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Uno dei primi episodi, che troviamo nelle fonti antiche, mette in relazione il “mal della pietra” [calcolosi vescicale] e la sua cura.
Urologia, uno sguardo al passato
Già nel medioevo i maestri salernitani insegnavano come effettuare l’uroscopia, un esame diagnostico ante litteram, e come realizzare un’estrazione cauta del calcolo.

di Giuseppe Ferrantino

Il termine “urologia” è stato coniato nel 1840 da Leroy, Jean-Jacques-Joseph, detto d’Ètiolles, (1) chirurgo francese nato nel 1798 e morto nel 1860, (2) ma già nel medioevo i maestri salernitani insegnavano come effettuare l’uroscopia, un esame diagnostico ante litteram, e come effettuare un’estrazione cauta del calcolo, (3) cioè l’estrazione di un calcolo mediante cistotomia (4) per via perineale. (5, 6) Si tratta di due aspetti diversi, il primo teorico il secondo pratico, che non hanno connessioni tra loro. (7)

Uno dei primi episodi, che troviamo nelle fonti antiche, che mette in relazione il “mal della pietra” [calcolosi vescicale] (8) e la sua cura da parte dei medici di Salerno, è narrato nelle Gesta Episcoporum Virdunensium, cronaca scritta da un monaco anonimo verso la metà dell’XI secolo, il quale racconta di Adalbero II vescovo di Verdun (9) che, dopo la sua elezione avvenuta nel 984, (10) si recò a Salerno “per trovarvi guarigione” dal mal della pietra di cui era affetto, ma dopo aver dimorato per qualche tempo in tale città, non potendo essere curato dai medici (11) andò via, ma morì sulla strada del ritorno nel 988. (12) Siamo nel X secolo.

L’Occidente ha ereditato la pratica dell’uroscopia, ossia l’osservazione delle urine, dagli autori bizantini (13) i quali trassero da Ippocrate e Galeno il nucleo della loro teoria urologica. A Bisanzio la produzione in questo campo fu vasta, basti pensare alle opere che vanno sotto il nome di Magno di Emesa (V-VI secolo), di un certo Stefano (probabilmente VI-VII secolo), fino ai trattati di Giovanni di Prisdrianna (XII secolo). (14) Tale pratica assunse un ruolo centrale in campo semeiologico nella Scuola Medica di Salerno. La maggior parte dei testi prodotti nell’ambiente culturale salernitano fanno riferimento ad essa (15) e sono stati realizzati soprattutto tra l’XI e il XIII secolo. (16) Alcuni autori hanno trattato l’argomento in maniera specifica come Mauro, Urso (o Ursone) e Egidio di Corbeil. (17) Mauro fu attivo nella seconda metà del XIII secolo (18) autore del trattato Regulae urinarum (19, 20) che De Renzi (1857) ritenne parte di una grande opera di semeiotica. (21) Urso (o Ursone) da Salerno fu attivo tra la seconda metà del XII secolo e i primi decenni del XIII secolo (22) autore del De urinis. (23, 24) Egidio di Corbeil studiò a Salerno, divenne verso la fine del XII secolo il primo insegnante di medicina a Parigi, (25) morì nei primi anni del XIII secolo, (26) fu anche lui autore di un trattato intitolato De urinis in cui espose la dottrina salernitana sulle urine. L’opera fu adottata come testo nelle scuole di medicina d’Europa fino al XVIII secolo. (27)

Uno dei trattati commentati da Mauro morto nel 1214, che compongono l’Articella, è il De urinis legato al nome di Teofilo Protospatario, (28) il quale appare più che altro una entità bibliografica, in quanto personaggio difficile da inquadrare storicamente, infatti, alcuni studiosi lo collocano nel VII secolo altri fra il IX e il X secolo. (29) L’Articella, così chiamata perché fondamento dell’arte medica, (30) è un corpus di sei trattati che con qualche aggiunta posteriore, sarà il fulcro del curriculo medico a Parigi, a Napoli e a Salerno, (31) e sarà “usato per parecchi secoli, almeno fino al Cinquecento, come manuale di insegnamento […] copiato e commentato nelle facoltà universitarie di medicina, a Montpellier e a Parigi, a Bologna e nelle altre Università dell’Italia settentrionale, e poi nelle nuove Università dell’Europa centrale.” (32)

Si occupò di uroscopia anche Costantino Africano, i cui unici dati relativi alla sua vita risalgono alla seconda metà dell’XI secolo, al quale è stato attribuito il Liber urinae, che è la traduzione abbreviata del Kitāb albawl di Isacco Giudeo, un testo che a sua volta dipende dagli scritti di Galeno. A Costantino è stato attribuito anche il De coitu, (33) una sintesi delle conoscenze medievali sull’atto della riproduzione. Il testo fa riferimento sia ad autori classici greci e latini quali Ippocrate, Galeno, Rufo d’Efeso e Dioscoride sia a scrittori arabi come Isacco Giudeo che aveva origine ebrea. (34) Il libro si presenta diviso in due parti: la prima parte, scientifica, illustra gli aspetti anatomo-funzionali dell’apparato genitale, mentre la seconda, pratica, è una raccolta di ricette afrodisiache. Verosimilmente la prima parte ha le sue radici in un elaborato scientifico di scuola greca, mentre la seconda parte ha la sua origine in un semplice ricettario arabo. (35)

Altri autori che si sono dedicati all’uroscopia: Giovanni Afflacio, vissuto nell’XI secolo, probabilmente fra il 1040-50 e il 1110-20, (36) fu il principale divulgatore delle opere di Costantino, fu autore di un compendio medico l’Aureus liber che comprendeva scritti sulle urine (37) e del Liber urinarum magistri Iohannis Afflacii; (38) Giovanni Plateario, vissuto verso la metà del XII secolo, che scrisse la Practica brevis (39) e le Regulae urinarum (40) e Matteo dell’Arcivescovo, verosimilmente attivo nella seconda metà del XII secolo, autore di un trattato conosciuto con il titolo De urinis. (41) Il Regulae urinarum di Giovanni Plateario (42) ed il De urinis di Matteo dell’Arcivescovo (43) furono entrambi scoperti da Daremberg e trascritti rispettivamente dal ms. 96 (44) e dal ms. 95, questo probabilmente del XII secolo, conservati presso la Biblioteca di Vienna. (45)

Mauro e Urso (o Ursone) ritengono che ogni strato di urina che si forma per gravità nella matula – vaso di vetro a forma di vescica e a collo largo – corrisponda alle varie parti del corpo e che si debba procedere dal basso in alto. Si valuta con il tatto la consistenza del sedimento dell’urina tra i polpastrelli, con l’olfatto se ne sente l’odore ponendo il naso sul collo della matula, si impiega il senso del gusto, assaggiandone una goccia in punta di lingua e soprattutto si utilizza la vista, classificandone i colori. (46) Secondo Plateario si debbono prendere in considerazione color, substanzia, quantitas et contentum [il contenuto]. Le urine possono presentare: caliditas, frigiditas, siccitas et humiditas. Secondo lo stesso autore i colori delle urine sono 19: albus [bianco], lacteus [latteo], koropos [scuro], subpallidus [pallidino], pallidus [pallido], subcitrinus [color limone pallido], citrinus [color limone], subrufus [leggermente rossastro], rufus [rossastro], subrubeus [color lampone chiaro], rubeus [color lampone], subrubicundus [rosso chiaro], rubicundus [rosso], inopos [torbido], glaucus [glauco], kianos [scuro], viridis [verde], lividus [nerastro], niger [nero]. (47) Egidio di Corbeil, invece, nel suo De urinis elenca 20 tipi di colore di urina, considerati in rapporto a diverse malattie. Nella seconda parte del testo descrive le sostanze contenute nelle urine da cui dedurre una diagnosi precisa secondo la teoria dei quattro umori. (48)

La patologia delle vie urinarie maggiormente trattata dagli autori salernitani è la calcolosi. Garioponto, verosimilmente vissuto tra l’ultimo quarto del X secolo e la prima metà dell’XI, (49) ritiene che tutti i calcoli si formino nei reni dai quali scendono, attraverso l’uretere, nella vescica e nell’uretra. (50) Bartolomeo, vissuto intorno alla metà del XII secolo, (51) ritiene invece che i calcoli si formano nei reni o nella vescica. Per Mauro invece la calcolosi si riscontra prima nei reni e poi nella vescica. (52) Giovanni Plateario nella sua Practica brevis, redatta tra il 1127 e la seconda metà del XII secolo, (53) illustra dei quadri clinici dell’urolitiasi, sia renale che vescicale, questa patologia è molto frequente nel medioevo a causa di un’alimentazione incongrua costituita da carne bovina e caprina e l’ingestione di acqua fangosa. Nella terapia, che varia secondo il tipo di calcolosi e dei quadri clinici, prevale la dieta con l’astensione di cibi e bevande che possano indurre la formazione di calcoli e l’uso di diuretici per favorirne l’espulsione. (54)

De Renzi nel V volume della Collectio Salernitana (1859) pubblicò un’edizione del Flos Medicinae Scholae Salerni, altro titolo con cui è conosciuto il Regimen Sanitatis Salernitanum, di ben 3515 versi, che contiene capitoli relativi all’urologia. L’art. 21 del Capitolo III della Parte quinta – Eziologia tratta le Cause dei calcoli vescicali. (55) Gli articoli che vanno dal 1 al 29 del Capitolo XXIII della Parte sesta – Semiotica trattano appunto della semiotica dell’urina, del concepimento e delle patologie vescicali. (56) L’art. 10 e l’art. 11 del Capitolo V della Parte ottava – Terapeutica elencano rispettivamente i Diuretici ed i Litontrici, oggi diremmo litolitici, e relativamente ad essi si legge: “Litontrici Sbriciolano i calcoli lo scolopendrio, la farina di lupini, il sangue di capra polverizzato, l’asparago, la polvere di cicala, l’abrotano, il nitro, la sassifraga, il sisimbrio, il brodo di ceci, il cipero, la scilla e le due specie di petrosillo.”, (57) ed infine l’art. 1 e l’art. 3 del Capitolo XVI della Parte nona – Nosologia rispettivamente danno indicazioni Per facilitare il flusso urinario e danno suggerimenti per la Cura della calcolosi. “Se da calcolosi sei affetto fuggi il freddo e mettiti al caldo, a letto; non bere bevande gassate, né cibo che porti stitichezza. Per porre al dolore un freno spargi unguento sul pube e sul rene, immergiti in un bagno e bevi un bicchierone di sangue di montone. Fa’ macerare ghiande quercine e assumine cinque al mattino, e, subito dopo, tracanna un bel bicchiere di vino.” (58) Di questa edizione, in cui De Renzi inserì tutti i versi che era riuscito a raccogliere dalle precedenti edizioni, sia nei codici medioevali che nei testi a stampa, “è molto verosimile che qualcosa appartenga ad altre opere mediche in versi sia della Scuola Salernitana che di qualche altra”. (59)

Garioponto descrive i sintomi che corrispondono alla cistite che chiama scabies vesicae, argomento trattato anche da Bartolomeo. Mauro descrive gli ascessi renali, definisce la stranguria “Scarsa emissione di urine bianche e spesse, con molti sedimenti accompagnati da dolore ai reni e alla vescica; l’urina esce a goccia a goccia.” e tratta del diabete insipido. Di quest’ultima patologia se ne sono occupati anche Bartolomeo (60) e Giovanni Plateario che nella Practica brevis nel capitolo dedicato alle malattie dei reni e della vescica inizia con il Diabete, la cui causa Plateario la attribuisce ad una disfunzione renale, mentre lo identifica attraverso la diuresi abbondante e la sete intensa. Per quanto riguarda la terapia ritiene che una dieta appropriata può essere decisiva per il controllo della malattia. Mentre relativamente alle malattie dell’apparato urinario tratta dell’Ematuria, ossia l’emissione di sangue attraverso il meato urinario e termina il capitolo con l’incontinenza urinaria, ossia l’incapacità di controllare volontariamente la minzione. Segue il capitolo relativo alle malattie del pene e dei testicoli, in cui tratta della Gonorrea termine con cui si intende la polluzione involontaria di liquido seminale, malattia attribuita alla riduzione della capacità ritentiva testicolare, nonché quale manifestazione di atti impuri. Poi affronta la Satiriasi che secondo Plateario è una smodata erezione del pene non accompagnata a sensazioni piacevoli. Seguono i paragrafi dedicati all’Impotenza che l’autore chiama Aproximeron, la Tumefazione dei testicoli e le Pustole sul membro virile. (61) Plateario della terapia suggerita per la Tumefazione dei testicoli dice che è sperimentata, mentre per quella delle Pustole sul membro virile scrive che i benefici sono provati. (62)

Del male della pietra, [calcolosi vescicale] ne troviamo traccia anche nel giuramento attribuito ad Ippocrate, primo testo deontologico della storia della medicina occidentale, pervenutoci insieme ad altre opere, scritte in un arco temporale che va dal V sec. a.C. al I-II sec. d.C., che compongono il cosiddetto Corpus Hippocraticum. (63) Il giuramento prevede, tra l’altro, un elenco di attività da cui astenersi e tra queste: “E non taglierò certo neppure persone affette dal male della pietra, [calcolosi vescicale] ma mi ritirerò a favore di uomini pratici di questa attività”. (64) Tenuto conto dei trattati chirurgici di Ippocrate, l’astensione dalla pratica chirurgica, che si chiede all’aspirante medico, espressa mediante tale figurazione retorica, rende problematico attribuirgli il cosiddetto Giuramento, attribuzione sostenuta dal grammatico greco Erotiano nel I secolo d.C., perché si oppone a quanto sostenuto in altri scritti del Corpus Hippocraticum. (65)

Nel XII secolo la chirurgia assurse a scienza, (66) grazie ai presupposti dottrinari forniti da Ruggero di Frugardo (67) con la sua Practica chirurgiae, manuale di chirurgia conosciuto anche con il titolo Post mundi fabricam, (68) opera che fu compilata intorno al 1170, (69) di cui quattro capitoli, dal XLI al XLIV, sono dedicati alla calcolosi vescicale. In essi vengono descritti come posizionare il paziente per effettuare la diagnosi e l’eventuale trattamento chirurgico, come esplorare la vescica ed individuare l’eventuale presenza del calcolo, viene descritta la manovra di disostruzione del collo della vescica intasato da un calcolo e l’estrazione di quest’ultimo. Nel XLIV capitolo è precisato che “se il calcolo è grosso, [il] trattamento va evitato, ma a scopo palliativo, bisogna respingere il calcolo sul fondo della vescica.” (70) Mentre nel capitolo XXXIV viene descritto il trattamento della ferita e del cancro dell’asta; nel capitolo XXXV il trattamento della fistola dell’asta e nel capitolo XXXVI il trattamento di escoriazioni e tumefazioni dei testicoli. (71)

Si conoscono importanti testi dedicati alle “urine” scritti nei secoli immediatamente precedenti alla formazione di quell’ambiente culturale che consentirà lo svilupparsi della Scuola Medica di Salerno, cioè tra il IX e l’XI secolo, nei secoli del suo massimo splendore, ovvero tra il XII e il XIII secolo e nel XVI secolo, ossia nel periodo di riviviscenza dello Studium di Salerno.

Beccaria nel 1956 pubblicò un catalogo in cui descrisse 158 codici, (72) scritti tra il IX e l’XI secolo che definì “del periodo presalernitano”, contenenti testi di medicina conservati in biblioteche italiane e di altri paesi europei. (73) Di questi 158 codici, 9 contengono opere che trattano delle “urine”. In particolare presso l’Archivio dell’Abbazia di Montecassino sono conservati il codice V. 69, della fine del IX secolo, in cui vi è il De urinis et pulsis secundum praecepta Dionisi e il codice V. 97, del principio del secolo X, che contiene il Galieni de pulsis et orinis. Gli altri 7 manoscritti, in cui sono presenti testi con gli stessi argomenti, sono conservati rispettivamente 3, sempre in Italia, presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, 3 in Svizzera e 1 in Svezia. (74)

Henschel nel 1837 nella biblioteca universitaria di Breslavia nella Slesia orientale, oggi Wroclaw in Polonia, scoprì un manoscritto della fine del XII secolo che conteneva 35 trattati medici di scuola salernitana, (75) di questi 8 trattavano dell’urina. (76) Uno di questi trattati, il Liber de Urinis, De Renzi lo ritenne opera di Giovanni Plateario, o di qualche suo allievo, dal momento che il testo ricalcava quasi parola per parola i testi di questo autore. (77) Purtroppo questo manoscritto è andato distrutto nel 1944 a seguito di un bombardamento e l’unica testimonianza rimasta è la copia fatta redigere da De Renzi che è conservata presso la Biblioteca Provinciale di Salerno. (78) Tra i testi scoperti da Henschel a Breslavia vi era anche un trattato a cui lo studioso ai fini dell’identificazione diede come titolo De adventu medici ad aegrotum (L’arrivo del medico presso il malato), mentre Daremberg nel 1850 presso la Biblioteca Imperiale di Parigi scoprì un manoscritto, contrassegnato con il n. 7091, contenente il De instructione medici secundum Alquimathaeum (Istruzioni per il medico secondo Arcimatteo) (79) mutilo del principio e di due carte verso la metà. De Renzi (1859) ritenne che questi due trattati fossero la stessa opera, dove il De adventu medici ad aegrotum conteneva la parte iniziale e il De instructione medici secundum Alquimathaeum ne era la continuazione, ma più estesa e con molte varianti. (80) Sono due brevi testi di deontologia e di metodologia medica salernitani. Nel De adventu medici ad aegrotum tra i suggerimenti vi è quello di esaminare l’urina (81) e nel De instructione medici secundum Archimathaeum si legge “Quindi ordina di portare l’urina: sebbene le variazioni del polso palesi lo stesso lo stato di malattia, tuttavia l’urina ne rivela meglio il tipo e si riterrà di aver conosciuto la malattia non solo attraverso l’urina, ma anche con il polso. Quando avrai guardato a lungo con attenzione tutta l’urina, ne osserverai il colore, la sostanza, la quantità, il contenuto ecc., dalla cui diversità riconoscerai i vari tipi di malattia, come si desume dal trattato sulle urine.” (82)

Nella prima metà del Cinquecento, quando lo Studium di Salerno ebbe una reviviscenza, (83) emerse Paolo Grisignano un personaggio di grande levatura, che fu priore del Collegio medico di Salerno dal 1529 al 1547 (84) e autore di un importante testo intitolato Libellus de pulsibus et urinis, stampato a Salerno nel 1543, (85) tanto da essere commentato da Brambilla a fine Settecento. L’opera risulta costituita da due parti di cui la seconda è un trattato sulle urine a sua volta diviso in 20 capitoli. Grisignano ritiene che l’urina sia la colatura del sangue, a quel tempo si credeva che l’urina si producesse nel fegato, poi descrive l’urina sana, le ragioni di come si modifichi nel corpo sano e nel corpo malato in base ai temperamenti [melanconico, sanguigno, collerico e flemmatico], (86) all’età, al cibo ingerito e alle malattie quando esse sono nella fase iniziale, acuta e finale. (87)

Mazza, che può essere considerato il primo storico dello Studio di Salerno e del suo Collegio Medico, nel 1681, nella sua Historiarum epitome de rebus salernitanis cita Rebecca Guarna, della quale non si conosce il periodo in cui visse, che fu autrice di tre opere e tra queste una era intitolata De urinis. (88, 89)

Tra i tanti primati degli autori riconducibili alla Scuola Medica Salernitana, quindi, vi è anche quello di aver teorizzato precisi canoni ai fini diagnostici, messo in atto risposte terapeutiche, sia mediche che chirurgiche, con le sole cognizioni e i mezzi del tempo, per quella che era una patologia molto comune nel medioevo “il mal della pietra”.

Note.

1)https://nuovaitaliamedica.it/articolo.asp?idarticolo=470

2)A. Palmerini, LEROY, Jean-Jacques-Joseph d’Ètiolles, Enciclopedia Italiana (1933) https://www.treccani.it/enciclopedia/jean-jacques-joseph-d-etiolles-leroy_%28Enciclopedia-Italiana%29/

3)G. Lauriello, Magister Ruggiero di Frugardo Post mundi fabricam Manuale di chirurgia, Editrice Gaia, 2011, p. 165.

4)Cistotomia: incisione chirurgica della parete vescicale. https://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/cistotomia/?search=cistotomia

5)Perineo: il complesso delle parti molli, che chiudono l’apertura inferiore del bacino, formando una specie di diaframma, il quale è attraversato dalla parte terminale del tubo digerente all’indietro, dalle vie urogenitali innanzi. https://www.treccani.it/enciclopedia/perineo_(Enciclopedia-Italiana)/

6)M. Rizzo, D. Lippi, M. Castigli, Storia dell’Urologia Toscana, https://www.toscanaurologia.it/storia.pdf

7)https://nuovaitaliamedica.it/articolo.asp?idarticolo=470

8)https://www.treccani.it/vocabolario/pietra/

9)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno Il suo sviluppo e il suo contributo alla storia della scienza, Appendice al fascicolo I-IV della Rassegna Storica Salernitana, A. XVI, 1955, pp. 12-13.

10)Arcivescovado di Treviri – Cap. IV Vescovi di Verdun – Adalbero [II], p. 20 https://fmg.ac/Projects/MedLands/Trier.htm#AdalberoVerdundied988

11)S. De Renzi, Storia documentata della Scuola Medica di Salerno, Ripostes, 2004, pp. 148-149.

12)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 13

13)L’età dell’uroscopia. https://digilander.libero.it/urologiadolo/Breveviaggionellastoria.htm

14)B. Cavarra, La scienza bizantina e latina prima dell’influsso della scienza araba. Scienze della vita e medicina Storia della Scienza (2001), https://www.treccani.it/enciclopedia/la-scienza-bizantina-e-latina-prima-dell-influsso-della-scienza-araba-scienze-della-vita-e-medicina_(Storia-della-Scienza)/

15)M. Pasca (a cura di), La Scuola Medica Salernitana nel Museo Virtuale, Soprintendenza per i BAP di Salerno e Avellino, s.a., p. 17.

16)G. Lauriello, Istruzioni per il medico (De instructione medici) Deontologia e metodologia medica da un manoscritto salernitano del XII secolo, Centro Studi e Documentazione della Scuola Medica Salernitana – Quaderni 17, Salerno 1987, p. 61.

17)M. Pasca (a cura di), La Scuola Medica Salernitana nel Museo Virtuale, Soprintendenza per i BAP di Salerno e Avellino, s.a., p. 17. https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/pdf/monografia%20sul%20museoac0b.pdf?id=213

18)S. De Renzi, Storia documentata … op. cit., p. 332.

19)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo III, Napoli 1854, p. 1.

20)G. Lauriello, Istruzioni per il medico, op. cit., nota 7, p. 61.

21)S. De Renzi, Storia documentata … op. cit., p. 333.

22)I. Caiazzo, Urso da Salerno, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 97 (2020) https://www.treccani.it/enciclopedia/urso-da-salerno_(Dizionario-Biografico)/

23)S. De Renzi, Storia documentata … op. cit., p. 339.

24)https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/indexbfeb.html?it/108/manoscritti

25)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., nota (3) p. 28.

26)S. De Renzi, Storia documentata … op. cit., p. 154.

27)Egidio di Corbeil, https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/index18ae.html?it/98/maestri&pag=9

28)P.O. Kristeller, La Scuola medica di Salerno secondo ricerche e scoperte recenti, Salerno 1980, pp. 6-7.

29)B. Cavarra, La scienza bizantina e latina prima dell’influsso … op. cit.

30)A. Crosta, Medicina Medievale, p. 164 https://www.afom.it/wp-content/uploads/medicina-medievale.pdf

31)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., pp. 27-28.

32)P.O. Kristeller, La Scuola medica di Salerno … op. cit., pp. 6-7.

33)V. von Falkenhausen, Costantino Africano, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 30 (1984), https://www.treccani.it/enciclopedia/costantino-africano_(Dizionario-Biografico)/

34)G. Lauriello, La Sessualità nel medioevo il “Liber de coitu” di Costantino Africano, Edizioni Penne & Papiri, 2020, pp. 37-38.

35)Ibidem, pp. 56-57.

36)V. La Salvia, Giovanni Afflacio, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 55 (2001) https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-afflacio_%28Dizionario-Biografico%29/

37)https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/indexf564.html?it/98/maestri&pag=8

38)https://www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-afflacio_%28Dizionario-Biografico%29/

39)I. Ventura, V.R. Munoz, Plateario, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 84 (2015) https://www.treccani.it/enciclopedia/plateario_(Dizionario-Biografico)/

40)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo IV, Napoli 1856, p. 409.

41)S. De Renzi, Storia documentata … op. cit., pp. 344-345.

42)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo IV Napoli 1856 p. 409.

43)Ibidem p. 506.

44)Ibidem, nota 1) p. 409.

45)Ibidem, nota 1) p. 506.

46)https://nuovaitaliamedica.it/articolo.asp?idarticolo=470

47)G. Penso, La Medicina Medioevale, Ciba-Geigy Edizioni 1991, pp. 291-292.

48)https://scuolamedicasalernitana.cultura.gov.it/index18ae.html?it/98/maestri&pag=9

49)P. Cherubini, Gariponto (Guarimpot, Guarimpotus, Guaripotus, Raimpotus, Warimbod, Warnipontus), Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 52 (1999) https://www.treccani.it/enciclopedia/garioponto_%28Dizionario-Biografico%29/

50)G. Penso, La Medicina … op. cit., p. 296.

51)Medicina, Federiciana, 2005, https://www.treccani.it/enciclopedia/medicina_(Federiciana)/

52)G. Penso, La Medicina … op. cit., p. 296.

53)I. Ventura, V.R. Munoz, Plateario, Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 84 (2015) https://www.treccani.it/enciclopedia/plateario_(Dizionario-Biografico)/

54)G. Lauriello (a cura di), Giovanni Plateario Practica Brevis Un manuale di medicina pratica del XII secolo, Edizioni Penne & Papiri, 2016, p. 62.

55)I. Gallo, L. Troisi (a cura di), Regimen Sanitatis Salernitanum Norme salernitane per la salute, 2003 Salerno, p. 208.

56)Ibidem, pp. 219-226.

57)Ibidem, p. 233.

58)Ibidem, pp. 263-264.

59)Ibidem, pp. 8-9.

60)G. Penso, La Medicina … op. cit., pp. 298-300.

61)G. Lauriello (a cura di), Giovanni Plateario Practica Brevis … op. cit., pp. 61-63.

62)G. Lauriello (a cura di), Giovanni Plateario Practica Brevis … op. cit., pp. 335-336.

63)T. Raiola, Sabini medici eiusque discipulorum fragmenta, Fabrizio Serra Editore, 2018, nota 1 p. 11.

64)http://www.poesialatina.it/_ns/Greek/tt2/Ippocrate/Giuramento.htm

65)D. Lippi, Introduzione a Consilioque manuque la chirurgia nei manoscritti della Biblioteca Medicea Laurenziana, Mandragora, 2011, p. 18.

66)C. Ventra, La Scuola Medica Salernitana, rievocata nel salone del Comune in occasione del XXX Congresso della Società Italiana di Stomatologia, Salerno 16 settembre 1955, p. 9.

67)G. Lauriello, La miniatura didattica nella “Chirurgia di Rolando”, Annali della Scuola Medica Salernitana 8, Atti del Convegno svoltosi a Salerno il 24 Ottobre 2013, p. 25.

68)G. Lauriello, Magister Ruggiero di Frugardo Post mundi fabricam … op. cit., p. 17.

69)I. Zamuner, Ruggero, in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Vol. 89, 2017, p. 224.

70)G. Lauriello, Magister Ruggiero di Frugardo Post mundi fabricam … op. cit., pp. 163-165.

71)G. Lauriello, Magister Ruggiero di Frugardo Post mundi fabricam … op. cit., pp. 158-159.

72)Codice: libro manoscritto, soprattutto con riferimento ad età anteriore alla diffusione della stampa. Fonte: https://www.treccani.it/vocabolario/codice/

73)A. Beccaria, I codici di medicina del periodo presalernitano (secoli IX, X e XI), Roma p. 17.

74)A. Beccaria, I codici di medicina … op. cit., pp. 293, 295, 297 e 299.

75)G. Lauriello, (a cura di) Giovanni Plateario Practica Brevis … op. cit., p. 9.

76)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo II, Napoli 1853, p. 7.

77)Ibidem, p. 13.

78)G. Lauriello, (a cura di) Giovanni Plateario Practica Brevis … op. cit., p. 9.

79)G. Lauriello, Istruzioni per il medico (De instructione medici) Deontologia e metodologia medica da un manoscritto salernitano del XII secolo, Centro Studi e Documentazione della Scuola Medica Salernitana, Quaderni, 17, Salerno 1997, p. 36.

80)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo V, Napoli 1859, pp. 333 e 378.

81)G. Lauriello, Istruzioni per il medico, p. 59.

82)Ibidem, pp. 61-62.

83)P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno … op. cit., p. 66.

84)A. Sinno, Cronologia dei Priori dell’Almo Collegio Salernitano [1473-1812], Archivio Storico della Provincia di Salerno, Anno II, Fasc. IV, 1922, p. 283.

85)Grisignano, Paolo in Le Cinquecentine della Biblioteca Provinciale di Salerno, G.G. Cicco, A.M. Vitale (a cura di), Volume II, 2004, p. 743.

86)https://www.treccani.it/enciclopedia/temperamento_(Universo-del-Corpo)/

87)G. A. Brambilla, Storia delle Scoperte Fisico Medico-Anatomico-Chirurgiche fatte dagli Uomini Illustri Italiani, Milano Tomo II, Parte II, 1782, pp. 157-158.

88)A. Mazza, Historiarum epitome de rebus Salernitanis, Napoli, 1681, p. 128.

89)S. De Renzi, Collectio Salernitana, Tomo I, Napoli 1852, p. 373.

G. Ferrantino-Foto Calcolo vescicale (1)
Calcolo vescicale. Si ringrazia il Dott. Umberto Greco che gentilmente ha fornito la foto.
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