Le dinamiche in continuo cambiamento che coinvolgono quotidianamente le forze partitiche.
E la politica si affida al racconto delle cose che (non) farà
Non contano più le risposte effettive, basta soffermarsi, non più di tanto, sui programmi e sui percorsi da intraprendere. Prende il sopravvento il rinvio al futuro che verrà, ma, intanto, aumentano debiti e iniziative ferme al palo.

Confusione
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Rapporto 2020. “La pandemia aggredisce un’economia e una società già deboli da Nord a Sud”.
Svimez, le proposte per il Mezzogiorno
Si può puntare sul “quadrilatero Zes, Napoli-Bari-Taranto-Gioia Tauro, da estendersi alla Sicilia. E poi, agroalimentare, bioeconomia circolare, green deal, a partire dal caso dei rifiuti”.

Nuovo Mezzogiorno
La sfida - secondo la Svimez - “è quella di portare a sistema il rilancio degli investimenti pubblici e privati che si prevede di sostenere con l’iniziativa europea Next Generation Ue, con una politica ordinaria che troppo a lungo si è disimpegnata dal suo compito di perseguire l’obiettivo del riequilibrio territoriale, e con una politica di coesione europea e nazionale che, nel nuovo ciclo di programmazione, molto dovrà apprendere dai suoi limiti, a partire dai primi segnali positivi registrati in corso d’anno e dalle indicazioni strategiche contenute nel Piano Sud 2030”.
(Fonte: Ufficio Stampa Svimez/ 24.11.2020)
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Il poeta, l’economista del welfare e il ministro per il Sud: il dialogo possibile.
Tra “scoraggiatori” militanti e ricerca di nuova coesione
Non deve venire a mancare il presupposto per riconoscere che gli Enea si possono moltiplicare e che la solidarietà (e l’apprendimento) tra più generazioni è il lievito necessario.

Pasquale Persico
Di recente ho ricevuto un lettera con un articolo del poeta Franco Arminio, che mi parlava dello “scoraggiamento”. Riporto una sintesi molto interessante.
“Per fare buone strategie di sviluppo bisogna partire dall’idea che la prima infrastruttura su cui lavorare è la fiducia. E in questi anni ai paesi la fiducia non è riuscita a darla nessuno. Per questo sono cresciuti gli scoraggiatori militanti. La loro egemonia culturale è diventata così grande che spesso arrivano ad eleggere anche i sindaci. Lo scoraggiatore è diventata in molti paesi l’unica figura di successo, l’unica che vedeva confermate le sue visioni. La sua frase bandiera “qui non c’è niente” veniva confermata ogni volta che chiudeva un negozio, partiva un ragazzo. Le politiche fatte per contrastare lo spopolamento dell’Italia interna, lo si può dire senza paura di essere smentiti, sono state piuttosto fallimentari. Lo strumento attualmente in esercizio, la strategia nazionale delle aree interne, somiglia molto a una sceneggiatura a cui si lavora alacremente, ma il film non comincia mai. Eppure è sicuramente un’azione ben concepita, e abbiamo anche la fortuna di avere un ministro di riferimento per quelle aree che è competente e volenteroso. E allora perché non accade niente che ci dia entusiasmo? Perché anche nel tempo del Covid non si riesce a dare quella spinta ai paesi che servirebbe molto all’Italia intera? Il motivo principale è una sorta di miopia geografica".
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La lettera del presidente Giancarlo Tanucci al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro Roberto Gualtieri.
“Formazione, un’opportunità nell’emergenza”
Federformazione richiama l’attenzione del Governo e delle forze politiche nel considerare l’urgenza di “un più ampio progetto di riattivazione e riposizionamento dei processi di sviluppo” potenziando le “competenze, tassello imprescindibile sul quale fare affidamento per vincere la scommessa di un futuro sempre più prossimo”.

Giancarlo Tanucci
Egregio Presidente Giuseppe Conte,
Egregio Ministro Roberto Gualtieri,
in questi giorni così difficili scanditi dalla consapevolezza di combattere il Covid-19, un nemico invisibile ed insidioso che sta segnando amaramente il nostro tempo, e la paura palpabile di un futuro economico sempre più incerto abbiamo pensato di scrivere per chiederVi di non lasciare fuori dall’agenda di Governo il settore della formazione continua e professionale. FederFormazione (Federazione Italiana degli Organismi di Formazione ed Orientamento) da dieci anni lavora per lo sviluppo, la tutela e il sostegno degli Enti di Formazione che operano sull’intero territorio nazionale. A partire dal Decreto Rilancio del maggio scorso, l’attenzione riservata a questo settore è apparsa defilata e l’istituzione del Fondo Nuove Competenze, assegnato alla gestione dell’Anpal (Agenzia Nazionale Politiche Attive del Lavoro), ha purtroppo disconosciuto il ruolo degli organismi di formazione, generando un vuoto ambiguo sul ruolo degli attuatori. La difficoltà di accesso alle risorse coniugata allo stallo del sistema aziendale, dovuto alle limitazioni e alle restrizioni imposte dalle chiusure d’interi territori e dei comparti produttivi, ha di fatto scoraggiato imprenditori, dirigenti e lavoratori nell’attivare, anche on line, percorsi di riqualificazione e sviluppo professionale.
* Presidente di FederFormazione
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Le tecniche e le scelte più adeguate per attuare quotidianamente una pratica salutare e intelligente.
Cucinare secondo stagione, cotture giuste indispensabili
Madre natura ci fornisce cosa serve per fare fronte al mutamento di temperatura e clima. Se vogliamo valorizzare le qualità energetiche del cibo, dobbiamo scegliere lo stile ideale.

La magia della cottura
Sì, cucinare secondo stagione è salutare ed intelligente. E poi diamo una grossa mano al nostro portafogli. Se fa freddo, brodo o zuppa che sia, d’istinto scegliamo di nutrirci con piatti caldi. Ma se fa caldo, leggerezza e freschezza ci invitano a nozze. Insomma, vi stiamo dicendo che esiste una qualità energetica del cibo che ci ristora e ci coccola a seconda delle stagioni. Individuarla è intuitivo: un cespo di insalata, rispetto a una zucca che ci mette in modalità “risparmio energetico”, ha un effetto rinfrescante e di accelerazione del metabolismo. E madre natura, in ogni stagione, ci fornisce che cosa ci serve per fare fronte al mutamento di temperatura e clima. Ma come cucinare secondo stagione? Se vogliamo valorizzare le qualità energetiche intrinseche del cibo dobbiamo scegliere lo stile di cottura (o non cottura) ideale.
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