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Salerno Economy XI.43 – 02.12.2022

Non raccolti giudizi e valutazioni che, pure, viaggiavano precisi fino a raggiungere partiti e movimenti politici.

La lezione è difficile da digerire, ma la sconfitta è dominante

La domanda è semplice: ma i perdenti, così nettamente, ci hanno riflettuto bene sul perché non sono stati capaci di coordinarsi con la volontà reale e dirompente di cambiamento che pure è risultata così lampante?
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Giudizio netto e preciso
“Bisogna essere servi delle circostanze”, (Marco Tullio Cicerone). Questo principio, se così possiamo dire, è, in realtà, divenuto un preciso riferimento non tanto letterario o comportamentale, ma, in qualche modo, politico. Se diamo uno sguardo agli accadimenti degli ultimi mesi, ci accorgiamo di avere assistito ad una sequenza di avvenimenti che non ci ha proposto, in buona sostanza, niente di nuovo dal punto di vista dell’uniformità e della continuità nelle scelte di fondo dei protagonisti della scena dominante. E’ troppo presto, si dirà, per esprimere una valutazione del genere. Probabilmente sì, ma, in effetti, il quadro internazionale è talmente grave che, alla fine, si riflette uniformemente (dal punto di vista governativo) sullo scenario interno.
Ma, il popolo elettorale perseguiva e pretendeva il cambiamento, il mutamento più adatto a ribadire con fermezza un concetto che, evidentemente, il resto della politica (rispetto alla maggioranza) tendeva sempre più a rimuovere, nascondere. Quale concetto? Semplice: basta, per piacere, ora basta. Accomodatevi da parte, sulla tribuna dell’opposizione e fate governare qualche altro. Insomma, prendetevi un po’ di riposo, sedetevi in panchina e riscoprite le parole chiave del consenso veramente condiviso, della riconquista cioè, di una piena e motivata partecipazione alle scelte della vostra politica che, in verità, non si sono affatto radicate in un contesto sociale ben preciso. Non hanno raccolto, in fondo, scelte e opinioni che, pure, viaggiavano precise fino a raggiungere - così sembrava - tanta parte di società, almeno di votanti.
(continua)
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I conti dell’Ufficio Studi della Cgia: nelle tasche dei lavoratori ne rimarranno 35,5 netti.

47 miliardi di tredicesime (11,4 mld nelle casse dell’erario)

“Buona parte di questa mensilità aggiuntiva spesa nel mese di dicembre per pagare le bollette di luce e gas, la rata del mutuo, il saldo dell’Imu della seconda abitazione, ma è altrettanto auspicabile che venga utilizzata per rilanciare i consumi natalizi”.
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Boccata d'ossigeno
I pensionati dal 1 dicembre, mentre dipendenti pubblici e privati “entro le prossime tre o quattro settimane”. Si tratta delle tredicesime. L’Ufficio Studi della Cgia “ha già fatto i primi conti: quest’anno l’ammontare complessivo toccherà i 46,9 miliardi di euro, di cui 11,4 verranno assorbiti dal fisco. I destinatari di questa gratifica ammontano a 33,9 milioni di italiani: 16,1 milioni di pensionati e 17,8 milioni di lavoratori dipendenti. In complesso, i beneficiari incasseranno un ammontare lordo pari a 46,9 miliardi di euro. Se a questo importo sottraiamo gli 11,4 miliardi di ritenute Irpef che finiranno nelle casse dell’erario, nelle tasche degli italiani rimarranno 35,5 miliardi netti. Probabilmente una buona parte di questa mensilità aggiuntiva sarà spesa nel mese di dicembre per pagare, in particolar modo, le bollette di luce e gas, la rata del mutuo, il saldo dell’Imu della seconda abitazione, ma è altrettanto auspicabile che la rimanente parte venga utilizzata per rilanciare i consumi natalizi. Una voce, quest’ultima, che ha una incidenza molto importante sul bilancio annuale di molti artigiani e di altrettanti piccoli commercianti”.
Quest’anno previsti 9,5 miliardi di acquisti natalizi.
L’Ufficio Studi della Cgia stima che "la spesa per i regali natalizi di quest’anno dovrebbe toccare almeno la stessa soglia registrata l’anno scorso, quando sfiorò i 9,5 miliardi di euro. Niente a che vedere, tuttavia, con quanto spendevamo prima della grande crisi del 2008-2009, quando per i regali natalizi gli italiani facevano acquisti per 18/19 miliardi di euro. La contrazione registrata in questi ultimi anni in parte è anche ascrivibile al fatto che molti italiani anticipano a novembre l’acquisto dei regali, approfittando del black friday. Con meno acquisti, tuttavia, a pagare il conto sono stati soprattutto i negozi di vicinato, mentre gli outlet e, almeno in parte, la grande distribuzione organizzata sono riusciti ad ammortizzare il colpo".
(Fonte: Cgia Mestre/26.11.2022)
(continua)
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“Crescente peso del segmento dei New to Credit, principalmente giovani che richiedono finanziamenti di piccola entità e di breve durata”.

Credito famiglie, +10% domanda di prestiti (ottobre)

Torna a crescere l’importo medio con un +1,6%, dopo 9 mesi consecutivi di performance negative. Stabile l’importo dei mutui (+0,2% rispetto allo stesso periodo del 2021), che si attesta a 142.660 euro.
Foto Numeri Economia-Investimenti- Soldi
Mutui stabili (ottobre)
"Nel mese di ottobre le richieste di prestiti da parte delle famiglie si caratterizzano per una crescita del +10% rispetto al corrispondente periodo 2021. Il trend positivo influenza anche l’importo medio richiesto, che dopo 9 mesi consecutivi di variazioni negative, fa segnare un incremento del +1,6% per attestarsi a 8.127 Euro", (Barometro Crif/Eurisc). In particolare, “i prestiti personali crescono del +19,5%, mentre l’importo medio risulta pari a 12.041 Euro (-5,8% rispetto al corrispondente periodo del 2021). Dinamica positiva anche per i prestiti finalizzati, che segnano un +5,4% e vedono l’importo medio attestarsi a 5.950 Euro (+5,3 rispetto a ottobre 2021)”.
Se prendiamo in considerazione le richieste di mutui immobiliari e surroghe, “si registra una contrazione complessivamente pari a -24,5% rispetto a ottobre 2021. Va però sottolineato come il dato sia influenzato dall’assottigliarsi delle surroghe, che nel periodo di osservazione sono diminuite del -58,3%, seppur in progressiva ripresa a fronte del recente rialzo dei tassi di riferimento. Relativamente ai nuovi mutui erogati, la contrazione si limita ad un modesto -1,5%”.
L’importo medio dei mutui richiesti (ottobre) “si è mantenuto pressoché stabile, con una variazione del +0,2% e un valore pari a 142.660 Euro)". Bisogna tenere conto di come “l’aumento dell’indice Euribor a 3 mesi - passato dal -0,50% medio di marzo 2022 al +1,3% medio di settembre 2022 - abbia prodotto un significativo aumento dell’importo della rata dei mutui a tasso variabile in via di rimborso, spingendo le famiglie verso contratti a tasso fisso o tasso variabile con Cap. Malgrado la situazione di perdurante incertezza, permane la vivacità della domanda dei mutui da parte dei giovani, con oltre 1/3 delle richieste presentate da under 35”, spiega Simone Capecchi, Executive Director di Crif.
(Fonte: crif.it/08.11.2022)
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Le due organizzazioni “hanno individuato come prioritari alcuni ambiti di intervento”, partendo dall’analisi dei dati raccolti.

Istituti Tecnologici Superiori, accordo tra Indire e Unioncamere

L’intesa promuove “una sinergia tra le due istituzioni che passa attraverso uno scambio di conoscenze e competenze sugli ambiti di proprio interesse”.
Glocal-politica
Percorsi formativi
Siglato un accordo di collaborazione sugli Istituti Tecnologici Superiori tra l’ente di ricerca Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa) e Unioncamere. “Obiettivo generale dell’intesa è promuovere e accrescere il networking strategico tra imprese, ITS Academy e scuole”. L’accordo “prevede una sinergia tra le due istituzioni che passa attraverso uno scambio di conoscenze e competenze sugli ambiti di proprio interesse”.
In particolare, “l’accordo tra il nostro Istituto e Unioncamere - specifica Cristina Grieco, presidente di Indire - introduce ulteriori strumenti a supporto del sistema ITS e di una sua crescita a livello territoriale. Obiettivo prioritario dell’Indire è investire nelle attività di ricerca e incentivare tutte quelle azioni, anche in sinergia con altre organizzazioni, che possano fornire al sistema della filiera di istruzione e formazione professionalizzante modelli innovativi organizzativi e didattici”.
“Una formazione di qualità - sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete - che consenta di inserirsi rapidamente e con soddisfazione nel mercato del lavoro. Questi sono gli ITS, percorsi professionalizzanti ancora non sufficientemente valorizzati in Italia. Una formazione che risponde alla richiesta delle imprese di personale con competenze tecnologiche, oggi quanto mai necessarie per assicurare innovazione e competitività al nostro sistema produttivo”.
(Fonte: unioncamere.gov.it/24.11.2022)
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Primo rapporto Coldiretti/Censis presentato in occasione del XX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione a Villa Miani a Roma.

La crisi, le rinunce: tagli a tavola per 1 su 2

Alcolici, dolci e pesce in cima alla classifica delle famiglie. “Il 47% costretto a tagliare le quantità di cibo acquistato, ma se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, la percentuale sale addirittura al 60%”.
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Tagli essenziali per le famiglie
“A causa del caro prezzi più di un italiano su due (52%) ha tagliato il cibo a tavola in quantità o in qualità, con un effetto dirompente che grava soprattutto sulle famiglie a basso reddito”. E’ questo lo scenario delineato dal primo rapporto Coldiretti/Censis - “Gli italiani e il cibo nelle crisi e oltre” - presentato in occasione dell’apertura del XX Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione a Villa Miani a Roma. “Con l’inflazione che ha colpito duramente i prezzi dei beni alimentari al consumo - evidenzia il rapporto - il 47% degli italiani è stato costretto a tagliare le quantità di cibo acquistato, ma se si considera la fascia di popolazione a basso reddito, la percentuale sale addirittura al 60%, mentre per i redditi alti si scende al 24%”. Ma va detto che “accanto a chi è stato costretto a mettere meno cibo nel carrello per far quadrare i bilanci familiari, c’è poi un 37% di italiani che ha preferito risparmiare sulla qualità (il 46% nel caso dei bassi redditi, ma appena il 22% per quelli alti)”. Rinunce - sottolineano Coldiretti/Censis - “socialmente differenziate secondo una logica di food social gap con gli adulti e i giovani che tagliano molto più degli anziani, e i bassi redditi più che i benestanti. Peraltro, oltre sei italiani su dieci tra coloro che tagliano gli acquisti sono convinti che questa situazione durerà almeno per tutto il 2023”.
(Fonte: coldiretti.it/24.11.2022)
(continua)
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