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L’allarme. “La normativa colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro”.
“Vino, allarmi in etichetta: 7,9 mld a rischio”
Coldiretti, decisione da ridiscutere nel Comitato barriere tecniche del Wto il 21 giugno e monitorare “gli effetti sul mercato interno”.

“L’entrata in vigore della legge sulle etichette allarmistiche del vino in Irlanda è un precedente pericoloso che mette a rischio il record nelle esportazioni di vino Made in Italy di 7,9 miliardi realizzati lo scorso anno”. E’ questo il commento della Coldiretti in riferimento alla “conversione in legge del regolamento che prevede l’etichettatura degli alcolici con avvertenze sanitarie annunciata dal ministero della Sanità di Dublino, dopo che la Commissione Europea ha dato il via libera per silenzio-assenso, alla proposta irlandese, nonostante le critiche di 13 Stati tra cui l’Italia”.

Una decisione che molte associazioni hanno preannunciato che contesteranno. La Coldiretti auspica “possa essere ridiscussa nel Comitato barriere tecniche in sede Wto il 21 giugno dove verranno presentate ufficialmente le obiezioni già anticipate da diversi Paesi a partire dagli Usa, che sono il principale consumatore di vino. Ma è anche importante – precisa la Coldiretti – che la Commissione Europea monitori gli effetti sul mercato interno per valutare la possibilità di aprire una procedura di infrazione”.

Per la Coldiretti “si tratta di una norma distorsiva del commercio che è il risultato di un approccio ideologico nei confronti di un alimento come il vino che fa parte a pieno titolo della dieta mediterranea e conta diecimila anni di storia e le cui tracce nel mondo sono state individuate nel Caucaso mentre in Italia si hanno riscontri in Sicilia già a partire dal 4100 a.c.”.

Secondo la Coldiretti va considerato che “anche se le esportazioni di vino italiano in Irlanda sono state nel 2022 pari ad appena 45 milioni di euro, la decisione rischia però di aprire le porte in Europa e nel mondo ad una normativa che colpirebbe una filiera che in Italia vale 14 miliardi di euro, dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro ed è la principale voce dell’export agroalimentare”.

Sottolinea la Coldiretti che “si tratta di difendere un settore del Made in Italy che ha scelto da tempo la strada della qualità con le bottiglie Made in Italy che sono destinate per circa il 70% a Docg, Doc e Igt con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 76 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% per i vini da tavola.  Il consumo pro capite in Italia si attesta sui 33 litri all’anno con una sempre maggiore attenzione alla qualità, alla storia del vino, ai legami con i territori che spingono italiani e stranieri anche alla scoperta di cantine e aziende”.

(Fonte: coldiretti.it/22.05.2023)

 

 

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