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Salerno Economy XIII.05 – 16.02.2024

Indagini e approfondimenti recenti rilevano le motivazioni alla base della ricerca di un’occupazione e confermano la nuova “importanza” degli interessi personali.

Tutti insieme, sospesi nella bolla del nulla (che quasi mai accade)

Nel vuoto che ci ha inglobati, si perdono di vista progetti e iniziative per provare a spingere il carro dell’economia. Il lavoro non è più centrale, prevale la logica dello stipendio che consente di credere a tutto resto.
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Tempo di cambiamenti
Può capitare di rimanere fermi e provare ad ascoltare, magari distrattamente, come si “muovono” le cose, forse si incamminano per il verso giusto o, al contrario, assecondano sempre vecchi percorsi, senza mai ricordare che fino a questo momento non hanno portato a raggiungere, almeno, qualche obiettivo rilevante. No, non è l’inizio di un racconto letto più volte, ma solo la constatazione - abbastanza noiosa - che da qualche anno a questa parte (da quando si è più o meno usciti dall’emergenza sanitaria) non è accaduto assolutamente niente di rilevante (non solo sotto l’aspetto economico). Al contrario, si è andati veramente oltre ogni tipo di immaginazione che, pure, avrebbe dovuto sollecitare, quanto più possibile, prudenza e saggezza nell’operare scelte in grado di porci al riparo da tempeste che - al momento - è ancora difficile governare. No, troppo semplice entrare in quest’ordine di idee. Meglio procedere con spirito di avventura (oltre la politica) e inseguire la cattura di un consenso più diffuso, sganciato da ideologie, partiti, rimproveri: è nato - a pensarci bene - un altro format, forse addirittura ideologico, fermamente ideologico, che ha una sola traccia di percorso: attenzione, state tranquilli se potete, qui ci siamo noi a guidare la carovana, a pensare più o meno a tutti. Un po’ di sacrifici, questo sì, ma andiamo avanti. E’ questa la nuova filosofia che il pensiero dominante - non sempre coincidente con quello governante - in qualsiasi parte d’Italia (e non solo) impone e mette al centro dell’attenzione. E il fatto nuovo è che, tutto sommato, va bene così, perché la parte di popolazione che tenta di stare meglio di qualche anno fa, trova rimedi molto più variegati di prima (e in ogni caso, apparentemente, praticabili).
E’ questo il ritratto che più sembra conforme a tutto quello che siamo diventati, perdendo (definitivamente?) di vista ambizioni (sociali, economiche…), progetti, iniziative che, pure, erano al centro di realizzazioni da compiere, dopo averle inseguite per anni e anni e ora sparite.
(continua)
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Per le vendite al dettaglio il mese di dicembre 2023 si è concluso con il segno meno.

Confcommercio: “Lo scenario dei consumi resta complicato”

Secondo le stime preliminari Istat le vendite sono calate su base mensile dello 0,1% in valore e dello 0,5% in volume. Su base annua calo in volume del 3,2%.
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Panorama complesso.
“Il dato di dicembre delle vendite al dettaglio (-0,5% a volume su novembre) - evidenzia il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella - è un sintomo di come la situazione sul versante dei consumi rimanga molto complicata. Dopo un bimestre segnato da modesti ma confortanti recuperi, dicembre conferma la difficoltà della spesa delle famiglie nell’intraprendere un percorso di crescita consolidato o, comunque, in grado di mettere al riparo l’attività economica da pericolose oscillazioni”. Bella aggiunge che “certamente non conforta che queste difficoltà si manifestino, a volte, anche con maggiore intensità, in molti Paesi dell’eurozona. In Italia permangono situazioni molto complicate, con alcuni segmenti di consumo, tra cui abbigliamento e calzature e mobili ed elettrodomestici che vedono calare le vendite anche a valore, con particolari penalizzazioni per le imprese di minori dimensioni. Si spera che la stagione dei saldi ne migliori il fragile profilo economico-finanziario”.
I dati Istat.
"I dati preliminari Istat indicano che a dicembre le vendite al dettaglio sono calate su base mensile dello 0,1% in valore e dello 0,5% in volume. Sono in diminuzione le vendite dei beni alimentari in valore e in volume (rispettivamente -0,2% e -0,9%) e quelle dei beni non alimentari in volume (-0,2%), mentre sono stazionarie quelle in valore. Su base annua le vendite al dettaglio aumentano dello 0,3% in valore e registrano un calo in volume del 3,2%".
(Fonte: confcommercio.it/07.02.2024)
(continua)
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Il quadro descritto dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini a Fruit Logistica.

Agricoltura: “Follie Ue minacciano export ortofrutta da 12 mld”

La direttiva imballaggi “rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari”.
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Valore in crescita
“Sul futuro dell’ortofrutta italiana pesano le folli politiche dell’Unione Europea a partire dalla direttiva imballaggi che rischia di cancellare dagli scaffali dei supermercati l’insalata in busta, i cestini di fragole, le confezioni di pomodorini e le arance in rete con un effetto dirompente sulle abitudini di consumo degli italiani e sui bilanci delle aziende agroalimentari”. E’ questo il quadro descritto dal presidente Coldiretti Ettore Prandini a Fruit Logistica nel corso del summit con gli agricoltori di tutta Europa sulle prospettive del settore che “nel 2023 ha fatto segnare il record storico delle esportazioni arrivando a sfiorare i 12 miliardi di euro, tra ortofrutta fresca e trasformata, in aumento del 12% rispetto all’anno precedente”, (proiezione Coldiretti su dati Istat).
“La scelta Ue in materia di imballaggi - evidenzia Coldiretti - apre ad una serie di problemi, dal punto di vista igienico-sanitario, della conservazione e degli sprechi, che potrebbero aumentare anche i costi per i consumatori e per i produttori. Anche se nel corso del negoziato sono stati introdotti miglioramenti grazie alla Coldiretti la battaglia è ancora aperta. Grazie alla manifestazione della Coldiretti a Bruxelles è stata invece ritirata la proposta di regolamento sul dimezzamento dell’impiego di fitofarmaci, che avrebbe colpito uva e pomodoro mentre resta aperta la lotta agli accordi di libero scambio che non garantiscono il rispetto del principio di reciprocità poiché serve che tutti i prodotti che entrano nell’Unione devono rispettare gli stessi criteri sanitari, ambientali e di rispetto delle norme sul lavoro anche minorile”.
(Fonte: coldiretti.it/07.02.2024)
(continua)
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In quell’estate si concretizzò l’arrivo di Zico (Udinese), che giunse a Fiumicino dove c’erano i tifosi della Roma: attendevano Falcao (era sullo stesso volo).

Gli anni ’80, il pallone e la “conquista” degli stranieri

La Serie A in pochi anni avrebbe assunto un altro volto. Cambiava tutto, eravamo entrati nel calcio globale e ci apprestavamo addirittura a vincere il campionato del mondo (1982).
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Zico, tecnica fenomenale
(Er.Pa.) - Fu un ottimo campionato - disputato tra il 14 settembre del 1980 e il 24 maggio del 1981 - e si concluse con la vittoria della Juventus al suo diciannovesimo titolo. Ma fu, soprattutto, il primo campionato dopo il totonero e dopo il 9 maggio del 1980, quando il Consiglio Federale prese la decisione di riaccogliere i calciatori stranieri in serie A. Era dal 1966 che non accadeva una cosa del genere, dopo l’amara delusione dei campionati mondiali con la sconfitta contro la Corea del Nord. Insomma, tanta acqua era passata sotto i ponti e il calcio italiano poteva affermare di essere cambiato. Ma agli inizi degli anni ’80 iniziò davvero una nuova avventura, o almeno così a tutti sembrava. E sul mercato - internazionale - ne erano già successe di cose che avevano catturato i tifosi e riacceso l’attenzione sui palcoscenici calcistici di tutto il mondo. L’Inter aveva già ottenuto un’opzione per acquistare Michel Platini, ma non riuscì mai a renderla operativa, perché il Consiglio non mollò la presa fino all’estate del 1980. La norma approvata stabiliva un solo straniero per squadra, ma cinque delle sedici formazioni di serie A - Ascoli, Brescia, Cagliari, Catanzaro e Como - si affidarono a calciatori italiani, tutto il resto sarebbe avvenuto dopo. Nell’estate del 1980 giunsero in Italia Luis Silvio Danuello del Palmeiras. Poi Juan Figer, procuratore in buoni rapporti con molti giornalisti italiani, concretizzò l’arrivo di Zico (Udinese), che giunse a Fiumicino - 10 agosto del 1980 - che ospitava, però, i tifosi della Roma in festa: erano in attesa di Falcao, che aveva preso lo stesso volo.
Ma occorre dire che la Serie A, il nostro campionato, assumeva un altro volto, cambiava tutto, si può dire, eravamo entrati nel calcio globale e ci apprestavamo addirittura a vincere il campionato del mondo (1982). Nell’estate del 1980 arrivò Michel Van de Korput (difensore olandese), tre stagioni nel Torino, una finale di Coppa Italia. Gran colpaccio della Juventus che riuscì a prendere dall’Arsenal un grande regista: Liam Brady (irlandese) che portò a Torino due scudetti. L’Inter si accordò per l’austriaco Herbert Prohaska, che, poi, giunse a Roma. A Napoli nel 1980 fu il momento di Ruud Krol, olandese, libero e regista, dell’Ajax (tre Coppe dei Campioni, una dietro l’altra). Un fortissimo giocatore arrivò ad Avellino, Juary che ballava ed esultava intorno alla bandierina del calcio d’angolo dopo il gol, (due stagioni dopo si trasferì all’Inter).
(continua)
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