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I numeri dell'economia »

Salerno perde 925 imprese nei primi tre mesi del 2013

Unioncamere. Calo dello stock nazionale delle imprese dello 0,51% Ma la Campania “regge” con una contrazione pari solo al -0,08 per cento Perfomance positiva della provincia di Napoli con saldo attivo dello 0,47% Il saldo di -31.351 unità nei primi tre mesi del 2013 rappresenta il peggior primo trimestre rilevato all’anagrafe delle imprese dal lontano 2004. Questo il principale dato proveniente da Unioncamere sulla base di Movimprese, la rilevazione trimestrale sulla natalità e mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, la società di informatica delle Camere di Commercio italiane. Ma, all’interno di numeri ampiamente negativi rispetto alla dinamicità del tessuto imprenditoriale nazionale, la Campania, con un tasso di crescita, nel primo trimestre dell’anno, inferiore di solo lo 0,08%, risulta una delle regioni italiane meno colpite (insieme al Lazio: -0,07%) dall’ecatombe di imprese evidenziata dal report di Unioncamere in questo primo trimestre del 2013. E’, infatti, solo di 434 imprese il saldo negativo registrato nel territorio campano, con uno “stock” che, al 31 marzo 2013, è pari a 560.206 unità di cui 74.002 imprese artigiane, anch’esse, seppur in campo negativo (-0,34%), a presentare contrazioni molto meno pesanti rispetto alla media nazionale. Il dato relativo alla regione Campania è fortemente influenzato dalla performance positiva della provincia di Napoli che, con un tasso di crescita, nel periodo gennaio – marzo 2013, in attivo dello 0,47% (saldo positivo pari a 1.273 unità) risulta la provincia a maggior crescita sul territorio nazionale. Il buon risultato della provincia di Napoli, quindi, consente all’intero territorio regionale di sopperire ai risultati provenienti dalle altre province: -0,32% dalla provincia di Avellino (saldo pari a -141); -0,33% da Caserta (saldo -316) e -0,93% da Benevento (saldo -325). La provincia di Salerno, che sconta una perdita secca di 925 imprese nel trimestre (-0,76% rispetto al 31.12.2012) incide, numericamente, in modo fortemente negativo sul bilancio complessivo regionale, pur vantando uno stock di imprese (al 31.03.2013) pari a 119.938, dato, numericamente, secondo in regione alla sola provincia di Napoli in cui risultano insediate, al 31 marzo dell’anno in corso, 272.398 aziende. Da notare, inoltre, che la provincia salernitana, nel trimestre considerato, ha confermato lo stesso dato (-0,76%) evidenziato nell’analogo periodo dello scorso anno. Passando ai numeri nazionali, alla fine di marzo il numero complessivo di imprese iscritte alle Camere di commercio è risultato pari a 6.050.239 unità, lo 0,51% in meno rispetto al 31 dicembre 2012. Di queste, 1.416.847 sono artigiane, l’1,47% in meno dello stock rilevato alla fine dello scorso anno. Anche considerando che i dati del primo trimestre dell’anno, statisticamente, presentano con una certa regolarità saldi negativi a causa del concentrarsi a fine anno di un numero elevato di cessazioni di attività, il bilancio gennaio-marzo ha risentito di performance particolarmente negative sia dal lato delle iscrizioni di nuove imprese (118.618, solo nel primo trimestre del 2009 si fece peggio, con 118.407 aperture), sia dal lato delle cessazioni: le 149.969 del primo trimestre di quest’anno, infatti, sono il terzo peggior risultato del decennio (dopo quelli del 2007 e del 2008). Da sottolineare il dato relativo alle imprese artigiane: le 21.185 imprese che nel primo trimestre 2013 sono mancate all’appello rappresentano oltre due terzi (il 67,6%) del saldo negativo complessivo del trimestre. Rispetto ai settori, al netto dell’agricoltura che da anni conferma trend di riduzione strutturale del numero di imprese (-13.106 unità nel primo trimestre 2013, in linea con una tendenza di lungo periodo), sono le costruzioni (-12.507 imprese), il commercio (-9.151) e le attività manifatturiere (5.342) i comparti a mostrare le maggiori sofferenze, mentre numeri positivi nei primi tre mesi dell’anno si rilevano nei servizi di alloggio e ristorazione (+550), nell’energia (+267) e nei servizi alle imprese (+249). Dal punto di vista delle forme giuridiche delle imprese, ad incidere negativamente sul bilancio trimestrale sono state, in particolare, le imprese individuali che, da sole, hanno perso ben 38.261 unità, seguite dal dato delle società di persone (-3.304). Migliore la situazione espressa dalle società di capitali, che offrono un saldo trimestrale positivo per 8.973 unità, e delle cosiddette “altre forme” (principalmente imprese cooperative), aumentate nel periodo di 1.241 unità. Sotto il profilo territoriale, i saldi negativi registrati a chiusura del trimestre accomunano tutte le macro-ripartizioni geografiche, con il Nord-Est (-0,7% per un saldo negativo pari a 8.350 imprese) che fa registrare la battuta d’arresto più sensibile, mentre in linea con la media risultano le performance delle ripartizioni Sud e Isole e Nord-Ovest (-0,51 e -0,50%) che, in termini assoluti, perdono rispettivamente 10.171 e 7.995 imprese. L’area che ha registrato le perdite più contenute è il Centro (-0,37% pari ad una riduzione di 4.875 unità dello stock delle proprie imprese). (Fonte: Com. St. Unioncamere del 19.04.13)

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