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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

L’interazione disintermediata è alla base della nuova geografia del comparto.
Turisti glocali e mercato digitale
Tra le nuove regole del gioco spicca quella che determina il profilo più importante dei singoli operatori e di ogni singolo tassello dell’offerta dei singoli territori: la web reputation o il passaparola digitale.

Il testo di seguito riportato è la sintesi dell’intervento alla giornata inaugurale di “Hospitality Sud” mercoledì 21 marzo 2018.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Hanno da qualche anno preso forma nuove tipologie di costruzione della vacanza che elidono passaggi tradizionali attraverso un’opera sistematica di disintermediazione. La digitalizzazione crescente dell’economia turistica ha reso possibile a ciascun potenziale viaggiatore/visitatore creare il proprio unico ed originale pacchetto-vacanza. Comodamente seduto a casa, il turista glocale sceglie sullo scaffale digitale delle offerte quelle che lo attraggono di più. Ma non si ferma qui: inizia a mixare queste offerte; individua gli ingredienti che gli interessano (ambiente, cultura, mare, divertimento, enogastronomia, ecc.); confeziona su misura la sua vacanza ideale.

Perché è un turista glocale? Perché nella sua postazione locale (la sua casa, il territorio dove vive e lavora) interagisce con uno scenario globale. Ed è in base a questa interazione disintermediata che si sviluppa la nuova geografia dei mercati turistici mondiali. E’ cambiata l’arena della sfida tra operatori. Sono cambiate le regole del gioco. La prima è quella che determina il profilo più importante dei singoli operatori e di ogni singolo tassello dell’offerta turistica dei singoli territori: la web reputation o – se volete – il passaparola digitale.  L’avvento dei social network – nel bene e, soprattutto, nel male – ha consentito al turista glocale di diventare sarto personale del suo abito turistico.

In base a quali parametri?

In base a parametri difficili da aggregare in indicatori specifici, ma certamente orientati alla ricerca di una qualità medio-alta e di un rapporto costi/benefici più che conveniente. In altre parole la partita si gioca adesso sul terreno della capacità attrattiva dei sistemi territoriali integrati. La qualità complessiva di una destinazione vince sulla qualità che il singolo operatore-anello della filiera turistica glocale è in grado di mettere sul piatto della bilancia. E’ evidente che anche i top player della qualità non possono più considerarsi isole splendidamente proiettate  in dinamiche avulse dal contesto di riferimento. Nel medio periodo saranno costretti a politiche sempre più difensive e non espansive se il contesto nel quale sono immersi non mantiene e migliora il proprio standard di qualità. I top player rischiano di doversi accontentare di quanto riescono a fare sul versante della fidelizzazione e non delle opportunità offerte da nuove profilazioni.

In definitiva, è chiaro che vincono i territori e le piattaforme territoriali intelligenti, cioè quelle che: interagiscono con la digitalizzazione dei processi di ‘costruzione’ delle offerte tailor made e, nello stesso tempo, realizzano processi di integrazione tra offerta turistica ‘core’ e servizi sostanziali al cliente (logistica, mobilità e trasporti, sicurezza, qualità dell’aria, dell’acqua,  della risorsa mare, dell’enogastronomia, ecc.).

Quale strada hanno seguito le piattaforme territoriali all’avanguardia nella soddisfazione della domanda proveniente dai turisti glocali e digitalizzati? Una sola, semplice e coerente con la “filosofia” della rete: partenariato pubblico-privato sulla base di certificazioni volontarie e disciplinate, oltre che, ovviamente, incentrate sull’aggregazione inclusiva dell’offerta a partire dai programmi di web marketing-web reputation.

Immagine Glocal Turismo
"Passaparola digitale"
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