Si tende sempre ad assecondare posizioni diverse, ma ad isolare, sostanzialmente, Paesi in cerca di sponde aggreganti che, invece, non si verificano (nella sostanza).
Grande confusione, nebulosità sempre imperante
Sì, va tutto bene, dicono in tanti, ma affiora, sempre, la reale valutazione con la quale fare i conti: troppo alto il nostro livello di debiti, un segnale forte del disagio con il quale occorre fare convivere soggetti diversi e, comunque, sempre pronti ad alzare il dito, quando non serve.
Distacco, perplessità, fuga nei propri interessi.
Sì, va tutto bene, dicono in tanti - a cominciare dagli alleati europei e americani - ma, poi, affiora, sempre, la reale valutazione con la quale fare i conti: troppo alto il livello di debiti, un segnale forte del disagio con il quale occorre fare convivere soggetti diversi e, comunque, sempre pronti ad alzare il dito, quando serve.
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Il 17 ottobre del 1516, a poco meno di dieci anni, sposò Isabella Villamarino (o Villamarina), figlia del suo tutore Bernardo.
Ferrante Sanseverino e la “rinascita” dello Studium generale (1)
La politica, la società e la cultura nel principato di Salerno, nella prima metà del Cinquecento, furono profondamente influenzate dalle scelte fatte e dai provvedimenti adottati da personaggi come il vicerè del Regno di Napoli Pedro Álvarez de Toledo ed il Priore del Collegio Medico salernitano Paolo Grisignano.
Palazzo dei Sanseverino visto dalla strada Gradoni Madonna Della Lama - Salerno (Foto Giuseppe Ferrantino)
Sul ruolo svolto dal principe Ferrante Sanseverino nella rinascita dello Studium di Salerno, nella prima metà del Cinquecento, sono stati dati giudizi non sempre concordi.
Paolo Grisignano, Priore del Collegio Medico al tempo di Ferrante Sanseverino, nell’Esposizione degli Aphorismi di Ippocrate evidenziò che il principe “aveva fatto rinascere lo Studium sostenendolo con successo.” (2) Salvatore De Renzi scrisse che i principi Sanseverino “rivolsero tutte le loro cure a richiamare in onoranza la Scuola, raccogliendo gli uomini più distinti del Regno” (3). Paul Oskar Kristeller parlò di una chiara reviviscenza della Scuola di Salerno nel XVI secolo e che questa reviviscenza era comunemente attribuita all’attivo interessamento di Ferrante Sanseverino, (4) mentre, Leopoldo Cassese diede un giudizio severo ritenendo che è “Da accogliere eventualmente con molte riserve ed opportuna cautela, l’affermazione che nel ‘500 si verificò una reviviscenza dell’attività scientifica dello Studio salernitano, per la ragione che la presenza di una o più persone in fama di rappresentanti di alta cultura, non riuscì a creare una corrente nuova ed innovatrice di pensiero” (5). Donato Dente ritiene che gli studiosi presenti nello Studio di Salerno nella prima metà del Cinquecento incisero in maniera limitata sulla società e sull’ambiente di corte, in quanto gli effetti, della cultura di cui erano portatori, “potevano essere avvertiti solo da poche persone” e sottolinea che la cultura prodotta dagli interessi dei Sanseverino “ritornò, per un certo periodo a rinnovare e ricambiare i motivi filosofici e giuridici, scientifici ed eruditi nello Studio” (6). Aurelio Musi, qualche anno dopo, ha scritto “La fase sanseverinesca appare come una breve congiuntura felice destinata a non invertire una tendenza alla dequalificazione degli organismi culturali della città.” (7) Di diverso avviso è Vittoria Bonani la quale ritiene che l’arrivo a Salerno di lettori, oggi diremmo docenti, di grande spessore culturale, oltre a determinare una profonda trasformazione dello Studium cui corrispose una rinascita culturale che interessò in particolare i medici, lasciò un segno duraturo del loro magistero, che non si limitò allo Studio e alla Corte, anche se in alcuni casi rimasero a Salerno solo pochi anni (8).
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La notizia emerge dall’analisi Coldiretti/Notosondaggi divulgata in occasione del Summer Fancy Food 2023.
L’82% degli italiani “sostiene la tutela della cucina nazionale”
Leader mondiale che può “contare sull’agricoltura più green d’Europa con 5.547 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni”.
Un piatto tipico
La cucina italiana “è diventata leader mondiale - specifica la Coldiretti - potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa di 5.547 specialità ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni; 319 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, la leadership nel biologico con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori nel circuito della vendita diretta con Campagna Amica e numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino”.
(Fonte: coldiretti.it/25.06.2023)
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Il mare occupa il primo posto nella graduatoria. A seguire: città d’arte, piccoli borghi e montagna.
“L’estate è arrivata: 30 milioni con la valigia pronta”
Osservatorio Turismo Confcommercio-Swg: 63 milioni di partenze tra giugno e settembre, volume d’affari di 45 miliardi di euro. Gli intervistati dichiarano mediamente “di mettere a disposizione, per le vacanze tra giugno e settembre, un budget di circa 1.130 euro ciascuno, il 10% in più dello scorso anno: 920 euro per le partenze in agosto, 560 a giugno e 700 per quelle tanto di luglio quanto di settembre”.
Il mare, la principale preferenza
“Più della metà dei vacanzieri italiani scelgono le strutture ricettive per i soggiorni più lunghi, optando per un albergo in 4 casi su 10, mentre, per gli short break, lo fanno addirittura 2 su 3, optando però, in questo caso, per B&B e alberghi in pari misura. Campeggi, resort e villaggi vacanza totalizzano complessivamente una media del 20% delle preferenze mentre gli altri soggiorneranno in agriturismi e, soprattutto, in seconde case o da amici e parenti”.
(Fonte: confcommercio.it/23.06.2023)
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