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I numeri dell'economia »

Il Forum internazionale di Baveno. Le interviste in Australia, Argentina, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Turismo delle radici, i nuovi “influencer”
Analisi di Confcommercio. “Al rientro da un viaggio in Italia, l’87% consiglia caldamente le nostre destinazioni a parenti, amici e conoscenti”.

“Sei milioni di italiani residenti all’estero, che diventano 80 milioni con oriundi e discendenti. E il numero si moltiplica ancora, addirittura fino a quota 260 milioni, se nel novero comprendiamo anche gli affini con legami parentali, chi comunque parla la nostra lingua o si sente particolarmente vicino alla nostra cultura, anche per motivi di lavoro. Sono numeri che fanno dell’Italia un caso pressoché unico al mondo e che il 2024 – anno delle radici italiane – permette di portare in primo piano. Una comunità così vasta rappresenta dal punto turistico una domanda potenziale di dimensioni a dir poco sorprendenti, come emerge da una ricerca di Confcommercio – in collaborazione con Swg, TRA Consulting, Italyrooting consulting – pubblicata in occasione del Forum internazionale del turismo di Baveno (24 e 25 novembre scorsi),  che contiene tre livelli di approfondimento sul turismo delle radici: un’indagine sul valore economico, una ricerca demoscopica su turisti attuali e potenziali e un’analisi qualitativa, queste ultime due realizzate con interviste in Australia, Argentina, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti”.

E’ questo il  contesto generale del quadro analitico realizzato da Confcommercio che reputa interessante che “le nostre comunità all’estero spiccano per essere grandi promotrici naturali del Paese: al rientro da un viaggio in Italia, l’87% consiglia infatti caldamente le nostre destinazioni turistiche a parenti, amici e conoscenti. Sono, insomma, clamorosi influencer: il 61% di chi è venuto nel nostro Paese, lo ha fatto tre volte o più nella sua vita e un ulteriore 27% è venuto due volte. E quando tornano non è vero che si limitano a tornare nei luoghi d’origine, tutt’altro, visto che il 55% del tempo del viaggio è dedicato a visitare l’Italia nel suo complesso. Per quanto riguarda l’alloggio la scelta cade prevalentemente su alberghi e strutture turistico-ricettive, mentre la spesa è decisamente alta: in media 3.100 euro a persona per viaggi di almeno due settimane”.

In base a questa tipologia di dati emersa dalla ricerca, si suggerisce di procedere alla realizzazione di “nuovi prodotti turistici capaci di attrarre in maniera specifica questo enorme mercato di riferimento, ma anche di rendere più attraente l’offerta per il turismo esperienziale che muove oggi la maggior parte dei mercati, a partire da quelli maturi, come l’Europa e il Nord America. I turisti delle radici al rientro, portano con loro, e fanno conoscere, le produzioni più eccellenti del made in Italy: enogastronomia, abbigliamento, artigianato, calzature, gioielli e libri. Un legame con l’Italia che, partendo certamente dalla curiosità e amore per la propria storia familiare, si estende a valori comuni a molti altri viaggiatori: la bellezza e la fama dell’Italia nel mondo, la sua cucina – di cui vogliono apprendere il più possibile tutti i segreti – la sua lingua, che vogliono imparare e perfezionare a tutti i costi anche con corsi dedicati durante il soggiorno, e la cultura del nostro Paese”.

Confcommercio “accompagnerà il 2024 con una serie di iniziative, soprattutto a livello locale, dedicate a tutti gli operatori e professionisti che al turismo delle radici vorranno avvicinarsi prendendo parte attiva a progetti di sviluppo delle destinazioni. Il 2024 deve essere l’inizio di un grande percorso di ulteriore avvicinamento tra l’Italia e la sua meravigliosa e vasta comunità nel mondo”.

(Fonte: confcommercio.it/27.11.2023)

 

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