contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

I numeri dell'economia »

Si concluse una storia che era diventata già un mito ed è ancora ben radicata in tanti Paesi del mondo.
Così iniziò la decadenza di una città e di una Scuola
“Il 25 gennaio 1812, in esecuzione del Decreto del 29 novembre 1811, l’Intendente della Provincia del Principato Citra Salvatore Mandrini convocò i Collegiali ed il Segretario del Collegio Medico ai quali comunicò che, per decisione del re, il Collegio era stato abolito”.

di Giuseppe Ferrantino

Petrarca1 nell’ “Itinerarium Syriacum”2, del 1358, descrive lo Studium di Salerno come un “Gymnasium nobilissimum, ubi feliciter litterarum omnium disciplina consistit”3 (Nobilissimo Ginnasio, dove facilmente emerge ogni disciplina delle lettere), poi aggiunge “Fuisse hic medicinae fontem fama est; sed nihil est, quod non senio exarescat”4 (Si dice che questa fosse la fonte della medicina; ma non c’è niente che non si inaridisca nel tempo). C’è da chiedersi perché il grande poeta dà un giudizio così severo sullo Studio di Salerno, una risposta la si può cogliere scorrendo i titoli delle opere del Petrarca tra le quali spiccano le “Invective contra medicum”5 opera “In quattro libri, nelle quali il Petrarca polemizza vivacemente contro un medico della corte avignonese (per noi destinato a rimanere fatalmente anonimo), che lo aveva rimproverato per aver suggerito a papa Clemente VI di allontanare da sé i medici presuntuosi e ignoranti”6; un testo contro la medicina, composto nel 1355, in cui viene esaltata la superiorità della poesia rispetto alle altre discipline.

A prescindere dal giudizio del Petrarca, per la Scuola medica di Salerno dopo aver raggiunto il suo apogeo, “A partire dalla metà del secolo XI e fino a tutto il secolo XIII e alla prima metà del XIV”7, iniziò un lungo periodo di declino scientifico e di stagnazione8 che si concluse con la soppressione del Collegio medico nel 1811 e con la chiusura della Scuola stessa. Galasso nell’interrogarsi sulla decadenza della Scuola, nella prima metà del XIV secolo, fa riferimento alla perdita di centralità mediterranea del Mezzogiorno d’Italia.  Mentre riferendosi al periodo compreso tra il XV e XVI evidenzia il destino provinciale subito da Salerno e dagli altri centri culturali del Mezzogiorno rispetto a Napoli.9 Federico II nel 1224 fonda lo Studium di Napoli e contestualmente vieta ai regnicoli (divieto reiterato dai suoi figli e dai sovrani angioini) di studiare o insegnare fuori di esso.10  Non è casuale che numerosi saggi trattino i temi della rivalità tra i due Studia meridionali e del “Processo di accentramento istituzionale operato dai sovrani meridionali, che finirà per accelerare la decadenza di Salerno”.11 Mentre, tra la fine del XIII ed inizio del XIV secolo, Bologna, Montpellier, Parigi e Padova diventarono centri universitari d’eccellenza per la medicina, da diversi punti di vista: istituzionale, curricolare e dottrinario,12 nella Scuola medica di Salerno la “Didattica restò fossilizzata, più o meno, allo stadio raggiunto fra il XIV e XV secolo”13, infatti, gli argomenti dell’esame di Laurea, quali il Tegni di Galeno ed il Canone di Avicenna, più gli Aforismi di Ippocrate in medicina, la Fisica e l’Analitica posteriore di Aristotele in arti, stabiliti dall’ultimo articolo dei Capitula et constitutiones Collegii et studii in artibus et medicina, verosimilmente appartenenti agli ultimi anni del XV secolo, rimasero invariati fino all’inizio del XIX secolo.14 Inoltre, l’insegnamento impartito presso la Scuola medica di Salerno era solo teorico, ad esso non seguivano, come diremmo oggi, attività formative professionalizzanti, cioè attività pratiche, come avveniva presso altre Università.15 “Il sapere non si arricchiva ma si riproduceva secondo moduli di una tradizione medievale che aveva sì imposto la cultura medica salernitana in Europa, ma che nei secoli della modernità appariva ormai largamente anacronistico”.16

Musi nell’analizzare le cause che determinarono una “Lunga fase di involuzione e stagnazione”17 della Scuola a partire dal XIV secolo, tra quelle che sono state identificate dalla tradizione e dalla storiografia, ritiene più convincente la spiegazione formulata dal Kristeller.18 “La Scuola era nel periodo della sua fioritura, un’istituzione europea, non italiana o locale, e così si spiega la diffusione dei suoi scritti e delle sue dottrine in tutta Europa, anche parecchio tempo dopo la morte dei suoi maggiori Maestri.”19 Il declino scientifico si verificò “Prima della metà del sec. XIV; nello stesso tempo la scuola venne riorganizzata come Università comunale”,20 quindi, “I ritmi della decadenza delle strutture di formazione medica a Salerno sono scanditi dalla progressiva dipendenza di quelle strutture dall’evoluzione storica della città e dell’intero Regno di Napoli”.21. Mentre è “Da accogliere eventualmente con molte riserve ed opportuna cautela, l’affermazione che nel ‘500 si verificò una reviviscenza dell’attività scientifica dello Studio salernitano, per la ragione che la presenza di una o più persone in fama di rappresentanti di alta cultura, non riuscì a creare una corrente nuova ed innovatrice di pensiero”.22

Infine, a quella che era una situazione già di emarginazione culturale, si aggiungerà un ulteriore elemento di depauperamento dovuto alla espulsione dal Regno di Napoli della Compagnia di Gesù, a seguito di un decreto del settembre 1767. L’istruzione giovanile a Salerno era affidata ai Gesuiti da più di centocinquanta anni essendovi giunti nel 1592. I risultati negativi di questa scelta non si fecero attendere. Ai Gesuiti fecero seguito preti ignoranti con programmi non innovativi con conseguente decadimento culturale dei giovani. Una scarsa cultura di base di questi ultimi non poteva che influenzare negativamente anche gli studi superiori. Quindi, si aggiunse ignoranza nella scuola preparatoria a mancanza di innovazione scientifica che viveva la Scuola medica di Salerno.23

Quando il 25 gennaio 1812, in esecuzione del Decreto del 29 novembre 1811, l’Intendente della Provincia del Principato Citra Salvatore Mandrini convocò i Collegiali ed il Segretario del Collegio Medico ai quali comunicò che, per decisione del re, il Collegio era stato abolito si concluse anche la storia di una Scuola medica che era diventata mito.

______________________________

1.G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, tomo V – parte I – libro II – capo III – Firenze 1807, p. 245; C. Sprengel, Storia prammatica della medicina, volume 2 – sezione III – Firenze 1840, p. 252; S. De Renzi, Storia documentata della Scuola medica di Salerno, Napoli, Stabilimento Tipografico di Gaetano Nobile, 1857 (Ed. Ripostes 2004), p. 555.

2.E’ una lunga lettera, una sorta di guida turistica in prosa latina.

https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/lettere_e_arti/Oriente/SSSGL_Tecchio_Petrarca.html URL consultato il 06/03/2022.

3.S. De Renzi, Op. cit., p. 555.

4.G. Tiraboschi, Op. cit. p. 245.

5. https://it.wikipedia.org/wiki/Francesco_Petrarca URL consultato il 06/03/2022.

6.https://www.academia.edu/5053923/BISANTI_-_Recens._a_Francesco_Bausi_Petrarca_antimoderno._Studi_sulle_invettive_e_sulle_polemiche_petrarchesche_Firenze_Cesati_2008 URL consultato il 14/03/2022.

7.G. Galasso, Una Scuola e un mito: la Scuola medica di Salerno, Rassegna Storica Salernitana, XII n. 2, 1995 p. 18.

8.C. Sprengel, Op. cit., p. 252; A. Sinno, Sintesi storica della Scuola Salernitana, Ente provinciale per il turismo, Salerno Anno XX E.F. p. 43; P.O. Kristeller, La Scuola di Salerno il suo sviluppo e il suo contributo alla storia della scienza, Rassegna Storica Salernitana, A. XVI 1955, p. 68; G. Galasso, Op. cit., p. 22; A. Musi, Stato moderno e professione medica nel mezzogiorno: la stagnazione della Scuola Medica Salernitana, Rassegna Storica Salernitana, 1987, A. IV, n. 1 (7) p. 111; S. De Renzi, Op. cit., p. 491.

9.G. Galasso, Op. cit., pp. 22- 24.

10.F. Delle Donne, Strutture e organizzazione dello Studio di Napoli nel Trecento, in B. Pio, R. Parmeggiani (a cura di), L’università in tempo di crisi. Revisioni e novità dei saperi e delle istituzioni nel Trecento, da Bologna all’Europa, CLUEB, 2016, p. 211.

11.I. Ventura, Cultura medica a Napoli nel XIV secolo, in Giancarlo Alfano, Teresa D’Urso e Alessandra Perriccioli Saggese (a cura di) Boccaccio angioino. Materiali per la storia culturale di Napoli nel Trecento. Peter Lang. <Destini incrociati n. 7>, 2012, p. 254.

12.T. Duranti, La scuola medica e l’insegnamento della medicina a Bologna nel XIV secolo, in B. Pio, R. Parmeggiani (a cura di), Op. cit., p. 81.

13.G. Galasso, Op. cit., p. 27.

14.P. O. Kristeller, La Scuola di Salerno Il suo sviluppo e il suo contributo alla storia della scienza, Appendice al fascicolo I-IV della Rassegna Storica Salernitana A. XVI 1955, pp. 60-61.

15.G. Botti, La questione della “matricola” e la chiusura della Scuola Medica di Salerno e dell’Almo Collegio Ippocratico, Rassegna Storica Salernitana, 1987, A. IV, n. 1 (7) pp. 132-133.

16.A. Musi, Medicina e sapere medico a Salerno in età moderna, in I. Gallo (a cura di) Salerno e la sua Scuola Medica, Arti Grafiche Boccia, 1994, p. 188.

17.A. Musi, Stato moderno e professione medica nel Mezzogiorno: la lunga stagnazione della Scuola Medica Salernitana, Rassegna Storica Salernitana, 1987, A. IV, n. 1 (7), p. 111.

18.A. Musi, Op. cit., p. 112.

19.P. O. Kristeller, La Scuola Medica di Salerno secondo ricerche e scoperte recenti, Salerno 1980, p. 9.

20.P. O. Kristeller, La Scuola di Salerno Il suo sviluppo e il suo contributo alla storia della scienza, Appendice al fascicolo I-IV della Rassegna Storica Salernitana A. XVI 1955, p. 68.

21.A. Musi, Op. cit., p. 114.

22.L. Cassese, Agostino Nifo a Salerno, Appendice all’annata XIX (1958) della Rassegna storica Salernitana, p. 17.

23.G. Lauriello Declino e fine della Scuola Medica Salernitana, Salerno Medica n. 1 Gennaio-Marzo 2019 pp. 28-30.

 

Foto medicina-viking-1709635_960_720
"Arte" antica
Back To Top
Cerca