nell’altro caso se ne consuma il fiore più grosso posto tra le foglie. Parlando di broccoli, invece, stiamo facendo riferimento alla famiglia dei cavoli, capaci di assicurarci il pienone soprattutto di vitamine A (preziosa per la vista) e C (utile per proteggere le coronarie), insieme a magnesio, calcio e fosforo. Da consumare sia crudi che cotti, vantano proprietà depurative e tante altre che scopriamo leggendo più in basso.

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