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Salerno Economy VII.37- 28.09.2018

Come cambiano i percorsi delle notizie (e delle non-notizie) al tempo della disintermediazione.

News, social, buona e cattiva reputazione

Un’immagine positiva da punto di forza può diventare in pochi post o tweet un punto di debolezza. Anzi, più è inattaccabile, più diventa terreno di caccia per i predatori di bad news.
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"Antiquariato" giornalistico
Nel contesto attuale dominato dalla disintermediazione e dalla disconnessione dei processi che hanno condizionato per decenni il viaggio delle informazioni attraverso il meccanismo della predominanza da parte del polo ricevente - in primo luogo la filiera dei quotidiani a maggiore diffusione e dei telegiornali generalisti - nella formazione della decisione di “promuovere” un fatto (o un non-fatto) al ruolo di notizia, appare rafforzarsi un valore forte. Un valore forte nel bene, ma anche nel male. Si tratta della reputazione relativa al prodotto-notizia. Sia esso configurabile in una persona, in un’azienda, in un’istituzione, in un partito o in qualsiasi altra entità “attenzionata” o “attenzionabile” dai media, la connotazione sostanziale in grado di attivare il procedimento alla base dell’approdo di un fatto (o di un non-fatto) nel circuito mediatico risiede nell’area della reputazione.
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Bilancio più che positivo per la seconda edizione della manifestazione promossa ed organizzata da “Createam”.

Non solo vino in Civitas

Il core business della filiera vitivinicola può trasformarsi ancora più strategicamente in volano di crescita per l’attrattività turistica del territorio salernitano e campano.
Foto In Vino Civitas
La location della manifestazione
di Monica Di Mauro

Il vino che arricchisce il suo tipico business/core con il valore aggiunto del business/non core a tutto vantaggio della filiera estesa del turismo. L’etichetta che diventa, quindi, anche veicolo culturale per la promozione dell’economia della provincia di Salerno. E’questa la “filosofia” che sottende il brindisi celebrato dalla seconda edizione di “In Vino Civitas”, la manifestazione - svoltasi a Salerno nei giorni scorsi - il cui titolo prende spunto proprio dal preciso obiettivo di consentire al vino, non di scoprire la verità, come recita l‘antico detto latino, ma di avvicinarsi alla rappresentazione della civitas, intesa, con una licenza “linguistica”, come il patrimonio culturale, artistico e architettonico del luogo che ospita la manifestazione. La stazione marittima disegnata da Zaha Hadid dal 22 al 24 settembre ha ospitato 70 aziende vitivinicole provenienti da tutt’Italia.
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L’infrastruttura si inserisce in un tessuto costituito dal porto commerciale e dal sistema degli approdi turistici.

Aeroporto, “necessità” strategica

Per lo scalo di Salerno è a portata di mano un futuro da hub interregionale al servizio di un’area molto più vasta del bacino provinciale, che comprende Potenza, Matera e la Calabria del Nord, oltre che la Basilicata.
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Alfonso Mignone
di Alfonso Mignone*

In rapporto alla popolazione ed al bacino di influenza la Campania rivela una forte carenza di infrastrutture aeroportuali: la Puglia, in presenza di domanda decisamente inferiore è dotata di tre aeroporti aperti al traffico civile; la Sicilia, sempre a sostanziale parità di domanda, usufruisce di quattro impianti e ne ha programmato un quinto (Sicilia centro meridionale, ovvero Agrigento). Lo scalo di Napoli/Capodichino, l’unico attualmente attivo in Campania per traffico di linea, in quanto city airport, presenta ineliminabili carenze strutturali costringendo gli aeromobili ad un passaggio a bassa quota su un denso tessuto urbano. In termini di accessibilità e tempi soltanto l’aeroporto di Salerno è in grado di soddisfare in modo efficiente la domanda di trasporto aereo in outgoing per i comuni della provincia di Salerno verso destinazioni internazionali.

* Presidente
The International Propeller Club Port of Salerno


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Il 19 settembre scorso è entrato in vigore il Dlgs 101/08.

Privacy, le nuove regole? Un’opportunità per le Pmi

L’applicazione del Regolamento Europeo può aiutare a migliorare la gestione dei dati e le procedure di organizzazione interna, apportando vantaggi significativi in termini di creazione del valore per le aziende che affronteranno la “questione” in maniera adeguata.
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Nuove "frontiere"
di Luca Iovine

Il Decreto Legislativo 101/18 di armonizzazione al GDPR è entrato in vigore il 19 settembre, con alcune novità per le piccole e medie imprese e sulle sanzioni, che sono aumentate rispetto alla versione europea. Il Codice Privacy italiano recepisce quasi integralmente le disposizioni del Regolamento: principi, basi giuridiche del trattamento, informativa e consenso.
Il Legislatore tuttavia ha deciso di garantire la continuità facendo salvi per un periodo transitorio i provvedimenti del Garante e le autorizzazioni, che saranno oggetto di successivo riesame ed eventuale aggiornamento entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto.
Anche i codici deontologici andranno rivisti in alcuni settori (giornalismo, statistica e ricerca scientifica) coinvolgendo i soggetti interessati ed effettuando consultazione pubblica. Per quanto riguarda le PMI, i relativi adempimenti per la privacy saranno semplificati.
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In controtendenza risultano i megastore con 2.419 nuove aperture.

Liberalizzazioni, 56mila piccoli negozi in meno

Elaborazione Confesercenti su dati Istat e Mise. Tra il 2012 e il 2016 persi circa 30mila posti di lavoro. Un calo addebitabile soprattutto ai piccoli negozi.
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Riequilibrio tra competitors?
Prosegue il percorso parlamentare dei disegni di legge che prendono in considerazione la chiusura nei giorni festivi degli esercizi commerciali e si delinea lo scenario di un comparto che è alle prese con un “dualismo” imprenditoriale ed occupazionale molto netto e delineato. “La liberalizzazione del commercio introdotta dal governo Monti ha portato alla chiusura di 55.951 negozi di piccole e medie dimensioni, con superfici inferiori ai 400 mq. Ma non solo, nello stesso periodo che va dal 2011 al 2017, i megastore, al contrario, sono aumentati di oltre 2.400 unità in Italia”. Questo il quadro che emerge da un’elaborazione condotta da Confesercenti su dati Istat e Mise per l’Adnkronos in preparazione delle audizioni che hanno preso il via nei giorni scorsi dinanzi alla Commissione Attività produttive della Camera in merito alle 5 proposte di legge per abrogare o modificare le norme contenute nel decreto Salva Italia.
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