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Salerno Economy VIII.06- 08.02.2019

Nella sfida quotidiana per conquistare lettori la notiziabilità spesso prende il sopravvento sulla verifica dei fatti.

Il vero valore-notizia? E’ ancora il giornalista

Sullo scaffale dell’offerta a prevalere nel momento della scelta consolidata e non occasionale saranno sempre di più l’affidabilità ed il rapporto di fiducia costruito con il “consumatore abituale” d’informazione.
Glocal-Immagine notizie
Artigianalità del mestiere
Se si presta attenzione all’individuazione di quello che un tempo si configurava come “viaggio della notizia”, non ci si può non rendere conto di come i media tradizionali stentino ad elaborare – in gran parte delle democrazie occidentali – una risposta in grado di fronteggiare in maniera autorevole e credibile la deriva consumistica (per così dire) che caratterizza le diverse “fabbriche” social (e non) dell’informazione. Non si tratta di elaborare complessi modelli editoriali, ma di rafforzare, per quanto possibile, il profilo di responsabilità professionale dal punto di vista della ricerca ( e della verifica delle fonti) delle notizie. Il problema, naturalmente, non è di poco conto. Né si può pensare che sia “solo” una questione di deontologia. E’ del tutto evidente che la deontologia è uno dei postulati sostanziali di un mestiere che attraversa una fase particolarmente difficile. Ma è anche vero che occorre riposizionare al centro i punti di forza, le direttrici di marcia, cioè, che fanno ancora la differenza tra un’informazione corretta – anche nei casi in cui è dichiaratamente (e, quindi, correttamente) di parte – ed un’altra scorretta (o, più precisamente, non verificata ed attendibile).
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Presentato il 2° Rapporto sul welfare aziendale realizzato in collaborazione con Eudaimon.

Occupazione, si creano pochi posti di lavoro

Il Censis: “Per i giovani c'è un futuro da camerieri o commessi. Crescono le disuguaglianze retributive tra operai, impiegati e dirigenti. E aumenta lo stress”.
Numeri Economia-Occupazione
Ingranaggi "bloccati"
“Non solo creiamo meno lavoro degli altri Paesi, ma ne distruggiamo di più proprio dove ce n'è di meno: il Mezzogiorno”. E’ sola una delle chiavi di lettura delle dinamiche del mercato dell’occupazione nel nostro Paese che emergono dal 2° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale. “L'Italia - si legge in una nota di sintesi del Censis - crea meno posti di lavoro degli altri Paesi europei. Negli ultimi dieci anni (2007-2017) il numero di occupati in Italia è diminuito dello 0,3%, è invece aumentato in Germania (+8,2%), Regno Unito (+7,6%), Francia (+4,1%) e nella media dell'Unione Europea (+2,5%)”. A livello di macro-aree interne “al Sud il tasso di occupazione è pari al 34,3% (2,9 punti percentuali in meno di differenza rispetto al 2007), al Centro è al 47,4% (lo 0,4% in meno), nel Nord-Ovest al 49,7% (l'1,1% in meno), nel Nord-Est al 51,1% (l'1,3% in meno). Dal punto di vista delle fasce anagrafiche “vent'anni fa, nel 1997, i giovani di 15-34 anni rappresentavano il 39,6% degli occupati, nel 2017 sono scesi al 22,1%. Le persone con 55 anni e oltre erano il 10,8%, ora sono il 20,4%. I lavoratori anziani hanno un'alta presenza nella pubblica amministrazione (il 31,6% del totale, con una differenza di 13,5 punti percentuali in più rispetto al 2011) e nei settori istruzione, sanità e servizi sociali (il 29,6%, il 7,4% in più). I millennial invece sono più presenti nel settore alberghi e ristoranti (39%) e nel commercio (27,7%)”.
(Fonte: censis.it/ 30.01.2019)
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Salernitani di ritorno. Con una laurea ed un lavoro a Roma fa marcia indietro e sceglie la sua città.

Il vino di Mila, biologico e senza frontiere

Pochi chilometri dal caos cittadino e si arriva al cancello dell’Azienda Agricola Vuolo sulle colline di Giovi. Clienti in Italia e all’estero: Stati Uniti, Svezia, Germania e contratti in via di perfezionamento in altri Paesi non solo europei.
Mila Vuolo
Mila Vuolo
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) venerdì 1° febbraio 2019.

di Ernesto Pappalardo

Salerno-Roma e ritorno. Questa non è la storia di un “cervello in fuga”, ma di un “cervello” salernitano che non si sottrae al richiamo delle origini e sceglie di mettere mano al podere di famiglia sulle colline di Giovi che offrono ancora una vista spettacolare sul mare e sulle insenature della Costiera Amalfitana. Questa è la storia di Mila Vuolo che con un diploma in tasca conseguito al liceo classico “Tasso” ed una laurea in scienze dell’informazione ha lavorato per circa dodici anni in un’azienda dell’allora gruppo Telecom per poi scegliere di dare vita ad una piccola azienda (ancora oggi nella forma giuridica di ditta individuale) per produrre vino e olio con metodo rigorosamente biologico. Pochi chilometri dal caos cittadino e si arriva al cancello dell’Azienda Agricola Vuolo. “Mi accorgo che si tratta del mio vino – ci racconta – dall’odore, dagli aromi che sprigiona anche se non guardo il bicchiere o la bottiglia. Mi capita di riconoscerlo appena entro magari in una sala dove è in corso una degustazione o quando lo servono durante una cena”. Basta questa descrizione del rapporto con il “suo” vino per comprendere il legame che l’ha portata ad abbandonare una “comoda” carriera romana per dedicarsi ad un’avventura non semplice.
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Simulazione Cer. Misure espansive potrebbero arrestare il declino nel 2019, ma non per i negozi.

Piccoli esercizi, nel 2019 ulteriore contrazione (-200 milioni)

Analisi Confesercenti. Incremento complessivo dello 0,5%. “Un aumento contenuto che si concentrerebbe solo sulla grande distribuzione (+1,5%) e sulle vendite on-line (+14%)”.
Immagine consumi
Famiglie con il freno tirato
Scenario ancora negativo per i piccoli esercizi commerciali, “anche se le misure espansive contenute nella manovra, tra cui il reddito di cittadinanza, potrebbero arrestare il declino. Benefici che potrebbero però essere annullati se nel 2020 dovessero scattare i maxi-aumenti Iva previsti dalle clausole di salvaguardia”. È questo il quadro che emerge da una simulazione condotta da Cer per Confesercenti. “La fase di debolezza - si legge in una nota di sintesi - dovrebbe continuare per tutto il 2019, anche se gli interventi espansivi adottati dal Governo possono arrestare questa tendenza declinante. La dinamica dei consumi potrebbe, infatti, trarre beneficio sia dalle misure direttamente orientate a sostenere il reddito delle famiglie, sia dal blocco dell’aumento Iva, che evita una flessione del potere d’acquisto”. Se si esclude dal calcolo l’inflazione, “la spesa delle famiglie è prevista aumentare nell’intero anno un miliardo in più che nel 2018, a cui vanno aggiunti 6 miliardi di maggiori consumi che nel 2020-21 sarebbero associati all’andata a regime del reddito di cittadinanza”. Rispetto agli andamenti attesi dal Governo per il 2019, si stima che “le vendite negli esercizi commerciali possano segnare un incremento complessivo dello 0,5%. Un aumento contenuto, e che si concentrerebbe solo sulla grande distribuzione (+1,5%) e sulle vendite on-line (+14%). Per i piccoli esercizi si determinerebbe invece una ulteriore contrazione di vendite per 200 milioni di euro (-0,3%)”.
(Fonte: confesercenti.it/ 26.01.2019)
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Nel 2018 superati i limiti di legge in ben 55 capoluoghi di provincia. Conseguenze pesanti per la salute dei cittadini.

“Mal’aria”, ripartiamo dalla cultura ambientale

Il rapporto di Legambiente: “Tra le principali fonti di emissione il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. L’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti”.
Foto D’Antonio Giuliano
Giuliano D'Antonio
di Giuliano D’Antonio*

La qualità dell’aria che respiriamo è sempre meno buona e contribuisce, ovviamente, ad aggravare le condizioni generali di salute della popolazione mondiale. E’ un problema di non poco conto, ma anche in questo caso la comunicazione è a corrente alternata, nel senso che la diffusione delle notizie – e del relativo allarme che è giusto diffondere – non è costante, ma sporadica e spesso residuale rispetto ad altri flussi di informazione. Il rapporto annuale di Legambiente - “Mal’aria 2019” - conferma che in Italia la situazione meriterebbe maggiore attenzione. “Città soffocate dallo smog, dove l’aria è irrespirabile sia d’inverno sia d’estate. Tra le principali fonti di emissione il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. In questo quadro l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti”. E’ questa la sintesi di una “fotografia” che restituisce l’immagine di “un anno - evidenzia Legambiente - da codice rosso per la qualità dell’aria, segnato anche dal deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia europea in merito alle procedure di infrazione per qualità dell’aria e che costerà multe salate alla Penisola”.

*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)
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