Al di là di quanto accade nell’ambito dei partiti (o di quello che più modestamente ne resta), si appresta a prendere forma il voto per l’Ue che si materializzerà, in Italia, domenica 9 giugno 2024.
L’Europa si guarda in faccia, quanto vale l’idea di futuro?
Si delinea davanti a tutti noi l’occasione (irripetibile) per esprimere non solo il consenso (con una ricaduta evidente sui singoli Paesi), ma anche un’idea precisa su quanto ci aspettiamo che accada, senza tentennamenti, almeno da qui a cinque anni.
L'idea di Ue
Si candiderà al Parlamento europeo la presidente del Consiglio? Non si candiderà? E la segretaria del Pd, Elly Schlein, che cosa farà? Come affronterà le europee? Da candidata o da capo della principale forza politica - è bene chiarirlo a tante personalità che, pure, contribuiscono (o dovrebbero contribuire) a delineare il quadro delle forze in campo - di opposizione?
Ecco, al di là di quanto accade nell’ambito dello scenario che i partiti (o di quello che più modestamente ne resta) provano a delineare giorno per giorno, si appresta a prendere forma - il voto per l’Ue si svolgerà, in Italia, domenica 9 giugno 2024 - a tutti gli effetti una vera e propria prova di forza che (così si spera) stabilirà quale piega prenderanno, per noi in primo luogo, non solo e non tanto i prossimi anni (cinque, molto più che probabilmente), ma, soprattutto, i più vicini avvenimenti che sono quelli dietro l’angolo, quelli che stabiliranno con netta precisione il prosieguo di tutti gli accadimenti rilevanti - dal punto di vista istituzionale, amministrativo, ma anche economico (è bene dirlo) - che sono già ben scritti nelle agende che ci riguardano. E’, quindi, evidente che tutto resta, per il momento, appeso all’esito di questa scadenza che è destinata a segnare, in un caso o nell’altro, una vera e propria svolta per il mondo Ue (cioè per l’Europa che noi siamo).
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L’ex presidente del Consiglio, in silenzio, pare ribellarsi al rumore avverso e incompetente che si è già ampiamente diffuso in vari Paesi.
Draghi e il dopo Draghi, come può nascere la nuova Ue
Ma rimane ancora sospeso l’insegnamento di Aldo Moro: “Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa ed essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo e la mediterraneità è da tempo in Europa”.
Pasquale Persico
Ricordo, a me stesso e per i lettori, che qualche anno fa ho ripreso i temi della Lezione- Conversazione di Mario Draghi con i giovani della Università Cattolica Sacro Cuore, che gli aveva conferito la laurea ad honorem. La sua lezione era poggiata su tre parole chiave: conoscenza, coraggio, continuità. La proposta arrivata dalla Francia di una candidatura alla presidenza della Commissione Europea, oltre che essere condivisa dall’Italia e dalla Germania, dovrebbe, poi, avere una sostanza programmatica che riguarda il confronto esplicito con i governi proponenti ed una riflessione profonda sulle decisioni che guardano al futuro dell’economia e della politica dell’Ue.
Adesso è ancora il momento del silenzio, Draghi è ancora alle prese con lo studio commissionato dalla presidente della Commissione sul come dare una prospettiva alla politica economica del continente europeo allargato e, soprattutto, alla politica industriale. Si tratta in effetti di fare luce su un passaggio cruciale, dalla sola politica monetaria, che è ancora da completare, fino ad una ulteriore cessione di sovranità per dare voce alla politica fiscale necessaria: questa, decisiva, per dare impulso ad un futuro credibile. Egli ribellandosi al dominio del rumore avverso, emerso durante l’ultima campagna elettorale e dopo, oggi, preferisce giocare la carta della forza del silenzio.
Ciò non esclude che potrebbe predisporsi, con semplicità al confronto, se maturassero esplicite proposte sul programma comune delle nazioni, per dare all’Europa un principio di Stato federale che guarda ad un ruolo autonomo ed esplicito della Ue nel confronto internazionale. Si tratta di fare emergere il nuovo coraggio degli Stati basato sulla conoscenza dei grandi temi da affrontare, dando a tutti le ragioni di potere stare in un coro di programma ad identità plurale, europeo ed inclusivo.
Sulle migrazioni, nonostante i principi costituzionali di solidarietà e responsabilità, vi è il rischio evidente di rimanere fermi senza un minimo di capacità di collegare il tema ad un nuovo processo di decolonizzazione sincera, nel mio linguaggio (ma anche quello di Mattei prima maniera). Aiuti alle popolazioni africane e non solo, ricollocazione degli emigranti connessa alla politica economica, e sviluppo della solidarietà devono stare in una sola visione.
Ecco la nuova questione mediterranea, sia essa la via del cotone o via della seta, o la politica dei Paesi dell’Occidente. Rimane sospeso l’insegnamento di Aldo Moro: "Nessuno è chiamato a scegliere tra l’essere in Europa ed essere nel Mediterraneo, poiché l’Europa intera è nel Mediterraneo e la mediterraneità è da tempo in Europa".
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Il capitolo «I soggetti economici dello sviluppo» del 57° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2023.
Il carrello della spesa? Lievita, per il 2023 è al 9,5%
“Soltanto il 44,1% prevede di riuscire a mantenere gli stessi livelli di risparmio dell’anno passato. Il 48,5% teme invece di vedere i propri risparmi diminuire rispetto al 2022”.
Il problema-costo del denaro
Il quadro inflattivo.
“L’inflazione è qui per restare? I dati sui prezzi al consumo - è scritto nel Rapporto Censis dello scorso dicembre - confermano il tendenziale riassorbimento dell’inflazione, sebbene restino ancora alti i livelli di varie categorie di beni. A settembre l’indice nazionale dei prezzi al consumo è del 5,3% (era il 7,6% a maggio), un valore che porta il livello dell’inflazione acquisita per il 2023 al 5,7%. Distanti da questo livello generale sono gli indici relativi ai beni alimentari nel complesso (8,6%), ai beni alimentari freschi (7,7%) e agli alimentari lavorati (9,1%). Lievita quindi all’8,3% il carrello della spesa, per il quale il dato acquisito per il 2023 è al 9,5%. Due famiglie su tre prevedono che alla fine dell’anno i redditi familiari saranno uguali a quelli dell’anno precedente. Soltanto il 44,1% prevede di riuscire a mantenere gli stessi livelli di risparmio dell’anno passato. Il 48,5% teme invece di vedere i propri risparmi diminuire rispetto al 2022. Il 25,9% prevede un aumento della spesa per consumi, dovuta anche all’incremento dei prezzi”.
L’aumento dei tassi di interesse/Effetti su famiglie e imprese.
“Nel primo semestre 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno - segnala sempre il Censis - si è osservato un aumento del 5,3% delle richieste di prestiti da parte delle famiglie. Per quanto riguarda i mutui, la riduzione del numero delle domande è pari al 22,4%. Il cambiamento nel quadro di riferimento del costo del denaro ha modificato il profilo di rischio di chi richiede un mutuo per l’acquisto della casa. L’indice di affidabilità delle famiglie a marzo di quest’anno era pari al 12,8% per il complesso delle famiglie, ma con una tendenza al ribasso rispetto a fine 2022 (13,6%) e a fine 2021 (14,8%). Anche il settore delle imprese sta incontrando difficoltà nell’accesso al credito. A marzo di quest’anno, rispetto al marzo dello scorso anno, i prestiti alle imprese del settore manifatturiero si sono ridotti dell’1,5% e nelle costruzioni dell’1,3%. Per le imprese del settore immobiliare la stretta al credito ha raggiunto il 5,0%, mentre nei servizi è negativo per un decimo di punto. Il tasso di deterioramento, benché contenuto nel 2022, è previsto in crescita nel 2024, con valori che toccheranno il 3,8% nel settore delle costruzioni e il 3,6% tra le imprese con meno di 10 addetti”.
(Fonte: censis.it/01.12.2023)
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Fu ad Ascoli, ricordano tecnici ed estimatori, che giocò le migliori partite della sua carriera.
Il gran bel calcio di Adelio Moro, regista perfetto
Un record per comprendere bene che tipo di calciatore si aveva di fronte: 10 calci di rigore segnati in serie A, il cento per cento di tiri dal dischetto che gli toccò in sorte di decidere.
Adelio Moro
Un giocatore di grande classe, bastava vederlo muoversi in campo per capire che sapeva dare del tu al pallone. Un record per comprendere che tipo di calciatore si aveva di fronte: 10 calci di rigore segnati in serie A, il cento per cento di tiri dal dischetto che gli toccò in sorte di decidere. Due le presenze in Nazionale under 23 e 4 in Under 21.
“Una mezzala classica, dal grande talento e dal beffardo destino: chiamato due volte alla prova della metropoli, la fallisce miseramente, all’Inter (dove arriva nel ‘72, decisamente troppo giovane) e in seguito al Milan (dove dovrebbe raccogliere la pesantissima eredità di Rivera, al quale peraltro dieci anni prima era ripetutamente paragonato). Ha una carriera di alti e bassi ... - si può leggere nel “Dizionario del Calcio Italiano” (Baldini & Castoldi Editori, 2002) - eppure rimarrà sempre nella categoria, rispettabilissima ma per certi versi irritante, dei fuoriclasse da piccola squadra. Problema, forse, di personalità: del resto non è certo l’unico ad aver sofferto della sindrome di San Siro. E’ comunque un rigorista infallibile, dal ‘71 all’83 (con le maglie di Atalanta, Ascoli e Cesena) non ne sbaglia uno”, come scritto da Gianni Morelli.
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