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Salerno Economy XI.16 – 29.04.2022

Rileggendo “Sostiene Pereira” di Antonio Tabucchi, riaffiora l’esigenza predominante di non attendere ma di realizzare.

L’io egemone, i ritardi e la confederazione delle anime

Travolti dagli eventi, attenti sempre a comunicare non si sa bene che cosa, ma ancora distanti dall’intraprendere l’unica strada possibile: concretizzare le decisioni che vengono annunciate giorno dopo giorno, ma non “accadono” quasi mai.
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Non c'è più tempo . . .
“Voglio farle una domanda, disse il dottor Cardoso, lei conosce i medecins-philosophes? No, ammise Pereira, non li conosco, chi sono? I principali sono Théodule Ribot e Pierre Janet, disse il dottor Cardoso, è sui loro testi che ho studiato a Parigi, sono medici e psicologi, ma anche filosofi, sostengono una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere uno che fa parte a sé, staccato dall’incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un’illusione, peraltro ingenua, di un’unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone”. (“Sostiene Pereira”, Antonio Tabucchi, Feltrinelli, Milano, 10° edizione, settembre 1994). Il dottor Cardoso, dopo una piccola pausa, continuò così. “Quella che viene chiamata la norma, o il nostro essere, o la normalità, è solo un risultato, non una premessa, e dipende dal controllo di un io egemone che si è imposto nella confederazione delle nostre anime; nel caso che sorga un altro io, più forte e più potente, codesto io spodesta l’io egemone e ne prende il posto, passando a dirigere la coorte delle anime, meglio la confederazione, e la preminenza si mantiene fino a quando non viene spodestato a sua volta da un altro io egemone, per un attacco diretto o per una paziente erosione”.
(continua)
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Si concluse una storia che era diventata già un mito ed è ancora ben radicata in tanti Paesi del mondo.

Così iniziò la decadenza di una città e di una Scuola

“Il 25 gennaio 1812, in esecuzione del Decreto del 29 novembre 1811, l’Intendente della Provincia del Principato Citra Salvatore Mandrini convocò i Collegiali ed il Segretario del Collegio Medico ai quali comunicò che, per decisione del re, il Collegio era stato abolito”.
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"Arte" antica
di Giuseppe Ferrantino

Petrarca (1) nell’ “Itinerarium Syriacum” (2), del 1358, descrive lo Studium di Salerno come un “Gymnasium nobilissimum, ubi feliciter litterarum omnium disciplina consistit” (3) (Nobilissimo Ginnasio, dove facilmente emerge ogni disciplina delle lettere), poi aggiunge “Fuisse hic medicinae fontem fama est; sed nihil est, quod non senio exarescat” (4) (Si dice che questa fosse la fonte della medicina; ma non c'è niente che non si inaridisca nel tempo). C’è da chiedersi perché il grande poeta dà un giudizio così severo sullo Studio di Salerno, una risposta la si può cogliere scorrendo i titoli delle opere del Petrarca tra le quali spiccano le “Invective contra medicum” (5) opera “In quattro libri, nelle quali il Petrarca polemizza vivacemente contro un medico della corte avignonese (per noi destinato a rimanere fatalmente anonimo), che lo aveva rimproverato per aver suggerito a papa Clemente VI di allontanare da sé i medici presuntuosi e ignoranti” (6); un testo contro la medicina, composto nel 1355, in cui viene esaltata la superiorità della poesia rispetto alle altre discipline.
A prescindere dal giudizio del Petrarca, per la Scuola medica di Salerno dopo aver raggiunto il suo apogeo, “A partire dalla metà del secolo XI e fino a tutto il secolo XIII e alla prima metà del XIV” (7), iniziò un lungo periodo di declino scientifico e di stagnazione (8) che si concluse con la soppressione del Collegio medico nel 1811 e con la chiusura della Scuola stessa.
(continua)
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Dall’antica Atella di Napoli fino a Modena, un nuovo itinerario che ridisegna storia e relazioni sociali.

Succivo-San Prospero, il “confine del labirinto” di Asprinio

Il suggerimento di Aldo Bonomi: “Se non ora quando, visto che la crisi ecologica ha posto il tema della transizione? Se non oggi, quando, visto che il salto d’epoca deve ripartire dal vuoto che svuota il pieno ed apre la mente?”.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Il territorio privilegiato dell’Asprinio è la pianura a Nord di Napoli, in provincia di Caserta, dove insiste l’area dei 22 comuni compresi nel perimetro della Doc Asprinio d’Aversa. Invitato da un giovane, Giuseppe Luongo, piccolo produttore di Asprinio, a visitare il suo progetto di ripartenza, poggiato su gli antichi vitigni del nonno, ho scoperto il potenziale di una ex unione di Comuni, con sede a Succivo, a partire dalla popolazione ad altissimo tasso di gioventù. L’ex unione di Comuni di Atella, formata da Cesa, S. Arpinio, Frattaminore, Gricignano, Orta di Atella e Succivo, appunto, copre, inoltre, l’antico territorio di Atella di Napoli e il Parco archeologico di Atella che ,oggi, è componente rilevante del Polo Museale Campano. Durante la visita ai Vigneti a Spalla, alti oltre 10 metri, è nata l’idea di segnalare, illuminandola, la possibile risalita dell’intero territorio dell’unione, verso il tema del giardino planetario di J. Clement, l’urbanista della Città del terzo Paesaggio. E’ stato il significato della parola Succivo a suggerire l’idea: essa significa terreno di risulta. Il concetto-programma di Altra città, che propongo da tempo (con la collana La città e l’Altra città, in tandem con Maria Cristina Treu), si è congiunto al titolo di un contributo di Aldo Bonomi per Franco Arminio, (“Il margine che si fa centro”).
(continua)
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“Molte delle 25mila aziende in Italia si sono attrezzate con l’offerta di alloggio e di pasti completi, ma anche di colazioni al sacco”.

Il 25 aprile 300mila italiani in agriturismo”

Coldiretti: “La cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata”. Prosegue la “riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane”.
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Scampagnate
“Sono trecentomila gli italiani che hanno scelto di trascorrere il 25 aprire in agriturismo che offre l’opportunità di fare la tradizionale scampagnata lontano dalle città senza rinunciare alla comodità e alla protezione dal maltempo garantita dall’ospitalità delle aziende di campagna”. E’ questo il quadro che emerge da una stima di Coldiretti “per la Festa della Liberazione segnata al centro Nord dal tempo incerto”. Ma che cosa è stato particolarmente preso in considerazione? “Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere l’agriturismo - spiega la Coldiretti - è la spinta verso un turismo di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness”. Come pure l’interesse verso la primavera, “il momento migliore - specifica la Coldiretti - per assistere al risveglio della natura che riguarda piante, fiori e uccelli migratori, ma anche le attività agricole con i lavori di preparazione dei terreni, la semina e la raccolta delle primizie”.
(Fonte: coldiretti.it/24.04.2022)
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Una porzione pari a 10 grammi fornisce 75 calorie, mentre 10 grammi di olio extravergine di oliva ne contano 90.

Burro, dieci motivi per cui fa bene

Un finger food insostituibile specie se accompagnato dalle bollicine. Minerali e vitamine, poi, proprio non gli mancano e nelle giuste quantità rappresenta un alimento prezioso per la salute.
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Fondamentale
di Maristella Di Martino

Spesso considerato negativo, il burro, invece, è ricco di proprietà benefiche. Adatto ad adulti e piccini, ad atleti e a chi ama semplicemente mangiare, in realtà, consumato nelle dovute quantità, fa bene. Anzi di più. La stessa demonizzazione è accaduta, né più né meno, per il cioccolato fondente così come per il caffè. In realtà chiariamoci. Ovvio che il burro vada consumato con equilibrio. Esattamente come il resto del cibo. Ma sfatiamo qualche mito. Il burro non è più grasso dell’olio extravergine d’oliva. In quanto emulsione, contiene acqua e, per la precisione, ha un 85% di parte grassa e il restante 15% di acqua, mentre l’olio evo è composto dal 100% di grassi. E poi è meno calorico. Una porzione di burro pari a 10 grammi fornisce, infatti, 75 calorie, mentre 10 grammi di olio extravergine di oliva ne contano 90. Non solo. Per il burro ci riferiamo ad acidi grassi superiori per qualità a quelli dell’olio d’oliva, che, invece, ne contiene principalmente di monoinsaturi. Con il risultato che il burro è un alimento maggiormente completo e nutriente.
(continua)

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