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Salerno Economy IX.28 – 17.07.2020

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La grande corsa all’attivazione delle procedure di indebitamento che, pure, prima o poi dovranno essere (in consistente parte) restituite.

Tutti pronti a ripartire, la politica non fa passi indietro

Più si parla e straparla di finanziamenti molto importanti, più ci si rende conto – dal basso, da una cultura che deriva dall’osservazione delle ciclicità dell’incapacità amministrativa e di Governo – di quanto sia concreto il rischio di ritrovarsi nel pieno di un’inconsistenza del fare le cose che ha già dato tantissime e “brillanti” prove”.
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Alla ricerca del tempo perduto
La sensazione che si avverte sempre più frequentemente ascoltando frasi e commenti - mentre si prova a riavviare i meccanismi di una quotidianità che appare ancora distante dalla “normalità” (che pure viene in tutti i modi riproposta) - è quella dell’attesa sincronizzata sulla “ripartenza” dopo la “pausa” estiva. Insomma, se tutto filerà “liscio”, senza, cioè, il ripresentarsi (come, invece, viene abbastanza perfettamente indicato da quasi tutti gli esperti e i super/esperti chiamati a prendere posizione) di forme pandemiche in autunno - forme da affrontare con grande prudenza e attenzione - è chiaro che nessuno potrà continuare a “baloccarsi”. A perdere, cioè, tempo nell’attivazione di procedure di un indebitamento che, pure, prima o poi, dovrà essere (in consistente parte) restituito. In altre parole, anche nella politica – alle prese con le solite manifestazioni di interesse e calcolo elettorale – dovrebbe iniziare a prendere forma quella che è, invece, la preoccupazione, per così dire, “strutturale” di tutti coloro che affrontano il problema provando a capire come venirne realmente – realmente – fuori. Perché, è questo il vero nodo della questione, è abbastanza chiaro che la politica in questi mesi e, naturalmente, soprattutto oggi – con tanto di elezioni regionali alle porte – non si sta preoccupando di avviare un percorso largo e ragionato di controllo delle conseguenze di quanto accaduto (e sta accadendo). Non si sta preoccupando, come pure, invece, in altri Paesi europei ha già iniziato con lungimiranza (e vera e propria prudenza operativa) a fare. Da noi assistiamo, invece, a una incredibile baraonda che si basa quasi esclusivamente sulla descrizione di quante cose potranno essere fatte ricorrendo ai fondi che, in qualche modo, si è riusciti a ottenere. Nessuno, o pochissimi, invece, delineano il quadro di una finanza pubblica disastrata chissà per quanti anni, e che, purtroppo, ancora non è stata affrontata al meglio dal punto di vista delle azioni che, pure, vanno messe in campo per reintegrare quanto ottenuto.
(continua)
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Il secondo report del progetto «Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020» realizzato dal Censis in collaborazione con l’Agi.

Smartworking e paura frenano i consumi

“Consumi giù (- 6,4% nel primo trimestre), risparmio cautelativo su ( + 4,5%). Solo il 19% promuove le misure del Governo. Per il 38% le condizioni della propria famiglia peggioreranno e il 15% degli occupati teme di perdere il lavoro”.
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Le nuove consuetudini
Forte ridimensionamento della spesa e predisposizione all’accantonamento di liquidità per avere a disposizione la quantità di denaro necessaria a fronteggiare ogni possibile emergenza. “I consumi sono crollati. Le misure per il contenimento della diffusione dell’epidemia hanno determinato nel primo trimestre 2020 una riduzione del 6,4% della spesa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al netto della spesa alimentare e abitativa, il crollo della spesa media mensile è stato superiore al 12%”. Le imprese commerciali “sono sotto pressione e la prospettiva dello smartworking spaventa chi teme che la domanda di beni e servizi non riparta”. Il Censis “stima in circa 2,4 milioni gli addetti del settore privato che potrebbero verosimilmente operare a distanza anche in futuro. Estendendo la stima ai lavoratori del settore pubblico, si arriva a 2,8 milioni (circa il 14% del totale dei due aggregati considerati)”. Ma “sostenere i consumi è vitale (valgono il 61% del Pil), evitando che le risorse delle famiglie finiscano in risparmio precauzionale senza tornare nei circuiti dell’economia reale (nel primo trimestre dell’anno la propensione al risparmio è aumenta del 4,5% rispetto all’anno precedente)”.
(Fonte: censis.it/ 04.07.2020)
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L’equità e la solidarietà dovranno contare più della sola visione dell’economia (e degli economisti).

Ma Angela Merkel questa volta ce la farà?

L'obiettivo (da non fallire) consiste nell'entrare nella storia di un’ideale “euro mediterraneo” da perseguire fino in fondo. La Germania non può rinunciare a questa prospettiva che arriva nel giusto tempo del potenziale salto di civiltà.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Un recente contributo di Olimpia Niglio, cilentana e professoressa di architettura e restauro alla Hokkaido University, ci viene incontro; lei - svolgendo ricerche in diversi istituzioni internazionali tra Asia e America - ha approfondito il  ruolo di Enti e comunità per lo sviluppo e la tutela del patrimonio globale. Le sue riflessioni sul  “rapporto geometrico” tra le comunità, appunto, e la “governance inclusiva”, attingendo all’antica filosofia greca, ci forniscono chiavi di lettura molto interessanti per provare a capire le potenziali scelte della cancelliera Merkel in questo preciso ambito di riferimento. Sono sicuro - anche per la sua robusta formazione scientifica, a cui spesso si accompagna un notevole conoscenza della filosofia e della cultura classica - che  questo vero e proprio patrimonio l’aiuterà non poco a prendere decisioni non miopi. Infatti, sono già emerse novità e opportunità che  prospettano la possibilità di  un “salto di civiltà”, piuttosto che la sola  prospettiva di un “cambio” di produttività per l’Europa che verrà. Mai come oggi l’antica filosofia greca ci guida verso un nuovo e interessante “cammino umanistico” in grado di mettere al centro il valore delle comunità e, pertanto, delle persone.
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Da un’indagine Doxa scopriamo che il 51% degli italiani immortala il piatto prima di assaggiarlo.

Il cibo, autentica passione, ma gustiamo o postiamo?

Come il food porn genera bagordi e stravizi “da mangiare con gli occhi” alla continua ricerca di attenzioni verso noi stessi. Forse, dovremmo, più semplicemente, ammettere di non essere così avvezzi a ”certi pasti” e prendere atto di incredibili cadute di stile.
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Nuove "bagarre"
di Daniela Delvecchio

Che “l’occhio mangia per primo” (M. G. Apicio, I sec. a.C.) è un'antichissima certezza. Il cibo visivamente accattivante appartiene alla storia dell’arte come fonte inesauribile di ispirazioni, materia raffigurata, plasmata per essere offerta e percepita da tutti i sensi. Anticamente, per sottolineare quanto un’opera fosse stata riprodotta realisticamente, si narrava del pittore greco Zeusi (V sec. a.C.) che pare avesse dipinto dell’uva così perfettamente, da ingannare anche gli uccelli che provavano a beccarne i frutti. Così succede che il cibo, quale energia che permette la vita, comincia un cammino estetico parallelo a quello della semplice soddisfazione dei bisogni. Un percorso che, nelle diverse epoche e grazie ai grandi artisti, diventa nell’arte espressione di un linguaggio antropologico, sociale e culturale, un immenso archivio storico di usi, costumi, genti e civiltà. Il binomio cibo/sostentamento, purtroppo ancora non universalmente assodato, ha lasciato spazio a forti valori e significati nella sfera sociale dell’essere umano. Convivialità, identità culturale, salute e benessere parlano di cibo che accompagna e che unisce, che racconta di bellezza e creatività, che, però, non dovrebbe mai imporsi o, addirittura, sottomettere.
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Da consumare cruda, poco condita, ma soprattutto usando pochissimo sale.

Cicoria, verdura umile ma benefica

Depurativa, disintossicante e antiossidante, aiuta l’intestino, fa digerire, è antinfiammatoria e combatte ritenzione idrica e cellulite. Nel Medioevo la si riteneva un potente anafrodisiaco.
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Benefici
di Maristella Di Martino

Radicchio selvatico, cicoria riccia o indivia. E qualcuno la confonde anche con la scarola. Tanti nomi per altrettanti benefici: la cicoria si raccoglie in primavera se siamo fortunati, nei prati, ai margini dei fossati o dei campi. E da 4mila anni è utilizzata come pianta medicinale, molto prima che la consumassimo come surrogato del caffè. Tonifica e depura, è positiva anche sul sistema biliare e ha proprietà probiotiche rispetto all’intestino. Inoltre, è un vero alleato in caso di diabete ed è, addirittura, un antiossidante naturale che blocca i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento. Mangiare cicoria, inoltre, è utile, poi, per combattere ritenzione idrica e cellulite: consumiamola cruda, poco condita ma soprattutto usando pochissimo sale. Indicata in caso di disturbi digestivi accompagnati a nausea, gonfiori e dolori o se perdiamo l’appetito, è leggermente lassativa e aiuta ad alleviare le indigestioni. Vanta effetti probiotici perché favorisce il benessere dell’intestino proteggendo anche da infezioni ed allergie.
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