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TE LE racCOMando di Virgilio Gay – direttore generale Fondazione MIdA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. “Distruggili, Holly”. Questo era il grido di battaglia di Gekko, in Wall Street, quando incitava il suo Terminator. Slimming down è la tecnica. Dimagrimento il significato dell’espressione in italiano. Ma sarebbe meglio definirla “operazione spezzatino” ovvero lo smembramento di un’azienda in tante sue funzioni: autonomi componenti da trasformare in altrettante piccole aziende. Ciascuna con un proprio valore di mercato, appetibili per le loro specificità. Una sorta di smaltimento differenziato delle componenti l’architettura aziendale. Il principio opposto dell’olismo e delle concentrazioni, delle fusioni e delle economie di scala. Altrettanto efficace, in caso di rottamazioni. Probabilmente questa sarà la fine di Telecom Italia. Assegnata ai frequentatori iberici del salotto buono milanese. Un altro sostanzioso regalo di Passera e degli altri commenda (Mediobanca e Generali) al Belpaese. Un’altra opera di quei capitalisti di relazione che, senza rischiare i loro denari, compiono razzie, spoliazioni e depauperamenti di valore, utilizzando i risparmi delle attuali banche universali. Sulla vicenda Telecom il premier Letta tiene a precisare che si tratta di un’azienda privata, dimenticando però che essa gestisce la dorsale rete di comunicazioni dell’Italia: prefetture, servizi d’intelligence e difesa compresi. Un problema non solo di sicurezza, quanto addirittura di sovranità. Di questa tecnica speculativa ne parlo in Time is money (Edizioni MIdA), unitamente all’altra attività usurante in scala globale: quella definita captive demand (in italiano suonerebbe come domanda prigioniera). Un processo molto più elaborato, sottile, subdolo e perciò devastante. Si tratta dell’acquisto di società privatizzate, cosiddette utility, erogatrici di servizi essenziali per i cittadini che non possono farne a meno: acqua, luce, gas, telefonia, ecc. L’obiettivo è quello di controllare in regime monopolistico i servizi fondamentali, per potere aumentare facilmente i prezzi delle tariffe e conseguire grandi margini di redditività. Perché si tratta di beni di consumo non regolati dalla legge della flessibilità della domanda. Infatti, mentre posso liberamente decidere di non rinnovare il guardaroba, per risparmiare, altrettanto non posso fare per quanto concerne l’acqua, l’energia elettrica o il gas. La riduzione dei loro consumi investe direttamente la qualità della vita ed il benessere di una famiglia moderna. A proposito dell’acqua, la cui filiera è gestita dagli ATO (l’acronimo sta per Ambito Territoriale Ottimale), essi avrebbero dovuto essere aboliti entro marzo 2011, secondo il disposto della legge 42/2010; le loro funzioni attribuite di nuovo alle regioni. Attualmente sono cimiteri per la gerontocrazia del sistema politico: coriacei esemplari di petit commis resistenti ad ogni opera di disinfestazione. Così un paese arretra nel sottosviluppo: quando una elite di privilegiati si arrocca su posizioni utilitaristiche a danno dell’intera comunità. Virgilio Gay


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